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giovedì 15 novembre 2018

Guerre del re Sole, fuerre di Bush, rivoluzioni

Luigi XIV, per una politica di potenza, impegnò la Francia in una serie di costosissime guerre che gettarono il Paese in un crisi economica che durò ben cento anni e che fu all'origine della Rivoluzione Francese. Non posso non pensare alle guerre di Bush jr, in Afghanistan e Iraq, follemente costose, che sono la causa della crisi disastrosa del 2008 da cui, dieci anni dopo, non ci siamo ancora ripresi. L'America va, ma perché la Cina ha pagato le spese, col risultato che adesso arranca. E non so quali saranno gli sviluppi politici. Per ora i cosiddetti populismo stanno spazzando via la vecchia claasse politica, ma credo che sia ancora presto per trarre conclusioni.

domenica 13 settembre 2015

Revolutions

All countries, eventually, make the revolution. The first were the Germans, in the XV century, with Martin Luther, then the English, in the XVII, then the French and the Americans, and in the XIX century in South America. In the first half of XXth century it was the time of Russia and then China, and in the 70' s of Vietnam and Cambodia, and now is the time of the Arabs, It seems that there is only one exveption, Italy. According to Emmanuel Todd the age of revolution comes not as a consequence of the clash of classes, but when the number of literate people surpasses a certain threshold. The rule seems to be very consistent across all these revolution. In the case of Italy the basic literacy was reached in the XIX centuty, but maybe functional literacy is a much more recent conqeust, as shown by certain surveys that show a high rates of ltieracy but only very low rates of understanding compex textes. If it is so, maybe Italy will be no longer an exception in a short time. The collapse and the delegimitation of the ruling class may be a symptom.

domenica 7 giugno 2015

Polonia

Conosco due soli paesi dove ti passano avanti quando fai la fila: Italia e Polonia, e guarda caso sono due paesi cattolici (o per lo meno paesi in cui il cattolicesimo non è controbilanciato da un forte stato civile, come in Frncia, Spagna ecc.). La cosa è interessante perché sembra contraddire quanto dicevo un'altra volta. Incidentalmente, è proprio il fatto che ti passano avanti quando fai la fila che spinge tanti cervelli all'emigrazione.

venerdì 15 maggio 2015

Parigi val bene una messa

Enrico IV era protestante, ma si fece cattolico per diventare re di francia, e subito dopo concesse la libertà religiosa ai protestanti. Il rivoluzionario dice "Parigi val bene una messa", è il fascista che dice "boia chi molla". Il PCI/PDS/PD poi dice una cosa bizzarra: "una messa val bene Parigi": Non li ho mai criticati troppo perché mi sembrano proprio una battaglia persa.

giovedì 19 febbraio 2015

Clash of civilizations (which civilizations?)

Simplyfying a little, ISIS was funded by Saudi Arabia and armed bu Turkey (both pro-Americans) against The Syria of Assad (pro-Russian). A direct intervention of NATO in Syria would have caused the retaliation of Russia. ISIS after has get out of hand, possibly, but not certainly. And now ISIS infiltrate in Lybia, which is under the sphere of influence of France (historically bipartisan but strongly pro-Russian). And finally there is the war in Ukraine. Seen in this way it is a little more understandable.

Israel and Turkey are hawks since Obama is a dove, and both want to play a game in their own for the hegemony in the Middle East. Al Jazeera says that the next move is war in Iran, which is sciite (ISIS is sunnite and vehemently anti-sciite).

mercoledì 18 febbraio 2015

Libia

Che bella pensata che abbiamo fatto a spodestare Gheddafi per far avere anche alla Francia i suoi pozzi di petrolio!

mercoledì 7 gennaio 2015

Charlie Hebdo comme la Tchétchénie?

Je parlais autrefois avec un ami qui vît en Chine et iqui disait que Putin finance le Front National de Le Pen. Je me suis rappelé de cette quand j'ai vu les photos de l'assault à la révue libertaire Charlie Hebdo. Je ne sais pas, mais il semblait étrangement semblable au carnage en en Tchètchénie.


