Mi sono fatto recentemente instagram. Non sono partocpòarmente interessato ai social ma volevo vedere di cosa si trattasse, perché le signore in metropolitana passano le ore a scrollare queste immagini e questi video sul telefonino, e mi sono reso conto che il trucco sta tutto nel fatto che instagram è mildly addictive, molto più di facebook che anche lo è. Solo che mentre eroina e sigarette in cambio della dipendenza danno il paicere, instagram non dà nulla.
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sabato 26 ottobre 2024
venerdì 22 settembre 2023
Luca Serianni
Luca Serianni, il noto linguista, è molto apprezzato sui social, non come barbero ma ha un discreto seguito. Mi è capitato di visionare un paio di volte i suoi video e l'impressione che ho avuto è che sia capace di parlare per due ore senza daire niente. Non è ovviamente un talento naturale ma appreso nell'accademia.
lunedì 27 aprile 2020
Autofiction
Walter Siti ha anticipato i tempi; l'autofiction è quello che oggi fanno un po' tutti sui social.
mercoledì 11 marzo 2020
Social
Ma perché sui social qualsiaasi argomento è solo un pretesto non per discutere di quell'argomento ma per parlare male del prossimo? Oddio, è quello che facevano le comari nei paesini.
venerdì 7 settembre 2018
computer e post-moderno
Anche se l'importanza dell'informatica sullla configurazione attuale del mondo è a dir poco lampante (i cosiddetti movimenti populisti sono per esempio figli dei social), l'armamentario culturale e ideologico con cui maneggiamo questo rivoluzione tecnologica in realtà si discosta di pochissimo dal postmodernismo degli anni '80. Le idee di Noah harari, pere sempio (almeno a giudicare dalla recensione che ne fa l'Economist, che tuttavia di solito è attendibile) in sostanza dice ben poco di diverso da quello che profetizzava "blade runner". Forse il motivo è nel fatto che siamo solo agli inizi, e che l'intelligenza artificiale è ancora assolutamente embrionale (il riconoscimento facciale e più in generale dei pattern è stato un grandissimo balso in avanti, ma la pecora è perfettamente in grado di fare il riconoscimento facciale).
sabato 18 agosto 2018
Moandi senza finestre che sono colllegate (o meglio credono di essere collegate) da whatsapp.
casaleggio diceva, in "Gaia" che se non sei connesso non esisti; mi viene da pensare a quanto dice Virgilio "libertà va cercando ch'è sì cara come sa chi per le vita rifiuta".
casaleggio diceva, in "Gaia" che se non sei connesso non esisti; mi viene da pensare a quanto dice Virgilio "libertà va cercando ch'è sì cara come sa chi per le vita rifiuta".
mercoledì 15 agosto 2018
Cambrude analytica, Trump,. Salvini
Il problema dei sofisticati mezzi di propaganda elettorale online di Cambridge Analytica, Trump, Salvini, è che non funzionano con i pensieri articolati, ma solo con le cazzate. A vole essere più buoni, funzionano letteralmente con memi, cioè con pensieri ridotti alle loro costituenti elementari, spesso in contrasto con la realtò ma sicuramente in contrasto con la complessità del reale.
mercoledì 23 settembre 2015
Guida galattica per autostoppisti, miss Italia e Hitler.
Nel romanzo "guida galattica per autostoppisti" di Douglas Adams, che non ho letto ma che è un libro di culto per i geeks, un popolo avanzatissimo domanda a un supercomputer qual è la riposta definitiva alle domande fondamentali della vita, e il computer risponde "42".
Un paio di considerazioni:
1) ha fatto scalpore la vincitrice di miss Italia che, richiesta in quale anno avrebbe voluto vivere, ha risposto nel 42. Quasi sicuramente è un'allusione al romanzo di Adams, estremamente ironica. Gli autori delle frasi messe in bocca alla bellona erano sicuri che il 99% non avrebbe colto il riferimento alla guida galattica, e ne sarebbero nate fiumi di polemiche come poi è avvenuto.
2) non posso non pensare che però ci sia una relazione tra 42 e 1942, l'hanno della battaglia di Stalingrado e l'anno in cui Hitler perde di fatto la guerra, e anche l'anno della battaglia delle Midway nel Pacifico (Hitler comincerà allora la pratica della terra bruciata e dei terribili stermini proprio perché rosicava di aver perso). C'è un sito molto grazioso su youtube, thoughty2, che con grande astuzia fa finta di aderire alle teorie cospirazioniste ma in realtà le smonta con metodo scientifico. Dopo ho scoperto che alludeva al romando di Adams, ma all'inizio non ho potuto fare a meno di pensare che si riferisse all'anno in cui il fascismo, che sembrava invincibile, viene fermato.
