lunedì 16 febbraio 2009

Dr. House


Stavo vedendo, dopo molto tempo, una puntata del Dr. House. House è molto divertente, perché si prende continuamente in giro; ma se si prendesse sul serio - per quanto dal punto di vista medico la aserie sia assai didattica -sarebbe un perfetto fascista. Ai ragazzi piace moltissimo, ma, ahimé, in questa generazione sono un po' tutti vagamente fascisti. Non si può far loro una colpa di questo; il messaggio universale e unico che li ha martellati è: "fatti strada calpestando il tuo vicino"; i ragazzetti, in realtà, hanno rifiutato questo messaggio, ma qualcosa di questo lavaggio del cervello è rimasto loro attaccato.

lunedì 9 febbraio 2009

Cambiamento


La nostra era abbonda di laudatores temporis acti. Ora, quando le cose cambiano, si perde da una parte e si guadagna dall'altra; quando siamo passati da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori, per esempio, abbiamo perso moltissimo, ma abbiamo guadagnato moltissimo; quando siamo passati dalla tradizione orale a quella scritta abbiamo perso moltissimo - come ci ricorda Platone in un passo famoso - ma abbiamo guadagnato molto di più - oltre che dal punto di vista pratico, la scrittura ha potenziato enormemente le nostre facoltà logiche. I nostalgici del passato non si lagnano, tuttavia, di ciò che perdono; si lagnano del cambiamento di per sé; non sanno, i tapini, che si può indirizzare il cambiamento in una direzione che minimizza quello che si perde - era quello che tentava di dire Pasolini, in modo caotico e poco comprensibile, perché era un poeta, ma in modo efficacissimo.

Eluana


Berlusconi ha detto: "non si poteva aspettare un altro po' prima di portare Eluana in clinica?" Santa pazienza! Sono 16 anni che il padre di Eluana aspetta. Piuttosto - senza entrare nel merito e mettendosi nei panni del governo - invece di attuare un provvedimento palesemente contra legem come quello di Sacconi che ha impedito, fino alla sentenza del TAR, di sospendere l'alimentazione artificiale, la legge speddy gonzalez che stanno approvando in questi giorni, non potevano predisporla prima? Purtroppo per questo governo l'urgenza non è l'urgenza dei problemi, ma l'urgenza di correre appresso ai media.
E adesso entro invece nel merito. Quello che la curia chiede al padre di Eluana non è di "salvare" la vita della figlia - Eluana ha, quasi sicuramente, il cervello devastato, come verrà fuori dall'autopsia, questo significa "stato vegetativo permanente" - quando di assistere a un cadavere che respira. I preti hanno una lunga tradizione di "contemplazione della morte". Quanto alle molte persone in buona fede, l'impressione che ho è che un minimo di sensibilità e di pietà suggerirebbero di lasciare in pace queste due persone - una viva e una morta - su cui si è abbattuta una tragedia; invece continua allegramente un simpatico dibattitto filosofico, che andrebbe benissimo nelle aule di Ratisbona - ma sembra che l'appello del padre di andre a vedere non sia stato capito.
Di solito i post di attualità politica li scrivo in tedesco, ma questa volta faccio un'eccezione; se non fosse una tragedia, sarebbero riusciti a trasformarla in una farsa.

venerdì 6 febbraio 2009

Agricoltura


Spesso, quando sentiamo degli accordi e degli scambi dei politici, proviamo un moto di disgusto o di antipatia. Ma temo che non dalla mancanza di disinteresse dei politici nasca l'irritazione, quanto da un antico pregiudizio dei contadini (e ovviamente dei proprietari terrieri e degli aristocratici), che ritengono che il commercio - delle cose e degli uomini - sia qualcosa di sporco e immorale. Il commercio è invece una cosa bellissima, nulla è più umano, in quanto nasce dal linguaggio; immorale fu cominciare a profanare la terra con l'aratro. La cacciata dall'eden è avvenuta probabilmente proprio qualche migliaio di anni fa, quando scoprimmo l'agricoltura, e nacquero la guerra, la miseria - che i cacciatori-raccoglitori non conoscevano - la siopraffazione e soprattutto iniziammo a calpestare la natura. Una mia segreta speranza è che, con la rivoluzione industriale, questo ciclo infausto - che per i veda corrisponde al kali juga, l'età della guerra - si sia chiuso, e abbia cominciato a iniziarne un altro che ci riporterà, se non alla madre terra, all'ecosistema.

