Il mestiere di uno scrittore, al di là di messggio, personaggi, descrizioni, è quello di fare un lavoro sul linguaggio. E Zerocalcare effettivamente fa un lavoro sul roimano, lavoro che probabilmente è partito in modo spontaneo, per sfruttare la comicità intrinseca in uesta parlata, ma dopo le serie netfliz e dopo le critiche ricevute di incomprensibilità è diventata molto più consapevole e pensata.
martedì 15 aprile 2025
domenica 4 febbraio 2024
letteratura
Sui giornali, e in particolare su "Repubblica" ( ovviamente) si sente spesso il ritornello che la letteratura a scuola sarebbe un'educazione ai sentimenti, Probabilmente non hanno letto "Madame Bovary" /( o non l'hanno letta con attenzione), in cui Emma si autodistrugge proprio perché vuole vivere come in un romanzo. E di letteratura Flaubert capiva certamente qualcosa.
mercoledì 11 ottobre 2023
Scrittori italiani
Sto leggendo Maggiani. Mi piace, ma nonostante cerchi di esprimersi in un modo forbito direi che decisamente non conosce bene l'italiano. Gli scrittori del nord non riescono a parlare correttamente - in generale - l'italiano, basti pensare a Manzoni che a cas parlava in dialetto e ha scritto i promessi sposi nella lingua che poi diventerà quella dei verbali dei carabinieri - comunque grande Manzoni che ha inventato una lingua maneggiabile anche da chi con l'italiano ha poca o nulla domestichezza, un grandissimo contributo all'unità d'Italia.
Il contrario dei nordici sono i siciliani, che scrivono in modo meraviglioso, non sorprendentemente dato che l'italiano non deriva dal toscano ma dal siciliano della corte di Federico II che a sua volta deriva ampiamente dal latino medievale.
Tornando a Maggiani, per quanto il suo, anche se vorrebbe, non sia propriamente italiano, questo ovviamente non vuol dire che pur scrivendo in un mezzo dialetto settentrionale non sappia scrivere né tantomeno che la sua scrittura non sia creativa e interessante, al contrario.
lunedì 11 settembre 2023
Alice
Alice comincia con il bianconiglio che corre corre perché sta in ritardo e finisce con la regina rossa che vive in un paese dove bisogna correre come matti per restare semplicemente dove si è. Il tema della velocità attraversa tutti i due libri di Carroll, e mi sorge il dubbio che abbia auvto l'intuizione più poetica che scientifica della relatività, relatività che in fondo è la fisica delle alte velocità. Del resto Alice che diventa grandissima o piccolissima mangiando il fungo come la massa quando va ad alte velocità o il gatto di cheshire che scompare come un buco nero sembrano proprio un mondo einsteniano.
mercoledì 10 aprile 2019
Simone di Torre Maura, stancanelli, registri linguisitici,
venerdì 14 ottobre 2016
Nobel a Dylan
Ora il problema sarebbe veramente solo di classificazione, se non fosse per un problema più profondo. Sentivo un intelligente commentatore che a proposito di questo Nobel citava Walter Benjamin. Il problema è proprio l'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: quando irrompe la tecnica non puoi più fare arte come si faceva dal 500 all'800. In pittura il problema si pone con l'invenzione della fotografia e ci sono voluti un centinaio d'anni per risolverlo (se si p risolto). Nel momento in cui si possono fare le fotografie, l'arte non può essere più una fotografia (l'aristotelica imitazione della natura), e Picasso e Kandinsly e un po' dopo Duchamp prendono il problema di petto rinunciando alla mimesi per mantenere quello che oserei chiamare lo "spirito" della mimesi. Direi che la poesia nell'epoca della cultura di massa è affrontata in modo molto simile dao "canzonettisti", rinunciando alla poesia, mantenendone lo spirito. Del resto era successo esattamente lo stesso con il romanzo. Il romanzo antico (la vera storia di Luciano per dire) era un divertissiment, o un divertissement con risvolti soterici (l'asino d'oro), e tale è rimasto per tutto il medioevp finché Cervantes non dice ironicamente che il romanzo non solo è inutile ma addirittura è dannoso - in modo assolutamente equivalente al "sono solo canzonette" di Bennato.
giovedì 4 giugno 2015
Intellettuali
lunedì 29 settembre 2014
Walter Siti III (il realismo è l'impossibile)
venerdì 13 giugno 2008
letteratura

By the way, the collapse of ideas following the fall of the sovereignity of words affected visual arts too. The aesthetics of banal that reigns today is only incidentally related to the society of consumption. I suspect, it is more directly related to the passage from the society of words to the society of images. Visual art, in particular contemporary art, is a very sophisticated language, that has been refined and perfectioned in three centuries and that in the last 50 years has become largely independent of literal expression of ideas – the reason for its “difficulty”. The aesthetics of banal tries to be understandable to people that manage well the speech, but not so well the images – I cannot see much difference between Jeff Koons and Duchamp, apart from the fact that Duchamp cannot be expressed properly in words, whereas Koons can be translated in words. Koons, Freud, Hirst, are Charons, ferrying literary people in the Hell of Images, already explored by Giotto, Tiziano, Vélazquez, Van Gogh and Yves Klein.