martedì 21 marzo 2017
World's economics on the rise
The new number of "The Economist" titles "the surprising rise of world's economy". Surprise surprise! The mad economical policy of low dollar and high euro has been reverdes by the Fed Reserve a few months before Trump's victory,leading to some reequilibrium of capital and market fluxes Evantually the American deficit will increase strongly stopping the rise of the global economy, but for the moment being an insane President prompted a sane policy.
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sabato 4 febbraio 2017
Geniuses are stealers
Picasso said that good artist copy but geniuses steal. The reason is that cubism was not invented by him, but by African artistis. The "demoiselles d'Avignon" pays hommage to Africa in the ugly mask on the right (in fact it is unvolountarily a short hisotry of African art, from the striking realism of Ife and Nok cultures to the almost abstract art of Yoruba)
But Picasso was too modest (as often geniuses are): 1) first of all, everybody thought that African masks and statues were little more than the horrid attempts of half-monkeys (realistc figures were still unknown); only a genius like Picasso could understand the sophistication and conciousness of African art 2) Picasso at least did a work of translation of African art into Western canons. In particular, African artist make no preparatory drawings, whereas "les demoiselles d'Avignon" was carefully prepared and is obviously the product of a sublime master of drawing
But Picasso was too modest (as often geniuses are): 1) first of all, everybody thought that African masks and statues were little more than the horrid attempts of half-monkeys (realistc figures were still unknown); only a genius like Picasso could understand the sophistication and conciousness of African art 2) Picasso at least did a work of translation of African art into Western canons. In particular, African artist make no preparatory drawings, whereas "les demoiselles d'Avignon" was carefully prepared and is obviously the product of a sublime master of drawing
giovedì 26 gennaio 2017
Rieman hypothesis
The Riemann hypotehsis is probably the most important unsolved problem in mathematics.A prize of 1 million dollars is available. but nobody wither succeded in proving its correctenss or falseness. And if it were a postulate of number theory, not differently from the fifth postualte of Euclid, which was impossible to prove or disprove for centuries and eventually appeared to discriminate between Euclidean and non-Euclidean geometries?
sabato 19 novembre 2016
Musica, ritmo, armonia
venerdì 28 ottobre 2016
When begins the Anthropocene?
The Anthropecene is the geological pewriod when the impact of human becomes desproportionately high. It has been proposed to characterize the present period, with widespread alteration ofg the environment, climate change, imission of radionucldies in the atmosphere. Although the idea begins to be generally accepted, the main problem is when? If the anthropocen has to be an actual geological period and not only a loose word, it must defined precisely in the same way as, for instance, the Pleistocene or the Cretaceous. In an unusually long paper on nature the author discusses three ideas: the discovery of the Americas, with borad floristic and faunal exchange among the continents, the onset of the industrial revolution or the beginning of atomic testing with rise of redionuclides in the atmosphere. Now a report f5rom WWE suggests another idea: the Anthropiocen has not yet begun. In the next few year, according to recent data, most vertebrates will vanish, with mass extinction anlagous to that marking the Permian-Triassic border or the Cretaceous-Paleocene. Is 2020 the date of the actual beginning of the Anthropocene?
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venerdì 14 ottobre 2016
Nobel a Dylan
Baricco, quando dice che Dylan non è letteratura non vuol dire che Dylan non sia un grande artista, dice che la canzone non rientra nella letteratura, esattamente come il cinema, che pure molto ha a che fare con il romanzo (il cinema è essenzialmente romanzo per immagini, anche se non sempre, Kubrick e Godard sono forse più pittura che romanzo).
Ora il problema sarebbe veramente solo di classificazione, se non fosse per un problema più profondo. Sentivo un intelligente commentatore che a proposito di questo Nobel citava Walter Benjamin. Il problema è proprio l'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: quando irrompe la tecnica non puoi più fare arte come si faceva dal 500 all'800. In pittura il problema si pone con l'invenzione della fotografia e ci sono voluti un centinaio d'anni per risolverlo (se si p risolto). Nel momento in cui si possono fare le fotografie, l'arte non può essere più una fotografia (l'aristotelica imitazione della natura), e Picasso e Kandinsly e un po' dopo Duchamp prendono il problema di petto rinunciando alla mimesi per mantenere quello che oserei chiamare lo "spirito" della mimesi. Direi che la poesia nell'epoca della cultura di massa è affrontata in modo molto simile dao "canzonettisti", rinunciando alla poesia, mantenendone lo spirito. Del resto era successo esattamente lo stesso con il romanzo. Il romanzo antico (la vera storia di Luciano per dire) era un divertissiment, o un divertissement con risvolti soterici (l'asino d'oro), e tale è rimasto per tutto il medioevp finché Cervantes non dice ironicamente che il romanzo non solo è inutile ma addirittura è dannoso - in modo assolutamente equivalente al "sono solo canzonette" di Bennato.