martedì 3 febbraio 2009

Oroscopi


Se uno fa l’oroscopo secondo i sistemi delle varie culture, i risultati dell’oroscopo occidentale e cinese in larga parte si sovrappongono, mentre gli oroscopi maya e celtico danno un ritratto del tutto diverso, non contraddittorio con quello occidentale ma complementare. Diverse culture, evidentemente, hanno dato importanza primaria a diversi tratti del carattere e costruiscono quindi l’io in modo diverso. Un maggior pluralismo nel vedere sé stessi e gli altri ci renderebbe contemporaneamente più flessibili e più sereni, forse.

Biodiversità


Il mio professore di botanica è andato cercando per tutta la vita di misurare la biodiversità, senza riuscirci. Ora, per biodiversità non intende quello che intendono tutti, cioè un elevato numero di specie e una bassa dominanza (cioè un alto numero di specie per “unità di comunità”), ma si riferisce a un’esperienza che è naturale per un naturalista: alcune comunità sono “belle” e altre sono “brutte”. Siccome non è consapevole di cosa sta cercando, si è infognato negli indici di diversità, senza cavare un ragno dal buco. Quello che però sembra certo è che le comunità “belle” sono poco produttive, mentre le comunità produttive sono “brutte”. Sembrerebbe quindi che in ecologia “bellezza” e funzione vadano in direzione opposta, ma questo è vero solo se identifichiamo la funzione con la produttività; se identifichiamo la produttività con la sopravvivenza (la fitness), il che ha molto più senso evoluzionisticamente, allora forse la contraddizione si riconcilia. Dico forse, perché, come nessuno sa come misurare la “bellezza” di una comunità, nessuno sa come misurare la sopravvivenza di una comunità intera; esistono indici di stabilità, ma sono molto controversi e poi non è detto che elevate fluttuazioni delle popolazioni siano incompatibili con la sopravvivenza. Incidentalmente, per l’evoluzione non ha nessuna importanza che un animale sia più forte, più produttivo, più veloce, più grande; l’unica cosa che conta è la sua sopravvivenza – E’ una bella forma di antropomorfismo identificare fitness con forza e potenza. Per essere precisi, bisogna riferirsi a una popolazione di animali, perché, se la selezione avviene a livello di individuo, le variabili dell’evoluzione (frequenza allelica, fitness, pressione selettiva) non hanno senso a livello di individuo ma solo di popolazione. Faccio queste precisazioni perché molti biologi si lamentano che l’evoluzione non sia capita dai suoi detrattori, ma quando poi tentano di spiegarla, parlano sempre di caso e necessità, che sono interessanti dal punto di vista religioso, ma hanno poco a che fare con i modelli matematici dell’evoluzione che ho tentato di riassumere.

domenica 1 febbraio 2009

Energia

Ho scritto più volte, recentemente, che spirito, libido ed “energia” sono probabilmente la stessa cosa. Ma di cosa si tratta, in termini grettamente materialistici? Di un un fluido che permea il corpo e l’unverso? La sapienza vedica dice che c’è un flusso di energia che va dal perineo alla testa e che ha il suo centro nel plesso solare. E’ qualcosa di perfettamente percepibile, basta farci attenzione, e credo che si tratta non di qualche misterioso “calore” che passa per il corpo, ma di una serie di tensioni muscolari che noi percepiamo continuamente, in parte consciamente, in massima parte inconsciamente, attraverso la propriocezione – il risveglio di cui parlano tante religioni consisterebbe allora nell’essere coscienti di questa propriocezione. La magia dal conto suo riconosce che esistono luoghi molto energetici e altri meno – e anche questo è perfettamente percepibile. Anche in questo caso credo si tratti del fatto che percepiamo una relazione particolarmente forte fra noi e il luogo e delle parti del luogo fra di esse.
In sintesi, credo che l’”energia” non sia una “cosa”, ma sia una relazione tra le cose – così come l’energia fisica non è una “cosa” ma una grandezza che descrive alcune proprietà dello spazio.

