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venerdì 18 luglio 2008
guerra
Risolvere un difficile problema dà la stessa scarica di adrenalina che dà la guerra. Ma quest’adrenalina, per chi la conosce, lascia un retrogusto amaro – si dice che i pugli diventino signori. I greci sono stati i più grandi esaltatori della guerra, ma già nell’Iliade avevano dei dubbi: solo un professore tedesco di filologia poteva pensare che la psiche umana si riducesse alla volontà di potenza.
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lunedì 24 marzo 2008
Alitalia

Il caso dell’Alitalia sta assumendo contorni grotteschi. I fatti: se Air France compra Alitalia, vengono licenziati circa 2000 lavoratori, se Air France non compra Alitalia, Alitalia fallisce, e tutti i lavoratori vengono licenziati (oltre a sparire anche il nome della compagnia di bandiera). Non c’è altro da dire.Padoa Schioppa parla di perdita del senso della realtà, soprattutto da parte dei sindacati (tra i maggiori responsabili del fallimento di Alitalia), non tanto da parte di Berlusconi che in fin dei conti è un grandissimo cinico. A me veniva da pensare a Baudrillard, al fatto che non esiste più la realtà, ma solo la televisione. Pensandoci bene, siamo però in presenza non della mancanza di senso della realtà (che almeno i lavoratori di Alitalia temo abbiano più che vivo), ma di un un meccanismo psicologico tipico della mentalità italiana, cioè di volere tutto o niente, e di non considerare nemmeno la possibilità del qualcosa. In altre parole, per un italiano una vittoria parziale equivale a una sconfitta. In termini matematici, per gli italiani esistono solo i numeri interi (0 e 1) e non anche i numeri frazionari (0.8).
Tornando a Baudrillard, sembra che il problema sia non tanto la scomparsa della realtà (che non so bene cosa sia esattamente: le percezioni, il noumeno, il fondamento autentico dell’essere?) quanto la dissoluzione della logica razionale-matematica e dalla sua sostituzione con una logica psicologica, che può raggiungere vette altissime (per esempio il mito e la tragedia greca), (vedi post “razionalità”), ma che è anche altamente manipolabile dagli imbonitori. Siamo forse di nuovo allo stesso punto del primo Platone, che cercava di distinguere δόξα, cioè verità psicologica, manipolabile, e ̀επιςτήμη, cioè verità razionale, non manipolabile?
Tuttavia, la manipolazione mediatica, forse, non sta funzionando troppo bene. A questo punto si nega non la realtà, ma i fatti. Definire la realtà è come dicevo difficilissimo (anche se forse Husserl potrebbe aiutare), ma definire i fatti è facilissimo: i fatti sono quella cosa che permette di falsificare un’ipotesi. Esistono fatti logici (per esempio le dimostrazioni matematiche) e fatti empirici. Bianchi ha detto “non è vero che Alitalia ha i giorni contati”. Qui viene implicitamente negato il fatto empirico che Alitalia perde milioni come se piovesse. Quando un fatto empirico viene negato, si parla di solito di censura. A dire il vero, non siamo precisamente di fronte a una censura. Il fatto in sé (le perdite) non viene negato, ma solo minimizzato; viene negata l’inferenza “enormi perdite -> fallimento vicino” (è come se Bianchi dicesse: “non è logicamente e contabilmente necessario che le grandi perdite di Alitalia debbano condurre la compagnia al fallimento; potrebbe andare avanti a lungo anche con queste grandi perdite). Qui entra in gioco il fenomeno per sentir parlare di numeri, specie se grandi (i milioni persi) ha spesso un debole effetto psicologico (per lo meno per chi non rischia di essere licenziato). Siamo ancora alla contraddizione tra logica psicologica e logica fisico-matematica.
Tornando a Baudrillard, sembra che il problema sia non tanto la scomparsa della realtà (che non so bene cosa sia esattamente: le percezioni, il noumeno, il fondamento autentico dell’essere?) quanto la dissoluzione della logica razionale-matematica e dalla sua sostituzione con una logica psicologica, che può raggiungere vette altissime (per esempio il mito e la tragedia greca), (vedi post “razionalità”), ma che è anche altamente manipolabile dagli imbonitori. Siamo forse di nuovo allo stesso punto del primo Platone, che cercava di distinguere δόξα, cioè verità psicologica, manipolabile, e ̀επιςτήμη, cioè verità razionale, non manipolabile?
Tuttavia, la manipolazione mediatica, forse, non sta funzionando troppo bene. A questo punto si nega non la realtà, ma i fatti. Definire la realtà è come dicevo difficilissimo (anche se forse Husserl potrebbe aiutare), ma definire i fatti è facilissimo: i fatti sono quella cosa che permette di falsificare un’ipotesi. Esistono fatti logici (per esempio le dimostrazioni matematiche) e fatti empirici. Bianchi ha detto “non è vero che Alitalia ha i giorni contati”. Qui viene implicitamente negato il fatto empirico che Alitalia perde milioni come se piovesse. Quando un fatto empirico viene negato, si parla di solito di censura. A dire il vero, non siamo precisamente di fronte a una censura. Il fatto in sé (le perdite) non viene negato, ma solo minimizzato; viene negata l’inferenza “enormi perdite -> fallimento vicino” (è come se Bianchi dicesse: “non è logicamente e contabilmente necessario che le grandi perdite di Alitalia debbano condurre la compagnia al fallimento; potrebbe andare avanti a lungo anche con queste grandi perdite). Qui entra in gioco il fenomeno per sentir parlare di numeri, specie se grandi (i milioni persi) ha spesso un debole effetto psicologico (per lo meno per chi non rischia di essere licenziato). Siamo ancora alla contraddizione tra logica psicologica e logica fisico-matematica.
razionalità
Quando è iniziata l'avventura della scienza moderna ci si è subito accorti che la logica fisico-matematica dei fenomeni non era affatto intuitiva. Non è affatto intuitivo che una palla di legno e una palla di piombo cadano con la stessa velocità. Pian piano la logica fisico-matematica è diventata sempre più astratta, quasi incomprensibile, fino alle conquiste della relatività e della meccanica quantistica. Erano belli i tempi in cui la ragione era un fenomeno naturale e immediato, oggi serve un lungo studio per impadronirsi di questa logica. Dall'altra parte ci si sta accorgendo che la psicologia umana non è razionale neanche nel senso classico; pare che gli economisti la chiamino "irrazionalità prevedibile". In realtà la psicologia segue una sua logica ferrea, fatta di contrappassi e ambivalenze; quando ci si avvicina alle varie sapienze, si viene colpiti dalla esattezza logica di questi saperi; che si tratti in fondo nient'altro che della profonda comprensione della logica, del tutto diversa da quella "razionale" della psiche umana? Dio è inconscio; il grande tentativo di Freud (e di Jung) è stato quello di esprimere questa logica nel linguaggio della logica razionalistica.
E siccome il mondo è ormai dominato da quella che molti amano definire "tecnica", e che in realtà è la logica fisico-matematica, spesso la logica della psiche (le ragioni del cuore che la ragione non conosce) e la logica del mondo (in particolare dell'economia), vengono in conflitto. Non credo che se ne esca fuggendo dalla logica matematica, ma semmai rafforzando questo dualismo.
E siccome il mondo è ormai dominato da quella che molti amano definire "tecnica", e che in realtà è la logica fisico-matematica, spesso la logica della psiche (le ragioni del cuore che la ragione non conosce) e la logica del mondo (in particolare dell'economia), vengono in conflitto. Non credo che se ne esca fuggendo dalla logica matematica, ma semmai rafforzando questo dualismo.
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