lunedì 29 settembre 2014

Walter Siti III (il realismo è l'impossibile)

Nei romanzi di Walter Siti c'è molto pop e molto post-moderno, e anche abbastanza pornografia. Sono cose divertenti e spesso anche istruttive, come era istruttivo Umberto Eco che studiava i media. Però ogni tanto, per qualche riga, qua e là,  sembra di leggere Virgilio - esagero ovviamente, ma quella bellezza pura, rotonda e spirituale che i moderni in genere non riescono a ricreare c'è realmente. Non so come ci riesca, probabilmente è un po' pagano (come tutti gli italiani del resto). Nel suo saggio "il realismo è l'impossibile" dice più o meno che nel romanzo realista (intende essenzialmente Dickens/Flaubert ) la realtà irrompe come delle brevi apparizioni surreali in mezzo alla finzione letteraria. Quello che lui percepisce come realtà è quello che a me appare come bellezza classica - del resto truth is beauty and beauty is truth.

giovedì 25 settembre 2014

MAAM-MAXXI

When Walter Veltroni created the MAXXI, he watned to create the Roamn ewuivalent of the Beaugourg. The operation failed, not only because, after having spent billions to build the building,. They had no more money to buy the art to put into the container, but mainly because museum of modern art are daramatically different from museum of classic art. Museum of classic art are collections, with the objective of displaying the history of art, of simply for the amusement of the visitors. A museum of contemporary art is mainly a place wher the artistic world meets – artists but also critics, collectionists, the public.And nobody meets in the MAXXI, apart from families with little children.

The failure of the MAXXI was the first idea that catched my mind when I visited the MAAM, a strange museum in a squat in an abandonend factory in the suburbs of Rome. Here there are 400 pieces of art – and here the artistic world of Rome meet, and the context is not designed by an archistar but is new and fascinating like the Beaubourg when it was build in the 80’s.

But why MAAM succeded where MAXXI failed? The problem is that only the king can found big institution of art – like the Uffizi, the Louvre and the Beaubourg. In Rome, the last king was Tarquinius the Superb (apart from Totti), and the power passed to the Senate and the People of Rome (Senatus populusque romanus). The Senate is the church, and the people is .. the people. And the people of Rome is the people of the suburbs, the people that occupied the abandoned factory and that has the power to commit artists to embellish his dwelling.

The people of the MAAM like to compare their effort to the artistis of Mediaeval cathedral. They say so because they reject the artist as god that arose in the XVIth century and became so annoying in the XXth, but the art of the cathedrals was for the glory of god. When I walk the rooms of the MAAM I feel more like in the Vatican Stanzas, and it is no case that one of the paintings is named “La Cappella Porcina” (The Swines’ Chapel). Michelangelo Pistoletto, in a video, thinks to something like the “Soziale Plastik” (this is not suprising, he deruives from Beuys), but here again I think there is a misunderstanding: here the squatters are not like Beuys, they are more like Peggy Guggenheim (the home of Peggy Guggenheim in Venice reminds strongly the MAAM).

It is perhaps surprising that such an enterprise occurs in a period where market and money are the only legitimate power and political power is scowled at; but perhaps not.





martedì 23 settembre 2014

Starbucks

Ricordo, anni fa, due americani che entravano in un bar è chiedevano un moccaccino o qualcun altro degli strani intrugli che hanno fatto la fortuna di Starbucks. Ovviamente il barista non sapeva di cosa parlassero, e mi ha divertito vedere in questo splendido documentario della BBC (la parte su Starbucks conmincia a 47.25) la stessa esperienza.  Comunque, al di là dell'ilarità, è interessante quello che dice all'inizio: Starbucks voleva vendere l'esperienza del caffè italiano agli americani. Che, in altre parole, significa vendere l'otium pagano degli italini ai calvinisti anglosassoni. E pare che questo otium, agli anglosassoni, piaccia moltissimo.

Loops, ecosystems and indicators

What is the difference between ecosystems and other systems? The main difference is that in ecosystems feedbacks are present. Ecology deals with a disparate array of things: flow of matter and energy, bioclimate, niches, population biology, competition, evolution, food webs, macroecology, but I am convinced that the unifying concept is that of feedback. Other systems can be very complex, but they present no loops. An exception is perhaps economy, where a few feedbacks are present.


It is often not realised that when you have a causal loop, like in the figure, you can do no statistics and even any quantification is difficult


In fact you cannot have differet fixed levels of A in order to study the relationship AB; when you increase A f a quantity g, it will increase a larger (or a lesser) quantity g + h due to indirect relationship via C.

