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domenica 16 marzo 2025

Darwin e il Darwinismo

 Bisogna distinguere accuratamente Darwin e il Darwinismo (come Cristo dal cristianesimo e Aristotele dall'aristotelismo). Darwin era perfettametne consapevole della complessità della natura (parlava di entangled bank nell'origine della specie) e di quanto siano intricate le interazioni ecologiche a cui si dedica con particolare attenzione negli ultimi libri. E ne era consapevole perché era un naturalista di campo. Personaggi come Huxley e Spencer, che non hanno mai messo piede in un bosco (l'ultimo era addirittura un sociologo) sono invece quelli ceh hanno restituito una versione semplificata del pensiero di Darwin e che hanno fondato il darwinismo, un pensiero modellato più sulle tremende condizioni della competizione capitalista nella londra del 1800 che sull'osservazione della natura.

martedì 2 aprile 2024

Qood wide qeb

Questo articolo di nature è molto equilibrato; in sintesi dice che la Simard propone che una foresta è un insieme sostanzialmente cooperante e ci sono alcuni forestali che sostengono che non ha abbastanza prove (le prove non sono mai abbastanza quindi questa critica funziona sempre): Quelli che criticano la Simard non lo fanno ovviamente per la qualità della sua scienza, ma perché sfida il paradigma darwiniano che è sacro - un po' come il fisico Mach che non credeva agli atomi perché sfidavano le sue idee positviste. La differenza è che forse questa volta vince la Simard mentre Boltzmann, che aveva sostanzalmente dimostrato l'esistenza degli atomi e fondato la meccanica statistica si dovette suicidare

domenica 24 settembre 2023

Mutuo appoggio

 L'accademia è convinta che la natura sia fondata sulla competizione darwiniana. In realtà, dopo che la Simard ha scoperto che gli alberi sono tutti connessi dalle micorrize e che si aiutano l'un l'altro si è visto che aveva ragione Kropotkin, che pensava che la natura si fonda sulla collaborazione. Non ce ne siamo accorti un po' perché siamo imbevuti del darwinismo sociale su cui sono fondate le società capitalsitiche, quello sì reale,, un po' perché le piante hanno un'intelligenza ma credo che non abbiano sentimenti, neanche quel sentimento di fraternità che per contrappasso con la nostra cattiveria ci piace così tanto. La collaborazione tra le piante e i funghi è una competizione armata dovuta al mutuo vantaggio e non all'amore. E non bisogna dimenticare che esistono milioni di parassiti, che sono un po' l'entropia di questa infinita rete di collaborazione.

domenica 29 ottobre 2017

Ecology, evolution, Hubble, neutrality, short-siohtedness

Darwin said (said shortly) that ecology was the force driving evolution via differential mortaality. Ecologists, in particular in the anglo-saxon world are instead taught that evolution is the driver of ecology via reproductive fitness. And don't even dare to say that ecology is not evolutionary biology! Your research would be pointed to as poorly designed and unsupported.

The moral of Hubbel's model is that you can do very good prediction about many aspects of communities by avoiding to make any reference to evolutionary properties (competition, fintess etc.) and simply focussing on the abstract properties of the community per se- Of course his ideas (ehcih need obviously much more work) were received with incredulity if not outrage. Wegener received the same reception, even if he had plenty of support for his theory and even id his theory was badly incomplete (which means that you must work on it, not reject it). It must be said that ecologists are gradually beginning to accept that maybe some neutral process occurs in the communities. But without a change of perspective Hubbel provocation will not be fruitful.

mercoledì 4 ottobre 2017

Darwinismo sociale e favola delle api

La favola delle api di De Mandeville (vizi privati e pubbliche virtù) è il fondamento del pensiero liberale, e afferma - semplificando molto - che i vizi umani, quelli condannati dal cristianesimo, sono il fondamento del benessere generale. Per esempio l'avidità accresce la ricchezza delle nazioni e quindi a livello generale diventa una virtù.

