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domenica 7 settembre 2025

DItirambi XXIII

 

In questo avello romito avulso dal contesto civile allieti i fanciulli con innocenti marachelle come pestare le vecchiette fino a frantumare loro le ossa, inseire petardi nell’ano dei mici per farli esplodere o sversare cianuro negli acquedotti sterminando la popolazione di interi quartieri.

 

Eleggi a tuo beniamino un ripugnante batrace la cui pelle ributtante secerne un veleno implacabile in cui con accorta maestria immergi sottili dardi per pungere i tuoi nemici e provocare lorao una morte inesorabile e atroce.

 

Ti raggela la facondia di Amilcare Pozzostagnante, tanto più che è uso tenere le sue arringhe infuocate in costume adamitico, ritenendo la l’eloquenza abbia sede nei testicoli e che per favorire la favllea occorra che questi intercettino le dolci arie e le soavi brezze.

 

Scusi, lei è un egittomane?

Pussa via! Io depredo e saccheggio qualsisia antica civiltà.

giovedì 7 agosto 2025

Ditirambi XXII

Accresci la tua ignoranza compulsando tabloid sconclusionati e fanzine di dubbio gusto che ricostruiscono il vero andamento della battaglia di Zama e consigliano di immergere il tostapane elettrico in tre parti di acqua ossigenata e una di aceto prima dell’uso.

 

La garrula Eunice ha acciuffato un pericoloso ladruncolo che aveva sgraffignato una paperella di gomma fucsia dal bancone del circo.

Agghiaccio!

Il padrone della baracca era così entusiasta che ha gratificato Eunice con un milione di reais brasiliani.

Trasecolo!

La furbacchiona ha investito il milione nel mercato dei bitcoin ricavandone scon finati proventi.

Avvampo!

 

Indirizzi la tua acribia iin particolare su una dipinto della quadreria imperiale universalmente attribuita al Batacchio, eccelso pittore della corte di Ferrara, in cui tu invece riconosci la mano di Bartolomeo Civetta, volgare imbrattatele genovese che si faceva vanto di dipingere più di cento quadri in un mese con il supporto di due soli aiutanti.

 

Evochi potenze infernali perché vengano in tuo soccorso ma non ti avvedi che l’ipocrita donna di servizio ruba i tuoi magri risparmi dal barattolo dove li conservi in cucina.

  

lunedì 7 luglio 2025

Ditirambi (XXI)

 

Acceleri l’entità del riscaldamento globale emettendo poderosi peti il cui elevato contenuto in metano contribuisce significativamente all’effetto serra.

 

“Balla e zompa”, “balla e zompa” strepitavano forsenate due antiche frequentatrici di discoteche si dimenavano esagitate all’ascolot di un motivetto che ricordava loro sabba antichi. Nel frattempo un musicista, virtuoso del violoncello e dell’oboe, nell’udire quelle gaie note componeva con quel tema una fuga a sei voci con cui opinava rivaleggiare con i maaestri dal contrappunto.

 

Ecateo, quale accorgimento adotti per evitare che il latte trabocchi dal pentolino quando lo metti a bollire?

Aggiungo una robusta dose di sperma di cavallo.

Ma è disgustoso!

Certo, ha un sapore tra il pesce putrefatto e la carne marcia. Ma è l’unico modo per evitare lo spill over. Tanto poi butto tutto.

Ma non ha nessun senso!

E’ l’antica sapienza dei babilonesi che ci ha tramandato questo trucco prodigioso. Ne ho parlato con Elon Musk e ne è entusiasta. Vuole che diventi il suo maggiordomo persoanle.

 

Cleome! Cleome! Ho comprato un prezioso trattato di criceturgia assira.

Ma in Mesopotamia non ci sono criceti!

Stolta! La Mesopotamia brulicava di queste graziose creaturine, finché una pestilenza portata dalle truppe dell’imperatore Traiano non le ha decimate. E da quel momento le vestali del criceto si torcono il crine e si battono il petto rimpiangendo la perduta età dell’oro.

martedì 10 giugno 2025

Ditirambi (XX)

 

Gradisce acqua minerale o, ehm, naturale?

