lunedì 13 aprile 2009

Politica estera

Andreotti e Craxi hanno per lungo tempo tentato di impostare una politica estera filoaraba, incontrando la feroce opposizione e talora la rabbia degli Stati Uniti: Ustica probabilmente deriva da questo conflitto tra USA e Italia riguardo i rapporti con il Medio Oriente. Una politica filoaraba è del resto lo sbocco naturale per chi vuole fare dell’Italia una “potenza”. L’astuta destra italiana, che a parole vorrebbe, come Mussolini, la potenza dell’Italia, ha invece impostato una politica che in ultima analisi è anti-araba: a questo portano il razzismo, la “difesa dell’identità”, il clericalismo, ecc. E’ uno dei tanti esempi di come la destra spesso vada contro i suoi stessi obiettivi – è un vizio comune anche a molta sinistra, e nasce dall’intransigenza cieca, ed escludo la destra più o meno liberale per cui principe è il principio che il fine giustifica i mezzi. Tra l’altro, fosse solo loro il problema; purtroppo in genere le spese delle politiche di destra le pagano gli altri.

Politica estera



Andreotti e Craxi hanno per lungo tempo tentato di impostare una politica estera filoaraba, incontrando la feroce opposizione e talora la rabbia degli Stati Uniti: Ustica probabilmente deriva da questo conflitto tra USA e Italia riguardo i rapporti con il Medio Oriente. Una politica filoaraba è del resto lo sbocco naturale per chi vuole fare dell’Italia una “potenza”. L’astuta destra italiana, che a parole vorrebbe, come Mussolini, la potenza dell’Italia, ha invece impostato una politica che in ultima analisi è anti-araba: a questo portano il razzismo, la “difesa dell’identità”, il clericalismo, ecc. E’ uno dei tanti esempi di come la destra spesso vada contro i suoi stessi obiettivi – è un vizio comune anche a molta sinistra, e nasce dall’intransigenza cieca, ed escludo la destra più o meno liberale per cui principe è il principio che il fine giustifica i mezzi. Tra l’altro, fosse solo loro il problema; purtroppo in genere le spese delle politiche di destra le pagano gli altri.

Il Manifesto

Nel Manifesto Marx non dice dei capitalisti che sono ladri, mascalzoni, sfruttatori, infami – come aveva fatto Proudhon – tutto il contrario, afferma che i borghesi sono stati la più grande forza di progresso, di innovazione, di rivoluzione della storia, ma che non sono andati fino in fondo; né potevano farlo, perché per farlo, avrebbero dovuto togliersi di mezzo

Destra e sinistra


Le persone di destra spesso sono quelle che colgono meglio il nocciolo dei problemi, ma non tirano mai le conseguenze di questa loro comprensione; né possono farlo, perché risolvere un problema fondamentale quasi sempre implica andare contro lo status quo, il che uno di destra non può fare. Marx amava molto Balzac, perché, diceva, aveva dato la descrizione più esatta del capitalismo; ma Balzac era un conservatore che odiava la rivoluzione francese e con tanta acutezza dipingeva i borghesi perché sinceramente li detestava.

Capital

Marx a bâti dans le Capital un monument immense de science économique, loué énthousiastiquement par Schumpeter. Mais lui a échappée que le capitaliste n’est pas celui qui bâtit une industrie, mais un homme qui n’a pas d’argent et l’imprunt; c’est une oubliance petite, mais fondamentale, et cet érreur fondamental, et la politique économique qui n’ensuit et qui a été appliquée dans l’Unione Sovietique et dans les autres Pays socialistes, est peut-être è la base de sa debâcle.