mercoledì 30 dicembre 2009

Padroni

Quindici anni or sono la classe dirigente della Prima Repubblica venne spazzata via. E gli italiani, da quel momento, stanno ahimé immobili, aspettando il nuovo padrone - specialmente a sinistra. Dato che chi si ferma è perduto, tutto va allo sfacelo. Del resto, eliminato ogni dissenso, sembra ormai pronta la Grosse Koalition che dovrebbe prendere in mano le sorti di questo Paese - una Grosse Koalition che si stava preparando già nel 1976. Le cose poi andarono storte, e per far rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta si è dovuti passare per lo "sdoganamento" dei fascisti - ricordo che alle medie ci portarono a una mostra sull'EUR, in cui si tessevano le lodi di questa meravigliosa realizzazione mussoliniana, e la mostra era sponsorizzata non da Gelli, ma dalla Fondazione Agnelli.

lunedì 28 dicembre 2009

Amore e libertà


A Berlusconi non piace più la libertà - ora gli piace l'amore.

Sistema elettorale (II)

Negli ultimi post discutevo sulle sottigliezze antidemocratiche dei sistemi elettorali, partendo dal mostruoso Porcellum. Questo sistema è una bazza per le minoranze ricche contro le maggioranze povere – a causa della coesistenza del premio di maggioranza con lo sbarramento elettorale, non solo per la patologia delle liste bloccate. Se penso però che i propositori del recente referendum sulla legge elettorale, che avevano l’intento di rafforzare il peso della società civile rispetto a quello dei partiti, non hanno pensato a niente di meglio che ad aumentare il premio di maggioranza (tecnicamente cambiando i requisiti per il suo calcolo) e senza toccare le liste bloccare, diminuendo quindi il peso dell’opinione pubblica e rafforzando quello della coalizione vincente, mi viene un certo scoramento. Temo che al fondo vi sia una tipica caratteristica italiana. Gli italiani infatti rispettano mai la decisione della maggioranza, sembrandogli inconcepibile che altri possano avere più ragioni di loro, salvo poi chiedere un “uomo forte” che imponga quelle decisioni che essi stessi non rispettano..

Uninominale

Il sistema uninominale anglosassione – e il concetto derivante “the winner takes all” – sono nati nell’America e nella Gran Bretagna rurali del ‘700; ogni villaggio, ogni quartiere, eleggeva un proprio rappresentante da mandare al Parlamento, ed era logico e inevitabile il sistema uninominale, che nasce però, quindi, per eleggere rappresentanti di una comunità, non dei singoli elettori; per quanto corretto poi dal suffragio universale, il principio è diametralmente opposto a quella di “un uomo un voto”.

domenica 27 dicembre 2009

Sistema elettorale


Riflettendo sul "porcellum" (che meglio sarebbe chiamare procellum), consideravo come molti equilibri di governo che attribuiamo al "consenso popolare" siano in realtà dovuti in gran parte al sistema elettorale. Il "porcellum" unisce un premio di maggioranza con lo sbarramento elettorale - un mostruoso ircocervo che vorrebbe richiamarsi al proporzionale corretto tedesco, ma in relatà riprende, la vecchia "legge truffa" in forma assai più truffaldina - garantendo alla coalizione di destra una larghissima maggioranza parlamentare con una percentuale dei votanti ben al di sotto della maggioranza assoluta - da cui lo svilimento del parlamento ecc. Con un sistema veramente proporzionale avremmo probabilmente un sistema di "cogestione" della cosa pubblica, non molto diverso da quello della Prima Repubblica, in cui la minoranza ha una sorta di potere di veto sulle misure più indigeribili. Certo, ricordiamo tutti la paralisi della Quarta Repubblica francese e l'estrema lentezza decisionale dell Prima Repubblica italiana, però temo che ci si sia fatti influenzare soprattutto dall'idea anglossassone del "the winner takes all", senza considerare che nei Paesi anglosassoni esistono tutta una serie di poteri indipendenti, per esempio la stampa, che svolgono il ruolo di un vero e proprio potere dello stato.
Del resto, nei Paesi anglosassoni, il sistema uninominale a turno unico ha sistematicamente favorito i governi di destra, che probabilmente non avrebbero mai avuto, dal '45 a oggi, una maggioranza o per lo meno una maggioranza sufficientemente ampia per imporre le drastiche riforme per esempio della Thatcher. In Gran Bretagna, del resto, si trovano oggi con l'elettorato che rifiuta i laburisti ma voterà probabilmente per i conservatori non perché approvi veramente questo partito, ma per mancanza di alternative; con un sistema più equilibrato vedremmo probabilmente molti voti spostarsi verso i verdi e partiti di tipo radicale come la "Linke" tedesca, o forse, addirittura, una maggioranza di tali voti.
Da un altro punto di vista, la tanto decantata alternanza è garantita in Europa solamente in Francia, che, dal 1789 a oggi, ha visto regolarmente alternarsi destra e sinistra - con una prevalenza di governi di destra. Nel mondo anglosassone si osserva invece un avvicendamento di partiti a seconda della fase storica, in quanto in un dato periodo i partiti tendono a essere molto simili tra loro per conquistare i voti "di centro" che decidono le sorti delle elezioni nei sistemi uninominali.