Io penso che in questa idea abbia qualcosa di molto profondo, in quanto effettivamente non tutto il male viene per nuocere. Direi anzi che è un principio potente, ma come tutte le cose potenti va maneggiato con estrema cautela. Il liberalismo classico - quello finito nel 1914 - sapeva farlo e ci ha assicurato due secoli di terribile progresso (in tutti i sensi). Il neoliberismo - i cui rappresentanti sono essenzialmente deslli apprendisti stregoni che maneggiano in allegra spensieratezza i terribili strumenti della modernità, dal mercato alla tecnologia informatica - manca completamente della seggezza degli antichi liberali (diciamo la saggesza di Luigi Eianudi) e a un principio profondo ha sostituito una specie di mistica che mescola De Mandeville e Darwin che costituisce la religione attuale di gran parte del mondo anglosassone ma non solo (e che viene ampiamente presa in giro dal cartone animato i Simpson).

mistica del darwinismo, darwinismo mistico

Ci sono diverse persone che fondano una mistica sulla meccanica quantistica. Nessuno di questi è un fisico, in quanto se ti fai la matematica la meccanica quantistica appare sì bizzarra me assai poco mistica. Leonard Susskind diceva che potrebbe spiegare la mistica dell'entanglement ma senza la matematica non capireste niente. Analogamente esiste una mistica del darwinismo che è professata purtroppo da parecchi biologi ma che si dissolve completamente quando la selezione naturale viene messa in forma matematica (ammesso che se ne possegga il linguaggio ovviamente): La formulazione più vicina a quella matematica è qualla di Wallece, non quella di Dawrin: la "tendenza delle varietà a divergere indefinitamente dal tipo", che è esattamente quello che dice il cosiddetto teorema fondamentale di Fischer della selezione naturale. Purtroppo i biologi hanno solitamente grossi problemi con la matematica, e soprattutto una forma di darwinismo mistico è l'ideologia dei paesi anglosassoni che poco ha a che fare con la realtà naturale. La "lotta per l'esistenza" esiste ed esisteva a Londra, non nella foresta amazzonica che è un sistema molto più complicato di una grande città industriale (ma questo aspetto meriterebbe un discorso separato). Questo darwinismo mistico viene insegnato dai motivatori aziendali, e dai cosiddetti libertari americani, e ovviamente anche per un biologo  è facile adottare questa versione invece che immergersi nelle equazioni.

giovedì 9 ottobre 2014

Materialism

It is amazing that radical christian groups, that hate Darwin, whose book "The origin of the Species" ends with the hihgly spiritual words "There is grandeur in this view of life, with its several powers having originally breathed from the Creator into a few forms or into one; and that (...) from so simple a beginning endless forms most beautiful and most beautiful have been, and are being evolved" - at the same time as a rule support capitalism, perhaps the most materialistic way of life of all history.

venerdì 5 settembre 2014

Darwin and von Humboldt

I discuss agian the interesting paper on Nature about the determinants of productivity.  I discuss it again since it is very good science, and yet the interpretation is flawed by philosophical biases that are not fully recognized.

The paper says that productivity is directly related to size and age and indirectly related to climate. I said in the previous post that indirect relationship are considered not real by ecologists. It took much time in law to ackowledge that indirect responsability are as real as direct responsabilities. But there is another consideration, this time concerning the history of science. We have two main schools in ecology: the German and the anglo-saxon. German school was founded by Alexander von Humboldt, anglo-saxon school by Darwin. The German school focuses on the relationship betwwen the physical environment and the organisms, whereas the anglo-saxon school tries to explain ecosystems relying only on organisms. Representatives of the German school often define their appraoch as "holistic", but this word makes little sense; what matters is emphasis on the physical environment.

The above papers shows that both the physical environment (the climate) and the organisms (size and age) play a role in productivity. The physical environment has only indirect effect. but this is trivial, since the effect of environment on ecosystems is always mediated by organisms. And yet you have not the full explanation if you do not consider the physical environemtn. Organisms are immersed in the environment, and are shaped by it, although of course a very relevant part of their life are organism to organism relationships (as stressed by Darwin in the Origin of Species).

