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mercoledì 24 dicembre 2014

Jesus, the zealot?

Terrorsim in Palestine has a bimillennial history. The zealots, that fighted for the liberation of the Jews from the Roman Empire, were the terrorists of that time. They had a strong commitment to social justice, and were rather integralistic concerning religion, not differently from Hamas.
Although the Gospel states that the Christian message is definitively spiritual ("My kingdom is not of this world" and many other passages), it is obvious that Jesus sympathized for the Zealots, and like the Zealots wanted the Jews to be freed of the Romans. I think that he didn't mix too much with them not for spiritual reasons, but for differences in strategy. The Zealots dreamed of going back to an independet kingdom of Israel, but the Christians warned that it was impossible to concentrate on Israel without considering the broader picture. In other wors, the liberation of Israel was impossible without the destruction of the Rome. The Book of Revelation is just about this (the Beast is the Roman Empire).

Zealots rose up a few years after the death of Christ, but failed and Jerusalem was destroyed in the 70. The Christians wiated longer, but ultimately they conquered Rome in the IVth century. All this is represented in classical paintings of the Nativity, where a broken column or temple is always present, meaning that Jesus destroyed the Ancient World, both spiritually and politically.

venerdì 25 gennaio 2013

Machiavelli cristiano

Machiavelli diceva di guardare alle mani, non agli occhi, ovvero alle opere, non le intenzioni. Il vangelo dice lo stesso: gli alberi si giudicano dai frutti. Machiavelli di solito viene interpretato con il fine che giustifica i mezzi; ma chi interpreterebbe così il vangelo? Il senso in realtà è di guardare non alle azioni, ma alle conseguenze delle azìoni - esattamente quella che Weber chiamava etica della responsabilità.

lunedì 24 dicembre 2012

Ercole

In fondo la storia di Cristo è la stessa di Ercole: nato da Zeus e da una donna mortale, scende agli inferi per sconfiggere Cerbero-morte, e quando muore (per il tradimento della camicia di Nesso), viene assunto, unico tra i mortali, tra gli dei dell'Olimpo. Del resto sembra, almeno secondo Sergio Frau, che Herakles sia la traslitterazione (o meglio la lettura alla greca) del nome del dio fenicio Melknès, e la fenicia non è lontana dalla Galilea. L'unico punto forse di disaccordo è che Cristo compie solo l'ultima fatica, mentre Ercole ne compie dodici, che rappresentano le forze oscure che minacciano l'umanità, e che per gli antichi erano assai più numerose della morte, di cui, in fondo, si preoccupavano poco.

domenica 9 settembre 2012

Giovanni Battista

E' abbastanza evidente come Giovanni Battista - tralasciando i suoi trascorsi e concentrandosi esclusivamente sul periodo in cui diventa appunto "battista" - fosse uno psicoterapeuta, che immergeva i pazienti in acqua per fingere un annegamento. La paura di morire, il trauma, erano così intensi che i pazienti probabilmente spesso guarivano, donde la grande popolarità del Battista e anche l'interpretazione del battesimo come "morte e rinascita". Pare che Gesù sia stato spinto dai parenti ad andare dal Battista, il che fa pensare che i suoi comportamenti fossero interpretati dai genitori come comportamenti psicotici. In Mrs Dolloway - in cui uno dei personaggi è psicotico me l'autrice - Virginia Woolf dice che se oggi qualcuno affermasse di essere il figlio di dio verrebbe sicuramente considerato pazzo - ma forse lo stesso accadeva nel I secolo. Come che sia, l'incontro col Battista fu determinante e Gesù divenne il guru e lo sciamano che ci descrivono i Vangeli.

venerdì 25 dicembre 2009

Giuda



Mi sono sempre chiesto, a proposito del tradimento di Gesù, non cosa potesse servire al Sinedrio o ai Romani arrestarlo, ma a cosa servisse loro farlo attraverso un traditore. Cristo faceva una vita pubblica, e sembra strano che sia stato arrestato in un luogo segreto, e di notte. Mi è venuto il sospetto che Giuda non Gesù dovesse tradire , ma una persona che si nascondeva tra i discepoli, probabilmente uno zelota antimperiale, forse lo stesso Barabba. Quando i romani ebbero fatto irruzione nel luogo dove si nascondevano i discepoli, Giuda indicò non Cristo, ma Barabba; a quel punto Gesù, per coprirlo, disse di essere lui il "ladrone" e si consegnò ai romani, un po' come Salvo d'Acquisto ai nazisti.


Si spiegherebbe così coerentemente sia il silenzio al processo, sia il fatto che Pilato, che doveva aver capito benissimo l'inghippo, abbia chiesto al popolo di scegliere tra Barabba e Gesù, e come il popolo, composto in larga parte di zeloti, abbia scelto di liberare Barabba.

Acquista anche un altro senso, molto meno spirituale e più politico, il senso della frase "si è immolato per i nostri peccati".



Merry Christmans!

domenica 5 ottobre 2008

Cristo!

Ascoltavo ieri l'intervista a Corrado Augias a "Che tempo che fa" sui Rai3. Il giornalista ha appena pubblicato un libro sulla storia antica della religione cristiana, con un atteggiamento ovviamente da non credente che separa la figura terrena di Gesù dalla sua natura divina. Le critiche che gli sono state fatte si riassumono - in soldoni - che chi non ammette la natura divina di Gesù non deve parlarne. A parte il fatto che quando un non credente si avvicina con curiosità al cristianesimo viene cacciato via a pedate - era diverso all'inizio, basti pensare alla simpatia, in fondo, con cui viene guardata la curiosità di Pilato per Gesù, o a tanti passi degli Atti degli Apostoli - questo atteggiamento ha curiose conseguenze - non per i laici, per i credenti. Sul web va molto, e i ragazzini trovano l'ipotesi assai convincente, che Gesù non sia mai esistito; in altre parole, viene accettato il fatto che Gesù o è divino o non si può parlarne; ma se non bisogna parlarne, e però non si è più credenti, allora Gesù non è mai esistito.