Un paio di considerazioni:
1) ha fatto scalpore la vincitrice di miss Italia che, richiesta in quale anno avrebbe voluto vivere, ha risposto nel 42. Quasi sicuramente è un'allusione al romanzo di Adams, estremamente ironica. Gli autori delle frasi messe in bocca alla bellona erano sicuri che il 99% non avrebbe colto il riferimento alla guida galattica, e ne sarebbero nate fiumi di polemiche come poi è avvenuto.
2) non posso non pensare che però ci sia una relazione tra 42 e 1942, l'hanno della battaglia di Stalingrado e l'anno in cui Hitler perde di fatto la guerra, e anche l'anno della battaglia delle Midway nel Pacifico (Hitler comincerà allora la pratica della terra bruciata e dei terribili stermini proprio perché rosicava di aver perso). C'è un sito molto grazioso su youtube, thoughty2, che con grande astuzia fa finta di aderire alle teorie cospirazioniste ma in realtà le smonta con metodo scientifico. Dopo ho scoperto che alludeva al romando di Adams, ma all'inizio non ho potuto fare a meno di pensare che si riferisse all'anno in cui il fascismo, che sembrava invincibile, viene fermato.
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domenica 28 giugno 2015
Leggenda dell'unicorno e complottismo
Le leggende derivano sempre dalla realtà, ma da una realtà
lontana e poco conosciuta. Penso per esempio alla favola dell’unicorno, cavallo
con un unico corno in testa,.ferocissimo, che si placa solo in presenza di una
vergine. Si tratta chiaramente del rinoceronte indiano (che non casualmente
Linneo aveva chiamato Rhinoceros
unicornus), che infatti è simile a un cavallo (appartiene infatti con il
cavallo all’ordine dei perissodattili), ha un solo corno in testa ed è
ferocissimo. La fanciulla appare inspiegabile, ma lo è invece facilmente
tenendo conto del fatto che il corno di rinoceronte è considerato un
potentissimo afrodisiaco maschile – e quindi l’idea che il suo ardore si plachi
solo con una vergine è una graziosa metafora poetica per indicare che l’ardore
suscitato dalla’afrodisiaco si placa solo giacendo con una vergine, metafora
probabilmente raccontata dai viaggiatori arabi, che stimano molto le vergini
(basti pensare alle vergini del paradiso coranico) e sono usi a metafore audaci
e poetiche come questa. Ovviamente il compilatore di bestiari medioevali, che
non aveva mai visto un rinoceronte, e doveva basarsi su questi racconti, e di
cui non conosceva il linguaggio, ispirato alla poesia araba che non consocia,
si era fatto un’immagine dell’unicorno/rinoceronte in fondo abbastanza
veritiera, ma alquanto fuorviante.
Questo mi riconduce al tema del complottiamo, che impazza su
internet, e che va da forme abbastanza razionali ad altre piuttosto deliranti.
Mi sembrano perfettamente analoghe alla sotria dell’unicorno – sono persone che
parlano di una realtà lontanissima (le élites di potere), che non hanno mai
visto e che conoscono attraverso fonti che hanno difficoltà a interpretare,
formandosi un’idea in fondo non del tutto insensata (il grppo Bildenberg, la
massoneria), ma con una notevole componente fantastica.
domenica 29 marzo 2015
Digital Aristotle?
The perspective outlined in this video is amazing. Nonetheless, I think there si place for teachers in the future, although very different teachers than today.
In fact, internet is very good for teaching notions (the boring part of teaching), but is very poor in teaching language. If you want to master a discipline, it is not sufficient to knows what is known i the field, you must be literate in that discipline. And probably in the future teachers should concentrate more on teaching the language than the notions (altthough the two are stngly intertwined).
Currently, I spend more time on youtube than on books and papers for studying (and I study many hours every day), bui 1) I have strong cultural bases, so I can otient myselef in the jungle of youtube 2) I have a method for sorting out useful from unuseful or wrong information 3) I am literate in many fields of science, politics and economics. Wihtous these abilities it is difficult to ezzploit fully the huge potential of the internet. Aristotle didn't teach notions, he taught a methods. Teachers are very rarely Aristotle, in the age of itnernet they need to become.
What the internet lacks (for the moment) is itneraction. Plato taught us that the best way to master the spirit of things is to dialogue with a philosopher. If you don't speak, you cannot learn a language. Of course experienced reader can dialogue with mute things, like books and sources, and this is the essence of literacy,.but you first need to become literate. In my experience very few teachers are able to answer the questions of students and the number of philosophers is avnishingly small (as pointed out in the video); in a good faculty you probably find one or two.