Psiche


Noi conosciamo poco o nulla della psiche. I neurologi stanno elaborando una mappa del cervello, ma temo che sia come cercare di capire il funzionamento del motore a scoppio smontando un’automobile. Bisognerebbe ricordare che gli anatomisti del XVI e XVII secolo credevano ancora alle idee di Aristotele sull’apparato circolatorio, e mai avrebbero immaginato l'esistenza della circolazione del sangue, che fu scoperta da Harvey con un esperimento che fece largamente a meno dell’anatomia. Temo anche che quando avremo cominciato a conoscere veramente la psiche, non avremo fatto altro che ritrovare le scoperte che già hanno fatto le varie sapienze – la cabbala, i veda ecc. Anzi, ne sono quasi sicuro; finché rimarremo riduzionisti – e il riduzionismo non è la scienza, nessuno si è sognato per esempio di ridurre la fisica a matematica ( anche se la teoria delle superstringhe è qualcosa che è molto vicino a una riduzione della fisica a matematica, e infatti è molto dibattuta) – non potremo capire veramente la psiche e lasceremo ampio spazio ai preti, curiosamente alleati con scenziati riduzionisti, che credono di essere materialisti ma in realtà sono solo poco curiosi.

Freud e Jung


Freud - oggi abusivamente sequestrato dai filosofi - era un positivista e applicava rigorosamente il metodo scientifico – aveva iniziato i suoi studi sezionando cervelli di lamprede, e chiamava metapsicologia, sul modello di metafisica, quello che non poteva appoggiarsi a casi clinici sperimentali. Solo, non era riduzionista, non perché non gli sarebbe piaciuto – aveva iniziato sezionando i cervelli del vertebrato più primitivo che esista – ma perché si era reso conto che occorrevano “grandezze” nuove per spiegare scientificamente la psiche, un po’ come i fisici degli inizi dovettero introdurre una gran quantità di grandezze apparentemente immateriali come energia, quantità di moto, forza, ecc.
Chi legga l'inizio dell’Interpretazione dei Sogni, dove si riportano gli studi precedenti, si accorge che c’è ben poco rispetto alle moltissime pagine che seguono. Freud, come ogni scienziato scrupoloso aveva cercato, aveva prima fatto una ricerca bibiliografica, ma non aveva trovato fondamentalmente niente.
Jung, che spesso viene contrapposto a Freud, si accorse che la bibliografia già c’era, era amplissima, ma andava cercata nell’astrologia, nell’alchimia, nella cabbala, nei veda, nel buddhismo, nel cristianesimo, in una parola, nella sapienza. E questa sapienza – anzi, queste sapienze – avevano trovato molti dei risultati scoperti da Freud – per esempio, come già ho altre volte, libido, energie psichiche e spirito sono probabilmente la stessa cosa. E la teoria dell’inconscio collettivo deriva proprio dal fatto che le sapienza danno per scontato che lo spirito - l’atem - permea l’universo – in termini freudiani si potrebbe dire che la libido permea l’universo, e che quindi l’inconscio non può essere studiato limitandosi agli individui.

Sapienza

A una certa età, tutti i laici sinceri si interessano di quello che ha da dire la sapienza e la mistica – nelle sue infinite forme: la sapienza amorosa cristiana, la cabbala, il rigoroso pensiero buddhista, lo sciamanesimo americano, il sufismo, i veda. Non è, come potrebbe sembrare, che si nasce incendiari e si muore pompieri, tutto al contrario: a un certo punto ci si accorge che l’approccio più o meno scientifico che un laico applica alle cose della vita e del mondo si ritrova, anche se con un linguaggio diverso, e applicato a un oggetto particolarissimo come lo spirito, nella sapienza e nella mistica. Per esempio – e me ne sono accorto tardissimo – la libido freudiana, quella che gli sciamani messicani chiamano energia, e lo spirito santo, sono, sospetto, la stessa cosa.
Ci sono però tante altre parti in una religione, oltre alla sapienza: l’etica – e di quella un laico può fare benissimo a meno, perché ha la sua – la teologia, che è l’equivalente della filosofia; ma temo ci sia anchequalcosa che non capisco, che va al di là della sapienza; del resto per il vedismo la realtà ultima non è lo spirito (atem) ma qualcosa di indefinibile (brahman)

