mercoledì 31 dicembre 2008

Bill Viola in Rome







The exhibition of Bill Viola in Roma, in the Palazzo delle Esposizione, is almost ending. The about 15 works represent a spiritual travel. They are intended as something like a via crucis, where you have to stop before each video awaiting the development of the story - in fact each video contains a "surprise" - but I preferred to walk freely among the panels. The impression is to stroll in the rooms of a Reinaissance estate, surrounded by devotional paintings. The plasma video-panels, in fact, have the same dimensions, proportions, frames, composition, colours of Reinaissance paintings; a video quotes explicity the Resurrection by Piero della Francesca. The spiritual travel has not to be underestimated, but this exhibition tells us much about classic painting. Raphael and Piero, had they had the extraordinary technological tools of Viola, with his perfect reproduction of reality, would not have hesitated to use them; morevorer, when we look at the paintings of the Reinaissance, we often overemphasize the formal perfection, forgetting that they all were devotional or allegoric or exoteric paintings. A great achievement of XVII century was to fuse the spiritual values of Christianity with formal perfection of the Ancients; and Bill Viola repeats somewhat this miracle.

martedì 23 dicembre 2008

Mosè


Ci si può chiedere perché Mosè, che oltre ada aver liberato gli ebrei dalla schiavitù d'Egitto, è stato l'unico uomo a vedere il volto di Dio, non sia potuto entrare nella terra promessa. In parte si tratta di un tema ricorrente nell'Antico Testamento, che il bene va fatto di per sé, non per la ricompenza. Ma il motivo fondamentale è che nella terra promessa poterono entrare solo quelli nati in libertà durante i quaranta anni di peregrinazione nel deserto, perché gli altri, che erano nati in schiavitù, portavano la schiavitù nel cervello - e lo dimostra il fatto che appena venne a mancare la guida di Mosè, si misero ad adorare il vitello d'oro.

Scimpanzè e gorilla


L'opinione diffusa è che lo scimpanzè sia intelligentissimo, mentre il gorilla sia un po' tonto. Non sono d'accordo. Ricordo immagini di scimpanzè che diventavano matti per trasportare la frutta: l'intelligentone non avrebbe potuto inventare la cesta? Si trastulla invece con i bastoncini e i ramoscelli. Il gorilla, al contrario, ha inventato il bastone per aiutarsi a guadare i fiumi, il nido e anche il tovagliolo - è una scoperta non ancora pubblicata di una mia amica.

Sospetto che la sopravvalutazione dello scimpanzè dipenda dal fatto che si tratta di una specie piuttosto aggressiva, mentre il gorilla è una specie mite; soprattutto gli anglosassoni, che più degli altri studiano le scimmie antropomorfe, confondono la prepotenza con l'intelligenza.

mercoledì 19 novembre 2008

RAI


IdV hat aus der Überwachtkommision RAI ausgetrentt. Das erinnert mich aus der Aventin, in 1923. Ich lese aus der Enziklopädie: “die antifaszistische Opposition glaubte dass die moralische Rebellion den Verfall des Faszismus bewirkt hätte”. Und umgekehrt sie verstärkte das Faszismus und Mussolini. Ich fürchte dass viele haben nicht verstanden, dass Berlusconi scherzt wenn er um Obama spricht, weil wir keine Auslandpolitik haben und keine Wirkung ind die Weltpolitik; aber er scherzt nicht, wenn er sagt dass RAI entmutigend ist. Wer nicht mit dem König übereinstimmt, ist ein Fahnenflüchtiger.

Guerra e pace


La politica – che in fondo è una guerra incruenta - e la militanza, danno un profondo piacere, simile alla più potente delle droghe. Eppure, dopo un certo tempo, le battaglie vinte e perse, e la passione con cui si sono combattute, cominciano ad apparire come un gioco senza più molto senso. In oriente, quando due guerrieri perfettamente padroni dell’arte marziale si scontrano, viene fuori una danza – in quanto i due guerrieri hanno forza perfettamente pari, e ogni colpo di uno viene schivato dall’altro, ma anche perché la guerra è fondamentalmente una danza.
Tuttavia, quando una cosa che fondamentalmente nasce dal piacere primordiale del sangue si trasforma in una danza astratta, ci si accorge anche che si trattava di una propedeutica verso qualcosa di più profondo – probabilmente il piacere di interagire con gli avversari, che nel momento in cui ci si è stufati della lotta diventano semplicemente gli altri. Molti samurai, dopo una vita di battaglie, si facevano bonzi, non perché pentiti, ma perché le battaglie non erano state altro che un percorso spirituale che laggiù portava e di cui a un certo punto non hanno più avuto bisogno.
Ovviamente, questo percorso spirituale si potrebbe fare partendo da forme incruente. Mi viene in mente il meraviglioso film pacisfista La Grande Illusione di Réné Clair. Di solito i film – e le canzoni – pacifiste fanno vedere quanto è brutta la guerra. Réné Clair è molto più radicale, perché fa vedere quanto è bella; fa vedere il coraggio, le virtù cavalleresche, l’onore, la generosità, la lealtà, il disprezzo per il pericolo, la noncuranza di sé, in una parola l’altruismo che emerge durante la guerra. Nel corso del film – che presenta le storie parallele di due ufficiali provenienti da famiglie aristocratiche e due soldati invece borghesi che a un certo punto fuggiranno dal campo di prigionia - i protagonisti però si accorgono, i due aristocratici, che questi valori in ultima analisi sono traditi dalla guerra, e i due borghesi che il loro compimento non è in guerra, ma in pace – in particolare, quando i due fuggiaschi arrivano da una vedova con una bambina, e le offrono non tanto il loro aiuto quanto la loro solidarietà.

Militanza

Sia i fascisti che i comunisti si pongono come modello il militante. Il militante è uno che milita, cioè fa la guerra; quello che il militante cerca, però, paradossalmente è l’amore, e la guerra – politica o più tradizionale - ha la sola funzione di rappresentare un momento in cui non si dà più importanza a sé stessi ma solamente all’obiettivo che si vuole raggiungere – l’obiettivo amato. Si tratta di fondo di un ideale cavalleresco, in cui l’amore cortese rappresenta il logico completamento dell’ardore guerresco. Esiste però una distinzione fondamentale tra il militante comunista e il militante fascista. Il primo infatti mantiene un sottile diaframma tra sé e l’altro – che mantiene l’individualità di ciascuno - mentre il secondo non ammette diaframma, di modo che l’amore giunge a compimento solo con l’annullamento – con la morte, insomma, simbolica o reale. Temo che dietro questo atteggiamento ci sia una profonda paura della solitudine.

Tempo libero

Quando parliamo di tempo libero e tempo di lavoro pensiamo alla distinzione tra ozio e negozio, cioè tra tempo per sé e tempo per gli altri. Oggi per fortuna o per sfortuna tutto il tempo è per gli altri – quando andiamo in vacanza procuriamo un reddito all’albergatore – e quindi il problema andrebbe reimpostato. Se decidessimo il nostro tempo tutto il tempo sarebbe libero; quando non decidiamo il nostro tempo tutto il tempo non è libero, anche quello delle vacanze.

Fannulloni


Il ministro Brunetta ha definito l’Italia un Paese dominato dalle rendite, dai poteri forti, dai fannulloni. Sono perfettamente d’accordo con questa analisi; purtroppo sono proprio i titolari di rendite, i poteri forti, e i fannulloni che sono andati al governo. Di per sé non ci sarebbe niente di nuovo sotto il sole – chi ha soldi e potere vuole tenerseli – la cosa grottesca è che quando i titolari di rendite, i poteri forti e i fannulloni accusano gli altri dei loro vizi – usano il termine “sinistra” per indicare gli altri – sono assolutamente in buona fede, perché sono del tutto convinti di essere alacri lavoratori, di non essere protetti, di non avere potere, e proiettano i loro vizi sugli altri. Si tratta di un fenomeno analogo alla psicosi, che consiste proprio in un allontanamento dalla realtà – in genere causato o dalla megalomania o dai complessi di inferiorità, e co-causato dagli sbalzi di umore.
In altre parole, non basta più la politica, occorre la psichiatria

domenica 16 novembre 2008

meritocrazia


Si parte dall’osservazione empirica, confermata da numerosi fatti, che in Italia non viene riconosciuto il merito, anzi, i meritevoli spesso occupano posizioni molto inferiori a non meritevoli. Alcuni danno la colpa al clientelismo, ma molti commentatori trovano il colpevole nell’egualitarismo. Come possiamo decidere empiricamente qual è l’ipotesi corretta? Il clientelismo dovrebbe dare una distribuzione non casuale delle posizioni rispetto al merito, mentre l’egualitarismo dovrebbe dare una distribuzione casuale delle posizioni rispetto al merito. Direi che in Italia si verificai il primo caso, il che falsifica la seconda ipotesi.

Questo è come ragiona uno scienziato. Purtroppo:

1) gli italiani non sono abituati a falsificare le ipotesi con i fatti, perché, come dicono gli scienzati, le belle ipotesi sono contraddette dai brutti fatti, e agli italiani non piacciono le cose brutte; Galileo, che ha inventato questo metodo, è stato condannato dal Sant’Uffizio;
2) dal punto di vista psicologico, agli italiani non va assolutamente che i meritevoli prendano le posizioni migliori, perché i non meritevoli, cioè la gran maggioranza prenderebbero le posizioni peggiori, e questo verrebbe vissuto come la più grande delle ingiustizie, perché gli italiani si ritengono tutti sicuramente, decisamente e incontrovertibilmente meritevoli (tranne quelli meritevoli sul serio)
3) non a caso le situazioni clientelari non vengono additate come ingiuste (a meno che non siano clientele dell’opposta parte politica), mentre le situazioni sostanzialmente non clientelari, come la scuola, sono considerate fortemente ingiuste
4) quando un ragazzino prende un brutto voto, in genere dice che il professore ce l’ha con lui; non è concepibile per un italiano che un voto migliore non sia meritato.

Ho fatto finta che coloro che inventano sofismi come “l’egualitarismo ha reso l’Italia ineguale” siano in buona fede; ovviamente vengono inventati da chi è ricco e potente per tenersi ben sretto il malloppo; se però un sofismo funziona, vuol dire che va incontro ai desideri di chi cade vittima di queste trappole mentali.
Incidentalmente, quando comandano i molti, i migliori vanno su; quando comandano i pochi i migliori vanno giù - basti pensare all'Atene di Pericle, o a quel periodo di sostanziale anarchia che fu il Rinascimento.