In fact, internet is very good for teaching notions (the boring part of teaching), but is very poor in teaching language. If you want to master a discipline, it is not sufficient to knows what is known i the field, you must be literate in that discipline. And probably in the future teachers should concentrate more on teaching the language than the notions (altthough the two are stngly intertwined).
Currently, I spend more time on youtube than on books and papers for studying (and I study many hours every day), bui 1) I have strong cultural bases, so I can otient myselef in the jungle of youtube 2) I have a method for sorting out useful from unuseful or wrong information 3) I am literate in many fields of science, politics and economics. Wihtous these abilities it is difficult to ezzploit fully the huge potential of the internet. Aristotle didn't teach notions, he taught a methods. Teachers are very rarely Aristotle, in the age of itnernet they need to become.
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giovedì 22 agosto 2013
Offese
Da
una pagina facebook sulla storia dell'arte: A: "Mi piace proporre questa immagine di un tuffatore di circa 2500 anni fa.
Passano gli anni, i secoli, addirittura i millenni e certe
abitudini, come una bella nuotata, non cambiano." B: "questa raffigurazione, non è fine a se stessa. Non è
un tuffatore raffigurato nell'atto di entrare in acqua, ma la rappresentazione
simbolica del passaggio nell'aldilà. " A: "Mi cospargo il capo di cenere per non avere
riportato l'analisi simbolica dell'opera. "
invece di essere contento di aver
imparato qualcosa, si offende. In parte è la natura narcisistica di facebook
(probabilmente A non era granché intere3ssato alla meravigliosa qualità
estetica dell'affresco del tuffatore di Paestum, ma solo a fare sfoggio di
cultura". In parte è la natura narcisistica del popolo italiano per se.
giovedì 7 agosto 2008
sinistra in crisi

La sinistra è in crisi! I più anziani continuano a votare sostanzialmente come votavano da giovani, ma i giovani non solo votano ampiamente a destra, ma nei loro discorsi non è rintracciabile quasi alcunché dei valori che possiamo definire di sinistra: solidarietà contro competizione, diffidenza verso i ricchi e i potenti, che anzi sono amati e ammirati, cercare se stessi invece di coltivare l’apparenza. Tra i ragazzini, tuttavia, sono metabolizzate due cose: l’uguaglianza tra i sessi (anche tra i terzi e i quarti sessi) e il rispetto per i deboli – il primo è un’eredità del femminismo, il secondo, pensa un po’, deriva dal fatto che bene o male i fascisti hanno perso la guerra – come diceva in un suo blog (http://silver-86.spaces.live.com/default.aspx) un ragazzo per altro tutto infervorato per l’esercito e per la forza.
Per fortuna, sembra che alla sinistra la cosa importi pochissimo, per lo meno alla sinistra cosiddetta radicale che è preoccupata soprattutto di rimarcare la propria “identità”, esattamente come il popolo italiano nel suo complesso rimarca la propria “identità” di fronte alla minaccia della globalizzazione.
A) Per quanto riguarda l’Italia, il problema è in fondo assai semplice: gli italiani non hanno uno straccio di servizi non solo sociali, né pubblici né privati (esistono anche i servizi privati), fatte salve scuola e sanità. La cosa divertente è che gli italiani non se ne rendono minimamente conto – quando per caso si confrontano con le realtà degli altri paesi europei fanno la faccia di Miranda che scopre il mondo nuovo, e non vogliono più tornare nella nostra patria bellissima. Un paio di anni fa un premier tentò di raccogliere i fondi per costruire una rete di servizi, e il popolo italianogridò unanime: “i comunisti ci vogliono rubbare i soldi!”.
B) Per quanto riguarda l’Europa, ormai i “cattivi” siamo, ahimé, noi. Quando il terzo mondo, era in miseria, in fondo non faceva paura; oggi fa paura eccome, e l’Europa si è barricata nel suo fortino protetto dai governi di destra quasi ubiqui nell’Unione. Nel frattempo la Cina si è di fatto alleata con l’Africa, dopo decenni di infruttuose lagne europee (ved Bono et similia) sugli aiuto agli africani – del resto ricordo che nel 1993 all’Università di Shanghai gli studenti camerunesi studiavano fisica con brillanti risultati, cosa che non si sarebbero potuti sognare in un’università europea o americana. E, forse, l’America ricca si sta alleando, o per lo meno ha stipulato un trattato di non belligeranza, con l’America già povera.