Naturale grazie

E lei crede che nell’Antropocene sia rimasto qualcosa di naturale, in un’epoca in cui tutti gli ecosistemi sono compromessi e le attività di Homo sapiens interferiscono con i processi più fondamentali della biosfera?

Io vorrei semplicemente dell’acqua senza bollicine.

Senza bollicine! La nostra acqua minerale proviene dalla sorgente del monte Uta in Circassia, e si caratterizza per una leggerissima effervescenza e una radioattività di 100.000 beckquerel che favorisce la digestione delle carni ovine e caprine più grasse.

Ma io sono vegetariano.

Ah lei è vegetariano! Dunque si ingozza di uova di gallina! Ha mai visto come sono fatti gli allevamenti di galline, con le povere bestiole  ammassata in spazi ridottissimi! Non si vergogna?

Ma io volevo semplicemente dell’acqua naturale.

Acqua naturale! Disse il cameriere con le cornee iniettate di sangue -  Le do una cassa di acqua del monte Uta gratis ma vada via di qua! E non si faccia più vedere.

Io ho un dottorato in geochimica. Tutti qui hanno un dottorato, e sa perché? Per smascherare gli impostori come lei!

 

Non mi piacciono questi finocchi.

Ah, sei pure omofobo.

Ma io intendevo le apiacee.

E hai anche inventato un nuovo slur?

 

Decritti oscuri codici alla ricerca della formula antichissima della pietra filosofale, salvo verificare con disappunto che si tratta di riassunti novecenteschi degli Albi di Topolino.

 

Temperi la tua indignazione con una melliflua magnanimità che ti fa proclamare “beniamino tra le genti”.

mercoledì 7 maggio 2025

Ditirambi (XIX)

 

Tuoni fulmini e saette! Un capobranco si è introdotto nel soggiorno e ha succhiato l’acqua dai dosatori dei canarini. E ora i miseri uccellini patiscono la sete.

Ma il capobranco di cosa?

Di elefante.

Ma gli elefanti sono una società matriarcale!
Allora sarà stata un’elefantessa.

 

Agganci i giovani virgulti con gesti volgari e osceno rumore di centre, e a chi di chiede conto di tanta impudenza rispondi che non siamo certo nel planiverso, dove tutto è rose e fiori.

 

Incedi maestoso con la tua altissima mitria d’oro ripiena di palline di alluminio e strame di gallina, avvolta da un serto di edera. Sopra questo castello che reggi con difficoltà sulla cervice poggia un ampio nido in cui covano tranquille due placide cicogne. Sostieni che questo complesso copricapo impedisce ai malvagi rettiliani di controllare i tuoi circuiti cerebrali attravewrso le onde gravitazionali che i sordidi essere lanciano nell’iperspazio.

 

Dissezioni la rizosfera delle petunie alla ricerca di preziose gemme, perché hai letto in un antico tomo esoterico che le radici di questa graziosa solanacea sono in grado di accumulare rari metalli ed elementi sconosciuti. Ma la tua ricerca è vana, i tuoi sforzi sono inani.

lunedì 7 aprile 2025

Ditirambi (XVIII)

 

Auguri pestilenza e calamità agli sventurati che ti si appropqinuano, stanco dell’ipocrita cordialità dei tuoi sodali. Talora percuoti con nodosi bastoni le bimbe che ti si approssimano per trastullarsi, talatra precludi l’accesso con filo spinato e cocci di bottiglia ai frugoletti che per le feste di ottobre reclamano dolci e chicche. Chiami questa tua misantropia onestà e questa tua ferocia sincerità, incurante del giudizio seveero di chi incroci per strada o confabula alle tue spalle.


Valentissimo amico, ti esorto a non trascurare il misterioso universo delle ife e a fuggire anzi le infinite schiere dei micofagi che percorrono le selve esausti per aver ingurgitato quantità innominabili di miceti. Giustappunto rinvenni in un bosco frondoso un inconsueto micete che si caratterizzata per avere al centro del pileo un funicolo lungo e rigido che vibrava quando esposto ai raggi diretti del sole, uan cuticola dealbata, un velo denso e mucillaginoso, un reticolo di colore tra il verde e l’oricalco, una polpa da cui trasudava un succo vermiglio. All’olfatto lo stipite si presntava fetido e nausabondo, provvisto di una volva ampia e membranosa in cui si raccoglievano resti di ditteri marcescenti. Ti trasmetto alcuni acquerelli da me presi dal vivo per interrogre il tuo sagace parere su questa inopinata raccolta..