Scienza e religione


Ogni persona sensata sa che c’è una divisione dei campi tra scienza e religione – la scienza si occupa della materia, la religione dello spirito. Lo scenziato che valica il limite diventa una scientista, cioè uno che fa della scienza una religione, il che è un tradimento dello spirito scettico e materialista della scienza; il religioso che valica il limite, mischia le cose dello spirito con le cose della materia, che è il contrario di qualsiasi religione. Tutti e due sono poi destinati al fallimento, perché i loro strumenti sono stati sviluppati per occuparsi dei campi rispettivi, e non per quelli dell’altro.

Ci si dimentica però spesso che questa suddivisione dei compiti non nasce da motivazioni inerenti al metodo scientifico e al metodo religioso, ma dal fatto che, quando la scienza nacque, nel XVII secolo, chi avesse travalicato i confini sarebbe finito sul rogo, come accadde a Giordano Bruno – a dire il vero i preti avrebbero preferito che la scienza non nascesse proprio, ma fecero di necessità virtù anche in vista dei vantaggi pratici che la scienza prometteva. Più tardi, durante l’illuminismo e nel XIX secolo, quando il potere della religione andò notevolmente indebolendosi, gli scienziati e i laici fecero un’operazione che - pensavano - avrebbe fatto recuperare loro le posizioni che la religione aveva mantenuto così salde nel XVII secolo: negarono l’esistenza dello spirito. E ancora a questo punto siamo – ateismo o agnosticismo, parole di per sé quanto mai vaghe, per un moderno significano grosso modo che non esiste lo spirito.

Per quanto riguarda me, da giovane non mi sono mai posto il problema, fedele alla massima di Wittgestein che di ciò di cui non si può parlare bisogna tacere; verso i trent’anni, però, un po’ pià esperto delle cose della vita e degli uomini, mi sono accorto che – se l’anima immortale dubito fortemente che esista, e spero di non essere smentito quando sarà il momento – lo spirito esiste eccome, ed è qualcosa che si percepisce; tra l’altro, corrisponde probabilmente con quello che Freud chiama libido. Ora, non ci sono motivi per cui lo spirito non debba essere indagato con metodo scientifico, purché si riconosca che esiste e che è un oggetto di ricerca a sé, e non si tentino scorciatoie riduzionistiche – al riduzionismo si arriva, non si parte dal riduzionismo, la meccanica statistica, che riduce la termodinamica a meccanica newtoniana, è stata inventata dopo la termodinamica, la più fenomenologica delle parti della fisica. Anzi, da quel che ho capito, la mistica e la sapienza sono uno studio dello spirito che adotta un criterio assai simile a quello scientifico. Se ne stanno accorgendo i neurologi, che scoprono ogni giorno corrispondenze tra le loro scoperte e la sapienza orientale.

Limite

Il concetto di limite sta alle fondamenta stesse della scienza. Le idee chiare e distinte – quelle che distinguono la scienza dalle idee nebulose e vaghe dei discorsi non scientifici – sono proprio quelle ben delimitate – in matematica la prima cosa che si deve sapere di una funzione è il suo campo di esistenza i suoi limiti. Al contrario, i discorsi non scientifici – esoterici, mistici, ecc. – ricercano una conoscenza senza limiti. La bacchetta magica è quella che permette di fare tutto, mentre la scienza usa uno strumento diverso per ogni problema.