Ora il problema sarebbe veramente solo di classificazione, se non fosse per un problema più profondo. Sentivo un intelligente commentatore che a proposito di questo Nobel citava Walter Benjamin. Il problema è proprio l'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: quando irrompe la tecnica non puoi più fare arte come si faceva dal 500 all'800. In pittura il problema si pone con l'invenzione della fotografia e ci sono voluti un centinaio d'anni per risolverlo (se si p risolto). Nel momento in cui si possono fare le fotografie, l'arte non può essere più una fotografia (l'aristotelica imitazione della natura), e Picasso e Kandinsly e un po' dopo Duchamp prendono il problema di petto rinunciando alla mimesi per mantenere quello che oserei chiamare lo "spirito" della mimesi. Direi che la poesia nell'epoca della cultura di massa è affrontata in modo molto simile dao "canzonettisti", rinunciando alla poesia, mantenendone lo spirito. Del resto era successo esattamente lo stesso con il romanzo. Il romanzo antico (la vera storia di Luciano per dire) era un divertissiment, o un divertissement con risvolti soterici (l'asino d'oro), e tale è rimasto per tutto il medioevp finché Cervantes non dice ironicamente che il romanzo non solo è inutile ma addirittura è dannoso - in modo assolutamente equivalente al "sono solo canzonette" di Bennato.
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domenica 25 settembre 2016
Crisi, debiti, privatizzazioni
Lorenzin: chi può pagarsi l'antibiotico lo faccia, In realtà hanno accollato le smisurate perdite del crack del 2008 agli stati, Ggli USA a Germania e Cina e la Germania al sud Europa, e ora l'unico modo di liberarsi di questa montagna di debiti è privatizzare tutto il privatizzabile.
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lunedì 19 settembre 2016
Allegri!
Nel post precedente mi stupivo del tono e dell'argomentazione estremamente ragionevole di Allegri, giornalista economico del "Giornale", e mi chiedevo se non fosse per far dispetto a Renzi. Poi ho visto Sgarbi diventato improvvisamente moderato ed ecumenico, dal che si evince che tra i due litiganti (Renzi-Grillo) il terzo, cioè forzaitalia liberatasi da Berlusconi, si prepara a godere. Dato che il PD un po' si è distrutto da solo un po' è stato distrutto da Grillo, deve presentarsi come forza di tutti - come forza moderata. E il PD è chiaramente molto favorevole, perché a stare all'oppiszione ci ha sempre guadagnato, perché all'oppisizone si fanno buoni affari ma soprattutto perché ci si guadagna politicamente. Del resto è una vecchia storia.
L'Espresso non a caso titola che dopo Renzi e Grillo il nuovo che avanza è Mattarella. Considerando che in fondo lo scopo di Renzi era di ricostituire la DC: forse quasi ci siamo.
L'Espresso non a caso titola che dopo Renzi e Grillo il nuovo che avanza è Mattarella. Considerando che in fondo lo scopo di Renzi era di ricostituire la DC: forse quasi ci siamo.
domenica 18 settembre 2016
La pacchia è finita II
Ho letto "la pacchia è finita" e devo rimangiarmi la mia ironia perché, a parte che riporta gli argomenti di un mio recente post, e altri che ho più volte ripetuto (non perché valga qualcosa), presenta un'esposizione equilibrata dei problemi, che sembrano scritti più da un bersaniano che da uno che scrive per il Giornale. Sarà per far dispetto a Renzi? Comunque lo consiglio assolutamente.
venerdì 16 settembre 2016
Periodc tables
La pacchia è finita?
