L'unica cosa che mi interessa di questa intervista è l'affermazione del tutto vera che oggi è impossibile governare una città per mancanza di risorse. Quello che però tutti sembrano aver dimenticato è che ciò dipende dall'aver abolito l'ICI, la principale fonte di entrata (allora) per le casse comunali, abolizione che fu una delle principali cause del successo di Berlusconi. Non mi sento di criticare Berlusconi per la sua demagogia, forse è pi0 colpevole Pinocchio che il gatto e la volpe - è più colpevole un popolo che prima si fa togliere una non esagerata tassazione sulla casa e poi si lamenta di strade disastrate e mezzi pubblici a pezzi, e che neanche appoggerebbe alcuna misura di redistribuzione del reddito, perché ammira profondamente "chi ce l'ha fatta" e non si sognerebbe mai di togliere al ricco fosse anche solo un soldino (se la prendono con i politici, il che in sé sarebbe giustificatissimo, per non guardare dove bisognerebbe guardare). Alla fine, quello che il popolo italiano chiede è di continuare a stampare moneta (molti lo teorizzano anche sul web) - come si è fatto per una quarantina di anni fino al 2008 - la prima volta, dopo dieci anni di moneta facile (cioè di cambiali), negli anni 80, finì con Amato che faceva il prelievo forzoso nelle banche (nel '94); la seconda volta, dopo venti anni che Tremonti (anche lui fondamentalmente un socialista craxiano) faceva deficit spending appoggiandosi alla forza dell'euro, finì con l'euro che stava per zompare, lo stato italiano fare default e Berlusconi cacciato dalla Merkel - cacciata di cui ancora piagnucolano. Mi sa che non si sono nemmeno resi conto che la cacciata di Berlusconi è stata causata da Tremonti (gli italiani, perché Berlusconi Tremonti Sgarbi e Mentana ne sono perfettamente consapeboli).
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giovedì 23 novembre 2017
Berlusconi, politica economica, collasso delle amminsitrazioni comunali,
“Se dobbiamo guardare a quello che è successo in tante città – ci ha spiegato – si potrebbe dire che non sono idonei ma governare un Paese è una cosa diversa. Oggi amministrare una città è quasi impossibile perché gli enti locali sono stati ridotti a pezzi, senza soldi, strutture e potere. E’ difficile criticare una forza politica perché non si esprime al meglio a Roma o Torino. Non avendo mai governato prima solo un profeta potrebbe dirci se il M5s è in grado di farlo oppure no”. (da tiscali.it).
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domenica 27 agosto 2017
Berlusconi, Tremonti
Se Tremonti non fosse stato sul punto di far saltare l'euro nel 2011 oggi probabilmente Berlusconi sarebbe ancora capo del governo. Pare che adesso Tremonti abbia invocato dio patria e famiglia al meeting di Rimimi. Vuole forse far saltare anche la chiesa?
sabato 28 febbraio 2015
Con la cultura non si mangia
Tremonti diceva che con la cultura non si mangia. In effetti con mafia capitale abbiamo visto che, per esempio, con la nettezza urbana invece si mangia moltissimo.
lunedì 5 gennaio 2015
Meno tasse per tutti
Guardavo una serie di grafici sul sito dell'ISTAT relativi alle spese pubbliche negli ultimi anni. Ci sono saldo primario, debito pubblico, indebitamento e pressione fiscale dal 2001 al 2012; saldo primario, debito pubblico e indebitamento ricalcano praticamente l'andamento del PIL, mentre mi ha colpito questo, di grafico, relativo alla pressione fiscale
Si nota un brusco aumento della pressione fiscale non nel 2008, anno dell'inizio della crisi o nel 2009, in cui il PIL italiano crollò, ma dal 2005, in corrispondenza con la finanziaria di Giulio Tremonti. Il 2005 è l'anno in cui l'UDC abbandona il governo e Siniscalco il ministero dell'economia.
Meno tasse per tutti, come promesso. Tasse dirette, perché quelle indirette - che pagano i consumatori - sono aumentate in modo pazzesco. Per esempio, le assicurazioni auto sono quasi raddoppiate proprio per una tassa di Tremonti, come forse pochi sanno.
Si nota un brusco aumento della pressione fiscale non nel 2008, anno dell'inizio della crisi o nel 2009, in cui il PIL italiano crollò, ma dal 2005, in corrispondenza con la finanziaria di Giulio Tremonti. Il 2005 è l'anno in cui l'UDC abbandona il governo e Siniscalco il ministero dell'economia.
