domenica 28 aprile 2019

Plant revolution

Stefano Mancuso, autore di verde brillante e Plant revolution, sostiene che le piante hanno una astruttura modulare non gerarchica e un'intelligenza diffusa che dovremmo imitare. Il concetto è fondamentalemente giusto e ricorda da vicino la distinzione tra struttura a rizoma e struttura ad albero di Deleuze - significativamente metafore vegetali.

sabato 27 aprile 2019

serie TV e romanzi russi

Se "Breaking Bad" è "Guerra e Pace", "True Detective" è "Delitto e Castigo": il primo epico, il secondo esistenziale

mercoledì 10 aprile 2019

Simone di Torre Maura, stancanelli, registri linguisitici,

La cosa interessante del famoso video di Simone e Casa Pound non è atanto il contenuto, quanto che sui social, dove i contenuti vanno dalla terra piatta a Mussolini che faceva cose buone (oltre a gattini e foto di amatriciane), possa diventare virale un tema "difficile" come l'antifascismo. E ha perfettamente ragione la Stancanelli che l'italiano trasandato fa parte del gioco: non mi stupirei che Simone usi l'italiano corretto a scuola e abbia giocato a "fare il borgataro" nel video, padroneggiando diveersi registri lingusitici un po' come Dante non fa esprimere nello stesso modo i diavoli e Beatrice. E probabilmente la Stancanelli ha visto minacciato il suo italiano ovviamente corretto estremamente convenzionale da un uso creativo della lingua. Direi il suo italiano da premio letterario di provincia come da ogni punto di vista è il Premio Strega. (nonostaten la Bellonci fosse alla fine una grande personalità)

domenica 7 aprile 2019

Lotta di classe e Simone di Torre Maura

La lotta di classe non è simmetrica - p sempre lotta della classe sottoposta alla classe dominante, non può essere mai il viceversa. In altre parole è sostanzialmente una lotta per l'eguaglianza, anche se per esempio la sconfitta dell'aristocrazia da parte della borghesia ha finito per creare una nuova divisione in classi.

Le destre ci hanno fatto credere che ci possa essere una lotta di classe dei privilegiati contro gli esclusi, e che quindi i veri rivoluzionari sono loro. Il senso del discorso di Simone di Torre Maura  /(che è un proletario di periferia quindi  le contraddizioni le percepisce immediatamente prima ancora che intellettualmente) è proprio che i privilegiati non possono fingere di essere sfruttati e che le fratture di classe non sono quelle individuate da casa Pound. Qualcuno ci ha visto ecumenismo cattolico (cito un post di uno che per altro di solito scrive cose carine) ma si tratta di Marx puro riformulato nei termini del mondo attuale e non del mondo degli anni '70. che era completamente diverso, molto più povero ma con uan forbice sociale molto meno accentuata. Siccome non è formulato nel linguaggio degli anni '70 non è minimamente compreso. Il discorso vale anche per Greta che è chiaramente borghese, ma che esprime contraddizioni forti. Parlano sempre di comunicazione, poi quando arriva gente che sa comunicare (ma comunica con un linguaggio che non gli appartiene) sui alterano.

Abbanondo di Marx

A proposito di marxismo volgare e nominalismo è esempalre questa trasmissione di radioondarossa, per altro molto interessante.

Da una parte abbiamo un filosofo marxista, che espone con estrema precisione il pensiero di Marx, tranne le parti dell'economia di Marx che richiedono strumenti matematici, cioè il secondo libro del capitale e buona parte del primo (in particolare tutta la trattazione delle crisi di sovrapproduzione e la caduta tendenziale del saggio di profitto, che Marx esprime in linguaggio dialettico ma che sono molto più facili da capire con un minimo di modellizzazione; modellizzazione che sta alla base dell'analisi keynesiana il che significa che non viene letta dai marxisti, che giustamente identificano il carattere assolutamente borghese dell'analisi keynesiana ma che si dimetnicano che bisogna sempre prendere tutto quello di utile che c'è dagli avversari invece di cercare di preservarsi puri come dei catari).

Dall'altra c'è un (relativamente) giovane economista che secondo me non ha mai letto Marx in quanto chiaramente non padroneggia la dialettica. Che non padroneggi la dialettica si vede proprio da come affronta i rapporti della Banca Mondiale e di Confindustria: siccome sono di origine borghese devono essere sbagliati. Se le stesse statistiche fossero state fornite da un marxista sarebbero invece state giuste. Se uno invece si legge Marx si accorge che quando parlava di Smith Ricardo e Malthus era profondamente dialettico: diceva sempre (semplifico): in questo ci hanno visto giusto ma in questo ha visto sbagliato (di solito si vede sbagliato per i paraocchi ideologici della propria classe). Del resto alla fine degli anni '60 si è abbandonata la dialettica a favore della decostruzione, che sembra simile ma è completamente diversa, in quanto la decostruzione sostiene 8semplfiico) che è impossibile trovare delle verità comuni in quanto ogni idea è completamente determinata dall'essere di chi la professa. Detta così si vede subito che anche se parte dal concetto di struttura e sovrastruttura è esattamente il contrario dell'analisi marxiana che pretendeva di essere scientifica /e  in questo momento non so dare una definizione di scientifico per Marx e non mi va neanche di cercarla).