Leggere "il Giornale" richiede stomaco forte, ma sono curioso di sapere come spiega il fatto che "la pacchia è finita". Che poi si sa anche se come al solito è vietato dirlo. Essenzialmente c'è un mostruoso squilibrio commerciale tra USA e Germania, con gli USA che producono molto meno di quello che consumano e la Germania che produce molto di più di quello che consuma. La debolezza del Sud Europa deriva direttamente da questo squilibrio, che sostanzialmente significa un passaggio netto di ricchezza dall'Europa all'America, e che fino a poco tempo fa prendeva la forma di euro forte e dollaro debole, ma che oggi è molto più stridente in quanto le due monete sono di valore quasi pari. Credo che i motivi di questo squilibrio siano politici, tant'è vero che Donald Trump promette di far pagare i debiti degli americani agli alleati, cioè promette quello che avviene già senza dirlo. Non molto diverso da quello che facevanoi democristiani, cioè promettere ali italiani quello che avevano già.
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domenica 4 settembre 2016
Language, history, laws
it is often said that history is written by rulers. This idea was stated in a slighlty different and more general way by Plato, who said that the legislator is the person who gives the names. If this is true, and if we equate giving names with writing history and being legislator, all of us are the legislator, and in particular children, since words come from use, new one area unceasingly created and this in particular by childrem.
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mercoledì 24 agosto 2016
Creazionismo, darwinismo, deriva, Piovani
Mi piace la sincerità con cui Telmo Piovani, il nostro Dawkins, difende il darwinismo. Però ho il sospetto che gli sfugga la, diciamo così, struttura logica dell'evoluzione.
Primo: evoluzione significa semplicemente cambiamento (nell'ottocento il termine italiano era di solito "trasformismo"): Si può avere evoluzione per deriva genetica (che non è minimamente darwiniana), oppure per trasmissione di caratteri acquisii (che sembrano impossibili, anche se l'epigenetica potrebbe rappresentare un'eccezione): Del resto il gruppo delle Scienze negli anni '80 era ferocemente lamarckiano e antidarwiniano, e pubblicizzava i libri di Serrmonti, feroce antidarwiniano.
Secondo, al paragrafo 7 Pievani afferma che cambiamenti di pressione selettiva causano modificazioni delle frequenze di una certa variante in una data popolazione. Il problema è che questa affermazione, la formulazione sintetica del darwinismo, non è falsificabile, ma non è falsificabile perché è necessariamente vera o se vogliamo è quasi una tautologia. Pressione selettiva significa mortalità, e ovviamente differenze di pressione selettiva (non cambiamenti a essere rigorosi) necessariamente significano cambiamenti di frequenze se esiste più di una varietà
Dacciamo un esempio numerico: ho 10 A e 10 B (frequenze 0.5 e 0.5). Se muoiono 1/3 di A e 1/2 di B alla seconda generazione ho 3 A e 5 B (frequenze 0,3 e 0,6). Alla generazione successiva ho 1 A e 3 B (frequenze 0.26 e 0.74) finché A non si estingue.
Questa relazione, difficile da padroneggiarese espressa a parole ma facilissima se espressa con un esempio numerico (o in formule), come tante leggi economiche che sono trasparenti in formule e oscure a parole, è assolutamente necessaria Se ci sono differenze di mortalità costanti necessariamente si ha microevoluzione.
Però un fenomeno matematicamente necessario potrebbe non esistere in natura se non sono verificati i presupposti. Un centauro con tre gambe non potrebbe camminare velocemente, il problema perà è che non esistono i centauri. In termini evoluzionistici il problema è: esistono realmente differenze di mortalità? la cosa non è assolutamente scontata perché un cambiamento di frequenze (osservato, come nel caso della farfalla melanica) potrebbe dipendere da deriva genetica (o altri meccanismi non ancora escogitati). Qui l'importanza degli esperimenti sui fringuelli. In un certo senso non provano la selezione, escludono la deriva genetica, e come dice Sherlock Holmes, una volta escluso l'impossibile quello che rimane è vero. Nel caso della selezione è ancora più vero, perché data mortalità differenziale, l'evoluzione è marematicamente necessaria.
