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giovedì 7 agosto 2025

Radical chic e maranza

"Radical Chic" è un temrine che deriva da un romanzo di Tom Wolfe che ovviamente non ha letto nessuno e in cui parla della "nostraglgie de la boue" della altissima borghesia. Oggi siamo tutti radical chic, ci piace il fango, e sono radical chic anche quelli che in altri tempi erano gli ultimi sottoproletari. Credo che questa sia la differenza fondamentale tra trap e rap.

domenica 11 ottobre 2015

Non essere cattivo

Discutevamo con un caro amico sul film postumo di Claudio Caligari "non essere cattivo", essenzialmente il remake vent'anni dopo del gran film "Amore tossico". L'uno trattava della vita di alcuni eroinomani, questo parla della vita di piccoli spacciatori al tempo della cocaina e delle metanfetamine. Il mio amico sosteneva che "non essere cattivo" mancava dell'epica potenza di "amore tossico", in quanto il relativo sentimentalismo dei personaggi poco si accorda con la durezza del mondo dei sottoproletari.


In realtà, penso che il problema sia ben altro: ""amore tossico" viene prima del 1989, "non essere cattivo" dopo. Nel 1983 tutti erano convinti che il proletariato avrebbe conquistato il mondo, nel 2015 non ci crede (quasi) più nessuno; i protagonisti di "amore tossico", quindi, a modo loro sono dei vincenti, mentre quelli di "non essere cattivo" sono assolutamente perdenti. Una punta di romanticismo è presente anche in "amore tossico", in quanto i proletari (e anche i sottoproletari) al fondo sono romanticissimi, anche se la durezza estrema della vita di borgata non lascia tante occasioni di esprimerlo, ma è il romanticismo dei forti; quello di "non essere cattivo" è il romanticismo dei deboli.

lunedì 25 agosto 2014

Exit strategy

Walter Siti sembra aver preso la mia osservazione alla lettera. Sto leggendo "Exit Strategy" e mi sto scompisciando dalle risate. La cosa paradossale è che più le osservazioni sono vere, più fanno ridere. Non dovrei stupirmi. Essere seri, che ai tempi della borghesia eroica significava decoro e cultura, siginificava il puritanesimo borghese di Weber, - e anche il borghese avaro e cattivo ma dedito di Marx - oggi significa pensare e parlare solo di sesso figa privilegi - privilegi. non potere, perché il potere implica responsabilità e fatica: Il resto sono giochi o idealismo. Siti è quindi costretto all'ironia per parlare di cose che in fondo dovrebbero essere normalissime - invoca spesso la trascendenza, ma bello vero giusto autentico creativo puro sono cose materialissime.  Siti stesso aveva intuito,  in "Contagio", come il modello della borghesia stesse diventano il sottoproletariato. Però il sottoproletariato ha una purezza, che si perde nel passaggio alla piccola media e alta borghesia.

lunedì 21 luglio 2008

Walter Siti


Ho letto con piacere l'ultimo "pasoliniano" romanzo di Walter Siti, "Il Contagio". Descrive bene il mondo dei sottoproletari, il misto di nefandezze e purezza che lo caratterizza. Verso la fine il protagonista - dopo questa immersione tra i Lumpen - abiura tutti i principi di correttezza piccoloborghesi. Interessante e vero - però credo che Siti non abbia colto nei sottoproletari un tratto importante: la generosità. Marcello si dà chiaramente senza calcolare quanto otterrà, poco o tanto non gli importa, e in questo è completamente diverso dal borghese che non fa nulla senza pesare accuratamente il suo tornacono - monetario, affettivo, di potere, di piacere. Mio padre diceva "fai il bene e buttalo a mare, che Allah lo raccoglierà"; Marcello non ragiona molto diversamente, fa il bene e lo butta a mare, aspettando che Allah lo ricompensi con il denaro necessario per la cocaina (ovviamente Marcello sa anche che è meglio aiutarsi che dio t'aiuta).
Insomma, Siti è talmente chiuso nell'orizzonte borghese che non si è accorto che la correttezza borghese è necessaria quando i rapporti tra le persone sono di scambio "equo", mentre non significano nulla quando lo scambio è "infinito". E diventa naturale allora anche commettere oscene nefandezze con spito assolutamente puro.