Grande è il tuo giubilo per essere stato finalmente ammesso al sacello della reverenda confraternita della Vergini Spossate del Santissimo Sacramento. In questo antro oscuro precluso alla vista dei più le sante donne mantengono un fuoco inestinguibile al cui cospetto si percuotono il petto con pietre aguzze, lasciando che il sangue copioso arrossi il pavimento, si lacerano le vesti, si strappano il lungo crine, e emettono lugubri ululati devastate al pensiero del peccato che come una minacciosa insidia sbarra il passo dei fedeli che si incamminano su un percorso di carità.


Dottore cosa dicono le mie analisi? Mi faccia vedere … ma lei ha il cricetocrito altissimo! E nel siero sono presneti peli di criceto. Deve cominciare immediatamente ad assumere un bicchierino di olio di cedro tre volte al dì. Se non prendiamo rapidamente misure efficaci le sue orecchie diventerranno pelose e proverà un irresistibile impulso a girare in cerchio.

sabato 8 marzo 2025

Ditirambi (XVII)

 

Obnubilato dai vapor dell’alcool ripeti stancamente una trita tiritera: “mormora il murmure sul marmo mirmidone, mormora il murmure sul marmo mirmidone”, riesumando una tua remota infatuazione per l’alieutica e l’ittiopolia. Quando, esausto per l’insulsa rappresentazione ti accasci al suolo esangue, una riasta equina promana dalla tua affaticata laringe.


Ti racconto una favola. C’era una ragazza poverissima che viveva rovistando cianfrusaglie nei cassonetti. Un giorno un bellissimo principe la vede e vuole sposarla.

E poi?

La ragazza prende un’accetta e lo fa a pezzi.

E perché ?!

Perché il principe aveva un neo sulla guancia e questo le sembrava inaccettabile.

E allora?

L’hanno arrestata e condannata a sei ergastoli perché il principe nel suo reame aveva abolito la pena di morte.

Questa storia non significa niente!

E’ una metafora della vita che anch’essa non significa niente.


Il funereo cricetocoro albanese ha mura di bronzo e sette porte di lapislazzuli. Un esercito di eunuchi è costantemente indaffarato a soddisfare i capricci delle volubili bestioline: carezzare loro il pancino, cogliere le bacche di mirtillo di cui sono ghiotte, annaffiare delicatamente i prati in modo che possano inumidirsi il pelame senza diventare fradici. Il governo di Tirana accorda uno statuto speciale a questa regione e cura che nessuno interferisca con il benessere delle viziatissime creaturine.


Scusi lei è eteronormato?

Comer si permette screanzato! Io sono cis trans omolesbodisfobico.

venerdì 7 febbraio 2025

Ditirambi

 

Prediligi le alicette marinate di cui ingolli quantità inverosimili a ogni ora del giorno e della notte. Più volte Aldiligo, il tuo acerrimo nemico, ha tentato di aggiungere un potente veleno alla agognata pietanza ma ogni volta un effluvio impercettibile, un insensibile segnale delle papille gustative ti hanno fatto sventare l’attentato e consegnare il fellone nelle sicure mani della polizia giudiziaria. Si tratta infatti di tentato omicidio parainternzionale con l’aggravante dell’adulterazione di materie prime essenziali, per cui sono previste pene severe e misure draconiane.


Ti pasci immancabilmente di guano di cammello, certo che in quell’escremento disgustoso si celi il segreto dell’eterna giovinezza. Adduci infatti che un particolare dittero che si nutre solamente di quelle feci possa vivere fino a tre anni, diversamente dalle poche settimane di vita delle congeneri, e che dove cadono le fatte del gibboso animale l’erba cresca rigogliosa e verde per tutto l’anno come se non conoscesse stagioni. Quando sei satollo di questo pasto abominevole, conservi come una preziosa reliquia gli avanzi in sacchettini di organza bianca con un nastrino d’oro che riponi in un madia decorata a colori vivaci appositamente destinata alla bisogna.