Bien sûr, la revue, qui a une grahique et une ligne éditoriale proche de la revue italienne "il Male" a souvent taquiné l'islam, mais mes doutes restent.

venerdì 2 gennaio 2015

Singe malfaisant

Nella foto di un recente post un reazionario francese - in Francia ci sono moltissimi reazionari, come è ovvio, essendo il Paese della rivoluzione francese - accomunava Voltaire, Rousseau, Marx e Freud. Mi chiedevo cosa accomunasse, agli occhi di questo autore, questi quattro nomi, e l'unica risposta possibile è che tutti e quattro pensano che l'uomo è buono, o, più precisamente, che il fatto che sia peccatore non è una ragione sufficiente per mandarlo all'inferno. Riprendono la lezione dell'umanesimo, che era stato schiacciato, a metà del XVI secolo, dal trionfo dell'assolutismo, trionfo di cui aveva fatto le spese tra gli altri e per esempio Galileo.

Swift, o Walter Siti, pensano che l'uomo sia un singe malfaisant, ma anche loro credono che sia possibile una redenzione. Sono di destra, ma pur sempre illuministi.

mercoledì 1 ottobre 2014

Aristocrazia parassitaria

Per quanto possa sembrare strano, Voltaire considerava il asecolo di Luigi XIV un'epoca d'oro. Come è possibile che il principe degli illuministi considerasse positivamente un despota spietato? Il fatto è che di fatto bel XVII secolo si venne a creare in Francia un'alleanza del popolo e del re contro l'aristocrazia parassitaria e improduttiva, creando così lo stato moderno e le prime forme di giustizia sociale. In Italia ci proviamo dai tempi di Giulio Cesare, e non ci siamo ancora riusciti.

domenica 19 maggio 2013

Celts

Iit is perhaps not fully realized that French, English and Spanish - different as these three people can be - are all of celtic origin. Conversely, Central European populations, such as Germans, spoke a very differente group of languages. And Celts were ultraviolent, making human sacrifices and terrifying the Romans in their incursion - the conquest of Gaul by Julius Caesar appeared as an almost superhuman endeavour. And possibly this extreme violence is in some way in the DNA of these people, and explains why they colonized practically the whole world, destroying entire civilizations in the America, submitting hugely populated regions such as India. The usual explanation of the uneven distribution of colonialism is that with the discovery of America countries on the Atlantic coast of Europe were favoured; but this doesn't explain why Portugal was satified with a network of harbours, whereas Spanish, English and French submitted entire reigns.

lunedì 30 luglio 2012

Semipresidenzialismo francese e liberismo inglese

Senza uno straccio di pubblico dibattito - anzi quasi di nascosto e d'estate - si apprestano a cambiare l'assetto costituzionale d'Italia. Il problema è che quando si è passati al maggioritario, nel 1993, non si è provveduto a cambiare le leggi di riforma costituzionale (art. 138 della costituzione) che prevede la maggioranza semplice (anche se in doppia votazione a distanza di tre mesi circa). Questa norma era prevista ovviamente per un sistema proporzionale puro come quello prima del 1993. In America, patria del maggioritario, per cambiare la costituzione serve la maggioranza dei 2/3 e la ratifica da parte di non ricordo quanti stati (e ho paura che molti pensino che lo stesso valga in Italia). Tra l'altro, se una congrua maggioranza di parlamentari vota le riforme costituzionali, non è possibile il referendum confermativo - va tenuto presente che l'attuale alleanza Pd-Pdl-UdC più qualche altra cosa ha una larghissima maggioranza di parlamentari grazie al premio di maggioranza, ma la somma dei loro voti complessivamente credo non sia più del 45 % dei voti. Un 45% degli italiani - che tra l'altro mai si sarebbero immaginati che il parlamento si sarebbe trasformato de facto in assemblea costituente - decideranno le cosiddette "regole del gioco" per tutti. Il sistema che si prefigura - elezione diretta del presidente della repubblica e una sola camera - è sostanzialmente identica al semipresidenzialismo francese. Le (contro)riforme economiche e sociali sono invece del tutto analoghe alle riforme iperliberiste della Thatcher. In francia hanno un sistema politico accentrato e un sistema economico molto sociale. In Gran Bretagna hanno un sistema politico fortemente parlamentare e un sistema economico molto liberista. Semipresidenzialismo francese più neoliberismo inglese cosa danno? Forse il solito italico cattofascismo?

