venerdì 16 maggio 2008

Nemico


Su Repubblica di oggi Umberto Eco descrive il noto fenomeno per cui la costruzione dell’identità passa spesso se non sempre attraverso l’invenzione di un nemico, a cui si attribuiscono orribili vizi. Eco ha sicuramente ragione nell’indicare come in un mondo in trasformazione il Nemico sia indispensabile, gli sfugge però un fenomeno, per cui al nemico vengono attribuiti i vizi propri (il bue che dice cornuto all’asino). Basti pensare all’Italia, il Paese con il popolo più ladro del mondo (elevatissime percentuali di evasione fiscale, classe politica ed economica estremamente corrotta, tra le più alte percentuali di truffe del mondo, mafia camorra e ndrangheta, come ti muovi qualcuno cerca di fregarti ecc.) che non ha caso ha scelto il Nemico negli zingari …. perché rubano. In altre parole, non è propriamente il nemico che costruisce l’identità di un popolo, ma il capro espiatorio. E non è inesorabile, perché secondo una nota interpretazione di Remarue, il cristianesimo può cancellare il meccanismo del capro espiatorio.

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