Agglutini materiali allotri ed eterogenei in una fanghiglia liquidescente di coloree tra il vermiglio e l’ostro, che applichi ai lombi e all’inguine come un unguento prezioso, e proclami orgoglioso “solo questa tinta sublime appaga le mie pupille, solo questo effluvio mesto di cloaca e di morta scaturigine mi si confà, solo questa consistenza vomitevole questa tessitura grumosa e spiacevole mi si addicono”.


Per il suo compleanno volevo regalare a Ornella un babirussa.

Un babirussa, che carino! Con la nuda pelle irta di rade setole e il grugno adorno di lunghe zanne ricurve!

Purtroppo al negozio mi hanno detto che li avevano terminati e ho dovuto ripiegare su una tiara d’ora tempestata di gemme.

Che disappunto! Che scorno!



martedì 7 gennaio 2025

Ditirmbi (XV)

 

Il mio nome è Bellezza. Ammira i globi oculari che si protendono fuori dalle orbite, il naso adunco e cosparso di rade setole, i denti fradici e marci, le labbra turgide, il mento sfuggente, le guance vuote, gli zigomi appuntiti, la carnagione giallognola. Più volte caddero come fulminati al cospetto di tanta venustà.


Sono orgoglioso che mia figlia sia irrorata di valori cristiani, ma tremo pensando come ancora possa essere minacciata dalle sempiterne insidie del demonio. Per questo la recludo in casa imponendole interminabili digiuni, docce gelate ed estenuanti preghiere. Il medico che la visita quotidianamente ammonisce che corre un pericolo mortale, ma ben più grave sarebbe il pericolo se la sua animetta venga ghermita dalle adunche grinfie del di Bellona.


Obietti al cerusico bombastico che vorrebbe estrarti un molare perfettamente sano e integro, dallo smaltyo intatto senza la minima traccia di carie, che non bisogna somministrare terapie se non siano queste strettamente necessarie. Al che il terapeuta indispettito controbatte che la scienza e la coszienza gli impongono di proseguire senza esitazione con i suoi propositi fondati su inoppugnabili evidenze scientifiche anche contro la volontà male informata e superstiziosa dei nemici della scienza.


E’ in arrivo un vasto fronte tiepido su tutta la regione

Ma non esiste il fronte tiepido!

Screaznata! Come si permetter di contraddire una radiocronista laureata!

Laureata in cosa?

In medicina! E ora apparecchiamo una piccola lobotomia per questo impertinente nemico della scienze.

sabato 7 dicembre 2024

Ditirambi (XIV)

 

Spendi gran parte della tua giornata all’accademia dei buongustau, dove servono leccornie prelibate come la croûte gourmande, un delizioso piatto a base di pelo di topo e scaglie di pesce spada marinato per ore in acqua di cottura dei broccoli, oppure le squisite merdacchiole di cui sei ghiottissimo consumatore.


Agghindi gli equini con nastri e fiocchetti e stimoli la minzione delle cocorite con una piuma di pavone per raccoglierne l’urina in piccolissime ampolle di cristallo, incurante dalla recisa disapprovazione della tua arcavola per queste stolide frivolezze.


Addestri trichechi per ritrovare misteriosi tesori sul fondo del mare oceano, o per rinvenire oro e altri metalli preziosi dentro profondissime grotte, in modo da accrescere senza misura le tue sardapanalesche ricchezze.


Scusi, lei è una sex worker? Come si premette, villanzone! Io sono una puttana. Mi apostrofi in modo appropriato.

giovedì 7 novembre 2024

Ditirambi XIII

 

Aggredisci il problema da molteplici punti di vista, metendo a confronto le diverse posizioni con virtuosismo dialettico. E disegni una complessa varietà multidimensionale in una polifonia di voci.


Illustri le arti di Melpomene e di Tersicore sulle piattaforme del Cataio illuminando le giovani menti con scintille di verità e producendo un entusiasmo incontrollabile che li induce a dimenarsi sfrenatamente di fronte a occhiute telecamere.


Ti adorni di icastiche raffigurazioni del serpente uroboro quando illustri ai giovani virgulti che ti seguono a bocca aperta i misteriosi processi alchemici e la trasmutazione dei metalli.