L’esistenza di limiti, tuttavia, fa nascere automaticamente il desiderio di superarli – in genere quando si incontra un ostacolo invalicabile si cerca un’altra strada per aggirarlo, e questo è quello che storicamente la scienza ha fatto quasi sempre. Inventando una nuova strada dopo l’altra, la scienza – sotto sotto – spera di coprire l’intero spazio infinito del mondo. Ma è possibile coprire questo spazio infinito con una sovrapposizione di conoscenze limitate? Non lo sappiamo, ma ho il sospetto – ed è un sospetto che mi nasce da alcuni problemi matematici, in particolare topologici, come il fatto che non si può coprire una sfera con una serie di piani – che non sia possibile: rimarrebbe allora spazio per la religione.

Astrologia /II

Dicevo prima che l’astrologia, probabilmente consiste nella scomposizione del corso tortuoso della vita in una serie di cicli – un po’ come l’analisi di Fourier scompone una funzione in una somma di seni e coseni – e che le orbite dei pianeti, lungi dell’esercitare un influsso diretto sugli uomini, sono ninet’altro che grandi “orologi” che servono per calcolare i tempi di questi cicli – Jung parlava di sincronicità. Del resto anche l’astronomia tolemaica, che non è stata distinta dall’astrologia fino a dopo Keplero, si basava (nella forma originale e non in quella divulgativa scolastica), sulla sovrapposizione di cicli ed epicicli.
Ora, l’astrologia – tutte le astrologie, quella vedica, occidentale, maya - assume cicli perfettamente regolari e omogenei. I pianeti furono scelti - al posto per esempio della fioritura degli alberi - perché il loro moto è perfettamente regolare e omogeneo, e non sottoposto a bizzarrie imprevedibili; ma sappiamo da quattro secoli che invece i pianeti rallentano quando sono lontani dal sole e accelerano quando sono vicini, e seguono un’orbita “brutta” come un’ellisse. D’altra parte, cosa ci impedisce di pensare che i cicli della vita non subiscano rallentamente e accelerazioni, che scombinaano il preciso orologio stabilito dal tema natale? Credo del resto che il problema possa essere stato percepito dagli stessi astrologi, in quanto esistono diversi tipi di dominazione - che consiste nel suddivide i ciclo del sole in intevalli - e alcuni prevedono intervalli diseguali, che è esattamente quello che avrebbe fatto un astrologo che conoscesse le leggi di Keplero. Sarebbe insomma divertente inventare un’astrologia kepleriana. Se poi si potesse inventare un’astrologia newtoniana, e addirittura un’astrologia einsteiniana, sarebbe ancora più divertente – sempre che non esistano già, i filosofi hanno pensato più cose di quante ce ne siano in cielo e in terra.

Astrologia




Spesso sorprende come alcuni aspetti dell'astrologia trovino conferma nei fatti; per esempio, la psicologia di una persona spesso corrisponde bene con il suo segno zodiacale; io stesso ho provato a seguire l'oroscopo per il mio segno, e ho trovato una certa corrispondenza. Sembra incredibile che un pianeta remotissimo come Saturno possa influire sulla vita di una persona direttamente; se pensiamo che però la vita ha certamente almeno in parte un andamento ciclico, potrebbe darsi che i pianeti potrebbero in realtà rappresentare degli orologi con periodo più o meno lungo con cui gli astrologi, in mancanza di strumenti tecnologici, misuravano le fasi dei cicli della vita. Jung parlava di "sincronicità" a proposito dell'astrologia, e l'astrologia, che fino al 1600 non si distingueva dall'astronomia, è nata proprio per misurare il tempo, per elaborare calendari e orologi. Inoltre esistono varie astrologie, tra cui alcune, come quella Maya, basate su cicli completamente diversi da quelli occidentali.


In effetti, l'oroscopo consiste in sostanza nella somma di cicli in fase più o meno avanzata; è curiosa la somiglianza con il teorema di Fourier, che afferma che (quasi) ogni funzione può essere approssimata da somme di seni e coseni (cioè di funzioni cicliche dette armoniche). Questo potrebbe significare che i cicli sono arbitrari, e che un numero sufficiente di cicli scelti più o meno a caso può approssimare qualsiasi tortuoso andamento; ma non potrebbe darsi che gli astrologi abbiano individuato almeno alcune delle armoniche fondamentali della vita?.