Il femminismo di questi tempi dice cose molto interessante ma fa un errore fondamentale: pensa che la lotta politica si possa fare con un lavoro sul linguaggio. Il maschio va bastonato, è illusorio pensare che metta in discussione i propri privilegi con un lavoro sulle parole. L'errore inoltre è una ripetizione di quello commesso dalla sinistra radicale alla fine degli anni '70, quando si decise che lotta non doveva essere più centrata sui rapporti di potere ed economici come diceva Marx ma che andava fatta attaccando il capitale sulla comunicazione - la Thatcher si fregò le mani e Berlusconi fu quello che poi effettivamente si impadronì della comunicazione.
lunedì 8 agosto 2022
domenica 20 dicembre 2020
Liberalismo
In un post precedente parlavo della ricezione zoppicante del liberalismo in Italia e mi sono reso conto che il problema richiede qualche approfondimento. Infatti storicamente uno dei nemici principali del liberalismo è stato la Chiesa e questo, unito alla mancanza di una borghesia nazionale, ha fatto sì che il liberalismo in Italia sia sempre stato un corpo estraneo. Sturzo e De Gasperi erano liberali cattolici, m anche loro ebbero parecchi problemi con la Chiesa (a cui piacevano i democristiani più sulfurei come Andreotti) che riuscirono a superare solo perché durante la guerra fredda si poteva accettare anche il liberalismo purché facesse argine al comunismo. In altre parole in un Paese fondamentalmente cattolico il liberalismo non solo non era recepito ma neanche capito. Non è ben capito neanche dalla sinistra, che ha difficolta ad accettare che il liberalismo è di sinistra, e che bisogna stare attenti a non confonderlo con le posizioni di destra e conservatrici con cui pure spesso flirta. Marx era chiarissimo su questo punto: nel Manifesto dice 8semplificando) che la borghesia (liberale) è la classe rivoluzionaria per eccellenza, e che i proletari devono essere più rivoluzionari ancora dei liberali, il che significa lottare con loro contro il feudalesimo ma poi contro di loro per l'instaurazione del socialismo
I liberali quindi sono di sinistra ma non sono egualitari:e questo li accomuna con forze completamente opposte a loro come la destra conservatrice della Thatcher, Addirittura, quando il non egualitarismo prende il sopravvento sulle istanze libertarie si ha un rovesciamento dialettico e il liberalismo si muta in fascismo. Il fascismo ha molte componenti rubate al socialismo (per confondere le idee) e nell'epoca della grande disinformazione molti italiani di destra lo dipingono come un partito socialdemocratico, però deriva dal liberalismo, un liberalismo che non è più progressista ma vuole invece tornare al medioevo (in soldoni).
mercoledì 4 ottobre 2017
mistica del darwinismo, darwinismo mistico
mercoledì 30 agosto 2017
Reagan, Thatcher, Grillo
giovedì 25 giugno 2015
Prova di forza
Post scriptum: molti pensano che l'Italai sia sostanzialmente commissariata. L'Italia è stata commissariata con Monti, ma Renzi è un prodotto della parità delle forze parlamentari principali nelle elezioni del 2013 e dal rifiuto di Grillo di allearsi con il PD, il che ha reso quasi inevitabile l'accordo PD-Berlusconi.
mercoledì 6 agosto 2014
Me and us
Margareth Thatcher said that society - us - does not exist. She was right, since ther is not a social body resulting from the collection of individuals, and she was wrong, since relationships do exist.