But there is a way to turn around this problem. If you have a causal branch in the network that ends in D, measuring D you can asses the state of the loop ABC. The element D is an indicator. Ecologysts often frown at indicators they are reductionist, and they believe that elements indirectly related to a system are unimportant.  And yet indicator are the only way to quantify the elements of the system when loops – i.e. feedbacks – are present. The usual method is to build a reasonable model and to compare the prediction with the patterns observed. The problem is that the number of models that are compatible with observation is usually immense. Moreover, history of science teach us that often scientific laws are not reasonable –  it is neither intuitive nor reasonable that the sub turns around the earth, it seems exactly the opposite.

But I am afraid that it will take much untile ecologists will recognize that they look at ecosystems the worng way. Think for a moment to the successful theories in ecology, like island biogeography, they always concern systems without loops. The problems begin when you have loops.

sabato 13 settembre 2014

Antipolitica

Nel post precedenti ricordavo l'equazione fondamentale politica = guerra. In realtà, questa considerazione non nasce certo dalla riflessione sui libri di Machiavelli, ma dall'esperienza diretta (le idee vanno sempre messe alla prova con l'esperienza). Prima del 1989 c'era le guerra fredda, il che significa che eravamo tutti schierati, volenti o nolenti, esattamente come due eserciti schierati l'uno di fronte all'altro. Gli italiani, a dire il vero, per cui vale l'eterna massima "o Franza o Spagna basta che se magna" in larghissima maggioranza facevano i vaghi - la famosa maggioranza silenziosa - però di fatto era impossibile non schierarsi, e questa maggioranza di solito faceva finta di essere di sinistra (perché la sinistra sembrava lo schieramento più forte) ma in realtà era di destra. Berlusconi deve essere stato un grandissimo sollievo, perché da un parte ha legittimiato il sanfedismo di fondo di un bel pezzo del Paese, dall'altra e soprattutto significava che non c'era più bisogno di schierarsi, e di fare la guerra - anche se ovviamente, dato che l'italiano non può vivere senza maschera, i toni . ma non la sostanza - sono diventati di guerra senza quartiere.

Ma non era di Berlusconi che volevo parlare. Volevo sottolineare come chi parla di antipolitica non si renda conto che questa è semplicemente una conseguenza del fatto che la guerra è finita. I grillini non son tutti giovani, ma il la lo danno quelli che sono nati dopo il 1989. Non ragionano in termini di conflitto tra le forze sociali, politiche, nazionali ed economiche, ma in termini di "legalità", e la legalità, se gli si vuole dare un senso non del tutto reazionario, è un concetto squisitamente di pace. Ovviamente i toni sono da rivoluzionari, ma questo un po' è un posa, un po' è perché, come i loro avversari non si rendono conto che si tratta di persone che ragionano in termini di pace e non di  guerra, e li definiscono "antipolitici", loto stessi non si rendono conto che le forme rivoluzionarie che adottano erano modellate su un mondo di guerra totale (ancorché fredda) che è finito.

Ah, ovviamente non mi sono dimenticato che l'occidente è coinvolto in una specie di terza guerra mondiale contro l'islam. Però sono guerre che fanno le élites senza coinvolgere direttamente la gran massa dei cittadini.

Politica e guerra

Uno degli argomenti ricorrenti di questo blogghetto è, ovviamente, Machiavelli. In un post precedente ricordavo che la politica è guerra - di per sé Machiavelli questo non l'ha scoperto, è un dato di fatto - e che quindi in politica bisogna adottare la morale di guerra, non la morale di pace. Dicevo così perché se non si parte dal presupposto della guerra il Principe potrebbe sembrare - come è sembrato a molti -  un elogio del trasformismo o della ragion di stato (come Schmitt), quando è esattamente il contrario. In un altro post distinguevo infatti machiavellici e machiavelliani - Giuliano Ferrara per esempio appartiene a questi ultimi. Non posso non ricordare come la sinistra interpretasse, in ultima analisi, il comunismo come uno stato di mobilitazione, di lotta permanente - non a caso si parlava di militanti, e che i regimi dell'est erano basati su un'organizzazione sostanzialmente militare della società. La libertà si realizza attraverso la guerra (= politica) in cui tutti sono uguali. La borghesia, per contro, è decisamente per l'eliminazione della guerra, della politica e dello stato.

