domenica 28 giugno 2009

Wether ‘tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune
Or to take arms against a sea of troubles
And by opposing end them

Alle sfide che ci pone la vita, possiamo rispondere affrontandole o svicolando – la via preferita rispettivamente dall’occidente e dall’oriente. Ma si tratta di una strategia assai semplicistca.
A un primo livello c’è l’alternativa tra affrontare le avversità – quando i rapporti di forza siano favorevoli – o ritirarsi.
A un secondo livello, c’è la legge di azione e reazione: all’azione esterna A rispondo con la reazione opposta, che può essere di contrapposizione o di adattamento.
A un terzo livello c’è la tecnica del judo: ritorcere la forza dell’avversario contro di lui.
A un quarto livello c’è la contrapposizione delle forse: contrapporre due forze tra di loro, in modo che si annullino vicendevolmente.
E così via.
In fondo si tratta delle leggi della guerra – una cosa assai noiosa, anche se spesso non se ne può fare a meno; del resto mi pare che von Clausewitz dicesse che la guerra è il diporto dei re, e i re sono gente piuttosto noiosa

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