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lunedì 19 maggio 2014

TV nazi parades

The nightmare of nazism is explained why the personality of Hitler: he was pure evil, he was crazy. He was certainly so, but we should ask how was it possible that an entire highly civilized country (and much Europe indeed) could have been fascinated by an evil mad. reference is usually given to Prussian authoritarism - after the war Prussia was even destroyed, divided between Germany, Poland and Russia and has disappeared from history and from the geographical map. This explanation is largely true, nut it doens't accoutn the presence bunches of nazis in more liberal countries such as USA.
In my opinion we should address to television. Television of cours did not exist at the time, but when I look the terrible nazi parades I am struck by their similarity to a TV show. Hitler at the center of the scene, in central perspective (on television you ALWAYS have central perspective, you never have side view like in movies), with an immense applauding crowd. And what was the essence of the show that was represented? Hitler saying "you all are shit, you all are nothing, I only exist" (a typical schizophrenic delirium). And the crowd answering "you are ful right, I am nothing, beat me harder, I like it".
The School of Frankfurt described well the process, but they didn't point out fully to its sadomasochistic nature. Moreover, Adorno and Fromm didn't realize that television is always based on this desire for domination and self-destruction by the victim. Showmen play again and again the same representation of Hitler, with the same choreography, with the same subtle insanity, with the same sadism.


venerdì 31 ottobre 2008

fascisti


Ho molte difficoltà con i fascisti – i fascisti veri, non i semplici benpensanti. Il fascimo infatti è una fede – la fede che la prepotenza sia un bene e che la sopraffazione degli altri porti a una vita migliore per noi stessi – e contro la fede non valgono argomenti razionali. E’ la stessa difficoltà che incontrarono i filosofi pagani man mano che avanzava il cristianesimo – cercavano di confutarlo con argomenti razionali, ma immancabilmente fallivano. Oggi, dopo San Kant, sappiamo che l’esistenza di dio non può essere provata né vera né falsa, e, dopo molti morti, siamo più o meno convinti che è un problema da lasciare alla libertà di coscienza. Il caso del fascismo è più difficile, perché non può essere ristretto alla sfera personale coem di fatto abbiamo fatto con la religione. In un bellissimo capitolo della “Storia della Filosofia occidentale” di Bertrand Russel, quello dedicato a Nietzsche – è stato scritto nel ’42, per Nietzsche va inteso Hitler – Russel dice che non può confutare le idee hitleriane, anche se bisognerebe sentire il parere dei pesciolini di cottura, e lascia l’onere di rifiutare Hitler alla coscienza – altri direbbero al cuore, o allo spirito.
Forse però le ragioni psicologiche che stanno alla base della fede possono aiutare se non altro a capire. Tutti dobbiamo morire – anche se credo che pù che paura di morire abbiamo paura di perdere la proprietà accumulata durante la nostra vita, i popoli “primitivi” non hanno infatti paura della morte – ma la fede nell’immortalità dell’anima nega che si muoia – si badi bene, la fede nell’immortalità dell’anima, mai affermata da Cristo, non la fede nella resurrezione. Allo stesso modo tutti dobbiamo lavorare. Lavorare non significa spendere energia fisica o mentale, significa fare qualcosa che ci viene ordinato da qualcun altro, cioè in sostanza essere una sorta di schiavo – per il lavoratore dipendente del padrone, per il commerciante del cliente, e per l’imprenditore forse del mercato. Si tratta di un fenomeno recente, per esempio l’Italia era fino a pochi decenni fa un paese di piccoli proprietari agricoli, che, per quanto poverissimi, non dovevano rispondere ad altri se non a sé stessi. La schiavitù non è bella, come non è bella la morte, ma la fede nel “fascismo” nega che il “fedele” sia schiavo. In tutti e due i casi, la fede non si può curare con argomenti logici, ma soltanto accettando la nostra mortalità in un caso, nell’altro il lavoro. Walter Sinti dice che alla morte si risponde con la verità, e lo stesso vale per la schiavitù. In genere pensiamo che la verità sia amara; sono convinto – anche se l’esperienza comune di solito mi contraddice - che se si vive nella verità si vive addirittura nella gioia- quest’ultima, si badi bene, non è una fede, ma una speranza, per usare un termine cristiano.
Insomma, siamo diventati servi uno dell’altro – facendo astrazione delle innumerevoli ingiustizie – e la cosa non ci piace.

mercoledì 30 gennaio 2008

nazismo

i nazisti sono spaventosi (disumani), ma non mancano di intelligenza politica, e l'ultima volta sono stati a un millimetro dal vincere; i fascisti sono prepotenti e (in genere) vigliacchi, ma sono fondamentalmente dei broccoli. C'è un profondo significato nel fatto che una stessa cosa si manifesti in due modi così diversi.