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martedì 15 aprile 2025

Capitalismo e uliveti

 Qualche giorno fa ho fatto una gita in Puglia è ho visto i famosi uliveti intensivi, quelli venuti alla ribalta dopo la crisi della xylella e quelli che sono ubiquitari in Spagna. Sono qualcosa di ingaurdabile, soprattutto se confrotnati con l'arcaico fascino degli oliveti secolari. Il problema della legge del profitto è proprio qui, nel fatto che è unidimensionale: bisogna massimizzare i ricavi e minimizzare le spese e dimenticarsi di tutto questo. Per un paio di secoli questo ha significato modernizzazione, ma ormai i risultati sono per lo meno surreali.

sabato 4 novembre 2023

Fitoalimurgia

La raccolta delle piante selvatiche a scopo alimentare ha una lunga tradizione anche se recentemente è ridiventata molto di moda specialmente fra cittadini che non hanno mai avuto grandi contatti con il mondo contadino. Uno dei termini usato per indicare questa attività è fitoalimurgia, inventato non ricordo da chi da radici greche che significano più o meno "uso delle piante nei periodi di carestia". La cicoria e le ortiche sono sicuramente associate alla povertà, ma credo che il vero scopo della raccolta di piante alimentare non fosse per l'apporto di calorie o di macronutrienti (grassi carboidrati e proteine) che invero è alquanto modesto, ma per apèportare preziosi microelementi come certe vitamine, sali minerali e sostanze utili quali i polifenoli e altri antiassidanti. La ricerca moderna ha messo in evidenza questa ricchezza di micronutrienti,. per esempio il ferro (insieme con una miriade di altre sostanze) è contenuto in quantità abbondantissima nelle ortiche. In altre parole penso che la fitoalimurgia non avesse nulla a che fare con la carestia ma servisse per bilanciare l'alimentazione. Quando siamo passati da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori la dieta infatti si è impoverista di molte sostanze come appunto i sali e le vitamine, anche se si è arricchita in calorie, e la raccolta di erbe selvatiche probabilmente ha compensato questo impoverimento.

domenica 25 ottobre 2015

Chi mistica mastica

Fino a qualche anno fa era facile incontrare, negli ampi prati della periferia di Roma, aree incolte residuali tra le varie speculazioni e lottizzazioni, raccoglitrici di erbe spontanee, di solito contadine inurbate dalle conoscenze botaniche raffinatissime. Oggi questo personaggio - la "cicoriara" - è scomparso, ma proprio adesso che la sapienza contadina si è persa, sta dilagando la moda delle misticanze, queste insalate di erbe selvatiche gustosissime. Su facebook si trova per esempio un bel gruppo, a cui mi piace fare pubblicità, detto "erbe spontanee mangerecce". La coincidenza tra la scomparsa della tradizione e la riscoperta, di solito da persone di estrazione piccolo borghese, non è casuale, e fa parte della riscoperta del mondo contadino. Si tratta di qualcosa di abbastanza esteriore, ma speriamo che a qualcosa serva.

sabato 7 febbraio 2015

Pasta is a cake

Pasta is a cake. The pase is soft, sweet, the tomato is sweet, the cheese is sweet, and pasta, in italian, means both spaghetti and maccaroni and pastry. Pasta has a very high glycemic index, closer to pastry than to rice, The fact that a cake is the foundation of alimentation of Italians says perhaps something about the national character, which is sweet and soft too, and was blamed upon by Mussolini who believed that pasta was the reason why Italians are no men enough to win wars and dominate other people. Actually, a cake is an cheap food for peasants, mostly men, with very heavy load of work. Wheat needs a deep ploughing, hard working harvesting and other energy-consuming processing; rice requires much less strenght and works of ricefields is often carried out by women.

lunedì 12 ottobre 2009

Grano



Gli israeliani sono assolutamente convinti che il grano sia stato domesticato in Palestina – ovviamente. Sono abbastanza convinto che la nascia dell’agricoltura sia stata nel Kurdistan. La massima diversità del genere Triticum – il genere del frumento – si trova in Kurdistan, e in Kurdistan – non certo in Palestina – si trova il clima ideale per la crescita del frumento. Quando il frumento è stato portato dal suo ambiente più favorevole - dove probabilmente veniva coltiv ato semplicemente spargendo semi nelle radure della foresta semiarida tipica di quelle regioni - in terre di pianura più aride, probabilmente è stato però necessario sviluppare le tecniche di irrigazione, da cui, secondo l’antica ipotesi, nasce la civiltà.

venerdì 6 febbraio 2009

Agricoltura


Spesso, quando sentiamo degli accordi e degli scambi dei politici, proviamo un moto di disgusto o di antipatia. Ma temo che non dalla mancanza di disinteresse dei politici nasca l'irritazione, quanto da un antico pregiudizio dei contadini (e ovviamente dei proprietari terrieri e degli aristocratici), che ritengono che il commercio - delle cose e degli uomini - sia qualcosa di sporco e immorale. Il commercio è invece una cosa bellissima, nulla è più umano, in quanto nasce dal linguaggio; immorale fu cominciare a profanare la terra con l'aratro. La cacciata dall'eden è avvenuta probabilmente proprio qualche migliaio di anni fa, quando scoprimmo l'agricoltura, e nacquero la guerra, la miseria - che i cacciatori-raccoglitori non conoscevano - la siopraffazione e soprattutto iniziammo a calpestare la natura. Una mia segreta speranza è che, con la rivoluzione industriale, questo ciclo infausto - che per i veda corrisponde al kali juga, l'età della guerra - si sia chiuso, e abbia cominciato a iniziarne un altro che ci riporterà, se non alla madre terra, all'ecosistema.