domenica 13 febbraio 2011

Ricorrenza


Molti contrappongono a un'Italia di destra una Francia della Rivoluzione. In realtà, in Francia la destra, dalla Vandée a Monsignor Lefebvre è da sempre fortissima; se consideriamo i governi della quinta repubblica abbiamo una sequenza quasi ininterrotta di gollisti con la parentesi del massone socialista Mitterrand. Quello che colpisce dell'Italia non è tanto il fatto che la sinistra non sia mai andata al potere se non per pochi anni in tutto con Prodi - e in una larga coalizione - quanto la ricorrenza di personaggi quasi sovrapponibili come Crispi, Mussolini, Craxi e Berlusconi. Si tratta, più che di destra, di populismo, espressione dell'antipatia (tutto sommato non insana) per i governanti , che a destra si esprime come populismo e qualunquismo, e a sinistra come inclinazione anarchica più o meno accentuata. Anche i francesi hanno avuto un populismo autoritario, quello di Napoleone III, che è anche durato molto a lungo ed è finito con una disfatta militare come finiscono questi regimi (altri finiscono per una disfatta economica); dopo di che, sono rimasti immunizzati e hanno avuto destre, ma sempre democratiche. Quello che stupisce dell'italia è la coazione a ripetere, l'incapacità di guarire, l'impossibilità di imparare dagli errori.

domenica 27 dicembre 2009

Sistema elettorale


Riflettendo sul "porcellum" (che meglio sarebbe chiamare procellum), consideravo come molti equilibri di governo che attribuiamo al "consenso popolare" siano in realtà dovuti in gran parte al sistema elettorale. Il "porcellum" unisce un premio di maggioranza con lo sbarramento elettorale - un mostruoso ircocervo che vorrebbe richiamarsi al proporzionale corretto tedesco, ma in relatà riprende, la vecchia "legge truffa" in forma assai più truffaldina - garantendo alla coalizione di destra una larghissima maggioranza parlamentare con una percentuale dei votanti ben al di sotto della maggioranza assoluta - da cui lo svilimento del parlamento ecc. Con un sistema veramente proporzionale avremmo probabilmente un sistema di "cogestione" della cosa pubblica, non molto diverso da quello della Prima Repubblica, in cui la minoranza ha una sorta di potere di veto sulle misure più indigeribili. Certo, ricordiamo tutti la paralisi della Quarta Repubblica francese e l'estrema lentezza decisionale dell Prima Repubblica italiana, però temo che ci si sia fatti influenzare soprattutto dall'idea anglossassone del "the winner takes all", senza considerare che nei Paesi anglosassoni esistono tutta una serie di poteri indipendenti, per esempio la stampa, che svolgono il ruolo di un vero e proprio potere dello stato.
Del resto, nei Paesi anglosassoni, il sistema uninominale a turno unico ha sistematicamente favorito i governi di destra, che probabilmente non avrebbero mai avuto, dal '45 a oggi, una maggioranza o per lo meno una maggioranza sufficientemente ampia per imporre le drastiche riforme per esempio della Thatcher. In Gran Bretagna, del resto, si trovano oggi con l'elettorato che rifiuta i laburisti ma voterà probabilmente per i conservatori non perché approvi veramente questo partito, ma per mancanza di alternative; con un sistema più equilibrato vedremmo probabilmente molti voti spostarsi verso i verdi e partiti di tipo radicale come la "Linke" tedesca, o forse, addirittura, una maggioranza di tali voti.
Da un altro punto di vista, la tanto decantata alternanza è garantita in Europa solamente in Francia, che, dal 1789 a oggi, ha visto regolarmente alternarsi destra e sinistra - con una prevalenza di governi di destra. Nel mondo anglosassone si osserva invece un avvicendamento di partiti a seconda della fase storica, in quanto in un dato periodo i partiti tendono a essere molto simili tra loro per conquistare i voti "di centro" che decidono le sorti delle elezioni nei sistemi uninominali.