Anyway, there are circumstances wehre it is natural to use the pronoun us. For instance, supporters of a football team usually say "us" when referring to the team - even if they are only supporters, not actual players. "us" is used always in contrast to "them". Collectivity is a collection of relationship, "us" is a super-individual body that springs when it is necessray to fight an enemy. Self-sacrifice is rarely necessary in peace and in ordinary relationships, it is instead unavoidable in war, be it the war against another nation, another class, or (in the case of Christianism), against the Evil.
lunedì 30 luglio 2012
Semipresidenzialismo francese e liberismo inglese
domenica 3 giugno 2012
Borghesia italiana
E' raro che linki la televisione, ma le lacrime di coccodrillo di De Rita meritano un commento. Lacrime di coccodrillo perché la creazione di un ceto medio immenso e indistinto a partire essenzialmente dai contadini piccoli proprietari (la stessa classe sociale a cui secondo Marx nel 18 brumaio si appoggiò per la sua vittoria Napoleone III) fu voluta dalla DC per creare o comunque favorire un proprio bacino elettorale e De Rita contributì non poco - la teorizzazione del piccolo è bello e del terziario e quaternario ruspante del CENSIS andavano decisamente in questa direzione. Del resto, facendo finta che non fossero interessati, va tenuto presente che prima degli anni '50 l'Italia era un paese agricolo senza borghesia, se non a Milano, e in parte a Torino, dove tuttavia la borghesia nasceva nel seno o in stretto collegamento con l'aristocrazia militare (la FIAT divenne una grande industria con le commesse militari della prima guerra mondiale). Non sto dicendo assolutamente nulla di originale, l'estrema risicatezza della borghesia in Italia era un luogo comune della discussione sociale fino a qualche anno fa - prima dello strabordare del ceto medio. La DC inizialmente praticò una specie di strano keynesismo, creando domanda per le poche fabbriche del nord attraverso una spesa pubblica smisurata: IRI; impiego pubblico, sussidi, anche la corruzione rientra in questo modello. A partire in particolare dagli anni '70 puntò invece sulla creazione di un tessuto economico diffuso - in particolare in Veneto, giacché il Veneto e non il sud era la sua roccaforte elettorale - creando come dicevo un tessuto economico polverizzato di padroncini (le partite IVA) reclutato a partire in parte dai piccoli proprietari in parte dagli operai espulsi dalle grandi fabbriche in trasformazione - si pensi alla FIAT che ridusse il proprio personale in misura considerevolissima dopo la (http://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_dei_quarantamila del 1980 "esternalizzando", cioè cedendo parte delle proprie attività a piccole imprese, per esempio la catena dei rifornimenti ai camionisti un tempo dipendenti della FIAT stessa e ora diventati partita IVA. Una volta fatto partire, questo tessuto di microimprese e il ceto medio che esso produceva si trovarono a crescere considerevolmente a partire dalla dine degli anni '80 con la terziarizzazione, cioè con l'espandersi del settore dei servizi a scapito di quello dell'industria. Del resto la crescita del ceto medio è un fenomeno globale, nei Paesi avanzati legato appunto alla terziarizzazione, nei paesi del sud del mondo grazie all'esplosiva crescita economica cominciata con la liberalizzazione degli scambi internazionali di capitali voluta dalla Thatcher e da Reagan all'inizio degli anni '80.
Questo ceto di padroncini, in gran parte insieme con i loro impiegati, una volta dissoltasi la DC, hanno trovato rappresentanza in Berlusconi. Caduto (forse) Berlusconi, gli impiegati di questi padroncini sembrano aver trovato rappresentanza in Beppe Grillo.
Va detto comunque che lo strabor
sabato 3 ottobre 2009
Socialdemocrazia

Quello che si è fatto in Europa si chiama socialdemocrazia –l ’esempio più eclatante è la Svezia, dove la tassazione arriva circa al 70% senza che nessuno si lamenti di vampirismo – ed era assai vituperata dai comunisti – a ragione, perché era nata per fare argine proprio a un’eventuale rivoluzione comunista, e infatti, ora che il pericolo non esiste più, si sta sgretolando. Oggi va però per la maggiore il modello anglosassone – anglosassone post-thatcheriano, perché da Roosevelt alla Thatcher i paesi anglosassoni hanno adottato la stessa politica economica della Francia, della Germania, della Svezia anche se in forma meno radicale. Il modello postthatcheriano – cioè “ognuno per sé e dio per tutti” piace molto ai ricchi, i poveri credo che non abbiano ancora espresso un parere.