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mercoledì 25 marzo 2020
Jung
la lettura di Jung è sempre vivificante, soprattutto perché ,anche se talora può sembrare misticheggiante, in realtà parla sempre nel segno della razionalità, una razionalità certo simile a quella greca che considerava la totalità dell'essere e non al positivismo morderno.
lunedì 17 febbraio 2020
Jung and fascism
I love, like everybody, carl Gustav Jung. He is the prototype of the wise man, and the reading of his numerous text is always refreshing. Nonetheless he also suffers from the limitations of the "spiritual" approach. He says for instance that the rise of the totalitarisms in the XXth century is a problem of the soul. Fascism (when Jung writes of totalitarism means also the SOviet Unon but his analysis is more suited to fascism) is obviously a problem of the soul, it literally the incapability to love, but the cure to this illness cannot be neither psychonalaysis nor phylosophy bor religion, the only cure is politics. Man must find the solution to his problems in himself, but this self is fundamentally a social construction. Archetypes are only stones in the building of personality, the design of this construction is largelly social.
mercoledì 8 luglio 2009
Art

Art consists in taking form out of ideas - i.e., out of imagination. And the same applies to science.
If we take into account the traditional aristotelian distinction among form and substance, it follows as a corollary that imagination is the substance - something jung would have agreed upon.
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domenica 1 febbraio 2009
Freud e Jung

Freud - oggi abusivamente sequestrato dai filosofi - era un positivista e applicava rigorosamente il metodo scientifico – aveva iniziato i suoi studi sezionando cervelli di lamprede, e chiamava metapsicologia, sul modello di metafisica, quello che non poteva appoggiarsi a casi clinici sperimentali. Solo, non era riduzionista, non perché non gli sarebbe piaciuto – aveva iniziato sezionando i cervelli del vertebrato più primitivo che esista – ma perché si era reso conto che occorrevano “grandezze” nuove per spiegare scientificamente la psiche, un po’ come i fisici degli inizi dovettero introdurre una gran quantità di grandezze apparentemente immateriali come energia, quantità di moto, forza, ecc.
Chi legga l'inizio dell’Interpretazione dei Sogni, dove si riportano gli studi precedenti, si accorge che c’è ben poco rispetto alle moltissime pagine che seguono. Freud, come ogni scienziato scrupoloso aveva cercato, aveva prima fatto una ricerca bibiliografica, ma non aveva trovato fondamentalmente niente.
Jung, che spesso viene contrapposto a Freud, si accorse che la bibliografia già c’era, era amplissima, ma andava cercata nell’astrologia, nell’alchimia, nella cabbala, nei veda, nel buddhismo, nel cristianesimo, in una parola, nella sapienza. E questa sapienza – anzi, queste sapienze – avevano trovato molti dei risultati scoperti da Freud – per esempio, come già ho altre volte, libido, energie psichiche e spirito sono probabilmente la stessa cosa. E la teoria dell’inconscio collettivo deriva proprio dal fatto che le sapienza danno per scontato che lo spirito - l’atem - permea l’universo – in termini freudiani si potrebbe dire che la libido permea l’universo, e che quindi l’inconscio non può essere studiato limitandosi agli individui.
Chi legga l'inizio dell’Interpretazione dei Sogni, dove si riportano gli studi precedenti, si accorge che c’è ben poco rispetto alle moltissime pagine che seguono. Freud, come ogni scienziato scrupoloso aveva cercato, aveva prima fatto una ricerca bibiliografica, ma non aveva trovato fondamentalmente niente.
Jung, che spesso viene contrapposto a Freud, si accorse che la bibliografia già c’era, era amplissima, ma andava cercata nell’astrologia, nell’alchimia, nella cabbala, nei veda, nel buddhismo, nel cristianesimo, in una parola, nella sapienza. E questa sapienza – anzi, queste sapienze – avevano trovato molti dei risultati scoperti da Freud – per esempio, come già ho altre volte, libido, energie psichiche e spirito sono probabilmente la stessa cosa. E la teoria dell’inconscio collettivo deriva proprio dal fatto che le sapienza danno per scontato che lo spirito - l’atem - permea l’universo – in termini freudiani si potrebbe dire che la libido permea l’universo, e che quindi l’inconscio non può essere studiato limitandosi agli individui.
