sabato 22 marzo 2008

Slavoj Zizek


Slavoj Zizek riassume tutta la storia della filosofia dell'occidente: gira vorticosamente su sé stesso, in modo che sembra di muoversi e invece si sta sempre allo stesso punto. Forse il vero scopo è raggiungere l'estasi, come i dervisci rotanti, con la differenza che i dervisci almeno qualche domanda obbligano a porsela, mentre il tour di Zizek è molto rassicurante su tutti i caposaldi del pensiero occidentale. Un punto però merita attenzione, ed è la critica del solipsismo post-moderno; solo che finché si parla dell'Altro e non degli altri non si fanno molti progressi. E' vero che gli altri stanno diventando sempre più rari, sostituiti dall'Altro costruito dai media, e che altro non è se non un gigantesco specchio che rispecchia noi stessi. Mah, rompere gli specchi porta fortuna. La soluzione di Zizek è come al solito più rassicurante: se una volta c'era il principio della realtà e il principio del piacere, oggi esiste solo il principio del piacere, e il principio della realtà (le costrizioni) è venuto a cadere, col risultato, ovviamente, che non godiamo più nulla. Non credo che l'autore sloveno amerebbe una formulazione così banalmente concreta, ma non è molto diverso dai molti che si lamentano perché non c'è più voglia di lavorare, non c'è più spirito di sacrificio ecc.
E' facile parlar male di uno che si occupa di molte cose, perché è attaccabile da più punti di vista. Ma inizialmente ho letto di un fiato un libro di Zizek con grande entusiasmo; iniziato subito un altro, mi sono accorto che venivo ingannato, e la disonestà è il più grave dei peccati.

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