But anglosaxon think generally that the German approach is unscientific, and anglo-saxon are hegemonic. Therefore climate cannot be a determinant of productivity.


giovedì 23 maggio 2013

Wallace

The theory of evolution by natural selction was proposed independently and at the same time by Darwin and Wallace. Any other scientific  theory discovered by two author would  be named wallace-darwinism, but we speak simply of darwinism. Darwin, that was rather ambitious, did all the possible to obscue his fellow, and Wallace - he was socialist - from his part didnt'care. But apart from the human weaknesses, there was a slight difference in accent in the presentation of Darwin and Wallace. Darwin spoke of survival of the fittest and was overtly malthusian. This appealed to the readers of the time, and rapidly led to social darwinism (that I dare say is still with us). Wallace spoke of tendency of varieties to depart indefinitely from the original type, a statistical approach implying shifts in frequencies and extremely modern, but less intuitive to readers of the day.

lunedì 20 agosto 2012

Marx scienziato

Marx fece studi filosofici, e viene classificato dalla maggior parte dei suoi lettori nella categoria "filosofi". Leggiamo cosa dice Engels nella prefazione alla terza edizione del diciotto brumaio di Luigi Napoleone: "Fu proprio Marx ad aver scoperto per primo la grande legge dell'evoluzione storica, la legge secondo la quale tutte le lotte della storia, si svolgano sul terreno politico, religioso, filosofico, o su un altro terreno ideologico, in realtà non sono altro che l'espressione più o meno chiara di lotte fra classi sociali; secondo la quale l'esistenza, e quindi anche le collisioni, di queste classi sono a loro volta condizionate dal grado di sviluppo della loro situazione economica, dal modo della loro produzione e dal modo di scambio che ne deriva. Questa legge, che ha per la storia la stessa importanza che per le scienze naturali la legge della trasformazione dell'energia, gli fornì anche la chiave per comprendere la storia della seconda repubblica francese". Engels - e non certo per inclinazione positivista e scientista - descrive un Marx scienziato, che da giovane scoprì le leggi scientifiche della storia, da vecchio - dopo aver passato anni a studiare l'economia classica che evidentemente non gli era stata insegnata all'università - le leggi del ciclo economico. Leggi della storia e leggi del ciclo economico sono oggi saldamente incorporate nell'edificio della scienza "ufficiale", anche non marxista o antimarxista, anche se di solito senza riconoscere il debito verso l'odiato scopritore.  Se posso esagerare, Marx in fondo non è per niente hegeliano: da Hegel prende però uno strumento fondamentale, la dialettica, perché solo la dialettica permette di rappresentare compiutamente il mutamento e la trasformazione. E le scoperte scientifiche di Marx derivano completamente dall'aver considerato il lato - sarebbe meglio dire il fondamento - dinamico della società e dell'economia.
Ai bordighisti che impazzano nel web, i cui numerosissimi scritti compaiono primi in tutte le ricerca su google, che si sono autoeletti custodi dell'"ortodossia", una sola cosa manca di Marx (ed Engels e Lenin): il movimento (e conseguentemente la capacitò di pensare in modo dialettico).

lunedì 25 agosto 2008

classi sociali


Forse occorre un ripasso delle classi sociali – gran parte dell’operazione culturale che ha portato all’egemonia della destra è consistita nel non fare conoscere le classi sociali tra di loro.

