lunedì 22 agosto 2011

Nuoccio dunque sono

Quante volte capita che ti taglino la strada con rombandi Audi, o che parcheggino strettissimi dietro di se. Al maleducato non viene nessun vantaggio (dovrà fermarsi al semaforo e non guadagnerà certo spazio al parcheggio), però, infastidendoti, avrà fatto notare la sua esistenza. "Nuoccio dunque sono", è il principio che ha sostituito il motto cartesiano da quando pensare sembra essere diventato del tutto superfluo. L'automobile, che ci rende tutti più animaleschi, rivela particolarmente questa psicologia, che sembra modellata su quella della sfrenata competizione capitalistica (e che però è, almeno nelle situazioni ideali, una competizione di idee), ma ha invece a che fare con il f enomeno visto tante volte in TV per cui, gli anonimi spettatori di un qualche evento televisivo, quando si accorgono di rientrare nell'inquadratura di un personaggio intervistato, alzano la manina per salutare. Anzi, se volessimo seguire la divertente e profonda analisi di Marco Cipolla, siamo pienamente nel campo dello stupido: il padrone delle ferriere danneggiava il lavoratore per avvantaggiare sé stesso, mentre colui che parcheggia stretto dietro di me danneggia me e non avvantaggia sé stesso.

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