per un mappa dei sistemi elettorali del mondo, vedi il bel sito http://worldpolicy.org/projects/globalrights/democracy/maps-pr.html, da cui si evince tra l'altro che nella maggior parte dei Paesi europei vige un sistema proporzionale - e che un sistema proporzionale esiste in tutti quei Paesi in cui governano le sinistre: Spagna, Norvegia ecc. senza per questo che le destre non possano andare al potere quando godono di un consenso reale (Paesi Bassi ecc.).

sabato 26 dicembre 2009

Topo Gigio


Ho notato che Topo Gigio, nella pubblicità televisiva per la profilassi dell'influenza suina, inizialmente consigliava norme igieniche, ma non la vaccinazione; solo quando l'epidemia era finita consigliava di vaccinarsi e specificamente sia per la suina che per la stagionale. Sono venuto poi a sapere dai giornali che, se all'inizio il numero di dosi di vaccino era largamente insufficiente rispetto ai soggetti a rischio, alla fine dell'epidemia di suina erano rimaste parecchie migliaia di dosi inutilizzate, con grave onere per l'erario.

venerdì 25 dicembre 2009

Giuda



Mi sono sempre chiesto, a proposito del tradimento di Gesù, non cosa potesse servire al Sinedrio o ai Romani arrestarlo, ma a cosa servisse loro farlo attraverso un traditore. Cristo faceva una vita pubblica, e sembra strano che sia stato arrestato in un luogo segreto, e di notte. Mi è venuto il sospetto che Giuda non Gesù dovesse tradire , ma una persona che si nascondeva tra i discepoli, probabilmente uno zelota antimperiale, forse lo stesso Barabba. Quando i romani ebbero fatto irruzione nel luogo dove si nascondevano i discepoli, Giuda indicò non Cristo, ma Barabba; a quel punto Gesù, per coprirlo, disse di essere lui il "ladrone" e si consegnò ai romani, un po' come Salvo d'Acquisto ai nazisti.


Si spiegherebbe così coerentemente sia il silenzio al processo, sia il fatto che Pilato, che doveva aver capito benissimo l'inghippo, abbia chiesto al popolo di scegliere tra Barabba e Gesù, e come il popolo, composto in larga parte di zeloti, abbia scelto di liberare Barabba.

Acquista anche un altro senso, molto meno spirituale e più politico, il senso della frase "si è immolato per i nostri peccati".



Merry Christmans!

Sanitätsreformierung

Endlich wird vermutlich die Sanitätsreformierung Obamas verabschieden. Ich glaube, dass der Präsident USA, um die Verständigung des Parlaments zu haben, die Reform mit einem stärkeren Kampfengagement in Afghanistan tauschen sollte.