Meno tasse per tutti, come promesso. Tasse dirette, perché quelle indirette - che pagano i consumatori - sono aumentate in modo pazzesco. Per esempio, le assicurazioni auto sono quasi raddoppiate proprio per una tassa di Tremonti, come forse pochi sanno.
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mercoledì 22 ottobre 2014
Spread a 528
Berlusconi e Tremonti certo avevano un punto di forza nelle televisioni, ma la vera ragione del loro successo consiste nel non aver fatto pagare le tasse alla loro base elettorale, circa il 20% del Paese, costituita da commercianti e piccoli industriali. Non a caso lo slogan della prima campagna elettorale di Berlusconi, era "meno tasse per tutti" ("tutti" va inteso "i ricchi"). Anche se spesso non viene realizzato, l'evasione fiscale tollerata di fatto significa l'erogazione di un cospicuo sussidio. Berlusconi è riuscito a erogare questo gigantesco sussidio senza tagliare eccessivamente la spesa pubblica grazie - sorpresa sorpresa - al fortissimo potere di acquisto del tanto vituperato euro. L'introduzione dell'euro ha significato infatti la disponibilità di ampissima liquidità per lo stato italiano, che è stata elargita al ceto medio-alto, appunto sotto forma di sussidi mascherati . In un certo senso la politica economica di Tremonti è stata la prosecuzione del deficit-spending clientelare craxiano, e per essere equanimi, va detto che ha garantito una certa prosperità al Paese. Se però l'immissione di liquidità attraverso il deficit spending dello stato viene solo consumata senza essere investita, si viene a creare una bolla che alla prima contingenza internazionale sfavorevole esplode. Successe con la politica craxiana ai tempi del governo Amato nel 1992, è successo, in misura enormemente più grave, nel 2011, con il rischio non tanto di far fare bancarotta allo stato italiano quanto di far saltare l'euro. Infatti nel 2011 Berlusconi è caduto (i berlusconiani no, sono tutti al governo insieme con Renzi) e l'Italia è stata di fatto commissariata dall'Unione Europea.
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Commissariamento
Forse qualcuno non si è reso ancora conto che siamo commissariati dalla BCE - non diversamente dalla Grecia - perché Berlusconi e Tremonti, ai tempi dello spread a 528 punti stavano per far zompare l'euro (non lo stato italiano). Gli antieuropeisti hanno mille ragioni, ma al male che ti fanno gli altri non devi aggiungere quello che ti fai da solo.
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giovedì 26 giugno 2014
Sapere e potere
Sapere è potere, dicevano le nonne. Più concretamente, la Chiesa ha avuto per due millenni un immenso potere fondato appunto solamente sul sapere - che infatti vorrebbe tenersi tutto per se, sconsigliando i giovani di studiare e invitandoli ad andare a lavorare. Sullo stesso argomento, Tremonti affermava che la cultura (il sapere) non si mangia. Anche il potere non si mangia
mercoledì 15 febbraio 2012
Tangentopoli

Nel ventennale di Tangentopoli il commento più ricorrente è che Mani Pulite non è servita a niente e che oggi ci sia più corruzione di prima. Mah. Perché questa lettura sia così diffusa bisogna che 1) la gente non si ricordi com’era prima 2) che si interpreti la corruzione come un problema morale e non, almeno nelle dimensioni che ha in Italia, come un problema sociale
Cosa succedeva prima? Non solo chi voleva vincere un appalto ma anche solamente aprire un’attività economica doveva pagare una tangente non a un politico, ma a tutt i partitii. Le tangenti andavano secondo una percentuale prestabilita tot alla DC, tot al PSI, tot al PRI, tot al PLI, tot al PSDI e infine, in misura minore, al PCI. Questo denaro veniva impiegato in piccola parte per l’arricchimento personale dei politici, in massima parte veniva impiegato per il cosiddetto voto di scambio. PSI e DC, almeno dopo la fine degli anni ’70, erano i partiti maggioritari non certo perché fossero un baluardo contro il comunismo, ma perché spargevano elargizioni a pioggia sulla popolazioni. Molti in quegli anni andarono in pensione con meno di venti anni di contribuzione a stipendio pieno. Il risultato di questa che potremmo definire corruzione istituzionalizzata di massa, fu l’accumularsi del mostruoso debito pubblico che ancora abbiamo sulle spalle. Questo sistema richiedeva un sistema elettorale proporzionale. Il passaggio al sistema dell’oligarchia corruttrice che vige attualmente si è avuto non tanto con la dissoluzione dei partiti della prima Repubblica, quanto con