Un antropologo americano, studiando un villaggio della Lucania, si accorse scandalizzato di quello che chiamò familismo amorale, che cioè il comportamento delle persone non era dettato da regole morali universali, ma da una rete di obblighi nei confronti dei membri del clan familiare. Da buon anglosassone, gli risultava inconcepibile che qualcuno vivesse in un modo diverso dal suo, e da buon anglosassone pretendeva di dire agli altri come devono vivere, ma aveva colto perfettamente nel segno.
Oggi il familismo si è dissolto, travolto dal fatto che un clan serve a ben poco un mondo globalizzato. Caduto il familismo, è rimasta solo l’amoralità. Deve essere successa la stessa cosa anche in Thailandia, che ha avuto una prabola politica soprendentemente simile alla nostra, anche se forse i thailandesi sono più morali di noi, in quanto alla fine Thaksin è stato inquisito.
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