Legalità

Il giochino – a dire il vero itnelligente e sottile – che fa la destra – svuotare le istituzioni repubblicane dall’interno – è tutto riassunto nella gran voga del termine “legalità”, che significa rispettare non la legge, ma la forma della legge, o, in altre parole, rispettare la forma e non la sostanza della legge – la noiosa tiritera che la forma è sostanza ha molto aiutato questo processo. Fino ad ora il baluardo alla sostituzione della legge con la legalità è stato rappresentato dalla magistratura, forte – in una misura scandalosa per la destra – non solo perché con tangentopoli ha acquisito una legittimità e indipendenza che prima non aveva – i processi si facevano solo ai poveracci, quando si toccava un potente venivano trasferiti a Roma allora soprannominata “il porto delle nebbie” - ma anche perché il diritto – come sottolinea spesso su Repubblica Luca Cordero – ha natura deduttiva, e l’albero delle deduzioni permette di ricollegare ogni norma con ciascuna altra, così da formare un tutto unico. Rispettare la forma e non la sostanza significa fondamentalmente separare le norme tra di loro – oppure scrivere, come spesso e volentieri fa questo governo, norme che sono in contraddizione con il resto del corpus giuridico. Rocco, che era comunque un grande giurista, non si sarebbe mai sognato di fare tanto, tant’è vero che ancora usiamo il suo Codice, con qualche pulizia ad opera della Corte Costituzionale.
Del resto, se volessero riscrivere il corpus del diritto nella sua interezza, dovrebbero dire chiaramente quello che vogliono, cioè che ci sono degli uomini superiori a cui tutti gli altri debbono ubbidire. Se ancora non l’hanno fatto, è perché questo è in contraddizione con la vocazione plebiscitaria: nei sistemi aristocratici e fascisti la legittimità viene dalla forza delle armi; come possono essere gli schiavi imbelli a legittimare l’uomo superiore? Temo che però qualche sofisma per superare questa contraddizione se lo inventeranno, per quanto assurdo dal punto di vista logico, convincente dal punto di vista emotivo – come al solito e come facevano i sofisti parecchi secoli fa. Forse si tratterà di una divisione in caste – e non più in classi.

mercoledì 23 dicembre 2009

Ingorgo


Nel perenne ingorgo automobilistico di Roma viene da chiedersi: ma non vanno a lavorare? No, non vanno a lavorare (la disoccupazione e la sottoccupazione a Roma sono altissime), e da qui - insieme con la struttura urbanistica delirante - il caos.

domenica 20 dicembre 2009

9 maggio 1978


Il 9 maggio del 1978 l’Italia si è fermata e ancora non è ripartita. Basta vedere i cinquantenni che vanno in giro con il cappellino da baseball, come adolescenti. I pochi che continuavano a muoversi – Padoa Schioppa, don Ciotti – si trovavano di fronte gente che era come presa da un incantesimo. Speriamo che il gesto dello “psicolabile” contro il mago Silvio abbia rotto l’incantesimo.
Incidentalmente, la faccia di Berlusconi ferito ricorda stranemente quella di Golia nel dipinto di Caravaggio.

Eden minoico


Ho visto su un libretto una strana immagine in un medaglione minoico, che ricorda da vicino il racconto biblico della cacciata dall'Eden. La dea madre siede con dei papaveri in mano sotto l’albero della vita: sembra quasi una prefigurazione di Eva – il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male era forse il papavero da oppio? In alto si vede una bipenne, simbolo di Zeus – che corrisponde anche nella radice a Yahweh. Interessante è anche lo spirito in alto a sinistra, formato da due scudi, che sembrano il caduceo (fatto di serpenti intrecciati!) di Hermes, messaggero di Zeus – il serpente biblico corrisponde forse a Hermes greco?
Per quanto riguarda il papavero da oppio (Papaver somniferum), si tratta di una specie generalmente considerata originaria del mediterraneo occidentale probabilmente per selezione di specie indigene, anche se oggi le maggiori coltivazioni sono in Afghanistan.

domenica 13 dicembre 2009

Equilibrio


Secondo un’antica malconcezione greca, associamo l’idea di equlibrio all’idea di stabilità. Gli ecologi, per esempio, spesso dicono che il balance of nature non esiste perché l’ecosistema è altamente mutevole. Ma è proprio l’equilibrio tra el forze contrapposte che lo compongono che permette l’esistenza delle strutture, senza di cui non si potrebbe avere movimento. Se, per fare un esempio semplicissimo, non vi fosse equilibrio tra l’inerzia dei pianeti e l’attrazione gravitazionale del sole, i pianeti o si perderebbero nello spazio o collasserebbero sul sole, e non avremmo più nessun sistema solare. Questa idea equilibrio = staticità è strettamente collegata con l’altra idea che l’indifferenziato rappresenti il movimento, mentre il differenziato la stasi – l’idea per esempio dei surrealisti, dei dionisiaci ecc – idea che credo rimonti ad Aristotele. In realtà, l’indifferenziato non puà muoversi – se una ruota non è a contatto con un piano che gli fornisce una controspinta gira su se stessa.