Occupi stabili dismessi per restituire al proletariato i beni a lui espropriati, ma basterebbe un rapido accertamento al catasto per verificare che essi appartengono a tuo nonno, plutocrate senza scrupoli locupletato da speculazioni indicibili.

lunedì 7 ottobre 2024

Ditirambi (XII)

 

Nascondi immensi tesori nelle viscere della terra, affinché i tuoi nemici non si impossessino delle tue ricchezze sconfinate, ma immancabilmente dimentichi una traccia, un segno, un indizio, che conducono i malvagi sarchiaponi a rinvenire i preziosi beni tanto accuratamente celati.


Aggredisci le vecchine disgustato dall’ingorda golosità per le piccole succulente fragoline di bosco, ma non realizzi che questa loro appetibilità, motivata non, come tu ritieni, da una illimitata albagia, ma dalla necessità per le cadenti vegliarde di approvigionarsi dei glucidi e dell’acido ascorbico necessari per la loro traballante salute.


Le feci? Le feci. Le faci? Le accesi. Le foci? Le scesi.


Occulti con inesausto fervore preziosi tesori nelle viscere della terra, per celare le tue immense ricchezze a lenoni e prosseneti ingordamente avidi di pecunia, e preservare la tua integrità patrimoniale.

sabato 7 settembre 2024

Ditirambi (XI)

 

Adepto di un innato trasformismo, annusi il vento per adottare la soluzione più oppurtunistica, la cabala più favorevole ai tuoui sordidi scopi, mentre la tua casta paredra celata nella sua stanzetta si strugge e macera per il tuo atteggiamento amorale incurante delle leggi degli dei e degli uomini.


Discerni con meticolosa puntigliosità i miceti eduli da quelli tossici arzigogolando su caratteri infinitesimi e differenze insondabili, spesso ricorrendo all’aiuto di potenti ultramicroscopi e di reagenti costosissimi a base di tallio e osmio, non perché titillato dalle loro squisite qualità organolettiche o per le virtù medicamentose che rasentano il miracoloso dei poliglucani, ma per fare sfoggio di una scienza più supposta che reale che albergherebbe nelle tue circonvoluzioni cerebrali e di una sagacia che alligna in nessun altro all’infuori di te.


Brandisci la tua draghinassa per incutere terrore nei tuoi nemici e guadagnarti il rispetto di quella ciurmaglia malevola, ma l’unico risultato che sortisci è l’ilaritòà degli anziani che si recano al parco per foraggiare i volatili, che sghignazzano senza ritegno facendo tremolare le carni macilente.


Adduci giustificazioni sconclusionate per non aver adempiuto ai tuoi obblighi stringenti, come aver dovuto portare il marsuino dal veterinario, dover mangiare una torta alla fragola con una tua amica d’infanzia, coadiuvare un tuo carissimo amico a sostenere il peso degli anni c he avanzano inesorabili.

mercoledì 7 agosto 2024

Ditirambi (IX)

Un’arancia al mattino è Oro, a pranzo è Argento, alla sera è Piombo. Alle 17 è Alluminio, alle 10 è Lawrencio, alle 23 è Plutonio. Alle 6.30 è Tungsteno, alle 15.05 è Praseodimio, alle 22.45 è Itterbio.


Canticchi insulsi lallallero accompagnandoti con una tiorba smisurata che poni sul ginoccho sinistro e contempli di abbracciare le più alte vette del contrappunto in un empito di elevazione spirituale del tutto estranea alle tue corde più intime.

Ti circondi di delatori e sicofanti, meretrici e prosseneti acché più splendida risalti l’incontaminata purezza che così spiccatamente caratterizza la tua immacolata persona.


Rejetto,, calpestato, insultato, denigrato: per le più deserte contrade vaghi disperato maledicendo il giorno in cui nascesti e percuoti il petto con le dure nocche ululando la tua disperazione.

domenica 7 luglio 2024

Ditirambi (VIII)

 

Chi siete? Cosa fate? Siamo due zuzzurellone. Percorriamo i pascoli aprichi in cerca di pratoline e pansè e inondiamo le marcite regolarmente per crescere un fieno saporito e nutriente adatto alle nostre baie bizzarre.


