Marx fece studi filosofici, e viene classificato dalla maggior parte dei suoi lettori nella categoria "filosofi". Leggiamo cosa dice Engels nella prefazione alla terza edizione del diciotto brumaio di Luigi Napoleone: "Fu proprio Marx ad aver scoperto per primo la grande legge dell'evoluzione storica, la legge secondo la quale tutte le lotte della storia, si svolgano sul terreno politico, religioso, filosofico, o su un altro terreno ideologico, in realtà non sono altro che l'espressione più o meno chiara di lotte fra classi sociali; secondo la quale l'esistenza, e quindi anche le collisioni, di queste classi sono a loro volta condizionate dal grado di sviluppo della loro situazione economica, dal modo della loro produzione e dal modo di scambio che ne deriva. Questa legge, che ha per la storia la stessa importanza che per le scienze naturali la legge della trasformazione dell'energia, gli fornì anche la chiave per comprendere la storia della seconda repubblica francese". Engels - e non certo per inclinazione positivista e scientista - descrive un Marx scienziato, che da giovane scoprì le leggi scientifiche della storia, da vecchio - dopo aver passato anni a studiare l'economia classica che evidentemente non gli era stata insegnata all'università - le leggi del ciclo economico. Leggi della storia e leggi del ciclo economico sono oggi saldamente incorporate nell'edificio della scienza "ufficiale", anche non marxista o antimarxista, anche se di solito senza riconoscere il debito verso l'odiato scopritore. Se posso esagerare, Marx in fondo non è per niente hegeliano: da Hegel prende però uno strumento fondamentale, la dialettica, perché solo la dialettica permette di rappresentare compiutamente il mutamento e la trasformazione. E le scoperte scientifiche di Marx derivano completamente dall'aver considerato il lato - sarebbe meglio dire il fondamento - dinamico della società e dell'economia.
Ai bordighisti che impazzano nel web, i cui numerosissimi scritti compaiono primi in tutte le ricerca su google, che si sono autoeletti custodi dell'"ortodossia", una sola cosa manca di Marx (ed Engels e Lenin): il movimento (e conseguentemente la capacitò di pensare in modo dialettico).
lunedì 20 agosto 2012
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