lunedì 24 marzo 2008

razionalità

Quando è iniziata l'avventura della scienza moderna ci si è subito accorti che la logica fisico-matematica dei fenomeni non era affatto intuitiva. Non è affatto intuitivo che una palla di legno e una palla di piombo cadano con la stessa velocità. Pian piano la logica fisico-matematica è diventata sempre più astratta, quasi incomprensibile, fino alle conquiste della relatività e della meccanica quantistica. Erano belli i tempi in cui la ragione era un fenomeno naturale e immediato, oggi serve un lungo studio per impadronirsi di questa logica. Dall'altra parte ci si sta accorgendo che la psicologia umana non è razionale neanche nel senso classico; pare che gli economisti la chiamino "irrazionalità prevedibile". In realtà la psicologia segue una sua logica ferrea, fatta di contrappassi e ambivalenze; quando ci si avvicina alle varie sapienze, si viene colpiti dalla esattezza logica di questi saperi; che si tratti in fondo nient'altro che della profonda comprensione della logica, del tutto diversa da quella "razionale" della psiche umana? Dio è inconscio; il grande tentativo di Freud (e di Jung) è stato quello di esprimere questa logica nel linguaggio della logica razionalistica.
E siccome il mondo è ormai dominato da quella che molti amano definire "tecnica", e che in realtà è la logica fisico-matematica, spesso la logica della psiche (le ragioni del cuore che la ragione non conosce) e la logica del mondo (in particolare dell'economia), vengono in conflitto. Non credo che se ne esca fuggendo dalla logica matematica, ma semmai rafforzando questo dualismo.

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