Ovviamente dicono che la deglobalizzazione la fanno pergli operai della manifattura, che ci cascano.
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lunedì 29 luglio 2024
Globalizzazione e isolazionismo
La globalizzazione è andata benissimo per trent'anni finché l'occidente era egemone. Adesso che non solo la Cina ma l'intero blocco dei BRIC minaccia questa egemonia allora non va più bene e l'America si riscopre isolazionista. Il fenomeno Trump è tutto lì. Dal punto di vista economico è quasi folle, come fu quasi folle la Brexit, ma il senso di superiorità (per usare un eufemismo) prevale sugli interessi.
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mercoledì 8 agosto 2018
Sovranismo, Trump, Cina, Eurasia
Trump (e il prexit), al di là delle scempiaggini sovraniste che servono per imbonire il popolo bue (e far arricchire Diego Fusaro), sono la risposta all'immensa iniziativa belt and road anche nota come via della Seta della Cina, che vorrebbe ricollegare Cina e Europa. Rischiamo di trovarci con i due immensi imperi, Eurasia e Oceantia di 1984.
lunedì 28 marzo 2016
Lacan e la scrittura cinese
Nel post precedente dicevo che la teorizzazione di Lacan sarebbe assai più semplice se si uscisse dal soggetto. Scopro ora che lui stesso ha fatto questo passaggio in un momento più tardo, attraverso lo studio della scrittura e quindi della cultura cinese.
domenica 4 ottobre 2015
China and 2008 crise
Ultimately, it was China who paid for the huge debt of America, and this the ultimate reason behind the recent crisis of BRICS. During the crise after 2008, it was the exasperate growth of China that prevented the collapse of the West, but this effort has exhuasted the capacities of Chinese economy.
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domenica 20 settembre 2015
Linguaggio, politica, nazione
Una nazione, cioè l'unità politica del mondo moderno, è fondata sul fatto che i suoi membri condividono la stessa lingua e quindi possono comunicare (anche se esistono casi di nazioni diverse che parlano la stessa lingua, p.es Austria Svizzera e Germania, ma questo vuol dire che è una condizione sufficiente ma non necessaria). Questo risultato in Francia e Gran Bretagna e Spagna è stato ottenuto imponendo con la forza una lingua parlata comune, mentre in Cina e nel mondo arabo (che sarebbe una nazione se non fosse per il veto delle potenze occidentali) questo è ottenuto con una lingua scritta comune e lingue parlate locali (gli americani fanno gran fatica a capirlo e tendono a dire che la puthonghua o mandarino non esiste).
In Italia l'unificazione linguistica (e quindi politica) è avvenuta di fatto solo negli anni '50, con la televisione, e la prima generazione che parla l'italiano come lingua madre e non come seconda lingua dopo il dialetto è quella nata intorno agli anni '70. Prima le unità politiche reali erano le città, i comuni medievali, le diocesi. Il leghismo in fondo è la reazione spaventata di alcune realtà molto provinciali a questa unificazione. L'unificazione è avvenuta contemporaneamente alla trasformazione da paese agricolo a paese industriale, quindi è difficile dire quale fenomeno prevalga, ma sospetto che l'unificazione linguistica abbia un momento ben maggiore.
Facevo queste riflessioni perché questo mi porta all'equazione politica = dialogo (lontanissima dall'idea di politica = guerra che ho tante volte citato soprattutto a proposito di Machiavelli), Se questo fosse vero, allora il vero problema dei Grillini è di prendere troppo alla lettera la celebre frase di McLuhan "il mezzo è il messaggio". La frase vuol dire che il mezzo modifica il modo di pensare (basta pensare alla stampa), ma il mezzo non basta assolutamente se non c'è un linguaggio. E quindi non basta internet, ci vuole un linguaggio. Che a dire il vero c'è, è il cospirazionismo, che ha tutta una sua sintassi e grammatica. Purtroppo il cospirazionismo è un ritorno al modo di pensare medievale, di villaggio isolato, in fondo adatto al villaggio globale, per ricitare mcLuhan.
In Italia l'unificazione linguistica (e quindi politica) è avvenuta di fatto solo negli anni '50, con la televisione, e la prima generazione che parla l'italiano come lingua madre e non come seconda lingua dopo il dialetto è quella nata intorno agli anni '70. Prima le unità politiche reali erano le città, i comuni medievali, le diocesi. Il leghismo in fondo è la reazione spaventata di alcune realtà molto provinciali a questa unificazione. L'unificazione è avvenuta contemporaneamente alla trasformazione da paese agricolo a paese industriale, quindi è difficile dire quale fenomeno prevalga, ma sospetto che l'unificazione linguistica abbia un momento ben maggiore.