Detto questo, Piovni dice anche "Associata a questa critica inconsistente ve n’è un’altra non meno risibile: quella secondo cui non vi sarebbe prova empirica del passaggio da cambiamenti microevolutivi (molecolari, genetici) a cambiamenti macroevolutivi". Però nonostante l'articolo sia interminabile, non dice perché risibile, il che vuol dire che è in difficoltà. Infatti a rigore non abbiamo una prova che per esempio la comparsa delle piume nei dinosauri non fosse dovuta a deriva genetica. Anche se ovviamente sembra assai improbabile. Però l'argomento che abbiamo è che un carattere così importante per la sopravvivenza non sia legato a mortalità differenziale, ancora una volta una prova logica, non empirica.
Io personalmente non sono un fanatico della selezione, ho l'impressione che ci debba essere qualcosa dui abbastanza simile a quello che propongono Lewontin e Gould, cioè che la selezione su un carattere comporti l'evoluzione di tutta una serie di caratteri neutrali ma correlati al primo (che poi è un'ipotesi che Darwin fa nell'origine della specie per l'occhio). Però sono un fanatico dell'evoluzione, anche a me sembra che ci sia qualcosa di grandioso in questa visione della vita per cui dalle forme più semplici si sviluppano infinite forme meravigliose (mentre il fissismo mi sembra veramente l'album delle figurine). E l'evoluzione è un concetto diverso dalla selezione naturale (ci insegnavano evoluzione per selezione naturale). E l'evoluzione, come dice un mio giovane amico, è un fatto. Basta mettere i fossili del cavallo in fila, o anche i fossili dell'uomo. Poi se uno non vuol guardare nel cannocchiale, liberissimo. Se poi pensa che tra Australopithecus afarensis e Homo habilis manca l0anello mancante non sarà mai soddisfatto, perché se venisse scoperto un intermedio tra i due, Z, allora mancherebbe l'intermedio tra Z e Homo habilis e così all'infinito. Una specie di paradosso di Zenone.
Primo: evoluzione significa semplicemente cambiamento (nell'ottocento il termine italiano era di solito "trasformismo"): Si può avere evoluzione per deriva genetica (che non è minimamente darwiniana), oppure per trasmissione di caratteri acquisii (che sembrano impossibili, anche se l'epigenetica potrebbe rappresentare un'eccezione): Del resto il gruppo delle Scienze negli anni '80 era ferocemente lamarckiano e antidarwiniano, e pubblicizzava i libri di Serrmonti, feroce antidarwiniano.
Secondo, al paragrafo 7 Pievani afferma che cambiamenti di pressione selettiva causano modificazioni delle frequenze di una certa variante in una data popolazione. Il problema è che questa affermazione, la formulazione sintetica del darwinismo, non è falsificabile, ma non è falsificabile perché è necessariamente vera o se vogliamo è quasi una tautologia. Pressione selettiva significa mortalità, e ovviamente differenze di pressione selettiva (non cambiamenti a essere rigorosi) necessariamente significano cambiamenti di frequenze se esiste più di una varietà
Dacciamo un esempio numerico: ho 10 A e 10 B (frequenze 0.5 e 0.5). Se muoiono 1/3 di A e 1/2 di B alla seconda generazione ho 3 A e 5 B (frequenze 0,3 e 0,6). Alla generazione successiva ho 1 A e 3 B (frequenze 0.26 e 0.74) finché A non si estingue.
Questa relazione, difficile da padroneggiarese espressa a parole ma facilissima se espressa con un esempio numerico (o in formule), come tante leggi economiche che sono trasparenti in formule e oscure a parole, è assolutamente necessaria Se ci sono differenze di mortalità costanti necessariamente si ha microevoluzione.
Però un fenomeno matematicamente necessario potrebbe non esistere in natura se non sono verificati i presupposti. Un centauro con tre gambe non potrebbe camminare velocemente, il problema perà è che non esistono i centauri. In termini evoluzionistici il problema è: esistono realmente differenze di mortalità? la cosa non è assolutamente scontata perché un cambiamento di frequenze (osservato, come nel caso della farfalla melanica) potrebbe dipendere da deriva genetica (o altri meccanismi non ancora escogitati). Qui l'importanza degli esperimenti sui fringuelli. In un certo senso non provano la selezione, escludono la deriva genetica, e come dice Sherlock Holmes, una volta escluso l'impossibile quello che rimane è vero. Nel caso della selezione è ancora più vero, perché data mortalità differenziale, l'evoluzione è marematicamente necessaria.