il passaggio a sistemi maggioritari, in particolare con l’aberrante Porcellum, che, a parte le liste bloccare, unisce, caso unico al mondo, sbarramento elettorale e premio di maggioranza (il sistema tedesco, tanto per ricordare, ha solo lo sbarramento di maggioranza ma non il premio di maggioranza, mentre i sistemi inglese, francese e americano sono a collegio uninominale, non a premio di maggioranza). Sotto il regime elettorale del Porcellum i cittadini fondamentalmente non hanno nessuna possibilità di controllo sulla scelta del personale politico, in quanto le preferenze non contano più nulla, e in quanto anche piccolissime formazioni possono essere determinanti per raggiungere quelle percentuali di voti che danno diritto al premio di maggioranza. Se prima un politico doveva disporre di una solida base elettorale, oggi per essere eletto basta il gradimento del capopartito o di un capocorrente. Il sistema fu introdotto proprio per evitare il voto di scambio, ma il risultato è stato che i politici, ormai sciolti dal controllo popolare, responsabili solo verso il leader, possono liberamente dedicarsi all’arricchimento personale, ottenuto solitamente elargendo sovvenzioni pubbliche in cambio di prebende spesso non monetarie ma sotto forma di regali (case ecc). Il sommo economista Tremonti ha fatto tagli spaventosi alla spesa per la cultura, per la scuola, per l’Università, addirittura per la polizia, ha imposto una quantità inaudita di tasse (indirette, che pesano soprattutto sui poveri), ma non è riuscito a ridurre il deficit pubblico che anzi è aumentato considerevolmente (e sempre supponendo che le cifre ufficiali siano vere, cosa su cui ho fortissimi dubbi), deficit crescente che è alla base del famoso aumento dello spread e del rischio di default che abbiamo corso pochi mesi fa. L’aumento del deficit non si spiega né con l’abolizione dell’ICI né con l’evasione fiscale, in massima parte deriva dall’aumento di consulenze, appalti ecc.
E i giudici? Come si vede, la corruzione è più un problema di legge elettorale che di legge penale. Ma comunque Tangentopoli è stata checché se ne dica un punto di rottura. Prima del 1992 era impensabile che un politico, un ricco o un potente venissero condannati; i processi contro i politic e i potenti finivano nel “porto delle nebbie” e pian piano venivano “insabbiati”. Nessuno ricorda più il “porto delle nebbie”, cioè il tribunale di Roma, ma prima del 1992 un processo ad Andreotti sarebbe stato impensabile, come impensabile sarebbe stata una condanna (per ora solo in primo grado) dei responsabili dell’eternit. Si è passati da una giustizia che colpiva solo i deboli a una giustizia almeno in linea di principio uguale per tutti. Certo, le condanne di potenti sono ancora rare, ma il principio è stato affermato.
Ho fatto una schematica analisi socaile, politica, economica. Non ho parlato del ruolo dell’economia privata e di altre complicazioni come la politica monetaria, ma il quadro dovrebbe essere chiaro. Finché continueremo a veder il problema della corruzione come un problema morale non ne usciremo. Finché continueremo a parlare di legalità invece che di diritto non ne usciremo. Le leggi non derivano da principi morali, che rientrano nell’ambito della religione, ma servono a garantire la convivenza pacifica tra i cittadini. Almeno quando sono leggi giuste.
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lunedì 15 agosto 2011
Ammuina

E così Tremonti è riuscito a farsi prestare i soldi dai tedeschi - questo significa che la BCE compra i BOT - senza tagliare niente e dando qualche bella bastonata ai lavoratori - tanto per sembrare "rigoroso". Il tutto con la copertura dell'Europa, che, non dimentichiamolo, non si era accorta di nulla della Grecia finché non sono arrivate al governo le sinistre. Mandano i bilanci a gambe all'aria, ma come fanno ammuina loro non li batte nessuno.
lunedì 11 luglio 2011
Default

Prodi aveva proposto al Paese di fare qualche sacrificio per risanare il mostruoso debito pubblico e restare nell'euro. I lavoratori tutto sommato furono d'accordo (sacrificio più, sacrificio meno), ma al 20% ricco del paese venne quasi una crisi isterica: "mi vogliono togliere qualche euro, sono rovianato! (in stile zio Paperone). Prodi cadde, venne la politica di "tolleranza" dell'evasione e di aumento della tassazione indiretta di Berlusconi e Tremonti. Vent'anni dopo, siamo sull'orlo della bancarotta. Il bel sito http://globaleconomicanalysis.blogspot.com/ chiama l'Italia "l'elefante invisibile".
