venerdì 14 ottobre 2016

Nobel a Dylan

Baricco, quando dice che Dylan non è letteratura non vuol dire che Dylan non sia un grande artista, dice che la canzone non rientra nella letteratura, esattamente come il cinema, che pure molto ha a che fare con il romanzo (il cinema è essenzialmente romanzo per immagini, anche se non sempre, Kubrick e Godard sono forse più pittura che romanzo).

Ora il problema sarebbe veramente solo di classificazione, se non fosse per un problema più profondo. Sentivo un intelligente commentatore che a proposito di questo Nobel citava Walter Benjamin. Il problema è proprio l'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: quando irrompe la tecnica non puoi più fare arte come si faceva dal 500 all'800. In pittura il problema si pone con l'invenzione della fotografia e ci sono voluti un centinaio d'anni per risolverlo (se si p risolto). Nel momento in cui si possono fare le fotografie, l'arte non può essere più una fotografia (l'aristotelica imitazione della natura), e Picasso e Kandinsly e un po' dopo Duchamp prendono il problema di petto rinunciando alla mimesi per mantenere quello che oserei chiamare lo "spirito" della mimesi. Direi che la poesia nell'epoca della cultura di massa è affrontata in modo molto simile dao "canzonettisti", rinunciando alla poesia, mantenendone lo spirito. Del resto era successo esattamente lo stesso con il romanzo. Il romanzo antico (la vera storia di Luciano per dire) era un divertissiment, o un divertissement con risvolti soterici (l'asino d'oro), e tale è rimasto per tutto il medioevp finché Cervantes non dice ironicamente che il romanzo non solo è inutile ma addirittura è dannoso - in modo assolutamente equivalente al "sono solo canzonette" di Bennato.

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