per un mappa dei sistemi elettorali del mondo, vedi il bel sito http://worldpolicy.org/projects/globalrights/democracy/maps-pr.html, da cui si evince tra l'altro che nella maggior parte dei Paesi europei vige un sistema proporzionale - e che un sistema proporzionale esiste in tutti quei Paesi in cui governano le sinistre: Spagna, Norvegia ecc. senza per questo che le destre non possano andare al potere quando godono di un consenso reale (Paesi Bassi ecc.).

domenica 13 dicembre 2009


Nell’editoriale di oggi su "Repubblica", Scalfari avvicina le forzature berlusconiane al 18 brumaio di Napoleone. In effetti, la Francia è un paese in cui sostanzialmente non esiste separazione dei poteri, esattamente come sembra volere Berlusconi: non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, il parlamento è unicamerale e il presidente ha un mandato lunghissimo (non so se sia immune come il presidente italiano e quello degli Stati Uniti). In Francia, tuttavia, un contrappeso a questa enorme concentrazione di potere esiste, ed è la piazza: dal 1789 i francesi (per meglio dire i parigini) fanno le barricate, e nessuno si sogna di contestare la legittimità delle barricate celebrate da Delacroix in un celebre dipinto; le barricate, infatti, sono l'incarnazione stessa della liberté. C’è un articolo della Costituzione francese che afferma che nessuno può incarnare la sovranità in sé stesso; dal punto di vista giuridico è senza senso, ma rappresenta la legittimazione dei movimenti di protesta quando il “sovrano” abusa dei suoi poteri. La storia del nostro Paese è ben diversa, sia perché lanostra tradizione è quella di “re buoni” che sparano cannonate sui pacifici lavoratori in sciopero, sia perché se Parigi è la Francia, Roma non è certo l’Italia, Paese dei mille borghi (e questa forse è la sua maggiore ricchezza), sia ancora perché storicamente la Francia, almeno dai tempi di Luigi XIV, si articola intorno a tre poli: il “popolo”, l’”aristocrazia” e il re, che, quest’ultimo, fa da mediatore tra i primi due. Quando Luigi XVI venne decapitato, si ruppe l’equilibrio, aprendo la strada al putsch di Napoleone Bonaparte. Venendo a tempi più recenti, l’equilibrio era venuto a mancare nella Quarta Repubblica, che sostanzialmente proseguiva l’esperienza cosituzionale del fronte popolare, proprio per la mancanza di un”re” che venne restaurato da De Gaulle.Certo, anche in Italia è venuto a mancare il mediatore (la DC) tra “aristocrazia” e “popolo”. Ancora più grave però è il fatto che i "poteri forti" (l'aristocrazia), cioè grande borghesia industriale del nord-ovest e chiesa, sono fortemente indeboliti, per l'emergere, come sottolineato da Scalfari, degli industriali del nord-est, e anche dell'industria finanziaria milanese, e, forse, della mafia imprenditrice. Il "popolo", in questo contesto, si divide, tra chi rivendica la propria autonomia e chi invece cerca di allearsi con l'"aristocrazia". Forse, data la forte caratterizzazione geografica di queste diverse forze politiche - l'Italia, appunto è paese di mille città - la soluzione starebbe, guarda un po', nel federalismo; purtroppo, gli stati federali esistenti (Stati Uniti, Germania ecc.) a un forte potere locale contrappongono un fortissimo potere centrale, con l'eccezione della Confederazione Elvetica, che è sostanzialmente ancora una costellazione di cantoni.