Tuttavia, Machiavelli non ha scritto solo il Principe. Il Principe, anzi, ha la sua occasione nella speranza di rientrare nelle grazie del principe dopo le vicissitudini che avevano portato Machiavelli all'allontanamento dalle carica pubbliche. Machiavelli è anche l'autore del discorso sopra la prima deca di Tito Livio, in cui si interroga su come sia possibile istituire una repubblica di liberi, eguali. e pacifici. Non credo che Machiavelli abbia trovato la risposta, e sembra che non ci sia ancora riuscito nessuno, però questo significa che l'equivalenza politica = guerra - o l'autonomia del politico - sono per Machiavelli solo un punto di partenza , non di arrivo. Forse se i grillini studiassero quest'ultimo libro si costruirebbero una base teorica un po' più solida che il miscuglio di elementi anarchici e della destra americana che sembra guidarli. E sarebbe una base anche un po' più rivoluzionaria.


domenica 7 settembre 2014

Ciceone

Al centro in alto nel bassorilievo della Saturnia tellus, sull'Ara Pacis a Roma, sopra la dea centrale è raffigurato un mazzolino estremamente significativo.


Se si tratta di un rilievo originale, e non di un restauto, si vedono chiaramente le capsule del papavero da oppio (Papaver somniferum), raffigurate molto realisticamente. Sono insieme con spighe di grano e piante stilizzate simili a gigli.

Le spighe di grano fanno immediatamente pensare che si tratti degli ingredienti del ciceone, la bevanda che veniva somministrata nei misteri eleusini, che è stato ipotizzatocotnenesse anche oppio.

Cosa interessante i gigli e il papavero da oppio sono presenti anche in una tavoletta minoica che ho discusso in un post precedente



Tra l'altro il bassorilievo rappresenterebbe l'età dell'oro, e nel post supponevo che la tavoletta fosse collegata al mito biblico del giardino dell'eden.

Incidentalmente il frutto del melograno - implicato nel mito di Persefone e stettamente collegato ai misteri eleusini - è alquanto simile al frutto (capsula) del papavero da oppio, tanto che ho avuto un attimo di esitazione nell'identificazione quando ho visto per la prima volta il bassorilievo.



sabato 6 settembre 2014

Mithraism

I visited recently the National ROman Museum of Rome and I paused longly in front of the low reliefs of Mithra with the ritual killing of the bull. Mithra kills the bull with a knife, and a scorpion pricks his testicles whereas a dog and a snake lick his blood. On the left and the right there are two boys holding a torch. one with the torch upright and the other wit the torch dowright. On the upper side there are the sun and the moon and a crow. I was pondering that Taurus and Scorpio are opposite in the zodiac, and are among the most brilliant costellation. Is it possible that the tauroctony is a representation of the sky? I went back home sure to have done a big discovery and alas! A rapid research on Wikipedia showed that it was proposed 20 years ago by Ulansey. This brilliant reseracher says that Mithra represent the precession of the equinoxes, and that the mithraeum is a representation of the sky from above (this is attested by ancient authors). Therefore the initiation to mythraism made the adept - probably - able to fly above the sky of the fixed stars, in a manner similar to that described by Plato in the Phaedrus (and also as experinced much later by Dante in his journey to Paradise). In this way the interpretation of the main lines of mithraism is relatively straightfowrard (although of course the spiritual experinece of the adept is not).

I have - perhaps - just a little contribution to give to this nice interpretation. it is said that Mithra was identified with Ophiucus. In my opinion it was Orion, that is much more brilliant and reminds strongly the shape of Mithra.


venerdì 5 settembre 2014

Darwin and von Humboldt

I discuss agian the interesting paper on Nature about the determinants of productivity.  I discuss it again since it is very good science, and yet the interpretation is flawed by philosophical biases that are not fully recognized.

The paper says that productivity is directly related to size and age and indirectly related to climate. I said in the previous post that indirect relationship are considered not real by ecologists. It took much time in law to ackowledge that indirect responsability are as real as direct responsabilities. But there is another consideration, this time concerning the history of science. We have two main schools in ecology: the German and the anglo-saxon. German school was founded by Alexander von Humboldt, anglo-saxon school by Darwin. The German school focuses on the relationship betwwen the physical environment and the organisms, whereas the anglo-saxon school tries to explain ecosystems relying only on organisms. Representatives of the German school often define their appraoch as "holistic", but this word makes little sense; what matters is emphasis on the physical environment.

The above papers shows that both the physical environment (the climate) and the organisms (size and age) play a role in productivity. The physical environment has only indirect effect. but this is trivial, since the effect of environment on ecosystems is always mediated by organisms. And yet you have not the full explanation if you do not consider the physical environemtn. Organisms are immersed in the environment, and are shaped by it, although of course a very relevant part of their life are organism to organism relationships (as stressed by Darwin in the Origin of Species).

But anglosaxon think generally that the German approach is unscientific, and anglo-saxon are hegemonic. Therefore climate cannot be a determinant of productivity.


Indirect relationships

It seems that chicken can count up to 3. But ecologists seem to be able to count only up to 2. Consider the following diagram.