In poche parole, l'Italia è un Paese di miserabili.

venerdì 31 ottobre 2008

democrazia

La democrazia non è - come una corrente brutale semplificazione vuole far credere - un regime elettivo - è un regime in cui tutto il popolo è sovrano e non solo una sua parte - un partito, un autocrate, un dittatore. Il modello di "democrazia" dell'attuale premier è fondamentalmente una dittatura elettiva costruita sul modello dell'azienda - in cui ci sono solo tre organi: l'elettorato (il consiglio di amministrazione), il premier (l'amministratore delegato) e il governo (il consiglio di amministrazione): Il parlamento manca. Ci sarebbe il collegio dei probiviri (la magistratura), ma su questo glissiamo.

fascisti


Ho molte difficoltà con i fascisti – i fascisti veri, non i semplici benpensanti. Il fascimo infatti è una fede – la fede che la prepotenza sia un bene e che la sopraffazione degli altri porti a una vita migliore per noi stessi – e contro la fede non valgono argomenti razionali. E’ la stessa difficoltà che incontrarono i filosofi pagani man mano che avanzava il cristianesimo – cercavano di confutarlo con argomenti razionali, ma immancabilmente fallivano. Oggi, dopo San Kant, sappiamo che l’esistenza di dio non può essere provata né vera né falsa, e, dopo molti morti, siamo più o meno convinti che è un problema da lasciare alla libertà di coscienza. Il caso del fascismo è più difficile, perché non può essere ristretto alla sfera personale coem di fatto abbiamo fatto con la religione. In un bellissimo capitolo della “Storia della Filosofia occidentale” di Bertrand Russel, quello dedicato a Nietzsche – è stato scritto nel ’42, per Nietzsche va inteso Hitler – Russel dice che non può confutare le idee hitleriane, anche se bisognerebe sentire il parere dei pesciolini di cottura, e lascia l’onere di rifiutare Hitler alla coscienza – altri direbbero al cuore, o allo spirito.
Forse però le ragioni psicologiche che stanno alla base della fede possono aiutare se non altro a capire. Tutti dobbiamo morire – anche se credo che pù che paura di morire abbiamo paura di perdere la proprietà accumulata durante la nostra vita, i popoli “primitivi” non hanno infatti paura della morte – ma la fede nell’immortalità dell’anima nega che si muoia – si badi bene, la fede nell’immortalità dell’anima, mai affermata da Cristo, non la fede nella resurrezione. Allo stesso modo tutti dobbiamo lavorare. Lavorare non significa spendere energia fisica o mentale, significa fare qualcosa che ci viene ordinato da qualcun altro, cioè in sostanza essere una sorta di schiavo – per il lavoratore dipendente del padrone, per il commerciante del cliente, e per l’imprenditore forse del mercato. Si tratta di un fenomeno recente, per esempio l’Italia era fino a pochi decenni fa un paese di piccoli proprietari agricoli, che, per quanto poverissimi, non dovevano rispondere ad altri se non a sé stessi. La schiavitù non è bella, come non è bella la morte, ma la fede nel “fascismo” nega che il “fedele” sia schiavo. In tutti e due i casi, la fede non si può curare con argomenti logici, ma soltanto accettando la nostra mortalità in un caso, nell’altro il lavoro. Walter Sinti dice che alla morte si risponde con la verità, e lo stesso vale per la schiavitù. In genere pensiamo che la verità sia amara; sono convinto – anche se l’esperienza comune di solito mi contraddice - che se si vive nella verità si vive addirittura nella gioia- quest’ultima, si badi bene, non è una fede, ma una speranza, per usare un termine cristiano.
Insomma, siamo diventati servi uno dell’altro – facendo astrazione delle innumerevoli ingiustizie – e la cosa non ci piace.

cristianesimo

Il cristianesimo ha vinto perché predicava l’uguaglianza, in un Impero in cui pazzesche erano le pazzesche – e che crollò perché le eccessive disuguaglianze portano al collasso dell’economia mercantile. E, tutto sommato, nei duemila anni che sono seguiti, una ragionevole uguaglianza è stata raggiunta. Ma, paradossalmente, questo è avvenuto con il sacrificio della intensa spiritualità antica, sostituita da astratti bizantinismi teologici.

mercoledì 29 ottobre 2008

Vizio e virtù

Il cardinal Bellarmino diceva che se anche il papa avesse predicato il vizio e condannato la virtù, bisognava seguire il papa. I cristiani come al solito partono da un principio giusto e poi lo rovesciano in una conclusione perversa. Il principio giusto è che se si fa parte di una comunità, e si decide di fare A, allora tutti devono fare A, anche se non sono d'accordo, altrimenti la comunità si dissolve - sempre che la decisione non vada a vantaggio di una parte a discapito delle altre, nel qual caso la comunità ugualmente si dissolve (non valgono i casi in cui la decisione è a vantaggio di una parte e neutra per le altre). In termini di contratto sociale le cose sono più chiare, ma hanno validità generale.
La versione perversa sta nel fatto che vizi e virtù valgono indipendentemente dalle decisioni pratiche umane. Uno dei tanti problemi dei cristiani è quello di mescolare sempre le cose umane con quelle divine - cosa che non accade per esempio con gli ebrei, in cui il rapporto tra dio e l'uomo è contrattuale, non di identificazione - del resto "il verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi". Incidentalmente, se Giovanni avesse detto "la carne si è fatto verbo ed è venuta ad abitare in cielo" - cosa che forse leggeremmo se avesse vinto l'arianesimo, le cose sarebbero diverse, ma credo non sia colpa dei cristiani quanto di pesanti influssi platonici ampiamente precedenti la predicazione di Cristo.

domenica 26 ottobre 2008

Francis Bacon


The work of Francis Bacon represents the masochistic pleasture to be costrianed. Would it be just for this, it would be classified barely as "gay art", but constriction , pain, submisison, are a way to sense the flesh, to perceive the strenght of the body. In no other artist the flesh is so present, even in the dematerialized paintings of the popes, and, therefore, the soul.

venerdì 24 ottobre 2008

Italiano




Stai a vedere che i problemi politici degli italiani derivano dal fatto che l'italiano è una lingua che hanno imparato in televisione e a scuola, e solo poche famiglie medioborghesi lo posseggono come lingua madre da più di due generazioni. Basta confrontare la piattezza esasperante dell'italiano parlato con la freschezza del siciliano, la musicalità del napoletano, o la sottile complessità del conckney, tutte lingue che si imparano dalla bocca dei genitori.



Il corollario è che gli scrittori - che di solito non capiscono i problemi politici - farebbero un gran favore al Paese se inventassero una lingua parlata - quella letteraria e formale esiste già. Servirebbe uno scrittore non toscano - forse meridionale - e possibilmente molto giovane, che sia nato immerso nel mondo mediatico.

mercoledì 22 ottobre 2008

Rimozione

Continuare col sistema “economico” della prima repubblica - in estrema sintesi questo è il programma delle destre – richiede che non ci si ricordi della prima repubblica. Il primo governo Berlusconi era abbastanza debole perché la memoria era ancora fresca, mentre il terzo governo Berlusconi (è stato rimosso anche il fatto che Berlusconi è la terza volta che governa) viene in un momento in cui tutto quello che è successo tra il 1945 e il 1989 è stato completamente rimosso, e si parla di cose di 70 anni fa come Mussolini, il nazismo, l’Olocausto, e quindi (per il momento) sostanzialmente innocue. La rimozione è avvenuta nei mezzi di informazione, ma soprattutto è avvenuta nella testa di una larga fascia di persone, identificabili in prima approssimazione con i 50-60enni. Per quanto riguarda i più giovani, un quindicenne ha vissuto tutta la sua vita immerso nell’era berlusconiana, e nessuno gli ha raccontato niente del prima, né i genitori, né la scuola, né la televisione.

Comunicazione

1) come sa benissimo la destra (anche se l’idea è copiata dalla sinistra), uno slogan, se ripetuto moltissime volte, diventa vero. Se lo slogan “le tasse sono bellissime” fosse stato ripetuto un quarto delle volte che è stato ripetuto lo slogan dell’”italianità”, sarebbe diventato convinzione comune – anche più facilmente degli slogan di destra, perché che le tasse siano bellissime (perché permettono di pagare i servizi pubblici) è vero, mentre ”italianità” nel 2008 non significa quasi niente. Certo, gli slogan di destra titillano i vizi degli italiani (per esempio lo slogan delll’italianità titilla i complessi di inferiorità verso Paesi più ricchi e potenti che gli italiani non ammettono mai), e sono quindi più “facili” (questo intendono in realtà i commentatori), mentre gli slogan di sinistra incitano alla virtù, e sono quindi più “difficili”, ma non posso credere che il “popolo” preferisca sempre le cose facili. La storia dimostra che non è assolutamente vero.
2) I commentatori dicono che gli slogan di Berlusconi sono senza contenuto. Se guardiamo alle frasi di Berlusconi “sono sceso in campo perché non voglio vivere in un’Italia illiberale”, e se ci ricordiamo che sono state pronunciate subito dopo la dissoluzione di DC e PSI, il messaggio è tutt’altro che vuoto: significa “non voglio cambiare, non voglio che vadano al governo le (moderatissime) sinistre, voglio continuare col sistema con cui per 50 anni ha governato la DC”. E gli italiani hanno votato per Berlusconi, perché, purtroppo, una maggioranza – forse non poi così larga - non ha mai digerito tangentopoli. Quante volte ho sentito frasi del tipo “quelli che c’erano prima rubavano, ma ci facevano stare bene”. Che stessimo bene è tutto da vedere, però c’erano alcuni che stavano molto bene, e agli altri bastava illudersi di stare bene come questi alcuni.
3) Certamente i messaggi di Berlusconi richiedono l’uso massiccio (per usare un eufemismo) dell’informazione, ma non perché sia un fine comunicatore – per titillare i vizi di un popolo non serve essere grandi oratori, basta avere gli stessi vizi di questo popolo, i grandi oratori, come Demostene, sono quelli che sferzano i vizi di un popolo – ma perché è necessario che non ci sia nessun messaggio diverso– non contano i messaggi che compaiono sui mezzi d’informazione che sono letti solo o quasi dalle persone di sinistra, e, in minore misura, quelli che sono espressi nel linguaggio della sinistra (antifascismo, regole, ecc.) – Veltroni recentemente ha detto qualcosa del genere.

lunedì 20 ottobre 2008

Tristi tropici


Un'idea comune è che la coscienza renda infelici. La falsa coscienza rende infelici, mentre la coscienza dà gioia infinita; la controprova è che i bambini sono malinconici - al di là dei luoghi comuni - e i tropici sono tristi