Facevo queste riflessioni perché questo mi porta all'equazione politica = dialogo (lontanissima dall'idea di politica = guerra che ho tante volte citato soprattutto a proposito di Machiavelli), Se questo fosse vero, allora il vero problema dei Grillini è di prendere troppo alla lettera la celebre frase di McLuhan "il mezzo è il messaggio". La frase vuol dire che il mezzo modifica il modo di pensare (basta pensare alla stampa), ma il mezzo non basta assolutamente se non c'è un linguaggio. E quindi non basta internet, ci vuole un linguaggio. Che a dire il vero c'è, è il cospirazionismo, che ha tutta una sua sintassi e grammatica. Purtroppo il cospirazionismo è un ritorno al modo di pensare medievale, di villaggio isolato, in fondo adatto al villaggio globale, per ricitare mcLuhan.
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sabato 29 agosto 2015
Crisi delle banche, dollaro, crisi dei BRIC
Dicevo che la strategia usata per uscire dalla crisi è stata essenzialmente prima di addossare le immense perdite delle banche americane e inglesi allo stato, quindi di far pagare queste perdite all'Europa, che ha un'economia molto meno finanziarizzata (e in fondo più solida) dei Paesi anglosassoni. Il trucco è stato di tenere un euro fortissimo e un dollaro debole, col risultato che sulle esportazioni europee gli europei pagavano una sorta di tributo agli USA.
Adesso (grazie anche alla diminuzione del prezzo del petrolio, voluta soprattutto per indebolire la Russia), l'economia americana è ripartita e il dollaro si è notevolmente rafforzato (grazie anche all'annuncio che la Federal Reserve aumenterà i tassi attualmente bassissimi). Questo però ha mandato in crisi drammatica i BRIC, in particolare il Brasile ma anche la Cina, la cui crisi è però in parte dovuta all'invecchiamento della popolazione.
Adesso (grazie anche alla diminuzione del prezzo del petrolio, voluta soprattutto per indebolire la Russia), l'economia americana è ripartita e il dollaro si è notevolmente rafforzato (grazie anche all'annuncio che la Federal Reserve aumenterà i tassi attualmente bassissimi). Questo però ha mandato in crisi drammatica i BRIC, in particolare il Brasile ma anche la Cina, la cui crisi è però in parte dovuta all'invecchiamento della popolazione.
domenica 7 giugno 2015
Imperialismo
Anche se i cinesi pensano di essere superiori a tutti (ma quale popolo non lo pensa?) non bisogna dimenticare che quando vanno in Africa, prendono sì le risorse, ma lasciano qualcosa, anzi molto, in cambio. L'Occidente ha solo rapinato, e la nostra immensa ricchezza e superiorità si basa in grandissima parte su questo. Hanno rapinato e continuano a rapinare e razziare anche i democratci americani, anche se con metodi sofisticati, in modo da evitare i sensi di colpa (petrodollari, cambio euro/dollaro favorevole all'America ecc.). Gli unici che forse lasciavano qualcosa oltre a prendere sono stati gli inglesi, con cui i cinesi hanno qualche sotterranea afinità (tutti e due i popoli mangiano alle 5 del pomeriggio).
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sabato 6 giugno 2015
China
As can be see from the end. this is not a lecture on China, but on the West, and an appeql to hombleness for our arrogant civilisation. Anyway, it suggests a few reflections about my beloved China.
1) American long for a China split into many medium-sized states instead than a huge empire challenging the supremacy of USA. They therefore support the idea that China is not a nation, that chinese is not a unitary language, etc. Anyway, Jaques has some reason to think that China is not a nation in the sens of western nations. Bit this has historical reasons: the national states arose in the Reneissance, but the Reinessance was possible only because the Roman Empire collapsed, and China had not a Reinessance, precisely because the Chinese Empire never collapsed, but slowly evolved into a super-advanced civilisation without ever leaving the Middle Age.
2) Jacques stresses the fundamental point that Chinese see the state as the head of the family. This is a brilliant idea of Confucius: he managed to unite the chinese, simply by stating that China is a single, big family. Western states are not based on familial ties, but on the social contract.
3) Finally, I would like to underscore that the writing system is very different from the alphabet, and this leads to a different way of reasoning: Westerns think is linearly, whereas Chineses think in a ntework - not differently from Jesuits, who in fact had a high esteem of the Chinese people.