Legge elettorale

Il caos politico culturale e morale italiano è il caos di un vuoto di potere, molto simile a quello della Somalia, conseguente allo sgretolamento della DC e del PSI dopo tangentopoli (e la caduta dei blocchi). Se però solo dello sfaldamento di una classe politica si trattasse, sarebbe ben poco danno – Prodi aveva sostituito egregiamente per ben due volte quella precedente. Il problema vero è la contrapposizione tra i vecchi “poteri forti”, cioè la grande borghesia industriale del Nord-ovest e la chiesa, e i poteri emergenti degli industriali del nord-ovest e forse della mafia imprenditrice. Nel post precedente ipotizzavo che una soluzione potrebbe essere il federalismo, che però, allo stato attuale delle cose, porterebbe probabilmente a una disgregazione del Paese. Un’altra soluzione che mi frulla per la testa – perché ovviamente soluzioni non ne ho – è quella di ridare centralità al parlamento che potrebbe rappresentare il luogo di mediazione tra le varie forze del Paese. Negli ultimi trent’anni ha avuto grande fortuna l’idea anglosassone che l’esecutivo debba essere fortissimo – idea smentita dal perfetto funzionamento della parlamentarissima Germania; sarebbe forse ora di liberarsi di queste posizioni puramente ideologiche. Un parlamento centrale richiederebbe, vista la polarizzazion geografica delle forze in campo, una legge elettorale che rafforzasse le rappresentanze locali. Una tale legge rischierebbe di schiacciare i ceti urbani delle grandi città (quelli progressivi, solitamente), proprio ciò che avviene negli Stati Uniti (il grande peso dato ai piccoli collegi nel sistema elettorale americano permette il persistere e spesso l’egemonia di forze reazionarie come quelle che hanno sostenuto Bush), ma forse un’opportuno disegno dei collegi elettorali potrebbe ovviare al problema. Il Mattarellum, per quanto mostruoso dal punto di vista estetico, in fondo funzionava; mentre il Porcellum garantisce potere quasi assoluto a una minoranza: Lega + Pdl, pur non raggiungendo la maggioranza assoluta dei votanti, hanno una maggioranza bulgara in Parlamento. Questa sproporzione tra rappresentazione nella popolazione e nel parlamento – e non la mancanza di buone maniere - è la vera causa dell’acutezza dei conflitti politici. Purtroppo, disegnare un sistema elettorale decente è ostacolato dal fatto che non bisogna toccare Casini, e anche dal fatto che in questo meraviglioso Paese raramente elaboriamo risposte nostre ai nostri problemi: di solito compriamo i format dagli stranieri.

Nell’editoriale di oggi su "Repubblica", Scalfari avvicina le forzature berlusconiane al 18 brumaio di Napoleone. In effetti, la Francia è un paese in cui sostanzialmente non esiste separazione dei poteri, esattamente come sembra volere Berlusconi: non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, il parlamento è unicamerale e il presidente ha un mandato lunghissimo (non so se sia immune come il presidente italiano e quello degli Stati Uniti). In Francia, tuttavia, un contrappeso a questa enorme concentrazione di potere esiste, ed è la piazza: dal 1789 i francesi (per meglio dire i parigini) fanno le barricate, e nessuno si sogna di contestare la legittimità delle barricate celebrate da Delacroix in un celebre dipinto; le barricate, infatti, sono l'incarnazione stessa della liberté. C’è un articolo della Costituzione francese che afferma che nessuno può incarnare la sovranità in sé stesso; dal punto di vista giuridico è senza senso, ma rappresenta la legittimazione dei movimenti di protesta quando il “sovrano” abusa dei suoi poteri. La storia del nostro Paese è ben diversa, sia perché lanostra tradizione è quella di “re buoni” che sparano cannonate sui pacifici lavoratori in sciopero, sia perché se Parigi è la Francia, Roma non è certo l’Italia, Paese dei mille borghi (e questa forse è la sua maggiore ricchezza), sia ancora perché storicamente la Francia, almeno dai tempi di Luigi XIV, si articola intorno a tre poli: il “popolo”, l’”aristocrazia” e il re, che, quest’ultimo, fa da mediatore tra i primi due. Quando Luigi XVI venne decapitato, si ruppe l’equilibrio, aprendo la strada al putsch di Napoleone Bonaparte. Venendo a tempi più recenti, l’equilibrio era venuto a mancare nella Quarta Repubblica, che sostanzialmente proseguiva l’esperienza cosituzionale del fronte popolare, proprio per la mancanza di un”re” che venne restaurato da De Gaulle.Certo, anche in Italia è venuto a mancare il mediatore (la DC) tra “aristocrazia” e “popolo”. Ancora più grave però è il fatto che i "poteri forti" (l'aristocrazia), cioè grande borghesia industriale del nord-ovest e chiesa, sono fortemente indeboliti, per l'emergere, come sottolineato da Scalfari, degli industriali del nord-est, e anche dell'industria finanziaria milanese, e, forse, della mafia imprenditrice. Il "popolo", in questo contesto, si divide, tra chi rivendica la propria autonomia e chi invece cerca di allearsi con l'"aristocrazia". Forse, data la forte caratterizzazione geografica di queste diverse forze politiche - l'Italia, appunto è paese di mille città - la soluzione starebbe, guarda un po', nel federalismo; purtroppo, gli stati federali esistenti (Stati Uniti, Germania ecc.) a un forte potere locale contrappongono un fortissimo potere centrale, con l'eccezione della Confederazione Elvetica, che è sostanzialmente ancora una costellazione di cantoni.