Congiuntivo

Molti si lamentano per la scomparsa del congiuntivo. A me sembra vivo e vegeto, specialmente in un confronto con le altre lingue europee: in francese, inglese russo e tedesco non esiste più o quasi; in italiano ancora viene usato ampiamente, per lo meno dalle persone con un minimo di istruzione, e credo che la sua morte non sia vicina, in quanto il congiuntivo è una delle strutture fondamentali della lingua italiana, in quanto è strettamentee legato alla consecutio temporum.
Altre forme grammaticali stanno scomparendo senza che nessuno se ne preoccupi, in particolare il passato remoto, fatto più grave della scomparsa di un tempo verbale, in quanto indica la progressiva perdita della differenza tra aspetto progressivo e puntuale del verbo così tipica del latino e del greco e che invece è ormai scomparsa in inglese francese tedesco. In italiano “andai” indica un aspetto puntuale, “andavo” un aspetto progressivo, ma ormai con andavo si indica genericamente un tempo passato, indipendentemente dal fatto che sia progressivo o puntuale.

mercoledì 8 ottobre 2008

treno

Certe volte sembra proprio di aver perduto tutti i treni. Del resto, ogni volta che c'era il rischio di cambiare, a ricchi e potenti veniva il mal di pancia, col risultato che si è seguita sempre la linea del minimo sforzo - e la linea del minimo sforzo porta nelle buche. E' successo lo stesso nell'Antica Roma; ogni volta che la plebe muoveva un passo, al senato veniva una crisi isterica. Mah.

domenica 5 ottobre 2008

Cristo!

Ascoltavo ieri l'intervista a Corrado Augias a "Che tempo che fa" sui Rai3. Il giornalista ha appena pubblicato un libro sulla storia antica della religione cristiana, con un atteggiamento ovviamente da non credente che separa la figura terrena di Gesù dalla sua natura divina. Le critiche che gli sono state fatte si riassumono - in soldoni - che chi non ammette la natura divina di Gesù non deve parlarne. A parte il fatto che quando un non credente si avvicina con curiosità al cristianesimo viene cacciato via a pedate - era diverso all'inizio, basti pensare alla simpatia, in fondo, con cui viene guardata la curiosità di Pilato per Gesù, o a tanti passi degli Atti degli Apostoli - questo atteggiamento ha curiose conseguenze - non per i laici, per i credenti. Sul web va molto, e i ragazzini trovano l'ipotesi assai convincente, che Gesù non sia mai esistito; in altre parole, viene accettato il fatto che Gesù o è divino o non si può parlarne; ma se non bisogna parlarne, e però non si è più credenti, allora Gesù non è mai esistito.

venerdì 3 ottobre 2008

Legge

I comunisti – e mi ci metto anche io – hanno sempre pensato che le leggi servono a sancire la prevaricazione dei potenti sui deboli - e che quindi è giusto violarle. Spessissimo è così - basti pensare alle leggi di segregazione razziale sudafricane e del sud degli Stati Uniti – ma la legge è nata esattamente per il motivo opposto: le prime vere leggi – i greci non avevano un vero diritto, per esempio le tavole di Gortina, una raccolta di leggi che ci è stata fortunosamente conservata, riguardano quasi solamente il diritto matrimoniale – furono imposte dalla plebe romana contro l’arroganza dell’aristocrazia (il senato). Generalizzando, una legge giusta è una legge contro i prepotenti, mentre una legge iniqua è una legge che sancisce la prepotenza – al dilemma di Antigone si potrebbe rispondere semplicemente questo – e una legge superflua, e quindi tendenzialmente iniqua, è una legge che si occupa di ciò che non riguarda i prepotenti. Il prepotente può essere un bullo, un gradasso ignorante che ti taglia la strada in macchina, così come un sofisticato broker che specula sui tuoi risparmi, non fa molta differenza. Oggi si parla di “legalità” invece che di legge (di diritto oggettivo), ovvero non ci si chiede più se una legge sia giusta o ingiusta, ma solo se sia stata emanata da un governo legittimo. Se si fosse capito che distinguere tra legge giusta e legge ingiusta è molto più semplice di quello che si pensa, non saremmo a questo – guarda che ti combina una conoscenza confusa della storia politica romana. Il fatto che la legge serve solo a combattere i prepotenti corrisponde esattamente al fatto che i cittadini sono uguali di fronte alla legge – se ci sono prepotenti il principio di uguaglianza viene violato. Purtroppo questo principio, lampante per chi viveva ai tempi dell’Ancien Régime, oggi è quanto di più oscuro ci possa essere: 1) in una società multietnica e pluralistica è assai difficile stabilire cosa significa uguaglianza; 2) in fondo la critica dei socialisti al “diritto borghese” consisteva semplicemente nell’osservazione che a nulla serve l’uguaglianza civile se sussistono enormi disuguaglianze economiche; ma il tentativo di livellare il potere economico – sia nella forma del socialismo reale che in quella della socialdemocrazia - palesemente non è riuscito, col risultato che le disuguaglianze di reddito vengono ormai accettate come un fatto naturale, come qualcosa di positivo per la società nel suo complesso (in economia ciò si chiama, o meglio si chiamava prima del cataclisma economico USA, supply side economy), o come il risultato del “merito” dei privilegiati.

Ora, non è che questa formulazione “plebea romana” sia tutta rose e fiori.
1) Una persona che non si lava e mi offende con il suo odore intenso è un prepotente? Qui entra in gioco la tolleranza: posso benissimo sopportare un odore acre, perché vengono offesi solo i miei gusti – mentre colui che mi taglia la strada mi mette in pericolo oggettivo. La tolleranza infatti in nient’altro consiste se non nel non considerare offesa – o per lo meno nel sopportare - quello che offende solamente il mio gusto – un amante del gelato al pistacchio non considera offesa il fatto che qualcuno mangi il gelato alla fragola, mentre, e non c’è differenza sostanziale, alcuni si offendono quando vedono costumi e comportamenti diversi dai loro - ed è infatti strettamente collegata con l’apertura mentale.
2) Quando le risorse sono pubbliche, può diventare lesivo un comportamento che in un sistema privatistico è del tutto indifferente. Se mi ammalo di raffreddore, in un sistema privatistico danneggio solo me stesso, in un sistema pubblico danneggio tutti quelli che usufruiscono del sistema, perché diminuisco le risorse a disposizione; e stabilire che un comportamento è dovuto a causa di forza maggiore (il virus) o a negligenza e quindi a colpa (l’essere andato in giro in magliettina) è problema assai delicato. I rischi per la libertà sono quindi gravissimi. Il problema è più diffuso di quello che si può pensare, riguarda per esempio la sicurezza, che è gestita quasi interamente da strutture pubbliche.

martedì 30 settembre 2008

destra e sinistra


Non ricordo chi diceva che gli uomini si dividono in iletici e pneumatici, cioè in materiali e spirituali. Oggi, la distinzione tra destra e sinistra corrisponde ampiamente a questa distinzione, ma il fatto che si fondi su una differenza spirituale, di carattere, indica un profondo vuoto della politica: la politica è un gioco di interessi, non di gusti.

lunedì 29 settembre 2008

crack

Il aurait faillu laisser faillir toutes le banques trop endettées; mais on a eu peur, les Démocratiques aussi, on a sauvé les banques en endossant les couts à l'Etat, et maintenant le sprévision des économistes sont très sombres. Quand une jambe a la cancrène, il faut amputer, ou la cancrène se propage au corp entier.

sabato 27 settembre 2008

revisionismo

La riscrizione della storia, oggi così di moda, ha come sottofondo l'idea, assai radicata nel nostro Paese, che ha ragione chi è più forte. Quindi, il fascismo e il nazismo non sono male perché erano una macelleria, ma perché hanno perso. Quanto al fatto che c'erano repubblichini in buona fede, è certo vero, ma non gli si fa un complimento - vuol dire che erano un po' tonti. I carabinieri, forse per testardaggine, volevano difendere anche loro l'onore patrio, ma stettero col re.

pubblico impiego

Il vero problema del pubblico impiego è che la mano destra non sa cosa fa la sinistra, non le scemenze che dice Brunetta. Nel privato ci sono nugoli di imbucati, ma la loro azione frenante viene scavalcata da efficienti reti di comunicazione; nel pubblico i volenterosi – che sono molti più che nel privato – vengono spesso paralizzati dal fatto che la pratica x deve passare dall’ufficio A all’ufficio B, dove il responsabile nulla sa della pratica x.
Purtroppo agli italiani non interessa risolvere i problemi, agli italiani piace conversare, e quale migliore argomento di conversazione dei luoghi comuni, come quello dei “fanulloni”? I luoghi comuni hanno il vantaggio che mettono tutti d’accordo, mentre la soluzione dei problemi comporta spesso divergenza di opinioni, con la sgradevole conseguenza che talora si perde e talora si deve cambiare idea –cose temutissime nel Paese dove alcuni sono infallibili e altri hanno sempre ragione.

venerdì 19 settembre 2008

Lehman and bros


Peu avant, le lisais sur l’article de Wikipedia “produit derivé” la phrase suivante: “on retrouve là la même dynamique que celle déjà vue sur les transactions à terme : des professionnels en couverture d'actifs d'un côté, et de l'autre des spéculateurs intéressés par le risque sans engager de capitaux. Les credit default swaps (CDS) ont notamment permis le transfert massif de risques de crédit détenus par des banques d'investissement vers d'autres institutions financières : banques commerciales, caisses de retraites et surtout compagnies d'assurance. » En effet, Lehman et brothers, l’une des plus grandes compagnies d’assurance, vient de faillir.

mercoledì 17 settembre 2008

Stefano Rosso

Ieri è morto Stefano Rosso. La canzone che mi piaceva di più è quella che fa: "colpo di stato - ma che colpo se lo stato qui non c'è". In effetti, se non c'è stato il colpo di stato, è stato per mancanza di stato.

martedì 9 settembre 2008

responsabilità

Si parla molto di merito, tolleranza zero, legalità - ma tolleranza, rigorosità, ecc. si applicano sempre e solo aglia altri - meglio se deboli. Se i ragazzi non imparano, la colpa è degli insegnanti; se la città è sporca, la colpa è degli zingari, se i politivi vengono inquisiti, la colpa è dei magistrati. Non sarebbe forse inopportuno cominciare a parlare di responsabilità - nel Mediterraneo deve essere un problema antico, se qualcuno ricordava di non guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino, ma la trave nel proprio occhio.