Detto questo il giovane mi piace particolarmente, perché ha capito e porta avanti un'idea fondamentale: alal fine degli anni '70, con la sconfitta del movimento operaio più o meno globale (il crollo dell'Unione Sovietica degli anni 80 ne è solo una conseguenza) si decise di abbandonare il marxismo. La nascita del postmoderno e della decostruzione sono solo conseguenze di questa scelta. Chicco si è reso conto che in fondo tutti i problemi della politica degli ultimi 50 anni, che pure ha espresso in certi momenti delle contraddizioni forti (si pensi al moviemnto No Global che quantomeno era di massa e globale) nascono proprio da questo abbandono di Marx. Purtroppo NON ha gli strumenti per il tirono a Marx (e infatti ricorre a un vecchietto simpatico che è cresciuto a pane a Marx) ed è fondamentalmente postmoderno nel modo di pensare (senza accorgersene che è il problema peggiore).. Va detto che il problema si verifica soprattutto per il Marx economista (molto più difficile) e non per il Marx storico, in quanto pèr esempio i Wu Ming portano avanti un'analisi storica assoltuamente amrxista e tra l'altro (quindi= fortemente efficace.


marxismo volgare e nominalismo magico

Non ricordo chi diceva "cos'è mai un nome: una rosa con un altro nome profumerebbe ugualmente". In altre parole i nomi sono solo suoni che servono a etichettare un concetto, che è la cosa che conta. Nella scuola italiana invece si ha ancora l'idea magica che se cambi il suono allora cambi la cosa - la base della magia è proprio questo, e che quindi quello che è importante non è afferrare i concetti ma ripetere correttamente la parola (pronunciata dal professore) questo nominalismo magico è particolarmente radicato (non so perché) tra coloro che si proclamano marxisti, che pensano che utilizzare la terminologia marxiana sia praticamente tutto ciò che serve per essere marxisti e che se invece si formulano esattamente gli stessi concetti con terminologia diversa. O meglio lo so, Marx è scritto in linguaggio dialettico, che ben pochi (soprattutto se hanno meno di 60 anni) padroneggiano e non padroneggiando la dialettica sono costretti a fermarsi alle parole marxiane senza afferrare la sintassi marxiana.

Traasversalità di classe

nel post precedente dicevo che la sottocultura dei giovanissimi che si esprime nella trap è assolutamente trasversale e quindi poco inquadrabile negli schemi del marxismo volgare. Del marxismo volgare, non di quello vero, perché quello che è successo è che con l'aumentare smisurato della concentrazione di capitale e delle disuguaglianze di reddito si è venuta a formare una gigantesca massa di sfruttati in cui sono ancora perfettamente riconoscibili differenze tra proletari e piccolo borghesi (soprattutto a livello di sensibilità), ma che sono sostanzialmente irrilevanti dal punto di vista economico sociale e politico. Il fenomeno era stato perfettamente inquadrato da "occypu wall street" che parlava di 99% sfurttato contro 1% di sfruttatori (non usavano il termien sfruttati e sfruttatori e quindi erano snobbati dal marxismo volgare in cui la terminologia è essenziale e i concetti sono irrilevanti)  ma occorre ricordare che era esattamente la previsioen di Marx sullo sviluppo capitalistico: la concentrazione estrema del capitale e la formazione di un'immensa classe di sfruttati. A quel punto, liberarsi di quell'1% diventeà facilissimo - diceva Marx- anche considerando le armi e gli strumenti di controllo potentissimi di cui sono dotati.

trap e sottoculture giovanili

Se leculture giovanili degli anni 70 e 80 attrassero da subito l'attenzione di tutti, sembra che nessuno si sia accorto che intorno alla trap  si è venuta a creare una vera e propria subcultura giovanile. L'attenzione si concentra sulla povertà musicale del genere, dimenticando che il vero senso di un genere musicale legato a una subcultura è quello di creare identificazione nel gruppo.  Credo che la colossale sottovalutazione del fenomeno derivi da tre fenomeni (oltre che dall'impoverimento del dibattito culturale un po' a tutti i livelli).

1) se le sottoculture tradizionali avevano una chiara connotazione di classe, la trap è assolutamente trasversale e quindi difficilmente inquadrabile negli schemi del marxismo volgare che costituisce la filosofia di fondo di quasi tutta l'intellettualità  contemporanea.

2) la sottocultura è invece generazionale, in quanto è quella che accomuna i 1-16-enni

3) la trap attrae perché utilizza un linguaggio criptato comprensibile solo ai giovani e incomprensibile agli adulti. Non c'è veramente nulla di nuovo, dai linguaggi segreti della malavita francese al verlain, ma ha funzionato tanto bene che i giovanissimi sono riusciti effettivamente a creare una loro sottocultura senza subire l'interferenza dei grandi (che sono affetti da complesso di peter pan maligno e quindi sarebbero particolarmente fastidiosi se si intrufolassero nelle file dei giovani). Tra l'altro questo linguaggio è fondamentalmente ironico (a me la dark polo gang fa morire dal ridere, quando la capisco) e quindi di ancora più difficile decrittazione.