In the seqeunce above, AB and BC are direct relationships, whereas AC is an indirect relationship. You need to know the two direct relationship to accurately model the sequence of relationships, but you need to take into account indirect effects, i.e. the complete picture, in order to understand the system. If you consider only part of the system, you  explain nothing. If I pay a killer and the killer kills you, the judge will condemn me, and the killer to a lesser punishment. But ecologists think tha indirect relationship do not exist. They will codnemn only the killer, not the instigator. Consider for instance this interesting paper on Nature about the determinants of productivity. It says that productivity is directly related to size and age and indirectly related to climate. This is a major insight, since it retrieves the killer and the instigator. But in the paper the indirect relationship is considered in some way unreal. 

Ecologists are slowly recognizing that often different factors are at play at the same time. But they accept only parallel chains of caustions, like that below in the diagram, and not series of causation like that below. But "closer" does not mean "stronger". In the chain above, if the rate of AB is slower than the rate of BC, the bottleneck is AB and not BC. We should consider the complete picture, and stress not the "closer" or the stronger relationship, but the bottlenects. In the case of parallel systems this is slowly getting recognized (consider for instance this paper on Ecology Letters)

martedì 2 settembre 2014

Sanfedismo


Lì, li dissero: ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;

ma li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido».


Da Wikipedia: "Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscì a fuggire a Sanza, vicino a Buonabitacolo, dove all’alba del 2 luglio il parroco, don Francesco Bianco, fece suonare le campane per avvertire il popolo dell'arrivo dei "briganti". I ribelli furono ancora una volta aggrediti e massacrati uno a uno a colpi di roncola, pale, falci"


L’episodio di Carlo Pisacane si studia (o si studiava?) a scuola. Ai contadini nobili e preti dicevano che “li francesi” venivano a rubargli tutto – non avevano nulla.

E ancora oggi “i giacobini” – anche se i termini sono comunista, radical chic, ecc – sono visti come gente che vuole togliere la felicità agli italiani. Basta che una cosa sia vagamente di sinistra – cioè giacobina – perché nel comune sentire si connoti come altamente negativa, malefica, nemica del popolo – mentre più una forza è rezaionaria e conservatrice e più viene vista come amica del popolo. Oltre a quelli – più onesti – che ammettono esplicitamente di odiare "li francesi", i giacobini, l’illuminismo, la modernità, la sinistra, molti che invece di dire di assere antimoderni dicono di essere anticapitalisti. Non solo alcuni gruppi neofascisti, anche molti che si considerano comunisti.

Apro una necessaria parentesi. La modernità è piena di contraddizioni, ha portato con sé lo sfruttamento capitalistico, l'imperialismo, il controllo, la distruzione dell'ambiente. Però 1) il feudalesimo non era certo meglio 2) non tutta la modernità è capitalismo.

Chiusa questa parentesi viene da chiedersi: perché? Perché un popolo schiacciato dalla nobiltà e dai preti è tanto attaccato alla nobiltà e ai preti (nelle varie metamorfosi di queste classi reazionarie)?.La spiegazione di solito viene vista nella religione, oppure nell’arretratezza economico-sociale. Credo che un poeta - Lamartine - ci aiuta a capire meglio. Lamartine diceva che l’Italia era il Paese dei morti.

L'Italia, dalla seonda metà del 1500, con la controriforma, le dominazioni straniere, e una gravissima crisi economica, era effettivamente entrata in un torpore simile alla morte. I nobili si vendevano il Raffaello di famiglia a due soldi per continuare a vivere tra feste e lussi, del tutto incuranti della cura delle loro proprietà, e il popolo dimenticava la fame strutturale con le frequenti feste religiose e profane. Napoleone – giacobino – riuscì a risvegliare – anche se solo in parte – il Paese, instillando in alcuni – anche cattolici – le idee che portarono al Risorgimento, e più tardi all’antifascismo e alla lotta partigiana e ai movimenti di sinistra

Ma i morti non amano essere svegliati – la vita è, anche, fatica, mentre il sonno della morte è per definizione riposo. E’ naturale che i morti odino chi viene a turbare il loro sonno e amino invece le pietre che sigillano il loro sepolcro.







Parrucche

La moda dell'ampia parrucca, che durò fino alla Rivoluzione Francese, fu introdotta dal Re Sole. Luigi XIV era infatti calvo, e portava una parrucca, ma, per non farsi notare, la impose a tutta la corte.

Un noto politico italiano portava anch'egli la parrucca. Non riuscì però a imporla a tutta la corte. Forse la differenza tra chi fa la storia e chi no sta tutta qui.