domenica 7 settembre 2008

disintegrazione

Il consueto articolo domenicale di Scalfari di oggi mette in guardia dal rischio di disgregazione, dovuto, a suo parere, all’attivismo di singole individualità che cercano il dialogo personalmente, senza seguire una strategia di partito. E’ significativo che il dibattitto di oggi nella sinistra – amche in quella radicale, in fondo – ruoti tutto intorno al dialogo. In Italia, almeno dalla morte di Moro, ma n gran parte anche prima, il PCI ha governato sostanzialmente insieme alla DC, anche se in un ruolo fortemente subordinato, con la sinistra cosiddetta extraparlamentare – cosiddetta perché alcune piccole frange erano in parlamento – che dietro la parola d’ordine della “rivoluzione” in realtà si opponeva proprio al consociativismo.. Oggi, che quello che è stato chiamato consociativismo non è pù possibile, si sentono orfani. Se fossero riusciti a imporre la propria egemonia sull’Italia – e va notato che Prodi c’è andato vicinissmo due volte, e due volte è stato fermato proprio dal PDS/PD - avrebbero gestito il Paese probabilmente in modo simile alla Toscana e alla Romagna – e qui veniamo a un punto che moltissimi commentatori hanno sottolineato, come, a differenza degli altri Paesi occidentali, dove lo stato è nettamente separato dai partiti, in Italia questi vengano a coincidere, con l’eccezione della presidenza della Repubblica, che non a caso gode di ampi consensi indipendentemente dalla provenienza politica del Presidente. Fondamentalmente questa mancata separazione tra stato e partiti dipende dalla debole idea di istituzione pubblica degli italiani, in gran parte dovuto al fatto che non abbiamo mai avuto la monarchia assoluta come nel resto d’Europa né una società tendenzialmente ugualitaria come quella che ha dato vita alla Costituzione americana – ma soprattutto al fatto che i due maggiori partiti non si fidavano l’uno dell’altro – forse a ragione – e non hanno mai consentito che sorgessero istituzioni che non fossero rigidamente controllate bilateralmente dai due partiti principali, o attraverso una spartizione di aree territoriali (Toscana contro Veneto eccetera). Oggi, com’è come non è, la separazione tra istituzione e partiti viene richiesa – una delle tante vittorie di Pannella – e la destra ha vinto soprattutto perché è più estranea alla gestione della cosa pubblica della sinistra. Scalfari distingue, nel suo articolo, “dialogo” e “confronto”, e vuol dire proprio questa cosa. Ovviamente, le idee del popolo italiano sono assai confuse – confusione che forse la destra non ha poi tutto questo interesse a dissipare: chiedono lo stato di diritto, e lo chiamano “legalità”; chiedono che il pubblico impiego sia al servizio dei cittadini, e non al servizio di sé stesso, e lo confondono con la lotta ai “fannulloni”; chiedono che gli appalti pubblici siano trasparenti – usiamo ques’eufemismo – e credono che la via di uscita sia non pagare le tasse, legalmente (ICI) o illegalmente.
Agli italiani farebbe bene un bel servizio militare all’estero; conoscerebbero altre realtà, e diventerebbero, come Totò, che aveva fatto il militare a Cuneo, “uomini di mondo”.

Ovviamente non ho la più pallida idea di come si possa riorganizzare la politica italiana; l’unica riflessione che mi viene in mente è che non abbiamo ancora deciso se avere dei partiti all’americana o all’europea, un partito democratico o uno laburista – per ora abbiamo un partiti alla thailandese – mi perdonino gli amici thailandesi, che fino a qualche tempo fa sembravano i nostri sosia, ma ultimamente stanno dimostrando di essere molto migliori e più consapevoli di noi. Un altro punto che mi viene in mente è che due generazioni quasi di persone – dal 1968 in poi – sono state escluse dalla politica – anche dall’università, per dire – in parte perché i maggiorenti hanno fatto entrare solo i fedelissimi, in parte per autoesclusione.

giovedì 4 settembre 2008

essere


I filosofi si occupano sostanzialmente dell’essere. Ma, mi chiedo, non sarà che l’essere, non esiste? In fondo abbiamo bisogno dell’essere perché – da Pitagora in poi – pensiamo che le precezioni siano diverse dalla realtà – ma le percezioni sono – temo- la realtà. Certo, ci sono gli abbagli, le allucinazioni, ma un’allucinazione non dipende da un difetto della percezione, dipende da un malfunzionamento dell’intelletto. Moltissimi si sono accorti di quanti problemi comporti l’intelletto, ma spesso non realizzano che stanno non in un intelletto forte ma in un intelletto debole (e quindi spesso prepotente),– perché confondono l’intelletto con quel chiacchericcio interiore che ci accompagna (a me di solito no). E’ un bel po’ che non credo più al modello kantiano che tanto mi piaceva da ragazzo– per lo meno il Kant che ci hanno insegnato a scuola – secondo cui il magma delle percezioni deve essere ordinato dall’intelletto per risalire al noumeno soggiacente alle percezioni. Il problema è che le percezioni sono innumerevoli, pressoché infinite, e l’intelletto è generalmente troppo debole per adeguarsi a questa moltitudine di percezioni, e deve ricorrere alle categorie dell’intelletto per selezionare le più importanti – ma è solo una propedeutica. Voglio credere che quando l’intelletto è abbastanza forte da sostenere tutte le percezioni - e soprattutto il groviglio infinito di relazioni tra le percezioni – allora il noumeno si vede con gli occhi e si sente con le orecchie e si tocca col tatto e si gusta col gusto e si annusa con l’odorato. Lo so, sembro aristotelico perché dovrei dire dio, invece che noumeno.

Nel mio piccolo posso dire che quando ci si è abituati alle scienze, la matematica, che all’inizio sembra un’astrazione, si vede in tutte le cose – si vedono le formule, i logaritmi, le equazioni , le curve, gli spazi multidimensionali, le funzoni, gli integrali– il caso più semplice è la serie di Fibonacci che per primo Leonardo ha visto nella disposizione delle foglie delle piante.

nuovi Trimalcioni

Scrivevo che Trimalcione, tanto disprezzato non solo dagli intellettuali del tempo ma credo da tutti i contemporanei, avrebbe potuto anticipare il capitalismo e quindi la Rivoluzione Industriale di 15 secoli, se non avesse preferito diventare un rentier – se avesse affermato i suoi valori invece di adeguarsi a quelli del tempo. Mi chiedevo anche chi sono i nuovi Trimalcioni, che disprezziamo proprio perché uomini nuovi. Credo che la risposta vada cercata nei poveracci, che qualcuno ha chiamato “neoproletari”, che vivono di sogni – la maggica Roma, comprarsi le Nike, diventare velina o calciatore. Già da molto tempo ci siamo accorti che il tardo capitalismo non vende più cose, ma sogni – forse converrebbe prendere sul serio questo cambiamento, ma sono il primo a non sapere come debba essere affrontato. Il keynesismo nacque da un cambiamento di prospettiva, dal considerare l’indebitamento dello stato - fino a quel momento per la saggezza convenzionale un orrore, anche perché era stato un bel problema per i monarchi assoluti dal XV al XVIII secolo - come un fattore positivo di crescita dell’economia.
Certo è che i nuovi Trimalcioni non sono i ricchi, che non vivono più né di rendita né di investimento e forse neanche più di sfruttamento o di rapina, ma di fumo, con cui coprono una montagna di debiti – arriverà il momento in cui il fumo leggero e inebriante si dissolverà, e la montagna ci apparirà in tutta la sua durezza, e ci sarà il ritorno alla realtà agognato dai fautori dell’”autenticità”. Eppure, forse, proprio questa massa smisurata di debiti, sottratti al controllo di quei personaggi - questi sì ormai al di fuori della realtà - che giocano con hedge funds derivati e futures – tanto le spese ricadono sui poveracci - potrebbe iniziare un nuovo ciclo – ma non chiedetemi come, sto ragionando su un’analogia, non su un modello

mercoledì 3 settembre 2008

Provincialismo

Uno dei sempiterni problemi del nostro Paese è il provincialismo. Ci sono sempre stati soggetti pienamente inseriti nel clima e nell’atmosfera internazionale – Leopardi, Svevo, Pirandello – ma si tratta di solito di elementi periferici, emarginati, mentre l’Istituzione del Paese rimane profondamente provinciale, resistendo a tutti itentativi di sprovincializzazione, per esempio quello degli anni ’60. Ci sono casi addirittura patetici, come quello di D’Annunzio, che ha cercato in tutti i modi di agganciarsi ai movimenti culturali europei – superomismo, decadentismo – rimanendo però sempre nell’animo un abruzzese di Pescara. E questo provincialismo è più spiccato andando verso nord, mentre al sud diminuisce considerevolmente. Ricordo la prima volta, da ragazzo, che andai a Milano, fummo ospitati dalla sorella dell’amico con cui andai. I vicini erano scandalizzati perché una donna stava in casa “con due uomini”! Ed erano i tempi della Milano da bere.

Mi sono sempre chiesto il perché di questo provincialismo. Forse è dovuto al fatto che non abbiamo mai avuto una capitale. Milano non è mai stata una capitale politica, solo economica, Roma è una cosa strana, l’unica capitale italiana è stata Napoli, e forse questo spiega perché il vecchio Regno delle due Sicilie, anche nei più sperduti paesi lucani o in Salento, si mostra molto meno provinciale del nord. La Puglia ha eletto presidente della regione un omosessuale senza nessun problema, il che credo sarebbe inconcepibile a Milano. Una capitale non deve necessariamente essere enorma, come Londra o Parigi, anche Praga a modo suo è capitale, basta che sia punto d’incontro tra le persone e punto di riferimento per il Paese.