Astrologia

Spesso sorprende come alcuni aspetti dell'astrologia trovino conferma nei fatti; per esempio, la psicologia di una persona spesso corrisponde bene con il suo segno zodiacale; io stesso ho provato a seguire l'oroscopo per il mio segno, e ho trovato una certa corrispondenza. Sembra incredibile che un pianeta remotissimo come Saturno possa influire sulla vita di una persona direttamente; se pensiamo che però la vita ha certamente almeno in parte un andamento ciclico, potrebbe darsi che i pianeti potrebbero in realtà rappresentare degli orologi con periodo più o meno lungo con cui gli astrologi, in mancanza di strumenti tecnologici, misuravano le fasi dei cicli della vita. Jung parlava di "sincronicità" a proposito dell'astrologia, e l'astrologia, che fino al 1600 non si distingueva dall'astronomia, è nata proprio per misurare il tempo, per elaborare calendari e orologi. Inoltre esistono varie astrologie, tra cui alcune, come quella Maya, basate su cicli completamente diversi da quelli occidentali.
In effetti, l'oroscopo consiste in sostanza nella somma di cicli in fase più o meno avanzata; è curiosa la somiglianza con il teorema di Fourier, che afferma che (quasi) ogni funzione può essere approssimata da somme di seni e coseni (cioè di funzioni cicliche dette armoniche). Questo potrebbe significare che i cicli sono arbitrari, e che un numero sufficiente di cicli scelti più o meno a caso può approssimare qualsiasi tortuoso andamento; ma non potrebbe darsi che gli astrologi abbiano individuato almeno alcune delle armoniche fondamentali della vita?.
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martedì 19 agosto 2008
Psicanalisi
Sembra che non funzioni, e invece la psicanalisi funziona benissimo: ma, essendo una terapia iperrazionale, richiede molta razionalità da parte del paziente. John Nash, il matematico protagonista del famoso film, riuscì a uscire addirittura da una schizofrenia – male di solito ritenuto incurabile - sono certo attraverso un difficile processo di autoanalisi.
Certo, i casi di terapia che non funziona non si contano – lo stesso Freud si fece venire dei dubbi. Quando si parla di analisi vengono in mente i newyorkesi di Woody Allen, perennemente in terapia senza mai riuscire a fare un passo avanti.
La psicanalisi di solito non funziona perché non basta capire in che modo funziona l’inconscio e in che modo emerga la nevrosi o la psicosi, ma sulla produzione dell’inconscio bisogna lavorare –non basta sapere come funziona il motore a scoppio per guidare la macchina. Ricordo un caso clinico di Jung, un giovane colto che aveva elaborato una perfetta spiegazione in termini di complesso di Edipo della sua nevrosi. Jung si informò, e scoprì che il giovane non lavorava e viveva con la pensione della nonna poverissima; il giovane non soffriva per un complesso di Edipo irrisolto, ma perché non era abbastanza cinico per non provare un senso di colpa nei confronti della nonna. Meraviglioso buon senso di Jung. Episodio antifreudiano certo, ma che in fondo ci dice che non basta conoscere l’anatomia dell’inconscio, bisogna operare questi organi dell’inconscio, e si tratta di un lavoro che richiede tutta l’immaginazaione di uno Jung – certo, è molto più facile andare avanti a pasticchette che danno una cura sintomatica, ma almeno facilmente ripetibile.
La maggior parte delle nevrosi e delle psicosi hanno a che fare con una perdita del senso della realtà, e la psicanalisi fa proprio questo, aiuta a distinguere nel magma dell’inconscio il vero dal falso, e si tratta di un lavoro molto vicino a quello di uno scenziato che nel magma dei fenomeni trova il senso delle leggi di natura. Purtroppo, nel riportare il paziente alla realtà molti cercano di riportare il paziente alla realtà del terapeuta – gli psicologi sono spesso sottilmente fascisti –, e non alla realtà del paziente. Ognuno ha una sua realtà altrettanto oggettiva di quella universale della scienza, e il bello è che molto spesso questa nostra realtà è sconosciuta prima di tutto a noi.
