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domenica 6 settembre 2015

L'invidia del certo medio, il fascismo, i proletari


Il sottotitolo del murale di Zerocalcare (ci manca tutto non ci serve niente) riassume in una frase quello che era (ed è) lo spirito dei proletari (non volere niente) e che ne rappresentava la grandezza in contrapposizione con l'avidità dei borghesi e l'arroganza degli aristocratici.
Purtroppo con l'espandersi del ceto medio, si è creata una moltitudine di persona che (sostanzialmente) non ha niente, ma che invece di accontentarsi di quello che è, rosica moltissimo della sua povertà. Con il ché l'accusa più ricorrente a chi non rosica come loro è quella di essere "spocchioso" (vedi post precedente), tale è il senso di frustrazione e di invidia che la anima. Sarebbe abbastanza comico, se sentimenti dekl genere non fossero gli stessi che furono alla base del fascismo e dei pogrom contro gli ebrei..

domenica 8 giugno 2008

"Roma, 7 giu. (Adnkronos) - Ci sarebbe la gelosia, e forse qualche screzio pregresso, alla base del gesto di sei giovanissime studentesse del liceo Mario Mafai di Roma, che, approfittando della confusione dell'ultimo giorno di scuola, hanno schiaffeggiato e insultato una loro compagna 'colpevole' di essere troppo bella."
L'invidia è certamente il vizio capitale degli italiani, come la superbia lo è degli inglesi. Però una volta gli italiani se ne vergognavano, finché un signore basso, con il rialzo nei tacchi e con pochi capelli ha cominciato a dire che i vizi sono virtù e le virtù vizi - in fondo una tipica idea ermetica. Credo che questo signore sia l'unico massone che prende sul serio gli insegnamenti della massoneria. Il risultato sugli italiani è stato disastroso.