Morte cerebrale


Il Vaticano se n’è uscito – anche se con un editoriale, quindi formalmente in una veste non ufficiale – che la morte cerebrale è un criterio di morte in contraddizione con la dottrina cattolica. Ora, il problema non è tanto che questa posizione di fatto significa che la maggior parte dei trapianti sono considerati in contrasto con la dottrina cattolica; il fatto grottesco è che le posizioni della Chiesa in campo biomedico non vanno assolutamente prese sottogamba e esprimono anzi una preoccupazione che i laici possono largamente condividere – ma sono, dal punto di vista spirituale, una posizione farisaica che contraddice ampiamente non forse la dottrina cattolica, ma certamente quella cristiana.
Eutanasia, clonazione, ingegneria genetica, e mille altre, possono rappresentare un enorme progresso per l’umanità, ma aprono prospettive preoccupanti – molte ricordano le manipolazioni sugli embrioni descritte da Aldous Huxley in Brave New World, altre non sono lontane dall’eugenetica. La Chiesa è giustamente preoccupata di queste possibili inquietanti deviazioni. Credo però che il Vaticano cerchi di fermare una valanga con una mano, in quanto le biotecnologie proseguono al galoppo e soprattutto sono sponsorizzate da stati – come la Gran Bretagna o la Corea – su cui l’influenza dei cattolici è nulla. In altre parole, per quanti divieti possiamo inventarci, si troverà sempre il modo per aggirarli. Per esempio, la Chiesa ha sollevato un putiferio sull’uso di embrioni di pochi giorni – col risultato di stimolare la scoperta di tecniche che permettono di clonare direttamente cellule del midollo osseo, muscolari, ecc. L’unica soluzione al problema sociale esistenziale ed etico delle biotecnologie credo sia quella di conferire la potestà sul "materiale biologico" alle persone da cui derivano, come avviene per l’aborto. L’aborto potrebbe potenzialmente essere, certo, sfruttato a fini eugenetici, ma questa eventualità è resa praticamente impossibile dal fatto che la decisione spetta alla donna – se spettasse per esempio al medico, non sarebbe difficile trovare un dottor Mengele nei paraggi.
Ma la cosa appunto grottesca è che una religione nata abolendo la legge, una religione il cui maggior apostolo affermava “tutto è lecito, ma non tutto è utile”, stia diventando, nel campo della vita biologica, un reticolo di norme e divieti, in cui l’aderenza alle verità spirituali è determinata non dalla fede, o dalla carità, o dalla speranza, ma dal rispetto dei tabù – non alimentari come la maggior parte di quelli ebraici, ma biologici.

La Cena di Trimalcione



La cena di Trimalcione, l'unico brano completo del Satyricon di Petronio, ridicolizza il liberto arricchitosi favolosamente, ignorante e volgare. E' la satira della decadenza di Roma, e ancora lo leggiamo così. Recentemente l'ho riletto - Petronio è un grandissimo scrittore - e mi ha colpito un passo che non ricordavo, in cui Trimalcione racconta la sua storia. Ha iniziato facendosi prestare i soldi dalla moglie e li ha investiti nel commercio, all'inizio ha avuto dei rovesci che hanno rischiato di rovinarlo, ma poi le speculazioni hanno cominciato ad andare sempre meglio, espandendo enormemente la sua ricchezza. A questo punto, dice, preferì non tentare oltre la fortuna e si ritirò dai commerci vivendo della rendita dei suoi terreni. Sembra una frase insignificante, ma significa che Trimalcione, un emprunteur, quindi un capitalista a tutti gli effetti, si era ritirato dall'impresa per diventare un latifondista, un rentier. In altre parole, i molti Trimalcioni di Roma stavano per far nascere il capitalismo già nel II secolo d.C., e si sono fermati probabilmente proprio perché si vergognavano delle loro speculazioni - proprio quello che gli imputa Petronio. Abbiamo dovuto aspettare 1500 anni per arrivare alla Rivoluzione Industriale. E in mezzo abbiamo dovuto avere il Medioevo.




Chissà chi è, oggi, il Trimalcione che prendiamo in giro, e quale nuova fase di sviluppo dell'umanità bloccherà il suo ritirarsi dalla scena.

domenica 31 agosto 2008

contemporary art


























Contemporary art is perhaps not so cryptic as usually believed. The problem is that it doesn't represent things, but concepts: Kounellis "paints" life, Hirst "paints" death, On Kawara "paints" time, Fontana paints empyt space, Yves Klein "paints" soul. Paolucci correctly popints out that Michelangelo already painted concepts, not images; David is freedom, it doesn't represents freedom. Michelangelo had nonethless should limit his expression to relatively realistic representations; only in the first half of XXth century begun a long research that extended largely tools and practices of art.




The shift to concepts means that contemporary art has a muche lurger scope and subject than ancient arts; ancient artists represented saints, people, horses, landscapes; contemporary artists cana represent everything. Nonetheless, "commercial" art, for instance advertising, is still heavily concerned with aesthetics, and this represents a strong limitation; and I don't know if in tese first years of XXIth century a come back to (highly sophisticated) aesthetics has not happened.

giovedì 28 agosto 2008

Myth


You can tell the story of Ulysses in one hundred different ways; you can write the lenghty Odyssey, or a short summary of one page, the meaning you convey is the same; but if you try to explain this meaning, this is impossible, you will always lose some understanding. This impossibility to translate the story into an explanation is a characteristic of myths. Myths are usually exemplar stories, that represent universal archetypes: the Greek myths, the stories of the Bible, the fairy tales. Post-christian literature often attempted to create myths, with scarce success. For instance, Amleth is a translation of Oresteia in psychological terms, because psychology kills the force of myth, that lies in the spiritual truths told by the story. The only exception are, strangely, many American telefilms; Columbus and possibly Dr House are plainly mythical creations.

Codice Penale


Spesso si sente dire: a quello hanno dato solo vent’anni, oppuer, vent’anni non bastano per quello che ha fatto. A parte che gli italiani amano parlare senza pensare a quello che dicono – perché non danno peso alle parole – quello che infastidisce l’”opinione pubblica” sono gli sconti di pena consistenti che vengono concessi dopo un certo periodo di carcere. Ora, i giudici italiani, nonostante una diffusa opinione, sono forse tra i più severi de’Europa. Il problema nasce dal fatto che il nostro codice penale è del ’30. Dal punto di vista dei contenuti, Rocco era un grande giurista, e il codice, dopo un lavoro di pulizia da parte della Corte Costituzionale, è di grande rigore e coerenza, dato che segue una bimillenaria tradizione giuridica; non è certo però egualitario, e mancano tutta una serie di reati “nuovi”, come quello di tortura ecc. Dal punto di vista delle sanzioni, l’essere stato scritto nel ventennio pesa, soprattutto nelle pene assurdamente pesanti. In America, dove hanno la pena di morte, e dove non c’è la pietà cattolica per i colpevoli, le pene sono mediamente molto più lievi di quelle previste dal nostro codice. I giudici si sono dovuti arrangiare con le leggi sugli sconti di pena, in primi quelli previsti dalla legge Gozzini, in quanto il codice penale, oltre a essere iniquo, è inapplicabile: a parte il fatto che la pena dovrebbe avere finalità rieducativa, secondo il dettato costituzionale, perché una pena sia efficace deve esserci proporzione tra la colpa e la pena, altrimenti il suo valore deterrente viene a cadere.
Servirebbe insomma una riforma del codice, ma non sembra che il clima sia favorevole a una riforma che, rendendo più ragionevoli le pene comminate, renda anche finalmente operativa la certezza della pena. Sembra anzi che l’Italia, dove il diritto è nato, sia entusiasta dell’idea propalata dalle forze politiche al governo, secondo cui l’azione penale dovrebbe essere spostata dal potere giudiziario al potere esecutivo (di cui la polizia fa parte).

martedì 26 agosto 2008

dittatura del proletariato

Ogni volta che qualcuno si azzarda a criticarlo, il governo risponde che loro sono stati eletti dal popolo. Cosa hanno fatto, la dittatura del proletariato?

lunedì 25 agosto 2008

Roma


“Chi arriva a Roma da altre città, soprattutto se del Nord, fatica a capire il misto di cinismo, rassegnazione e ironia con il quale il popolo romano considera la sfarzosa, padronale presenza della Chiesa. Con il tempo si comprende che l’atteggiamento è figlio di una superiore concezione della Storia. (…) In fondo, per i romani è soltanto la seconda volta (dopo l’Impero). La città è convinta di poter sopravvivere un giorno anche alla fine della Chiesa e nel frattempo continua a coltivare i suoi costumi pagani, precristiani, eterni. Si è sempre protetta e conservata così da ogni potere, che per i romani si identica con l’inganno. Tutto il potere materiale di cui per secioli ha goduto e ancora oggi gode la Chiesa ha come origine un documento falso, la famosa Donazione dell’Imperatore Costantino.” (Cruzio Maltese, La Questua)

Purtroppo, il potere non è solo inganno, ma soprattutto violenza – violenza di togliere le tue cose, di ferirti, di ucciderti. I cileni, nel 1972, avevano smesso di credere all’inganno, e sono stati eliminati fisicamente.

inflation

A la rentrée des vacances nous attend une térrible inflation. l’on prévoit une augmentation de la fruit, du pain, des livres d’école, du gaz pour le chauffage –encore? Etrange sensation de déja-vu, il arriva le même au 2001, à l’introduction de l’euro. C’est peut-être une coincidence, mais alors et aujourd’hui le premier était Berlusconi et le ministre de l’économie Tremonti.

Je me suis demandé souvent la raison de l’hyperinflation du 2001 et je me demande encore celle du 2008. En 2001 nous avons payé – tout d’un bout – les prix de le réunification allemande, mais auhourd’hui? Je soupçonne que les causes intérnationales ont été et sont malheureusement accompagnées par une explosion des dépenses publiques, qui sont, notoirement, l’une des causes les plus importantes de l’inflation. Bien que l’on prende bien garde de ne pas le mentionner, les dépenses publiques augmentèrent beaucoup pendant le cabinet de Tremonti, et je craints – bien que je ne possède pas des données attendibles – que cela va se répéter.

Prodi ruba, Tremonti no



E’già la seconda volta che succede: Prodi sana il bilancio e raccoglie un surplus, e Tremonti se li spende – naturalmente accusando Prodi di quello che fa lui, secondo il principio del bue che dice cornuto all’asino. Siccome per il popolo italiano raccogliere risorse per destinarle all’interesse comune è considerato togliere, mentre attingere a risorse comuni per privatizzarle (diciamo così) viene considerato dare, alla fine risulta che Prodi ruba, Tremonti elargisce.

fascismo

Mah, forse succederà come l’altra volta, nel terzo e quarto decennio del XX secolo: il fascimo vincerà, e poi si autodistruggerà, e sulle sue macerie rinasceranno la democrazia e la solidarietà. La maggiore differenza sarà che se l’altra volta è successo tutto insieme – il mondo in fondo era piccolo e andava da New York a Mosca – adesso in ogni Paese avverrà con tempi del tutto diversi. Il mio reddito è modesto e quindi mi preoccupo abbastanza, ma se stessi al calduccio direi: che perdita di tempo! Si faceva prima a passare direttamente al dopo.

americanizzazione


Molti commentatori – per lo meno sui giornali che leggo io – si sono accorti che 1) la crisi rischia di favorire le destre e non le sinistre – bastava ricordare che la crisi del ’29, se in America ha prodotto Roosvelt, in Germania ha prodotto Hitler 2) l’immane trasferimento di risorse dagli strati pù poveri a quelli pià ricchi rafforza la base di consenso della destra – a parte che il fatto che si parli di Robin Hood, vista la natura abbastanza gattelavolpesca di molti esponenti di destra, doveva far sospettare, bastava accorgersi di come le misure che l’attuale governo ha varato finora sono tutte a misura non di imprenditore – gli imprenditori non sembrano poi così entusiasti dell’attuale governo a parte certi edili romani – ma di bottegaio, e che i bottegai sono entusiasti; 3) le misure anche economiche varate mirano a colpire gli avversari politici, per esempio i molti che lavorano nel pubblico impiego, non curandosi del fatto che spesso sono misure nocive all’economia e talora al’interesse nazionale dell’Italia.