martedì 8 dicembre 2009

Divieto

Nei regimi democratici e più in generale negli stati di diritto il principio fondamentale è che tutto ciò che non è vietato è permesso. Il diritto positivo (cioè l'insieme delle leggi) è infatti in realtà un insieme di divieti. Anche quando una norma si presenta come un obbligo, in realtà rappresenta il divieto del contrario di quello che è obbligato. Questo principio deriva da una necessità fondamentale: la certezza del diritto. Nessuno può essere obbligato a fare qualcosa, perché non è possibile verificare se quello che è stato imposto è stato effettivamente realizzato; mentre è facile verificare che un atto non è stato compiuto. Una vecchia, bellissima vignetta di Quino, che la dittatura l'aveva conosciuta, mostra un poliziotto che al centro della piazza affigge un cartello con su scritto: "indovina cos'è vietato". In Italia non siamo per fortuna a questi livelli, però in questo Paese che pure è stato la patria del diritto, inconsciamente viene applicato il principio che tutto ciò che non è permesso è vietato.

Il governo del fare


Spesso si dice che il governo non fa niente. Non è vero. Il governo fa, e talora anche bene: le case dell'Aquila sono state effettivamente consegnate e gli aquilani terremotati hanno un alloggio. Il problema è quello che non fa: nel caso dell'Aquila, i restauri non sono stati nemmeno iniziati, e richiederanno, qualora si iniziasse subito, una decina d'anni. Non avendo iniziato subito, si rischia seriamente di trasformare l'Aquila in una città morta, come certi borghi medievali disabitati, affascinanti ma appunto morti. E' proprio questa la caratteristica del governo in carica: fa, ma non fa quello che prevede una lunga prospettiva (e quello che va a favore delle fasce più deboli); e una destra, anche una destra giacobina come questa, non può impegnarsi in tal senso, perché andrebbe contro la sua natura.
A dire il vero, c'è un'altra caratteristica: fanno, ma con scoperto di bilancio (in genere).

Influenza suina


L'influenza suina è passata. E' iniziata verso fine settembre con molti casi - che gli stessi medici tendevano a minimizzare, per non suscitare il panico - in una forma però blanda. Io ho avuto tre giorni con febbre molto bassa, ma con un senso di spossatezza estrema. Successivamente, verso fine ottobre, c'è stata una seconda ondata epidemica, molto più forte, con febbre altissima, probabilmente dovuta a una forma mutata. Quando è iniziata la - sporadica - campagna di vaccinazione - l'epidemia stava ormai finendo.
Tutto sommato la politica di minimizzazione del governo era giusta.

Bilan de l'Etat


Dans la nouvelle loi de bilan, avec un blitz de la majorité, a paru un trou de bilan de 8 milliard. C'est le même jeu de Storace à la Région Lazio il y a cinq ans: Storace savait que sa rééelection étati improbable, et de consequence a devasté le bilan de la région laissant le charge de combler le trou énorme à son successeur, en esperant qu'il aurait coupé drastiquement la sanité et les service sociaux, ce que son Marrasso n'a pas fait - est-ce cela peut-être la faute que, lui, il a payé avec la découverte de son scandale sexuel?