A questo andrebbe aggiunto un quarto fenomeno, cioè che la comunicazione tra i giovanissimni avviene su canali social poco bazzicati dagli adulti che sono legati a twitter e facebook.

La sottocultura dei giovanissimi è sostanzialmente disimpegnata ma credo che questo derivi solo dall'età veramente bassa degli appartenenti. In realtà esempi come Greta e Simoen dimopstrano che questa sottocultura è capace di potente elaborazione politica - o meglio di un'elaborazione politica in fondo non particolarmente originale, ma che si esprime nel linguaggio dell'oggi e non in quello degli anni '70 a cui sono ancora indissolubilmente legati le persone di età più alta.

venerdì 5 aprile 2019

The Green Book e intersezionalità

"The green book" non ha grandi velleità, è un film fatto per passare un'ora e mezza piacevoli. Però sullo sfondo appare in tutta la sua evidenza il tema della cosiddetta intersezionalità: iprotagonisti sono un bianco povero e un nero ricco: e tutto il film ruota intorno a chi è lo sfruttato e chi è lo sfruttatore? Ovviamente la domanda non ha senso, perché lo acquista solo sullo sfondo, dove la stragrande maggioranza sono bianchi ricchi e neri poverissimi. I protagonisti sono invece contemporaneamente sfruttati e sfruttatori, caratteristica che è tipica delle società postmoderne e ambiguità in cui sguazzano le destre cosiddette populiste, che guardano se sei borghese quando sei nero e se sei povero quando sei bianco, ma non le altre combinazioni. L'intersezionalitò è proprio il riconoscimento che le classi non sono un insieme di individui, perché ogni individuo sta  all'intersezione tra più classi. Se si leggono con attenzione i classici era già tutto scritto, ma ovviamente nel 1848 o nel 1917 non c'era tanto bisogno di sottolineare la differenza tra classe e individuo, però che il percorso individuale possa svolgersi all'intersezione tra le classi era già scontato: Lenin diceva che anche un prete poteva far parte del partito, purché ne seguisse il programma, e la logica è sostanzialmente la stessa dell'intersezionalità.

Che gli individui siano una interesezione di classi però non è per niente chiaro anche a molta sinistra, e per questo dei movimenti beceri e ipocriti come quelli populisti possono prosperare.

OGM e selezione delle razze

Spesso si dice che abbiamo sempre fatto ingegneria genetica, inqautno il mais o la melanzana sono completamente diverse dall'antenato selvatico. In realtà c'+ un abisso tra la selezione artificiale e gli inroci con cui si ottenevano le razze domestiche, per esempio quelle canine, e gli attuali OGM: i metodi tradizionali agivano sull'intero genoma, mentre l'ignegneria genetica agisce su singoli geni. E siccome non sappiamo nulla delle interazioni tra geni, gli OGm non solo sono pericolosi, ma anche inefficaci; la trasformazione che ha portato dal teosinte, un'erbetta con pochi semini durissimi al mais con le sue enormi pannocchie è assolutamente inattuabile con le attuali conoscenze di genetica molecolare; quello che siamo riusciti a fare per ora sono cose tipo vegetali resisteni al terribile glifosato, in modo che irrorando i campi diquesto veleno muore tutto tranne la pianta coltivata; e ovviamente il glifosato si è rivelato cancerogeno.

giovedì 4 aprile 2019

Antifona

L'antifona è diffusa nella musica african ma si ritrova anche in Papua e nella musica di altri popoli. Chissà se è una forma ancestrale o se si è sviluppata indipendentemente più volte in vari popoli "primitivi"

martedì 2 aprile 2019

Despoti

Sulla copertina del numero di questa settimana dell"'Economist" c'è un faccione. Lì per lì mi sembrava Orban, poi ho pensato, sarò forse Erdogan? No era Nathanyau. Questi despoti viziati (più don Rodrigo che Innominato) si assomigliano tutti.

Dotta ignoranza

Il sapere di non sapere di Socrate ha più a che fare con lo Zen che con quello che si dice a scuola. Fare il vuoto nella mente per raggiungere la massima concent4razione e quindi la massima cionsapevolezza di sé stessi sono uno dei principi fondamentali dello zen e anche il significato profondo della dotta ignoranza socratica.

lunedì 1 aprile 2019

Fascismo e cultura

Sui social si legge spesso che la cura per il fascismo e il razzismo sarebbe la cultura. Fosse vero. Gentile era coltissimo, eppure era decisamente più a destra di Mussolini (anche se non razzista). Il "manifesto della razza" fu firmato da scienziati in molti casi anche estremamente validi. Heidegger e Schmitt non erano certo degli ignoranti, anzi, sono tra i maggiori filosofi della prima metà del 900. L'identificazione tra sinistra e cultura è in realtà un fenomeno molto recente, successivo sostanzialmente alla sconfitta del nazismo. Ancora oggi il neofascismo ha una sua intellettualità per così dire underground che spesso è molto strampalata ma che non si può certo dire ignorante.