martedì 25 giugno 2013

Costi della crisi

Per dirla in due parole, gli Stati Uniti hanno fatto bancarotta, e stanno facendo pagare le spese del risanamento all’Europa. Le misure di austerità, che hanno mandato l’Europa in recessione sarebbero altrimenti del tutto senza senso – per lo meno in un momento di crisi. E gli Stati Uniti sono andati in bancarotta non per la finanza, ma perché non hanno retto il peso delle guerre in Afghanistan e Iraq, di gran lunga le più costose dell’intera storia umana. Mi viene da pensare al re Sole, che dissanguò lo stato francese in una serie di guerre e iniziò una recessione che in ultima analisi diede origine alla Rivoluzione Francese.

mercoledì 19 giugno 2013

Complexity of languages


I am reading the dazzling book “through the language glass” by Guy Deutscher. The author states that, although it is possible to compare different languages on the base of the number of phonemes, the complexity of grammar and syntax, and the richness of the vocabulary, it is not possible to measure an overall index of language complexity, because it is not possible to compare, for instance, phonemes and syntax. It is not possible to compare phonemes and syntax, but the enthropy of phonemes and the enthropy of syntax can be compared. In ecology this is currently done: the number of a species in a habitat and the number of habitats in a region are very different things, but it is possible to calculate the enthropy of the former (alfa-diversity) and the latter (beta-diversity) and to sum these enthropy to obtain an overall measure of diversity of the landscape. Perhaps it is possible to sum the enthropy of phonemes, grammar, syntax and vocabulary and obtain a global measure of complexity.

venerdì 14 giugno 2013

Machiavellici e machiavelliani

Il Principe, in due parole. dice: “Magnifico Lorenzo, smettila di fare inciuci e comincia a combattere!”. A combattere servono le virtù della volpe e del leone, e la politica è una forma di guerra incruenta che talora sfocia in quella cruenta (come dicevo in un altro post http://castorphans.blogspot.it/2013/05/machiavellismo.html). Lorenzo, e con lui i molti machiavellisti italiani, vedono la politica come arte di corte, basata sull’intrigo, l’inganno, l’adulazione, gli inciuci appunto, e credono di trovare giustificazione teorica in uno scritto che è rivolto contro di loro.
La politica infatti non è immorale, la sua moralità è basata sul diritto e dovere di difendere la propria comunità (richiamato nell'articolo 52 della Costituzione italiana), e questo ricollega due testi apparentemente così diversi come il Principe e i Discorsi.