Mi rendo conto che nel post precedente sono stato discretamente neoplatonico. Il fatto è che il mondo funziona sostanzialmente come dice Platone, salvo per una cosa, cioè che le idee sono eterne ma non immutabili - anche al di fuori della contingenza esiste un divenire che poi è un po' l'idea hegeliana.
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venerdì 4 febbraio 2022
martedì 5 febbraio 2019
linguaggio del Capitale
Il "Capitale" è scritto in linguaggio dialettico hegeliano non per una civetteria di Marx o per nostaglia degli studi giovanili, ma perché lil linguaggio dialettico è l'unico che permette di rappresentare il movimento.http://castorphans.blogspot.com/2018/08/marx-dialectic-dynamics-differential.html La teoria marxiana, specialmente quella dei libri successivi al primo, è essenzialmente dinamica, e questo la differenzia dalla staticità dell'intera economia mainstream (non voglio dire borghese).
Tra l'altro la dialettica è anche il linguaggio della politica, e Marx economista non ha senso se si slega dalle dinamiche della lotta di classe della politica.
Tra l'altro la dialettica è anche il linguaggio della politica, e Marx economista non ha senso se si slega dalle dinamiche della lotta di classe della politica.
giovedì 11 febbraio 2016
Marx, Hegel, filosofia e prassi
Quando Marx dice che i filosofi hanno contemplato il mondo, ora devono cambiarlo, non intende che i filosofi si debbano impegnare in politica (un po' come Platone), ma che solo chi czmbia il mondo è il vero filosofo. In altre parole, si impara facendo - anche se poi ovviamente è opportuno, ancorché in fondo non del tutto indispensabile - concettualizzare. E questo modo - materialistico - di vedere è molto più vicino a Galileo(che diceva che la natura va interrogata) piuttosto che a Hegel. Si tratta ovviamente di un rovesciamento dialettico dell'hegelismo, che molti marxisti si guardano bene dal fare, rimanendo quindi più hegeliani che marxisti.
domenica 12 luglio 2015
Materialismo
Molti pensano che essere materialisti significhi pensare che il mondo sia fatto di atomi, o cose del genere. In realtà si può credere che il mondo sia fatto di atomi ed essere idealisti (essere quello che Lenin chiamava empiriocriticisti) perché il materialismo riguarda la direzione di un rapporto causale. Se A causa B, può succedere che sembrii che B causi A, il materialista riconosce il giusto ordine, l'idealista inverte il rapporto causale (inversione che Marx chiama feticismo). Hegel - secondo Marx - era tutto giusto, ma camminava sulla testa, perché pensava che la materia discende dallo spirito; l'economia sembra che dipenda dal capitale, qaundo è il capitale che dipende dall'economia (errore tipico di bordighisti).
lunedì 20 agosto 2012
Marx scienziato
Marx fece studi filosofici, e viene classificato dalla maggior parte dei suoi lettori nella categoria "filosofi". Leggiamo cosa dice Engels nella prefazione alla terza edizione del diciotto brumaio di Luigi Napoleone: "Fu proprio Marx ad aver scoperto per primo la grande legge dell'evoluzione storica, la legge secondo la quale tutte le lotte della storia, si svolgano sul terreno politico, religioso, filosofico, o su un altro terreno ideologico, in realtà non sono altro che l'espressione più o meno chiara di lotte fra classi sociali; secondo la quale l'esistenza, e quindi anche le collisioni, di queste classi sono a loro volta condizionate dal grado di sviluppo della loro situazione economica, dal modo della loro produzione e dal modo di scambio che ne deriva. Questa legge, che ha per la storia la stessa importanza che per le scienze naturali la legge della trasformazione dell'energia, gli fornì anche la chiave per comprendere la storia della seconda repubblica francese". Engels - e non certo per inclinazione positivista e scientista - descrive un Marx scienziato, che da giovane scoprì le leggi scientifiche della storia, da vecchio - dopo aver passato anni a studiare l'economia classica che evidentemente non gli era stata insegnata all'università - le leggi del ciclo economico. Leggi della storia e leggi del ciclo economico sono oggi saldamente incorporate nell'edificio della scienza "ufficiale", anche non marxista o antimarxista, anche se di solito senza riconoscere il debito verso l'odiato scopritore. Se posso esagerare, Marx in fondo non è per niente hegeliano: da Hegel prende però uno strumento fondamentale, la dialettica, perché solo la dialettica permette di rappresentare compiutamente il mutamento e la trasformazione. E le scoperte scientifiche di Marx derivano completamente dall'aver considerato il lato - sarebbe meglio dire il fondamento - dinamico della società e dell'economia.
Ai bordighisti che impazzano nel web, i cui numerosissimi scritti compaiono primi in tutte le ricerca su google, che si sono autoeletti custodi dell'"ortodossia", una sola cosa manca di Marx (ed Engels e Lenin): il movimento (e conseguentemente la capacitò di pensare in modo dialettico).
Ai bordighisti che impazzano nel web, i cui numerosissimi scritti compaiono primi in tutte le ricerca su google, che si sono autoeletti custodi dell'"ortodossia", una sola cosa manca di Marx (ed Engels e Lenin): il movimento (e conseguentemente la capacitò di pensare in modo dialettico).
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venerdì 31 luglio 2009
Rivoluzione

Rivoluzione etimologicamente significa “rovesciamento”. Si tratta cioè di prendere una cosa e metterla sottosopra; in questo modo non si ha la stessa cosa vista in un altro modo, ma una cosa completamente diversa. E’ quello che fece lo stesso Marx, che prese Hegel e lo rovesciò, ottenendo una filosofia del tutto nuova; è quello che fece Galileo, che prese Platone, lo mise sui piedi invece che sulla testa, e ottenne la scienza moderna; è quello che fece Copernico, che prese ciò che stava in fondo – la terra – e lo mise in cielo – e infatti si parla di rivoluzione copernicana. Sto prendendo tutti esempi scientifici – la scienza infatti non è fatta di scoperte, ma di rivoluzioni, in cui si prendono i dati esistenti e si guardano in un altro modo, creando un altro mondo – ma anche i giacobini presero la monarchia assoluta e rovesciandola sulle sue basi fondarono lo stato moderno. Molti, invece, pensano che la rivoluzione consista nel distruggere tutto – sul nulla poi ricostruiranno. E’ quello che fece Martin Lutero, che invece di rovesciare la chiesa del nord, la distrusse, e il risultato fu peggiore – in gran parte dei casi – dell’originale – basti pensare ai cristiani rinati.
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