sabato 30 settembre 2017

Pensiero debole, pensiero forte, cultura classica

Non la crisi, non la globalizzazione, ma il pesniero debole è la causa della profonda crisi in cui versa l'occiudente. Eppure il pensiero debole non nasce solo dalla sconfitta del movimento operaio e del marxismo, ma da ragioni più profonde e difficilmente eludibili. La cultura classica, quella che permetteva non solo di sapere ma anche di capire, era fondata essenzialmente sulla letteratura latina e greca, e parzialmente sul grande romanzo romantico franco-russo che aveva rappresentato un canone moderno equivalente a Omero e Virgilio. Con la decolonnizazione, e con l'ascesa di paesi come la Cina, questo fondamento è inevitabilmente crollato. Non puoi proporre a un cinese di studiare il latino e Omero, tanto più che Cina, India Islam hanno una loro cultura classica e una loro lingua classica (cinese antico, arabo classico, sanscrito) che sono assai diverse da quelle occidentali ma hanno la stessa altissima dignità. La critica postmoderna è nata nei fatti incentrata sul cosiddetto relativismo e sulla critica del potere, ma isarebbe durata ben poco se non si fosse legata alla fine (per fortuna) dell'eurocentrismo.

Attualmente in mancanza di basi solide del sapere, si oscilla tra una frammentazione e un eclettismo più o meno new-age e un dominio della tecnica (non della scienza) assurta a paradigma, o una serie di slogan politic di solito di destra (ma raramente anche di sinistra) dal mercato come soluzione a tutti i problemi al nativismo. Tutto ovviamente assolutamente inadeguato, e tra l'altro anche profondamente inconsapevole del problema reale, Eco, uno degli inventori del postmoderno, era da parte sua perfettamente consapevole del problema, quando diceva che occorresse un'enciclopedia condivisa. Personalmente eco aveva sviluppato un'enciclopedia onnicomprensiva (e qualcosa del genere ha fatto Philippe Daverio) ma ovviamente l'enciclopedismo universale non è proponibile a livello di massa.

Il luogo dove il fenomeno è forse più evidente è nel liceo italiano, dove è stato mantenuto tutto l'impianto della scuola gentiliana tranne il suo filo unificatore, cioè lo storicismo, con il risultato che spesso i diplomati e i laureati sono più ignoranti (nel senso di essere incapaci di avere una visione complessiva) degli illetterati. 

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