Questo disegno era del tutto evidente già nel primo mandato Tremonti (credo che sia una creature soprattutto tremontiana). Non sarebbe possibile se non si fosse imposto nell’opinione pubblica del nord e nei giovani al di sotto dei trent’anni l’idea che il modello vincente sono gli Stati Uniti – il fatto che gli Stati Uniti forse si accingono a ripensare questo modello non conta: competizione, darwinismo sociale, individualismo, forti disuguaglianze sociali, riduzione al minimo della spesa pubblica. Se si parla con i più giovani è evidente: sono già americani. Soprattutto, l’idea del rifiuto del lavoro – l’idea di fondo del ’68, quella che portò allo scontro con la “vecchia” sinistra – non è nemmeno concepita – di qui il discorso sui “fannulloni”.

Del resto l’America è nel profondo un Paese contadino, come l’Italia – basta pensare a Nonna Papera oppure al film “pomodori verdi fritti alla stazione del treno” – ed è l’individualismo contadino che fonda l’ideologia americana che gli italiani vogliono abbracciare. Mondo contadino di piccoli proprietari, ovviamente, perché i contadini feudali che però coltivavano anche terre comuni dell’Europa del nord hanno prodotto, con il passaggio alla modernità, un esito ben diverso.

Bisognerebbe però ricordare ai nostri connazionali che l’individualismo americano non può essere separato dalla democrazia americana – altrimenti la ricchezza, che è quello che interessa ai nostri assai materialisti connazionali, non si può produrre. Certo, c’è il modello cinese, ma per ora funziona con salari enormemente più bassi di quelli dei Paesi occidentali – e funziona anche piuttosto male, perché la produttività del lavoro è assai bassa, cosa di cui i cinesi sono perfettamente consapevoli, noi no.

politica

Politica (almeno limitandosi alla cosiddetta politique politicienne)in fondo si riduce al fatto che se abbiamo A, B e C, A può allearsi con B contro C, oppure B può allearsi con C contro A, oppure C può allearsi con A contro B. Se A B e C non hanno uguale forza, che può essere la forza del numero, del denaro, o la forza militare – questo semplice modello si complica, senza perdere di generalità.

Le alleanze tra forze politiche possono nascere spontaneamente – l’alleanza tra Stalin, Churchill e Roosevelt contro Hitler non fu programmata, nacque come difesa all’attacco nazista, e anche perché l’offensiva anche culturale del nazismo fecequasi dimenticare, per reazione, le differenze e i conflitti tra comunisti, liberalconservatori e liberaldemocratici, per esaltare il fondo di idee profondamente comune di libertà uguaglianza fraternità – il contrario del nazismo e del fascismo. Le alleanze possono anche nascere da un complesso lavoro, che consiste nell’incastrare le forze politiche tra loro come un intarsiatore incastra i tasselli di legno di una tarsia per realizzare un disegno – ma senza dimenticare che mentre l’intarsiatore lavora in tutta tranquillità, A e B devono contemporaneamente difendersi dagli attacchi di C, che cerca in tutti i modi non solo di impedire che A e B si alleino, m addirittura di portare per esempio B ad allearsi con lui. Questo lavoro inizia di solito con una proposta politica  da parte per esempio di A – che dice a B: “vieni ad allearti con me, pensa quante cose potremo fare assieme contro C, vedrai che ti conviene”.

 

Chi ha la pazienza di leggermi, perdoni il didascalismo.

classi sociali


Forse occorre un ripasso delle classi sociali – gran parte dell’operazione culturale che ha portato all’egemonia della destra è consistita nel non fare conoscere le classi sociali tra di loro.

  • i sottoproletari: quelli che vivono di piccola criminalità e di prostituzione
  • proletari: essenzialmente gli operai e i braccianti – di solito si pensa solo agli operati manifatturieri ed edili, ma comprende un numero più ampio di lavoratori
  • i piccolo borghesi: gli impiegati; tendono a suddividersi in una miriade di straterelli a seconda del reddito – Orwell si prendeva in giro dicendo di appartenere alla upper lower middle class – che cercano di distinguersi in ogni modo; ai ragazzetti piace distinguere i truzzi dai metallari dai punk dai fighetti ecc. – le varie fasce di reddito della piccola borghesia cercano di distinguersi in ogni modo. Storicamente lo strato di reddito più elevato della piccola borghesia veniva chiamato ceto medio – funzionari,dirigenti, professori universitari ecc. – ma oggi va di moda tradurre con ceto medio il termine middle class, cioè piccola + media borghesia – una traduzione assai impropria che nasconde una precisa operazione ideologica
  • la media borghesia: i professionisti (avvocati, notai ecc.)
  • l’alta borghesia: gli imprenditori I commercianti sono difficilmente classificabili: i piccoli commercianti fanno parte della piccola borghesia, i grandi commercianti della media e alta borghesia. I contadini sono ancora più difficilmetne classificabili, se sono braccianti sono sicuramente proletari, se sono piccoli proprietari sono una classe a sé probabilmene residua dell’epoca premoderna.
    In America, e in fondo anche in Italia, esiste una alta borghesia protetta dallo stato – in America latina soprattutto latifondisti, in America settentrionale i petrolieri, nella Germania nazista alcune grandi industrie come la Krupp – che nel caso dell’America latina viene chiamata borghesia compradora. Una classe che non esiste più è l’aristocrazia – nei paesi dove gli aristocratici sono ancora ricchi, per esempio in Inghilterra, non sono distinguibili dall’alta borghesia – che svolgeva un ruolo quasi identico a quello della borghesia protetta e compradora.
    In Inghilterra si parla di upper, middle e lower o working class - che corrispondono rispettivamente ad alta borghesia, media + piccola borghesia e proletariato e sottoproletariato – ma la classificazione è sottilmente divers,a perché non si basa sull’economia, ma sul potere sociale. Infatti, fino al 1830 circa la borghesia, anche ricchissima, era middle classe; solo dopo una parte entra a far parte dell’upper class, lasciandosi alle spalle piccola e media borghesia – non è un caso che l’abbozzo del 1827 della teoria dell’evoluzione di Darwin cadde nell’indifferenza assoluta, mentre l’Origine della specie, che è del 1853, scatenò un immenso clamore.
    Nota per i Marxisti: se è vero che quando Marx distingue proletariato da borghesia contrappone le prime due classi alle ultime tre –altri parleranno più tardi di proletariato sociale, che comprende le prime tre classi, enfatizzando la dicotomia tra lavoro dipendente e autonomo –il suo modello economico si limita al proletariato in senso stretto e all’altaborghesia, escludendo le altre classi che sono improduttive – un concetto già introdotto dagli economisti classici che però avevano in mente soprattutto l’aristocrazia, mentre Marx pensva soprattutto alla piccola borghesia. Si tratta di un processo di semplificazione tipico dei modelli scientifici, in cui occorre enucleare i fattori determinanti – potremmo dire la “sostanza” – dai fattori che possono essere tralsciati senza che il modello cessi di rappresentare realisticamente la reatà e che potremmo chiamare “accidenti” – e che possono essere introdotti successivamente in versioni più complesse del modello. In fisica il modello della caduta dei gravi è la caduta dei gravi nel vuoto, l’attrito dell’aria viene considerato sostanzialmente solo nelle applicazioni pratiche.

    Storicamente i sottoproletari e i piccolo borghesi sono tendenzialmente fascisti – l’invidia per la classe sociale che gli sta sopra è il loro sentimento dominante, e il fascismo è il figlio dell’invidia; i proletari sono socialisti, i piccolo borghesi che studiano (gli studenti universitari) e spesso quelli che lavorano nella cultura e nel pubblico impiego sono rivoluzionari (comunisti, anarchici ecc.); l’alta borghesia è liberale, ora liberale di destra ora liberale di sinistra. La borghesia protetta di solito ha simpatie naziste. Per quanto semplicistico, questo schema cattura abbastanza la realtà. Non spiega invece – nonostante una diffusa opinione – chicomanda in un dato momento – quest’ultimo è un problema di egemonia, prima di tutto egemonia politica - e poi anche di egemonia culturale.
    In Italia va di moda – sia a destra che a sinistra - l’idea che le idee politiche dipendano non da come uno si guadagna da vivere, ma dal grado di istruzione. L’istruzione è importantissima, ma quando uno deve costruire un modello esplicativo viene dopo.


giovani industriali


Federica Guidi (presidente dei giovani industriali): “Qui si tratta di rimettere in piedi un sistema ferito, pensando al futuro dei giovani e del paese.”

Alberto Statera (Repubblica): Ma si può fare anche calpestando alcune regole basilari della democrazia, come il varo a colpi di maggioranza di leggi ad personam, di istituzionalizzione di conflitti di interesse che dovrebbero essere la besta nera degli imprenditori”

Guidi: "Questi sono aspetti che non importano un granché a gran parte dell’opinione pubblica."

(Repubblica del 22/8/08)

 

Mi sorge un dubbio. Non sarà che non importa un granché alla signora Guidi, mentre all’opinione pubblica “dormiente” interesserebbe molto, se solo televisione e giornali ne parlassero?

mercoledì 20 agosto 2008

televisione


La televisione è certo una gran manipolatrice delle menti, soprattutto attraverso la creazione di falsi valori; quelli della mia generazione (i quarantenni) fanno finta di dimenticare come l'imperativo televisivo di quando eravamo ragazzetti era di essere "fichi", e di come questo abbia modellato i nostri comportamenti; oggi va di moda sgomitare e scavalcare gli altri, secondo il modello di "Amici". Ma questa creazione di falsi valori arriva fino a un certo punto, dovendo corrispondere alla situazione economica (e politica) - almeno per ora, finché la virtualizzazione del mondo è al punto in cui è.