C) Per quanto riguarda il mondo – mein Gott! – ahimé, il problema della poverà è risolto. Esistono ingiustizie e discriminazioni, esistono ancora i dannati della terra, si muore sul lavoro, i contadini del sud soffrono catastrofi grazie al WTO e alle multinazionali agricole, ma di fatto la povertà sempre più è un’eccezione, non solo in occidente, ma ovunque. Non avere più poveri da difendere – questo di fondo ha messo in crisi la sinistra. Come uscirne? Non lo so, ma ricordo gl antichi testi sacri, che dicevano non che il capitalismo produce poveri (idea malthusiana contro cui lottano per pagine e pagine i Grundrisse), ma piuttosto che il capitalismo avrebbe presto incontrato i limiti delle sue capacità di sviluppo, e sarebbe andato incontro a crisi ricorrenti di sovrapproduzione – oltre a non riuscire più ad aumentare la produzione a causa della caduta del saggio di profitto. I poveri erano in fondo solo il veicolo di questo cambiamento, che sarebbe avvenuto contestualmente alla loro sparizione. Il web, in cui i ragazzini nuotano come pesci nell’acqua, al sicuro dagli adulti che in questa foresta mettono appena piede, con certe sue forme di produzione che violano di fatto le leggi economiche, sembrerebbe indicare che qualcosa sta cambiando, ma si tratta comunque fondamentalmente di cultura – e inoltre vorrei aspettare l’evolversi di questo fenomeno ultrarecente prima di gridare al miracolo.
Per fortuna, sembra che alla sinistra la cosa importi pochissimo, per lo meno alla sinistra cosiddetta radicale che è preoccupata soprattutto di rimarcare la propria “identità”, esattamente come il popolo italiano nel suo complesso rimarca la propria “identità” di fronte alla minaccia della globalizzazione.
A) Per quanto riguarda l’Italia, il problema è in fondo assai semplice: gli italiani non hanno uno straccio di servizi non solo sociali, né pubblici né privati (esistono anche i servizi privati), fatte salve scuola e sanità. La cosa divertente è che gli italiani non se ne rendono minimamente conto – quando per caso si confrontano con le realtà degli altri paesi europei fanno la faccia di Miranda che scopre il mondo nuovo, e non vogliono più tornare nella nostra patria bellissima. Un paio di anni fa un premier tentò di raccogliere i fondi per costruire una rete di servizi, e il popolo italianogridò unanime: “i comunisti ci vogliono rubbare i soldi!”.
B) Per quanto riguarda l’Europa, ormai i “cattivi” siamo, ahimé, noi. Quando il terzo mondo, era in miseria, in fondo non faceva paura; oggi fa paura eccome, e l’Europa si è barricata nel suo fortino protetto dai governi di destra quasi ubiqui nell’Unione. Nel frattempo la Cina si è di fatto alleata con l’Africa, dopo decenni di infruttuose lagne europee (ved Bono et similia) sugli aiuto agli africani – del resto ricordo che nel 1993 all’Università di Shanghai gli studenti camerunesi studiavano fisica con brillanti risultati, cosa che non si sarebbero potuti sognare in un’università europea o americana. E, forse, l’America ricca si sta alleando, o per lo meno ha stipulato un trattato di non belligeranza, con l’America già povera.
C) Per quanto riguarda il mondo – mein Gott! – ahimé, il problema della poverà è risolto. Esistono ingiustizie e discriminazioni, esistono ancora i dannati della terra, si muore sul lavoro, i contadini del sud soffrono catastrofi grazie al WTO e alle multinazionali agricole, ma di fatto la povertà sempre più è un’eccezione, non solo in occidente, ma ovunque. Non avere più poveri da difendere – questo di fondo ha messo in crisi la sinistra. Come uscirne? Non lo so, ma ricordo gl antichi testi sacri, che dicevano non che il capitalismo produce poveri (idea malthusiana contro cui lottano per pagine e pagine i Grundrisse), ma piuttosto che il capitalismo avrebbe presto incontrato i limiti delle sue capacità di sviluppo, e sarebbe andato incontro a crisi ricorrenti di sovrapproduzione – oltre a non riuscire più ad aumentare la produzione a causa della caduta del saggio di profitto. I poveri erano in fondo solo il veicolo di questo cambiamento, che sarebbe avvenuto contestualmente alla loro sparizione. Il web, in cui i ragazzini nuotano come pesci nell’acqua, al sicuro dagli adulti che in questa foresta mettono appena piede, con certe sue forme di produzione che violano di fatto le leggi economiche, sembrerebbe indicare che qualcosa sta cambiando, ma si tratta comunque fondamentalmente di cultura – e inoltre vorrei aspettare l’evolversi di questo fenomeno ultrarecente prima di gridare al miracolo.
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