Detto questo, Piovni dice anche "Associata a questa critica inconsistente ve n’è un’altra non meno risibile: quella secondo cui non vi sarebbe prova empirica del passaggio da cambiamenti microevolutivi (molecolari, genetici) a cambiamenti macroevolutivi". Però nonostante l'articolo sia interminabile, non dice perché risibile, il che vuol dire che è in difficoltà. Infatti a rigore non abbiamo una prova che per esempio la comparsa delle piume nei dinosauri non fosse dovuta a deriva genetica. Anche se ovviamente sembra assai improbabile. Però l'argomento che abbiamo è che un carattere così importante per la sopravvivenza non sia legato a mortalità differenziale, ancora una volta una prova logica, non empirica.
Io personalmente non sono un fanatico della selezione, ho l'impressione che ci debba essere qualcosa dui abbastanza simile a quello che propongono Lewontin e Gould, cioè che la selezione su un carattere comporti l'evoluzione di tutta una serie di caratteri neutrali ma correlati al primo (che poi è un'ipotesi che Darwin fa nell'origine della specie per l'occhio). Però sono un fanatico dell'evoluzione, anche a me sembra che ci sia qualcosa di grandioso in questa visione della vita per cui dalle forme più semplici si sviluppano infinite forme meravigliose (mentre il fissismo mi sembra veramente l'album delle figurine). E l'evoluzione è un concetto diverso dalla selezione naturale (ci insegnavano evoluzione per selezione naturale). E l'evoluzione, come dice un mio giovane amico, è un fatto. Basta mettere i fossili del cavallo in fila, o anche i fossili dell'uomo. Poi se uno non vuol guardare nel cannocchiale, liberissimo. Se poi pensa che tra Australopithecus afarensis e Homo habilis manca l0anello mancante non sarà mai soddisfatto, perché se venisse scoperto un intermedio tra i due, Z, allora mancherebbe l'intermedio tra Z e Homo habilis e così all'infinito. Una specie di paradosso di Zenone.
domenica 14 agosto 2016
Lagrange. Heisenberg, Feynamn, determinimso
Lagrnage sosteneva che, utilizzando le leggi della meccanica scoperte da Newton, conoscendo la posizione e la velocità di ogni particella dell'universo si sarebbe potuto calcolare tutto il futuro e tutto il passato. E non si limitò a enunciare la possibilità, sviluppò una funzione matematica, detta appunto lagrangiana, che permette di trattare in modo relativamente facile i sistemi di molte particelle.
Mancava solo la possibilità di specificare posizione e velocità di ogni atomo, il che non era possibile nel '700 ai tempi di Lagrange. Quando questo però divenne possibile, i fisici si accorsero che proprio la lagrangiana dava infinite soluzioni, che è la base matematica del principio di indeterminazione di Heisenberg. Dal punto di vista storico in realtà du prima scoperto - empiricamente - il principio di indeterminazione, e solo molti anni più tardi la formulazione della meccanica quantistica in termini di lagrangiana (da Feynaman), ma l'ordine logico è esattamente l'opposto.
Mancava solo la possibilità di specificare posizione e velocità di ogni atomo, il che non era possibile nel '700 ai tempi di Lagrange. Quando questo però divenne possibile, i fisici si accorsero che proprio la lagrangiana dava infinite soluzioni, che è la base matematica del principio di indeterminazione di Heisenberg. Dal punto di vista storico in realtà du prima scoperto - empiricamente - il principio di indeterminazione, e solo molti anni più tardi la formulazione della meccanica quantistica in termini di lagrangiana (da Feynaman), ma l'ordine logico è esattamente l'opposto.
Infinito, mondo, matematica
Come al solito la lezione di Daverio è estremamente interessante. Il punto fondamentale, mi sembra, è che sia possibile raggiungere una conoscenza scientifica completa del mondo (scrivere l'equazione del mondo). Gli scienziati non lo dicono ma pensano che ci siamo quasi arrivati, Io però penso che probabilmente il mondo è infinito, anzi, infinitamente infinito (come i numeri reali rispetto ai numeri razionali) e quindi sostanzialmente qualsiasi equazione, qualsiasi algoritmo, descriverà sempre un infinitesimo del mondo.
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