  • i sottoproletari: quelli che vivono di piccola criminalità e di prostituzione
  • proletari: essenzialmente gli operai e i braccianti – di solito si pensa solo agli operati manifatturieri ed edili, ma comprende un numero più ampio di lavoratori
  • i piccolo borghesi: gli impiegati; tendono a suddividersi in una miriade di straterelli a seconda del reddito – Orwell si prendeva in giro dicendo di appartenere alla upper lower middle class – che cercano di distinguersi in ogni modo; ai ragazzetti piace distinguere i truzzi dai metallari dai punk dai fighetti ecc. – le varie fasce di reddito della piccola borghesia cercano di distinguersi in ogni modo. Storicamente lo strato di reddito più elevato della piccola borghesia veniva chiamato ceto medio – funzionari,dirigenti, professori universitari ecc. – ma oggi va di moda tradurre con ceto medio il termine middle class, cioè piccola + media borghesia – una traduzione assai impropria che nasconde una precisa operazione ideologica
  • la media borghesia: i professionisti (avvocati, notai ecc.)
  • l’alta borghesia: gli imprenditori I commercianti sono difficilmente classificabili: i piccoli commercianti fanno parte della piccola borghesia, i grandi commercianti della media e alta borghesia. I contadini sono ancora più difficilmetne classificabili, se sono braccianti sono sicuramente proletari, se sono piccoli proprietari sono una classe a sé probabilmene residua dell’epoca premoderna.
    In America, e in fondo anche in Italia, esiste una alta borghesia protetta dallo stato – in America latina soprattutto latifondisti, in America settentrionale i petrolieri, nella Germania nazista alcune grandi industrie come la Krupp – che nel caso dell’America latina viene chiamata borghesia compradora. Una classe che non esiste più è l’aristocrazia – nei paesi dove gli aristocratici sono ancora ricchi, per esempio in Inghilterra, non sono distinguibili dall’alta borghesia – che svolgeva un ruolo quasi identico a quello della borghesia protetta e compradora.
    In Inghilterra si parla di upper, middle e lower o working class - che corrispondono rispettivamente ad alta borghesia, media + piccola borghesia e proletariato e sottoproletariato – ma la classificazione è sottilmente divers,a perché non si basa sull’economia, ma sul potere sociale. Infatti, fino al 1830 circa la borghesia, anche ricchissima, era middle classe; solo dopo una parte entra a far parte dell’upper class, lasciandosi alle spalle piccola e media borghesia – non è un caso che l’abbozzo del 1827 della teoria dell’evoluzione di Darwin cadde nell’indifferenza assoluta, mentre l’Origine della specie, che è del 1853, scatenò un immenso clamore.
    Nota per i Marxisti: se è vero che quando Marx distingue proletariato da borghesia contrappone le prime due classi alle ultime tre –altri parleranno più tardi di proletariato sociale, che comprende le prime tre classi, enfatizzando la dicotomia tra lavoro dipendente e autonomo –il suo modello economico si limita al proletariato in senso stretto e all’altaborghesia, escludendo le altre classi che sono improduttive – un concetto già introdotto dagli economisti classici che però avevano in mente soprattutto l’aristocrazia, mentre Marx pensva soprattutto alla piccola borghesia. Si tratta di un processo di semplificazione tipico dei modelli scientifici, in cui occorre enucleare i fattori determinanti – potremmo dire la “sostanza” – dai fattori che possono essere tralsciati senza che il modello cessi di rappresentare realisticamente la reatà e che potremmo chiamare “accidenti” – e che possono essere introdotti successivamente in versioni più complesse del modello. In fisica il modello della caduta dei gravi è la caduta dei gravi nel vuoto, l’attrito dell’aria viene considerato sostanzialmente solo nelle applicazioni pratiche.

    Storicamente i sottoproletari e i piccolo borghesi sono tendenzialmente fascisti – l’invidia per la classe sociale che gli sta sopra è il loro sentimento dominante, e il fascismo è il figlio dell’invidia; i proletari sono socialisti, i piccolo borghesi che studiano (gli studenti universitari) e spesso quelli che lavorano nella cultura e nel pubblico impiego sono rivoluzionari (comunisti, anarchici ecc.); l’alta borghesia è liberale, ora liberale di destra ora liberale di sinistra. La borghesia protetta di solito ha simpatie naziste. Per quanto semplicistico, questo schema cattura abbastanza la realtà. Non spiega invece – nonostante una diffusa opinione – chicomanda in un dato momento – quest’ultimo è un problema di egemonia, prima di tutto egemonia politica - e poi anche di egemonia culturale.
    In Italia va di moda – sia a destra che a sinistra - l’idea che le idee politiche dipendano non da come uno si guadagna da vivere, ma dal grado di istruzione. L’istruzione è importantissima, ma quando uno deve costruire un modello esplicativo viene dopo.