giovedì 22 febbraio 2024

Liberismo, socialismo e destra moderna

 

Anche se facciamo finta di vivere nel liberismo nel sistema attuale gli imprenditori ricevono una montagna di soldi dallo stato. Il sostegno è accuratamente celato in forme più o meno indirette per esempio nel sistema di tassazione, per cui, per esempio le partite IVA – che ovviamente passano il loro tempo a lamentarsi del trattamento terribile a cui sarebbero soggette da parte dello stato.- pagano molto molto meno tasse dei lavoratori dipendenti purché abbiano un grosso fatturato (le piccole partite IVA sono effettivamente molto maltrattate). Sostanzialmente il neoliberismo è un socialismo per ricchi e liberismo per poveri. Marx diceva pià o meno che il liberalsmo classico con cui aveva a che fare era altamente instabile, sempre sullìorlo del collasso e della crisi, e che il socialismo per certi versi era inevitabile. Le élites hanno snobbato queta teoria fino al 1929 quando si sono accorti della sua profonda fondatezza e hanno inventato prima il keynesismo, che supporta la domanda attraverso il deficit spending, poi quando il keynesismo è entrato in crisi per laforte inflazione negli anni ‘70 inventando il neoliberismo che è appunto un socialismo per ricchi.

Questa natura pradossale del moderno sistema capitalistico forse sfugge a molti suoi oppositori, mentre è chiarissima per la destra moderna che vorrebbe togliere i privilegi e gli aiuti alle élites per sostituirle con un liberismo assoluto. Credo che potrebbe anche funzionare, se però associato con un regime estremamente autoritario,. Il modello – che non dimentichiamolo è stato costruito da uno dei maggiori economisti moderni, Milton Friedman, è quello cileno, con una spietata dittatura associata alla privatizzazione selvaggia.

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