Jacques is right in saying that we are ignoran about China. We should ask Chinese to present themselves, abyway, not clever and expert British.
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lunedì 29 dicembre 2014
Ripresa
Con la moderata ripresa americana, già cominciano a cantar vittoria. Ma ho i miei forti dubbi. L'unica soluzione sarebbe una specie di piano Marhsall cinese per l'Europa, ma significherebbe un completo ribaltamento degli equilibri mondiali, la fine dell'impero, e gli americani non lo permetterebbero mai. Continuiamo con l'Europa - sconfitta nella seconda guerra mondiale - che paga i debiti degli anglosasssoni. Tanto l'economia europea, nonostante le apparenze, è solida (era). E il tutto rigorosamente senza informare gli elettori (non dio chiederne il parere).
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martedì 23 dicembre 2014
English in transformation
English today is much an isolant language, like Chinese, with uninflected words that are simply justaposed to obtain meaning. But it is more and more changing, since in collioquial speech, at least of less educated peoeple, entire phrases are pronounced as an entire word. There is a possibility that this will lead to something like an agglutinating language (Turkish, Finnish).
Is the evolutionary path of languages from flexive languages (German) to isolant to agglutinating?
Is the evolutionary path of languages from flexive languages (German) to isolant to agglutinating?
giovedì 16 febbraio 2012
Gesuiti euclidei

E’ noto come, nel ‘600, il padre gesuita Matteo Ricci, partito come missionario in Cina, tentò con successo di fondere il cristianesimo con il confucianesimo, creando un rito speciale che venne accolto con favore dall’imperatore e che prosperò per circa un secolo finché la Chiesa di Roma non decise che non era ortodosso. Per questo, Matteo Ricci fece gli stessi studi di un mandarino, arrivando a padroneggianre i classici e la calligrafia, e a vestirsi alla cinese, in modo da essere accettato dalla corte imperiale e soprattutto di trovare i punti di contatto tra la millenaria cultura cinese e il cristianesimo, compito non facile; in cinese per esempio non esiste il termine “dio”, e Matteo Ricci dovette tradurrlo con la parola cinese per “cielo”. Insomma, pur di evangelizzare i cinesi si sinizzò completamente. Ma nulla mi toglie dalla mente il sospetto che - a parte gli obblighi per così dire di servizio - Matteo Ricci abbia voluto diventare cinese per intima consonanza con un popolo, da tanti punti di vista, gesuitico. Cosa c’è di più gesuitico del concetto di Deng Xiao Ping di “economia socialista di mercato”?
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lunedì 8 agosto 2011
Bas-salaires

A la fin de la II Guerre Mondiale, l’Italie avait une seule ressource: un grand nombre de paysan misères et presque analphabètes. Les gouvernements et l’industrie misèrent donc sur l’exploitation intensive de cette ressource: avant tout, en stimulant l’émigration interne, et puis et surtout en s’appuyant sur une production industrielle de baisse qualité, mais peu coûteuse, grâce à cette force de travaille que l’on pouvait payer très peu. L’example parfait c’est la cinquecento, une voiture ingénieuse du point de vue méchanique et très peu coûteuse, mais minuscule, lente, assez dangereuse – très semblable aux voitures super-économique que maintenant l’Inde fabrique. Tout le monde reconnaîtra dans ce modèele, cette politique baisse qualité – bas salaires le modèle qui est suivi par la Chine aujourd’hui et qui pousse un boom chinois semblable au boom italien des années cinquante. Mais il y a une différence importante: en Chine on investit les revenues de cette croissance explosive dans l’instruction et la récherche, de façon que dans dix-ving ans, quand la politique des bas salaires ne séra plus faisable, la Chine passera d’une économie fondée sur les bas salaires à une économie mûre et de meilleure qualité, pas très différente de l’économie de l’Allemagne, qui est toujours, même dans cette période de crise globale, peut-être la plus competitive du monde. En Italie, nous avons continué avec la politique des bas salaires, sans passer à une économie plus mûre fondée sur les productions à fort taux d’innovation et de récherche, en confiant sur l’exportation à l’Allemagne et sur la soutien du marché intérieur par des politiques “keynesiennes” d’endettement, de dévaluatation de la lira, de déficit publique. L’on dira que la Chine a un marché intérieur immense – mais le marché Européen qui a representé la fortune du nord-est, mieux collegué à l’Europe centrlae que toute autre macro-région d’Italie, n’est pas petit. Et surtout il faut rappeler que au début des années ’60 il y a eu en Italie un tentatif de developper une structure industrielle fondée sur les ahutes téchnologies. L’example le plus connu c’est celui de Mattei, mais il ne faut pas oublier le cas de Natta et le dévéloppement important de la chemie, et même du nucléaire:l’Italie fût parmi les premiers Pays, avec l’Angleterer et les Etats Unis, à batirs des centrales nucléaires, à Latina et au Graigliano. Je suis un antinucléariste convaincu, mais la signification du nucléaire aux années ’50, bien avant la naissance d’une conscience environmentelle, a une signification bien différente qu’ aujourd’hui. Ce tentatif fût bloqué par les claisses politiques, je soupçonne du moins e partie sours préssion des Etats Unis, qui ne toléraint pas la concurrence italienne, et la mort tragique de Mattei en representa symboliquement l’éclipse.
