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venerdì 21 agosto 2009

autostima


Acoltavo un lavoratore, credo dell’Alitalia, che descriveva la corruzione imperante nel settore. Stavo per congratularmi, ma mi sono improvvisamente reso conto che non denunciava queste cose per sdegno, ma perché sotto sotto avrebbe voluto far parte anche lui del sistema della corruzione e non poteva. Berlusconi, con un perverso meccanismo psicologico, dà l’impressione alla massa di chi non conta nulla di partecipare all’intreccio politica-affari di cui è garante, come San Gennaro fa credere ai napoletani di essere padroni del proprio destino proprio nel momento il loro destino è nelle mani di eventi imperscrutabili, naturali e politici. Chi critica Berlusconi o San Gennaro, toglie a queste persone l’unico puntello che hanno per non sentirsi nulla. E infatti, la reazione è rabbiosa.
Daniel Pennac, in Chagrin d’Ecole, parla di come fosse un pessimo scolaro. Ai professori appariva un cancre, uno sfrontato, un furbacchione – in realtà, si sentiva un cretino, e più i professori gli davano del cretino, più si confermava quest’opinione di sé stesso. Ne uscì con la severa disciplina del collegio – le difficoltà da superare gli ridiedero fiducia nelle proprie capacità – perché di questo si tratta, fiducia nelle proprie capacità, senza la quale si delega a qualcuno che ci appare migliore di noi – ovviamente, uno in uno stato depressivo come quello descritto si affida solitamente ai lucignoli e ai gatti e le volpi. Noi - e i russi - siamo stati in collegio per più di cinquant'anni - Come ne usciremo?

lunedì 11 maggio 2009

amore


Per molti, me compreso, l'innamoramento di gran parte del popolo italiano per Berlusconi - perché di vero e proprio innamoramento si tratta - rimane un grandissimo mistero. Può darsi che Berlusconi in fondo sia soprattutto colui che ci ha liberati dai comunisti. Le persone più sane di mente temevano i comunisti perché avevano paura che gli portasse via la robbba. La maggior parte, che spesso robbba non ha, sono per lo più persone che vorrebbero ardentemente essere grandi e importanti, ma che sanno perfettamente di non essere purtroppo né grandi né importanti e questo fatto spiacevole i comunisti hanno la grave colpa di ricordarlo. Come vengono definiti, infatti, se non snob, radical-chic, affettati, elitari? Quando i comunisti sono proletari, vengono poi rimossi, perché il parere di un poveraccio non conta nulla. Il fenomeno è simile a quello di Vanna Marchi, ma lì si tratta di un fatto meno contemporaneo, di fuga dalla realtà nel sogno - ci sono ovviamente modi meno pericolosi di evadere. Forse, per debellare Berlusconi, basterebbe ridare un po' di autostima agli italiani.