Accorpi elementi eterogenei generando misteriosi ircoocervi e bizzarre chimere che si avanzano su grovigli di tentacolari appendici e si fanno varco con palchi e corna voluminose.


Una plica attraversava la fronte e nello sguardo di ghiaccio traspariva come la reminescenza di un’infanzia infelice. Allorché la bimba estrasse dall gerla una rosa scosse la testa e profferì desolatamente “no, mai, no mai”.


Occupi posizioni instabili e periclitanti in una piramide aziendale che ti vede capro espiatorio di occulte trame, giocattolo di camarille livide e stizzose, anello debole della catena.

venerdì 7 giugno 2024

Ditirambi (VII)

 

Io non ho peli sulla lingua! Dico asino al bue e cornuto al somaro, sfrego i pitoni con sapone di marsiglia per eliminare il lezzo vomitevole di rettile, e avvolgo i ghiri intorno a lunghi fiammiferi svedesi per riporli nelle confortevoli scatolette dove possano passare serena,emte il letargo.


Qual è il tuo nome atroce? Il mio nome non è atroce, il mio nome è Atroce. Me lo impose la mia nonnnetta quando neonato emettevo peti disgustosi e intollerabili e piangevo con un falsetto gutturale che strideva alle orecchie come il gesso sulla lavagna. I miei genitori avrebbero voluto chiamarmi Clodoveo, ma la nonnetta Agata fu irremovibile: Atroce fu la scelta e Atroce fu.


Un pedofilo mi ha seguito al parco guatandomi con occhio lùbrico!

Ma hai 76 anni!

I vecchi sono come bambini!


Ti pasci dunque di soncide oleraceo! Come preso da un dissennato furore ne inghiotto golosamente un mannello dietro l’altro, e quando con la lingua sfioro avido le rrorbide fronde una folgore mi trafigge e come un’estasi mi percuote i lombi.

martedì 7 maggio 2024

Ditirambi (VI)

 

Ti compiaci di accompagnarti con copròlali e cinobalanològhi, acché leniscano la tua tristezza intrisa di mestizia e malinconia, là sulla remota collina circondata da ombre sinistre e nubi minacciose.


Preferisci anguria o cocomero?

Ma sono la stessa cosa!

Pazzo! L’anguria è oblunga mentre il cocomero è allungato. Solo un cieco non si accorgerebbe della differenza. Inoltre l’anguria è dolce mentre il cocomero è zuccherino.

Ma queste parole sono tutte sinonimi!

Sinonimo deriva dal greco syn che vuol dire insieme e onoma che vuol dire nome. Ti pare che sto dicendo questi nomi insieme?


Opti per l’opzione più ragionevole ma in cuor tuo stimi che il ponte sul mar ligure comporterebbe facilità di realizzazione e costo contenuto, rompendo finalmente l’isolamento insulare che tanto detesti nella tua terra avita.


A me non la si fa! Un malizioso malvivente aveva innescato una trappola per ratti con una banconota da dieci dollari e stimava che mi sarei avventato sul marchingegno fraudolento sbriciolandomi le falangi. Ma io ho invocato gli artificieri che con moderni strumenti hanno disinnescato la pericolosa trappola e mi hanno reso come giusto guiderdone il biglietto transatlantico. Il timido artificiere alla mia profferta di un centesimo di ricompensa si è schermito ribadendo che si trattava del suo solo dovere.


domenica 7 aprile 2024

Ditirambi (V)

 

Scambi – diabolica astuzia! - il barattolo etichettato “zucchero” con quello del sale, acché sul volto degli infidi invasori si disegni il disgusto e lo spavento quando avranno preparato il caffè e i maccheroni, e cospargi le prelibate leccornie della tua dispensa con paprika e pepe perché il disgusto si impadronisca del nemico razziatore.


