lunedì 24 marzo 2008

Alitalia


Il caso dell’Alitalia sta assumendo contorni grotteschi. I fatti: se Air France compra Alitalia, vengono licenziati circa 2000 lavoratori, se Air France non compra Alitalia, Alitalia fallisce, e tutti i lavoratori vengono licenziati (oltre a sparire anche il nome della compagnia di bandiera). Non c’è altro da dire.Padoa Schioppa parla di perdita del senso della realtà, soprattutto da parte dei sindacati (tra i maggiori responsabili del fallimento di Alitalia), non tanto da parte di Berlusconi che in fin dei conti è un grandissimo cinico. A me veniva da pensare a Baudrillard, al fatto che non esiste più la realtà, ma solo la televisione. Pensandoci bene, siamo però in presenza non della mancanza di senso della realtà (che almeno i lavoratori di Alitalia temo abbiano più che vivo), ma di un un meccanismo psicologico tipico della mentalità italiana, cioè di volere tutto o niente, e di non considerare nemmeno la possibilità del qualcosa. In altre parole, per un italiano una vittoria parziale equivale a una sconfitta. In termini matematici, per gli italiani esistono solo i numeri interi (0 e 1) e non anche i numeri frazionari (0.8).
Tornando a Baudrillard, sembra che il problema sia non tanto la scomparsa della realtà (che non so bene cosa sia esattamente: le percezioni, il noumeno, il fondamento autentico dell’essere?) quanto la dissoluzione della logica razionale-matematica e dalla sua sostituzione con una logica psicologica, che può raggiungere vette altissime (per esempio il mito e la tragedia greca), (vedi post “razionalità”), ma che è anche altamente manipolabile dagli imbonitori. Siamo forse di nuovo allo stesso punto del primo Platone, che cercava di distinguere δόξα, cioè verità psicologica, manipolabile, e ̀επιςτήμη, cioè verità razionale, non manipolabile?
Tuttavia, la manipolazione mediatica, forse, non sta funzionando troppo bene. A questo punto si nega non la realtà, ma i fatti. Definire la realtà è come dicevo difficilissimo (anche se forse Husserl potrebbe aiutare), ma definire i fatti è facilissimo: i fatti sono quella cosa che permette di falsificare un’ipotesi. Esistono fatti logici (per esempio le dimostrazioni matematiche) e fatti empirici. Bianchi ha detto “non è vero che Alitalia ha i giorni contati”. Qui viene implicitamente negato il fatto empirico che Alitalia perde milioni come se piovesse. Quando un fatto empirico viene negato, si parla di solito di censura. A dire il vero, non siamo precisamente di fronte a una censura. Il fatto in sé (le perdite) non viene negato, ma solo minimizzato; viene negata l’inferenza “enormi perdite -> fallimento vicino” (è come se Bianchi dicesse: “non è logicamente e contabilmente necessario che le grandi perdite di Alitalia debbano condurre la compagnia al fallimento; potrebbe andare avanti a lungo anche con queste grandi perdite). Qui entra in gioco il fenomeno per sentir parlare di numeri, specie se grandi (i milioni persi) ha spesso un debole effetto psicologico (per lo meno per chi non rischia di essere licenziato). Siamo ancora alla contraddizione tra logica psicologica e logica fisico-matematica.

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