sabato 19 luglio 2008

male

Pensiamo spesso che quello che ci muove sia il piacere,o la felicità, o i soldi, il successo, il sesso. In realtà tutti sentiamo nel profondo un male intollerabile, chi più chi meno fortemente, e, spesso lasciando il fardello alle generazioni che vengono da noi, quello che cerchiamo con tutti i mezzi è la redenzione da questo male. Perché non siamo attirati dal bene, ma piuttosto fuggiamo il male.

…Pater ipse colendi
Haut facilem esse viam voluit primusque per artem
Movit agros curis arcuens mortalia corda
Nec torpere gravi passus sua regna veterno.
Ante Iovem nulli subigebant arva coloni
Ne signare quidem at partiri limite campum
Fas erat: in medium quaerebant ipsaque tellus
Omnia liberius nullo poscente ferebat.
Ille malum virus serpentibus addidit atris
Praedarique lupos iussit pontumque moveri
Mellaque decussi foliis ignemque removit
Et passim rivis currentia vina repressit
Ut varias usus meditando extunderet artis
Paulatim et sulcis frumenti quaerere herbam.
Tunc alnos primum fluvii sensere cavatas
Navita tum stellis numeros et nomina fecit
Pleiadas, Hyadas claramque Lycaonis Arcton
Tum laqueis captare feras et fallere visco
Inventum et magnos canibus cirumdare saltus
Atque alius latum funda iam verberat amnem
Alta petens pelagoque alius trahit umida lina
tum ferri rigor atque argutae lammina serrate
Nam primi cuneis scindebant fissile lignum
Tum variae venere artes. Labor omnia vicit
Improbus et duris urgens in rebus egestas.
(Georg. I 121-146)

Un concetto molto simile è espresso nel libro di Job, se lo si guarda alla luce del prologo in cielo (se lo si guarda alla luce della conclusione le conclusioni cambiano un po’, ma non molto). Perché proprio Job è stato colpito, che è giusto? Non per punirlo di un peccato (dio è misericordioso) ma per metterlo alla prova.

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