lunedì 28 settembre 2015

Sacco di Roma, bolle speculative, finanza

Il sacco di Roma non si ferma mai (e come potrebbe essere altrimenti in una città di palazzinari?): A periodi di relativa stasi si alternano periodi di furiosa attività edificatoria. Siamo rientrati in una di queste da qualche anno, in conseguenza degli accordi di qualche anno fa del governo Veltroni.Ogni fase però ha caratteristiche diverse. La fase delle palazzine degli anni ’50, la fase dell’abusivismo, la fase dei centri residenziali degli anni ottanta, e oggi la fase che definirei dei quartieri fantasma. In tutta Roma, soprattutto nelle aree più periferiche, sorgono vastissimi quartieri di casermoni gigantesch, generalmente piuttosto distanziati (in modo da consumare più territorio) e vuoti. Non ho informazioni dettagliate, ma sembra che questi palazzi non siano costruiti per essere venduti, ma servano come garanzia per operazioni finanziare, forse per ottenere mutui, forse come sottostante per l’emissione di derivati. A parte che si tratta dell’ennesima distruzione di territorio (di cui ormai ne  rimasto ben poco), vorrei ricordare che in Spagna negli anni ’90 e all’inizio degli anni ‘2000 si ebbe un’enorme bolla edilizia non molto dissimile da quella romana odierna, che, una volta scoppiata, a gettato la Spagna in una delle crisi economiche più gravi del già martoriato Sud Euriopa. 


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