Quello in cui la televisione e i mezzi di informazione sono però potentissimi, e si vede soprattutto nelle generazioni più anziane, ma anche nei ragazzi, è nel dare una visione distorta della realtà. Non tanto le opinioni - quelle ci sono tutte - quanto i fatti vengono celati (o meglio minimizzati) o enfatizzati a seconda della comodità. In questo senso, l'aver la televisione ucciso la realtà di cui parla Baudrillard, ricorda molto da vicino la vecchia, cara censura.

martedì 19 agosto 2008

Psicanalisi

Sembra che non funzioni, e invece la psicanalisi funziona benissimo: ma, essendo una terapia iperrazionale, richiede molta razionalità da parte del paziente. John Nash, il matematico protagonista del famoso film, riuscì a uscire addirittura da una schizofrenia – male di solito ritenuto incurabile - sono certo attraverso un difficile processo di autoanalisi.
Certo, i casi di terapia che non funziona non si contano – lo stesso Freud si fece venire dei dubbi. Quando si parla di analisi vengono in mente i newyorkesi di Woody Allen, perennemente in terapia senza mai riuscire a fare un passo avanti.
La psicanalisi di solito non funziona perché non basta capire in che modo funziona l’inconscio e in che modo emerga la nevrosi o la psicosi, ma sulla produzione dell’inconscio bisogna lavorare –non basta sapere come funziona il motore a scoppio per guidare la macchina. Ricordo un caso clinico di Jung, un giovane colto che aveva elaborato una perfetta spiegazione in termini di complesso di Edipo della sua nevrosi. Jung si informò, e scoprì che il giovane non lavorava e viveva con la pensione della nonna poverissima; il giovane non soffriva per un complesso di Edipo irrisolto, ma perché non era abbastanza cinico per non provare un senso di colpa nei confronti della nonna. Meraviglioso buon senso di Jung. Episodio antifreudiano certo, ma che in fondo ci dice che non basta conoscere l’anatomia dell’inconscio, bisogna operare questi organi dell’inconscio, e si tratta di un lavoro che richiede tutta l’immaginazaione di uno Jung – certo, è molto più facile andare avanti a pasticchette che danno una cura sintomatica, ma almeno facilmente ripetibile.
La maggior parte delle nevrosi e delle psicosi hanno a che fare con una perdita del senso della realtà, e la psicanalisi fa proprio questo, aiuta a distinguere nel magma dell’inconscio il vero dal falso, e si tratta di un lavoro molto vicino a quello di uno scenziato che nel magma dei fenomeni trova il senso delle leggi di natura. Purtroppo, nel riportare il paziente alla realtà molti cercano di riportare il paziente alla realtà del terapeuta – gli psicologi sono spesso sottilmente fascisti –, e non alla realtà del paziente. Ognuno ha una sua realtà altrettanto oggettiva di quella universale della scienza, e il bello è che molto spesso questa nostra realtà è sconosciuta prima di tutto a noi.

sabato 16 agosto 2008

everypodby can help


Noting that the typical mammalian species persists for about a million years, according to the fossil record, the writers observe that humans, who have been around for about the last 200,000 years, are in the equivalent of "mid-adolescence." Ehrlich and Pringle say that it is a "fitting coincidence, because Homo sapiens is now behaving in ways reminiscent of a spoiled teenager," mistreating its life-support systems, "mindless of the consequences." (read the full report in science daily http://www.sciencedaily.com/releases/2008/08/080811200020.htm

classi sociali

Forse, come inclinazione, avrei dovuto fare l’imprenditore. Purtroppo non me ne importa granché dei soldi, e con i soldi ho avuto sempre dei problemi, così mi tocca avere a che fare con impiegatucci (almeno nell’anima) e piccoloborghesi, a cui però interessano le stesse cose che interessano a me – in una parola, la cultura, l’ambito dei piccolo borghesi. Ho sempre avuto simpatia per i proletari, soprattutto per la loro capacità di inquadrare i problemi, e ho passato molto tempo in mezzo a loro – ma senza mai riuscire a sentirmi e a farmi sentire completamente uno di loro.

happy birthday, mamy

venerdì 15 agosto 2008

familismo amorale


Un antropologo americano, studiando un villaggio della Lucania, si accorse scandalizzato di quello che chiamò familismo amorale, che cioè il comportamento delle persone non era dettato da regole morali universali, ma da una rete di obblighi nei confronti dei membri del clan familiare. Da buon anglosassone, gli risultava inconcepibile che qualcuno vivesse in un modo diverso dal suo, e da buon anglosassone pretendeva di dire agli altri come devono vivere, ma aveva colto perfettamente nel segno.

Oggi il familismo si è dissolto, travolto dal fatto che un clan serve a ben poco un mondo globalizzato. Caduto il familismo, è rimasta solo l’amoralità. Deve essere successa la stessa cosa anche in Thailandia, che ha avuto una prabola politica soprendentemente simile alla nostra, anche se forse i thailandesi sono più morali di noi, in quanto alla fine Thaksin è stato inquisito.

giovedì 14 agosto 2008

russi

Sto leggendo il racconto a puntate di Rumiz sul suo viaggio in Russia (http://www.repubblica.it/indici/speciale/altri/2008rumiz/index.htm), dal circolo polare al Mar Nero. Descrive un popolo durissimo e tenero, romantico e affabile. Mi torna con la mia limitata esperienza. I russi (ma anche i bulgari, e a differenza dei cechi e dei polacchi) sono affabilissimi. Ricordo quando sono "fuggito" dall'albergo dell'aeroporto di Mosca, sono stato circondato da matrone russe col fazzolettone che si sbracciavano per indicarmi quale autobus prendere - un po' come a Napoli; ma in Italia siamo tanto simpatici, però in fondo hai l'impressione che non gliene frega niente di te; in Russia quest'impressione non ti viene mai.

mercoledì 13 agosto 2008

Veltroni




Wer hat Prodis Regierung erschlagen? Berlusconi hatte die "spallata" der Regierung geben versucht, einige Senatoren bestechend, haber er war erfolglos. So, Prodi, anstatt zu anstürzen, war riesig verstärkt. In diesem Moment, Veltroni äusserte dass er wollte ohne Rifondazione den Wahlen eintreten. Und wenige Tage später Prodi stürzte auf, dank die Abgang Udeurs. Veltroni war sicher gewahr dass seine Äusserung gefährlich und eben tödlich für Prodi war , warum denn äusserte er so?


Ich vermute dass Veltroni und vielleicht die Kirche glaubten dass in den nächsten Wahlen UDC werde einen grossen Erfolg haben, so dass die Rechte und die Linke + die katolische beinahe ausgegliechen werden. Aber UDC hatte nicht diesen Erfolg, die Lega erhöte sehr seine Stimmen, und die Abgleichung italienischen Politik verschiebenete rechts.

crise structurale


Comme la crise du '29 a été la crise structurale du système productive - l'explosion de ses cnotradictions - aujourd'hui nous traversons la grande crise structurale du capitalisme financier. On sorta de la crise du '29 par le keynesisme, mais alors l'occident craignait l'Union Soviétique, auhourd'hui que craint-il? On a joué avec les taux de la Federal Reserve et de la BCE et avec l'échange Euro-Dollar pour ne fair pas payer les coûts de vingt ans de néolibérisme aux riches et aux spéculateurs, mais cela a dopé les marchés, et l'instrument monétariste commence à n'être plus entièrement éfficace, un peu comme remède employé excessivement perd son efficacité.

lunedì 11 agosto 2008


La grandezza della costituzione romana sta nel fatto che si aveva un perfetto equilibrio tra plebe e artistocrazia, tra plebe e senato, senza che diventasse democrazia (in senso aristotelico, cioè dittatura del proletariato) né aristocrazia - fatto già chiaramente riconosciuto da Polibio, che sottolineava come avesse delle tre forme di governo aristoteliche.

Con l'ingrandirsi dell'impero, il sistema spostò l'equilibrio verso la plebe, a cui si appoggiavano gli imperatori, ma il bilanciamento tra plebe e senato tornò con Traiano.

La grandezza della costituzione americana è nel riproporre l'equilbrio, questa volta non tra classi, ma tra cittadini e stato.

domenica 10 agosto 2008

strutture di parentela



Nelle "strutture elementari della parentela", dopo aver lungamente discusso dei sofisticati ed egualitari sistemi di parentela degli aborigeni australiani - tanto più sorprendenti in quanto non sono originati, come si potrebbe di primo acchitto pensare, spontaneamente, ma da consapevoli decisioni costituenti dei consigli degli anziani con lo scopo di assicurare che nessuna famiglia prendesse il sopravvento - passa a esaminare alcune popolazioni dell'Asia basate su clan familiari, in cui si ha una notevole concentrazione di potere in alcuni clan - una maggiore ingiustizia. Quanto mi ricordano, questi ultimi, l'Italia.

sabato 9 agosto 2008

italiano

In italiano, quando parliamo, sottolineiamo continuamente ora questa ora quella parola, con il tono della voce e con la lunghezza delle pause – cosa inconcepibile in francese tedesco inglese, dove il ritmo e gli stress sono rigidamente prestabiliti. Quando si passa allo scritto, questo si perde, ma è possibile ricrearlo spostando le parole – anche questo procedimento impossibile in inglese francese e tedesco, ma che invece l’italiano ha in comune con il latino.

crisi economica

Stiamo attraversando una grave crisi economica, i consumi si sono ridotti considerevolmente, eppure, sotto il meraviglioso regime in cui ci troviamo, nessuno sembra lamentarsi, mentre appena un paio di mesi fa era un continuo inveire contro l’affamatore. In parte ciò è dovuto al fatto che il margine di superfluo è talmente alto che – almeno per ora – la crisi comporta solo una maggiore e in fondo gradita sobrietà. Ma soprattutto, l’errore del precedente governo è stato di “mettere le mani in tasca” per destinare il denaro ricavato alla spesa pubblica, un peccato inaudito per gli italiani, che hann pensato che il precedente premier fosse un ladro. Si fosse messo i soldi in tasca, avrebbero pensato che lavorava per il bene di tutti (il bene di tutti, non il bene comune, non sia mai), come hanno fatto per cinquant’anni i democristiani e come temo – mancano completamente informazioni attendbili – stia di nuovo avvenendo.

