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sabato 18 gennaio 2020
Anno mille
Ovviamente ogni volta che una cosa finisce poi ricomincia. Una famosa testimonianza degli anni immediatamente successivi al mille dice che il mondo si scosse la polvere di dosso e la terra si ricoprì di un candido manto di chiese. In effetti gli storici del medioevo indicano proprio nell'anno mille l'inziio di quella ripresa demografica che mancava dal III secolo d.C e che portò pian piano, con alti e bassi, prima al Rinascimento, poi alla Rivoluzione Industriale e all'Illuminismo. Alcuni indicano la fine del Medioevo con l'incoronazione di Carlo magno nell'800; ma allora si potrebbe forse ancora con più ragione dire che il medioevo finisce nel 1000 e che il periodo dal 1000 a oggi sono mille anni di età moderna
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martedì 18 novembre 2014
Alfabetizzati e analfabeti (Germania e Italia)
Prima del decollo, la Germania era un paese di contadini alfabetizzati perchè, luterani, dovevano leggere la bibbia. Prima del decollo l'Italia era un paese di contadini totalmente analfabeti perché, cattolici, non dovevano leggere la bibbia (sennò diventavano eretici). Le differenze tra i due Paesi sono tutte qua. Ogni paese ha un momento in cui fa la sua rivoluzione industriale, in cui decolla, ma in Germania e Italia sono stati poco lontani, in Germania nel 1870 (la conseguenza furono le guerre mondiali) e in Italia nel 1950 (la conseguenza furono le rivolte degli anni '70).
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venerdì 6 febbraio 2009
Agricoltura

Spesso, quando sentiamo degli accordi e degli scambi dei politici, proviamo un moto di disgusto o di antipatia. Ma temo che non dalla mancanza di disinteresse dei politici nasca l'irritazione, quanto da un antico pregiudizio dei contadini (e ovviamente dei proprietari terrieri e degli aristocratici), che ritengono che il commercio - delle cose e degli uomini - sia qualcosa di sporco e immorale. Il commercio è invece una cosa bellissima, nulla è più umano, in quanto nasce dal linguaggio; immorale fu cominciare a profanare la terra con l'aratro. La cacciata dall'eden è avvenuta probabilmente proprio qualche migliaio di anni fa, quando scoprimmo l'agricoltura, e nacquero la guerra, la miseria - che i cacciatori-raccoglitori non conoscevano - la siopraffazione e soprattutto iniziammo a calpestare la natura. Una mia segreta speranza è che, con la rivoluzione industriale, questo ciclo infausto - che per i veda corrisponde al kali juga, l'età della guerra - si sia chiuso, e abbia cominciato a iniziarne un altro che ci riporterà, se non alla madre terra, all'ecosistema.
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giovedì 4 settembre 2008
nuovi Trimalcioni
Scrivevo che Trimalcione, tanto disprezzato non solo dagli intellettuali del tempo ma credo da tutti i contemporanei, avrebbe potuto anticipare il capitalismo e quindi la Rivoluzione Industriale di 15 secoli, se non avesse preferito diventare un rentier – se avesse affermato i suoi valori invece di adeguarsi a quelli del tempo. Mi chiedevo anche chi sono i nuovi Trimalcioni, che disprezziamo proprio perché uomini nuovi. Credo che la risposta vada cercata nei poveracci, che qualcuno ha chiamato “neoproletari”, che vivono di sogni – la maggica Roma, comprarsi le Nike, diventare velina o calciatore. Già da molto tempo ci siamo accorti che il tardo capitalismo non vende più cose, ma sogni – forse converrebbe prendere sul serio questo cambiamento, ma sono il primo a non sapere come debba essere affrontato. Il keynesismo nacque da un cambiamento di prospettiva, dal considerare l’indebitamento dello stato - fino a quel momento per la saggezza convenzionale un orrore, anche perché era stato un bel problema per i monarchi assoluti dal XV al XVIII secolo - come un fattore positivo di crescita dell’economia.
Certo è che i nuovi Trimalcioni non sono i ricchi, che non vivono più né di rendita né di investimento e forse neanche più di sfruttamento o di rapina, ma di fumo, con cui coprono una montagna di debiti – arriverà il momento in cui il fumo leggero e inebriante si dissolverà, e la montagna ci apparirà in tutta la sua durezza, e ci sarà il ritorno alla realtà agognato dai fautori dell’”autenticità”. Eppure, forse, proprio questa massa smisurata di debiti, sottratti al controllo di quei personaggi - questi sì ormai al di fuori della realtà - che giocano con hedge funds derivati e futures – tanto le spese ricadono sui poveracci - potrebbe iniziare un nuovo ciclo – ma non chiedetemi come, sto ragionando su un’analogia, non su un modello
Certo è che i nuovi Trimalcioni non sono i ricchi, che non vivono più né di rendita né di investimento e forse neanche più di sfruttamento o di rapina, ma di fumo, con cui coprono una montagna di debiti – arriverà il momento in cui il fumo leggero e inebriante si dissolverà, e la montagna ci apparirà in tutta la sua durezza, e ci sarà il ritorno alla realtà agognato dai fautori dell’”autenticità”. Eppure, forse, proprio questa massa smisurata di debiti, sottratti al controllo di quei personaggi - questi sì ormai al di fuori della realtà - che giocano con hedge funds derivati e futures – tanto le spese ricadono sui poveracci - potrebbe iniziare un nuovo ciclo – ma non chiedetemi come, sto ragionando su un’analogia, non su un modello
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mercoledì 3 settembre 2008
La Cena di Trimalcione

La cena di Trimalcione, l'unico brano completo del Satyricon di Petronio, ridicolizza il liberto arricchitosi favolosamente, ignorante e volgare. E' la satira della decadenza di Roma, e ancora lo leggiamo così. Recentemente l'ho riletto - Petronio è un grandissimo scrittore - e mi ha colpito un passo che non ricordavo, in cui Trimalcione racconta la sua storia. Ha iniziato facendosi prestare i soldi dalla moglie e li ha investiti nel commercio, all'inizio ha avuto dei rovesci che hanno rischiato di rovinarlo, ma poi le speculazioni hanno cominciato ad andare sempre meglio, espandendo enormemente la sua ricchezza. A questo punto, dice, preferì non tentare oltre la fortuna e si ritirò dai commerci vivendo della rendita dei suoi terreni. Sembra una frase insignificante, ma significa che Trimalcione, un emprunteur, quindi un capitalista a tutti gli effetti, si era ritirato dall'impresa per diventare un latifondista, un rentier. In altre parole, i molti Trimalcioni di Roma stavano per far nascere il capitalismo già nel II secolo d.C., e si sono fermati probabilmente proprio perché si vergognavano delle loro speculazioni - proprio quello che gli imputa Petronio. Abbiamo dovuto aspettare 1500 anni per arrivare alla Rivoluzione Industriale. E in mezzo abbiamo dovuto avere il Medioevo.
Chissà chi è, oggi, il Trimalcione che prendiamo in giro, e quale nuova fase di sviluppo dell'umanità bloccherà il suo ritirarsi dalla scena.
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