Et maintenant? La Chine, l’Inde, le Brésil, ont des salaire bien plus bas que l’Italie, l’euro empêche la dévalutation de la monnaie et réduit l’avantage des exporations italiennes en Allemagne – le nord-est presque totalemente déindustrialisé aujourd’hui. Il fallait, en 2000-2002, faire ce que l’on n’avait pas fait pendant les dernières 50 ans, de passer à une écononmie fondé sur linnovation. Je crains que désormais nous avons perdu ce train.
Et maintenant? La Chine, l’Inde, le Brésil, ont des salaire bien plus bas que l’Italie, l’euro empêche la dévalutation de la monnaie et réduit l’avantage des exporations italiennes en Allemagne – le nord-est presque totalemente déindustrialisé aujourd’hui. Il fallait, en 2000-2002, faire ce que l’on n’avait pas fait pendant les dernières 50 ans, de passer à une écononmie fondé sur linnovation. Je crains que désormais nous avons perdu ce train.
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domenica 4 gennaio 2009
Innaturale

Nelle discussioni sulla protezione dell'ambiente, sugli OGM ecc. si trova spesso la contrapposizione tra "naturale" e "artificiale" o innaturale - che ovviamente non hanno senso; costruire oggetti ed utensili fa parte della nostra natura umana, come di quella dei castori fa parte costruire dighe; nei castori è istintiva mentre in noi è ragionata, ma non cambia nulla in sostanza.
Più senso ha la distinzione tra "secondo natura" e "contro natura", cioè indirizzando o modificando le dinamiche naturali, oppure cercando di frenare le dinamiche naturali C'è una storia cinese di un imperatore che per prevenire le alluvioni costruì argini e dighe; tutto andò bene finché una forte piena travolse gli argini e provocò la distruzione dell'impero. L'imperatore successivo costruì canali per far defluire l'acqua; alla prima forte piena le acque scorsero via, e l'impero fu salvo.
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domenica 11 maggio 2008
Cina

Di solito pensiamo alla Cina come al leviatano che, a un ordine dell’imperatore si muove compatto come un sol uomo. Migliaia e migliaia di cinesini che portando un pugno di terra costruendo una immensa diga: questa è l’immagine che associamo alla Cina, oppure il formicaio operoso e incosciente. In realtà la storia della Cina è storia della contrapposizione di un popolo individualista fino al limite della follia, e un potere imperiale che cerca di dare una direzione a questa moltitudine disordinata. Shi Huang Di, il primo imperatore, non era confuciano, che anzi combatté con ferocia spietata, era invece legalista: la scuola legalista sosteneva che l’uomo per sua natura è cattivo (leggi: fa come gli pare) e deve essere piegato con la coercizione. Il pensiero di Confucio, del resto, è anarchico: non egualitario, tutt’altro (l’egualitarismo è un’invenzione del cristianesimo), ma certo anarchico; l’individuo, nel confucianesimo, è subordinato solo alle leggi naturali, non alle leggi dello stato.
In questa lotta millenaria tra l’individualismo e il centralismo imperiale vi sono stati momenti in cui ha prevalso l’imperatore (ai tempi di Marco Polo, ai tempi di Mao), e altri in cui l’impero si limitava ad assicurare l’ordine e lasciava fare la moltitudine. Oggi è uno di questi periodi.
In questa lotta millenaria tra l’individualismo e il centralismo imperiale vi sono stati momenti in cui ha prevalso l’imperatore (ai tempi di Marco Polo, ai tempi di Mao), e altri in cui l’impero si limitava ad assicurare l’ordine e lasciava fare la moltitudine. Oggi è uno di questi periodi.
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