giovedì 7 agosto 2008

capitalisme

Proudhon avait enfin raison: l’ancien capitalism était fondé sur le vol. Marx le critiqua aprement car Proudhon emphatisait l’aspect moral et non l’aspect politique du vol; pour voler il faut avoir de la force (et de l’ardissement), et cela est possible seulement dans de conditions politiques précises. Aujourd’hui, pourtant, le capitalisme contemporain n’est plus fondé sur le vol, mais sur la fraude. Et la politique n’est plus nécessaire pour la fraude, tandis que politique et économie sont –bien que souvent alliées – de fait devenus indipéndent. Et cela explique peut-etre l’impoliticisme triomphant dans la societé et dans le peuple.

sinistra in crisi


La sinistra è in crisi! I più anziani continuano a votare sostanzialmente come votavano da giovani, ma i giovani non solo votano ampiamente a destra, ma nei loro discorsi non è rintracciabile quasi alcunché dei valori che possiamo definire di sinistra: solidarietà contro competizione, diffidenza verso i ricchi e i potenti, che anzi sono amati e ammirati, cercare se stessi invece di coltivare l’apparenza. Tra i ragazzini, tuttavia, sono metabolizzate due cose: l’uguaglianza tra i sessi (anche tra i terzi e i quarti sessi) e il rispetto per i deboli – il primo è un’eredità del femminismo, il secondo, pensa un po’, deriva dal fatto che bene o male i fascisti hanno perso la guerra – come diceva in un suo blog (http://silver-86.spaces.live.com/default.aspx) un ragazzo per altro tutto infervorato per l’esercito e per la forza.
Per fortuna, sembra che alla sinistra la cosa importi pochissimo, per lo meno alla sinistra cosiddetta radicale che è preoccupata soprattutto di rimarcare la propria “identità”, esattamente come il popolo italiano nel suo complesso rimarca la propria “identità” di fronte alla minaccia della globalizzazione.

A) Per quanto riguarda l’Italia, il problema è in fondo assai semplice: gli italiani non hanno uno straccio di servizi non solo sociali, né pubblici né privati (esistono anche i servizi privati), fatte salve scuola e sanità. La cosa divertente è che gli italiani non se ne rendono minimamente conto – quando per caso si confrontano con le realtà degli altri paesi europei fanno la faccia di Miranda che scopre il mondo nuovo, e non vogliono più tornare nella nostra patria bellissima. Un paio di anni fa un premier tentò di raccogliere i fondi per costruire una rete di servizi, e il popolo italianogridò unanime: “i comunisti ci vogliono rubbare i soldi!”.

B) Per quanto riguarda l’Europa, ormai i “cattivi” siamo, ahimé, noi. Quando il terzo mondo, era in miseria, in fondo non faceva paura; oggi fa paura eccome, e l’Europa si è barricata nel suo fortino protetto dai governi di destra quasi ubiqui nell’Unione. Nel frattempo la Cina si è di fatto alleata con l’Africa, dopo decenni di infruttuose lagne europee (ved Bono et similia) sugli aiuto agli africani – del resto ricordo che nel 1993 all’Università di Shanghai gli studenti camerunesi studiavano fisica con brillanti risultati, cosa che non si sarebbero potuti sognare in un’università europea o americana. E, forse, l’America ricca si sta alleando, o per lo meno ha stipulato un trattato di non belligeranza, con l’America già povera.

C) Per quanto riguarda il mondo – mein Gott! – ahimé, il problema della poverà è risolto. Esistono ingiustizie e discriminazioni, esistono ancora i dannati della terra, si muore sul lavoro, i contadini del sud soffrono catastrofi grazie al WTO e alle multinazionali agricole, ma di fatto la povertà sempre più è un’eccezione, non solo in occidente, ma ovunque. Non avere più poveri da difendere – questo di fondo ha messo in crisi la sinistra. Come uscirne? Non lo so, ma ricordo gl antichi testi sacri, che dicevano non che il capitalismo produce poveri (idea malthusiana contro cui lottano per pagine e pagine i Grundrisse), ma piuttosto che il capitalismo avrebbe presto incontrato i limiti delle sue capacità di sviluppo, e sarebbe andato incontro a crisi ricorrenti di sovrapproduzione – oltre a non riuscire più ad aumentare la produzione a causa della caduta del saggio di profitto. I poveri erano in fondo solo il veicolo di questo cambiamento, che sarebbe avvenuto contestualmente alla loro sparizione. Il web, in cui i ragazzini nuotano come pesci nell’acqua, al sicuro dagli adulti che in questa foresta mettono appena piede, con certe sue forme di produzione che violano di fatto le leggi economiche, sembrerebbe indicare che qualcosa sta cambiando, ma si tratta comunque fondamentalmente di cultura – e inoltre vorrei aspettare l’evolversi di questo fenomeno ultrarecente prima di gridare al miracolo.

vie chère

Les indicateurs économiques signalent une grave crise en Europe et en Italie; mais les italiens ne semblent pas très proccupés pourtant par la vie chère. En effet, avec une si grande inflation, avec des prix si haut, il suffit de renoncer à très peux pour aller; il suffit de renoncer une fois par semaine à la voiture, et il arrive un épargne considérable.

Prometheus


Prometheus war sicher ein Zigeuner. Er ist ein Dieb - wie di Zigeuner; er bedient das Feuer - ist er ein begabt Kupferschmied wie die Zigeuner? - und er kommt aus der Kaukas - wie, wahrscheinlich, die Zigeuner.

domenica 3 agosto 2008

maschile/femminile

La donna rappresenta la terra, mentre il maschio rappresenta il cielo - dualismo rappresentato dall'unione tra Urano e Gea. Però la donna rappresenta anche la sapienza - uno degli attributi della Madonna è sedes sapientiae - mentre l'uomo rappresenta la passione. La sapienza sta quindi nella terra, mentre la passione nel cielo - esattamente il contrario di quanto un paio di millenni di idealismo occidentale ci hanno raccontato.

sabato 26 luglio 2008

prix

L'on causait- en faisant la queue - des prix. Un monsieur s'écrie:"les spéculateurs!". Cela est curieux; tout le monde souhaite le libre marché, et l'on ne se rend pas compte que les prix sont établis par le marché. Dioclétien eut le meme problème des prix, il imposa des prix plafonds, et il échoua - le marché decida les prix en se moquant de l'Empereur - mais il était éxcuse car, au IIIeme siècle, l'on n'avait pas de théorie économique. Mais aujourd'hui?
Les prix sont établis par le marché, mais il y a deux facteurs indépendant qui déterminent le marché: le cout de la monnaie, et les bénéfices. Le premier dépend avant tout des taux de la Banque Centrale, le second avant tout du pouvoir contractuels relatif des travailleurs et des empreneurs.

Occam's razor






I have always been fascinated by the efficiency of Occam's razor. But what does it means exactly "use the simpler hypothesis"?



When Copernicus proposed the heliocentric theory he stated that it was a mathematical hypothesis allowed to greatly simplify the calculation of ephemerids. We usually believe that this statement was a cautionary note, but in fact heliocentrism is exactly that. In fact, if we set the origin of coordinates on the earth, the movement of the Sun and planets is perfectly described by the model of Ptolemy (epicycloids), apart from the fact that orbits are approximated by circles when they are actually ellipses. If we shift the origin of coordinates to the sun, the orbits become circles, and the description is greatly simplified. In fact, Copernicus simply changed the coordinates, and this was the simpler hypothesis.



In science we have theories that can be falsified, for instance the shape of the planets' orbits, and theories that cannot be falsified, for instance the choice of coordinates; a choice or the other depends only on the complexity of the resulting model - or, in other words, we choose the alternative models according to Occam's razor.



Many of the more important scientific revolution consistend actually in change of coordinates: Copernicus' heliocentrism, Einstein's general relativity, etc. Often, the simplicity is rewarding: it is possible to cope with more difficult problems. It would be imposible to calculate if epicycloids derive from circles or little excentric ellipses, whereas it is quite easy with circular orbits.






I suspect that this result is quite general: scientific revolutions are change of coordinates that are in accordance with Occam's principle.

Candida


Avevo una fastidiosa candidosi sotto le ascelle, dovuta probabilmente al fatto che, mangiando poche fibre in questo periodo, si era alterata la flora batterica intestinale. Ho mangiato per due sere aglio oglio e peperoncino molto carichi di aglio (una testa a piatto) e la candida è sparita. Ho aiutato la guarigione facendo impacchi di bicarbonato sotto le ascelle (che neutralizza gli acidi prodotti dal metabolismo della Candida che a loro volta, abbassando il pH, favoriscono il fungo): Ho inoltre cominciato a mangiare molte fibre, il che per ora mi procura una gran pesantezza - la flora batterica non si è ancora riequilibrata, evidentemente.


Quanti rimedi "ufficiali" hanno l'efficacia di una testa d'aglio?

giovedì 24 luglio 2008

McDonald's


Ai ragazzi piace il dolce - questa preferenza probabilmente è stata selezionata in natura, perché i ragazzi consumano moltissime energie e hanno bisogno di zuccheri. Il piacere ci guida verso il bene - a meno che un ingannatore (il diavolo?) non ci inganni. McDonald's prepare cibi dolciastri (con l'aiuto della chimica) che però non forniscono gli zuccheri necessari: il meccanismo naturale che assicura il fabbisogno energetico giovanile viene ingannato.

Non sembra il Joker di Batman, il simbolo di McDonald's?

lunedì 21 luglio 2008

Walter Siti


Ho letto con piacere l'ultimo "pasoliniano" romanzo di Walter Siti, "Il Contagio". Descrive bene il mondo dei sottoproletari, il misto di nefandezze e purezza che lo caratterizza. Verso la fine il protagonista - dopo questa immersione tra i Lumpen - abiura tutti i principi di correttezza piccoloborghesi. Interessante e vero - però credo che Siti non abbia colto nei sottoproletari un tratto importante: la generosità. Marcello si dà chiaramente senza calcolare quanto otterrà, poco o tanto non gli importa, e in questo è completamente diverso dal borghese che non fa nulla senza pesare accuratamente il suo tornacono - monetario, affettivo, di potere, di piacere. Mio padre diceva "fai il bene e buttalo a mare, che Allah lo raccoglierà"; Marcello non ragiona molto diversamente, fa il bene e lo butta a mare, aspettando che Allah lo ricompensi con il denaro necessario per la cocaina (ovviamente Marcello sa anche che è meglio aiutarsi che dio t'aiuta).
Insomma, Siti è talmente chiuso nell'orizzonte borghese che non si è accorto che la correttezza borghese è necessaria quando i rapporti tra le persone sono di scambio "equo", mentre non significano nulla quando lo scambio è "infinito". E diventa naturale allora anche commettere oscene nefandezze con spito assolutamente puro.