Certo, i casi di terapia che non funziona non si contano – lo stesso Freud si fece venire dei dubbi. Quando si parla di analisi vengono in mente i newyorkesi di Woody Allen, perennemente in terapia senza mai riuscire a fare un passo avanti.
La psicanalisi di solito non funziona perché non basta capire in che modo funziona l’inconscio e in che modo emerga la nevrosi o la psicosi, ma sulla produzione dell’inconscio bisogna lavorare –non basta sapere come funziona il motore a scoppio per guidare la macchina. Ricordo un caso clinico di Jung, un giovane colto che aveva elaborato una perfetta spiegazione in termini di complesso di Edipo della sua nevrosi. Jung si informò, e scoprì che il giovane non lavorava e viveva con la pensione della nonna poverissima; il giovane non soffriva per un complesso di Edipo irrisolto, ma perché non era abbastanza cinico per non provare un senso di colpa nei confronti della nonna. Meraviglioso buon senso di Jung. Episodio antifreudiano certo, ma che in fondo ci dice che non basta conoscere l’anatomia dell’inconscio, bisogna operare questi organi dell’inconscio, e si tratta di un lavoro che richiede tutta l’immaginazaione di uno Jung – certo, è molto più facile andare avanti a pasticchette che danno una cura sintomatica, ma almeno facilmente ripetibile.
La maggior parte delle nevrosi e delle psicosi hanno a che fare con una perdita del senso della realtà, e la psicanalisi fa proprio questo, aiuta a distinguere nel magma dell’inconscio il vero dal falso, e si tratta di un lavoro molto vicino a quello di uno scenziato che nel magma dei fenomeni trova il senso delle leggi di natura. Purtroppo, nel riportare il paziente alla realtà molti cercano di riportare il paziente alla realtà del terapeuta – gli psicologi sono spesso sottilmente fascisti –, e non alla realtà del paziente. Ognuno ha una sua realtà altrettanto oggettiva di quella universale della scienza, e il bello è che molto spesso questa nostra realtà è sconosciuta prima di tutto a noi.
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lunedì 24 marzo 2008
razionalità
Quando è iniziata l'avventura della scienza moderna ci si è subito accorti che la logica fisico-matematica dei fenomeni non era affatto intuitiva. Non è affatto intuitivo che una palla di legno e una palla di piombo cadano con la stessa velocità. Pian piano la logica fisico-matematica è diventata sempre più astratta, quasi incomprensibile, fino alle conquiste della relatività e della meccanica quantistica. Erano belli i tempi in cui la ragione era un fenomeno naturale e immediato, oggi serve un lungo studio per impadronirsi di questa logica. Dall'altra parte ci si sta accorgendo che la psicologia umana non è razionale neanche nel senso classico; pare che gli economisti la chiamino "irrazionalità prevedibile". In realtà la psicologia segue una sua logica ferrea, fatta di contrappassi e ambivalenze; quando ci si avvicina alle varie sapienze, si viene colpiti dalla esattezza logica di questi saperi; che si tratti in fondo nient'altro che della profonda comprensione della logica, del tutto diversa da quella "razionale" della psiche umana? Dio è inconscio; il grande tentativo di Freud (e di Jung) è stato quello di esprimere questa logica nel linguaggio della logica razionalistica.
E siccome il mondo è ormai dominato da quella che molti amano definire "tecnica", e che in realtà è la logica fisico-matematica, spesso la logica della psiche (le ragioni del cuore che la ragione non conosce) e la logica del mondo (in particolare dell'economia), vengono in conflitto. Non credo che se ne esca fuggendo dalla logica matematica, ma semmai rafforzando questo dualismo.
E siccome il mondo è ormai dominato da quella che molti amano definire "tecnica", e che in realtà è la logica fisico-matematica, spesso la logica della psiche (le ragioni del cuore che la ragione non conosce) e la logica del mondo (in particolare dell'economia), vengono in conflitto. Non credo che se ne esca fuggendo dalla logica matematica, ma semmai rafforzando questo dualismo.
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