Allorché la divina cantatrice si apprestava a intonare l’aria meravigliosa dell’opera di cui era protagonista, dal pubblico partì una salve di fischi e di lancio di uova. La diva, irritata, prese un profondo respiro ed emise con una potenza inverosimile un acuto. Per un attimo calò il silenzio, come si dice avvenga un istante prima dei terremtoi, poi i gusci delle uova si sbriciolarono come una glassa rinsecchita e le pareti e le colonne del nobile teatro iniziarono a vibrare, prima piano poi sempre più forte, per riempirsi di crepe, finché l’auditorio crollò miseramente sopra il pubblico. L’infausto bilancio fu di 470 vittime, mentre la divina usciva indenne e neanche scalfita dalle macerie fumanti,


- Arrazza il pappafico! Sgaiola l’agugliotto! Defibula la coffa! Stuzzica il contropasso”

-ma quello che sta urlando non ha assolutamente nessun significato!

- eppure tutti eseguono i suoi ordini pedissequamente

- staranno interpretando questa cacofonia di parole senza capo né coda o proseguono senza ascoltarlo in base a un’antica sapienza che non ha bisogno di direzioni?

- fatto sta che sembra che la nave non faccia né un passo avanti né uno indietro – eppure tutti sono indaffarati.

- misteri della marineria.


La musica che apprezzi si fa sempre più lambiccata, arzigogolata. Una volta gradivi potenti giri di basso e assoli spaccatimpani, ora ti stordisci con sonorità eteree e accordi inauditi.


giovedì 7 marzo 2024

Ditirambi (IV)

 Adorni il crine con fronde di ombù e capolini di topinambur, ma rifiuti gli anteci delle avene e delle festuche che reputi aguzzi e scabri, inadatti per la superficie delicatissima della tua epidermide.


Promulghi editti implacabili contro le capigliature arruffate e le ascelle maleolenti, incurante della fiera opposizione del corpo accademico compatto nella difesa della libertà di espressione. Ma la tua fervente fiducia nell’igiene personale e nel decoro è dettata da oscure alleanze con le ditte di profumi e deodoranti, da mai chiarite collusioni con saloni di bellezza e spa, che si approvvigionano di lucrosi profitti in seguito alle tue leggi draconiane.


Sei devotissimo di San Putifarre e veneri in particulare un’immaginetta piccola e graziosa che si trova in un angolo quasi dimenticato della cappelletta di Nostra Signora Vergine Adamantina. Quando ti prostri di fronte alla visione del santo onnipossente talora lo sguardo ti cade sull’immane retablo che troneggia al centro della navata e mediti sornione “o vana glora dell’umane posse!”


Stavo salendo un ripido pendio montano quando nella landa desolata – orrore! mi apparve una vecchia sdentata, che con le nude gengive abbozzava uno sghembo sorriso e con il dito rinsecchito indicava la vulva dalla rada peluria mentre nell’altra mano reggeva un’effimera. Mi fermai raggelato, e la vegliarda nuda cominciò a ripetere una stolida cantilena che suonava “mai più, mai più!” Fuggii ma ancora oggi quella nenia insondabile mi rimbomba nel cervello attonito.

mercoledì 7 febbraio 2024

Ditirambi (III)

 Daresti uno cchio della testa per disporre di un’oncia dell’intelligenza di Agamennone Clamanni e spii le sue conferenze brillantissime e dotte dove con locuzioni squisite espone i suoi rusltati straordinari e sorprendente. Alla sera, sfinitio dal livore dell’invidia, maledici il creatore per averti fatto bolso e inane al contrario del sagace studioso che tutti ammirano e che tutti indicano come gloria nazionale.


Abiuri la fede avita per aderire a culti singolari e bizzarri: i pastafariani, gli scientologi, e passi dall’uno all’altro con la leggerezza di un bimbo capriccioso. Sborsi somme cospicue per finanziare queste confessioni e non ti curi che le tue finanze siano periclitanti per questa folle disposizione.


Sembri inconsapevole del lezzo intollerabile che promana dalle tue ascelle ma anze quando verifichi che le persone fuggono intimorite al tuo cospetto attribuisci questo spavento inconsulto al tuo cipiglio severio e al tuo atteggiamento maschio e marziale.


“Non basta tifare per dimagrire!” ammoniva il fisiatra sconcertato alludendo a te che sugli spalti ti levi e siedi incessantemnete disegnando ole acrobatiche, ma stanco a casa ingurgiti quantità monumentali di cibo ingozzandoti fino al malessere.