Incidentalmente, questo 20% più ricco attualmente ha i soldi che gli escono dalle orecchie. Se per una volta toccassimo i forti invece che come al solito i deboli, mi sa che avremmo un bilancio florido; fu del resto l'errore di Prodi, chiedere sacrifici a tutti, invece di chiedere di più a chi ha di più - del resto a un democristiano non si può chiedere di diventare socialista.
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martedì 15 febbraio 2011
la volpe e l'uva
sabato 23 ottobre 2010
Carry trade
La sapéculation sur les changes des monnaies, risque de exploser l'euro. Voila la raison pour laquelle les gouvernements - de droite et de gauche - d'Europe sont en train de couper louirdement les bilans - un déficit excessif jou en faveur des spéculateurs. On raconte pourtant au peuple que cela c'est à cause de la crise, il ne faut pas le reinsegner sur les spéculaterus, car les genes pourraient demander: pourqoi n'arretez pas les spéculateurs au lieu de couper le welfare? De quoi discutez-vous donc dans les G8 et les G20?
Pendant ce temps, le déficit italien continue a s'accroitre - on coupe absurdement les dépenses pour l'instruction, mais personne songe à couper par exemple les dépenses des ministère, qui sont une source inéstimable de consensus éléctoral.
Pendant ce temps, le déficit italien continue a s'accroitre - on coupe absurdement les dépenses pour l'instruction, mais personne songe à couper par exemple les dépenses des ministère, qui sont une source inéstimable de consensus éléctoral.
sabato 3 luglio 2010
Tremontonomics

Da molto tempo gran parte dei settentrionali sono convinti di mantenere con il loro lavoro il Mezzogiorno. Ovviamente non c'è nulla di reale, e si tratta anzi di un'idea lievemente paranoica, ma come si sa i fantasmi sembrano più reali della realtà. E infatti per rispondere a questi fantasmi Tremonti ha tagliato tutto quello che in qualche modo rappresenta trasferimento dello stato al sud - insegnanti, polizia, cultura. La cosa non ha alcuna utilità o senso dal punto di vista economico - infatti il disavanzo vola alle stelle, si distrugge il capitale umano più qualificato e si rischia la deflazione - ma così gli elettori della lega sono contenti.
domenica 22 marzo 2009
Baricco

Qualche tempo fa Baricco ha scritto un articolo in cui proponeva di tagliare i fondi ai teatri e alla cultura e di destinarli invece alla scuola e alla televisione di qualità. Lasciamo da parte le finalità politiche della “provocazione” – si tratta di un’astuta mossa per mettere in difficoltà Tremonti con la sua poltiica di tagli alla scuola. C’è infatti un problema più di fondo. Baricco sostiene che si debba educare il popolo alla cultura, in particolare alla cultura di avanguardia del ‘900 – è un tema ricorrente degli intellettuali progressivi del nord Italia. Ma non è il popolo che deve essere educato – perché il popolo è già educato, a modo suo – ma le élites. Leopardi diceva che un Paese in cui molti sanno poco, sa poco, un Paese in cui pochi sanno molto, sa molto. In altre parole, se le élites hanno un notevole spessore culturale, questo sapere si riverbera su tutta la società – è quello che succede per esempio in Gran Bretagna, doev la scuola di massa è praticamente inesitente, ma dove esistono personalità di grande rilievo culturale. In Italia, le élites sono alquanto zoppicanti dal punto di vista culturale – e sono assai arretrate soprattutto per quel che riguarda le grandi conquiste del ‘900. Baricco, per esempio, scrive sostanzialmente come un autore dell’’800 che fosse diventato minimalista (ma già Emily Dickinson era minimalista). Mi sbaglierò, ma sospetto che non abbia molto chiaro cosa hanno detto Freud, Picasso, Nietzsche e forse addirittura Woolf e Proust – non li cita mai - per non parlare di Einstein e compagnia.
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lunedì 25 agosto 2008
Prodi ruba, Tremonti no

E’già la seconda volta che succede: Prodi sana il bilancio e raccoglie un surplus, e Tremonti se li spende – naturalmente accusando Prodi di quello che fa lui, secondo il principio del bue che dice cornuto all’asino. Siccome per il popolo italiano raccogliere risorse per destinarle all’interesse comune è considerato togliere, mentre attingere a risorse comuni per privatizzarle (diciamo così) viene considerato dare, alla fine risulta che Prodi ruba, Tremonti elargisce.
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domenica 11 maggio 2008
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