domenica 16 novembre 2008

meritocrazia


Si parte dall’osservazione empirica, confermata da numerosi fatti, che in Italia non viene riconosciuto il merito, anzi, i meritevoli spesso occupano posizioni molto inferiori a non meritevoli. Alcuni danno la colpa al clientelismo, ma molti commentatori trovano il colpevole nell’egualitarismo. Come possiamo decidere empiricamente qual è l’ipotesi corretta? Il clientelismo dovrebbe dare una distribuzione non casuale delle posizioni rispetto al merito, mentre l’egualitarismo dovrebbe dare una distribuzione casuale delle posizioni rispetto al merito. Direi che in Italia si verificai il primo caso, il che falsifica la seconda ipotesi.

Questo è come ragiona uno scienziato. Purtroppo:

1) gli italiani non sono abituati a falsificare le ipotesi con i fatti, perché, come dicono gli scienzati, le belle ipotesi sono contraddette dai brutti fatti, e agli italiani non piacciono le cose brutte; Galileo, che ha inventato questo metodo, è stato condannato dal Sant’Uffizio;
2) dal punto di vista psicologico, agli italiani non va assolutamente che i meritevoli prendano le posizioni migliori, perché i non meritevoli, cioè la gran maggioranza prenderebbero le posizioni peggiori, e questo verrebbe vissuto come la più grande delle ingiustizie, perché gli italiani si ritengono tutti sicuramente, decisamente e incontrovertibilmente meritevoli (tranne quelli meritevoli sul serio)
3) non a caso le situazioni clientelari non vengono additate come ingiuste (a meno che non siano clientele dell’opposta parte politica), mentre le situazioni sostanzialmente non clientelari, come la scuola, sono considerate fortemente ingiuste
4) quando un ragazzino prende un brutto voto, in genere dice che il professore ce l’ha con lui; non è concepibile per un italiano che un voto migliore non sia meritato.

Ho fatto finta che coloro che inventano sofismi come “l’egualitarismo ha reso l’Italia ineguale” siano in buona fede; ovviamente vengono inventati da chi è ricco e potente per tenersi ben sretto il malloppo; se però un sofismo funziona, vuol dire che va incontro ai desideri di chi cade vittima di queste trappole mentali.
Incidentalmente, quando comandano i molti, i migliori vanno su; quando comandano i pochi i migliori vanno giù - basti pensare all'Atene di Pericle, o a quel periodo di sostanziale anarchia che fu il Rinascimento.

In poche parole, l'Italia è un Paese di miserabili.

Nessun commento: