mercoledì 21 maggio 2014

Feudalesimo capitalistico

Gobetti, come dicevo in un altro post, individuava nella mancanza di borghesia la causa dell'arretratezza italiana. La DC trovò però una soluzione geniale al problema: far fare il capitalismo non ai borghesi, ma alle classi parassitarie, feudali, e reazionarie che negli altri Paesi erano il peggior nemico del capitalismo e che era stato necessario abbattere per via delle rivoluzioni borghesi, prima fra tutte la Rivoluzione Francese. I cattolici sono cioè riusciti a fare una splendida sintesi tra feudalesimo a capitalismo, unendo i mali di un sistema e dell'altro. La sinistra mi sembra non si sia mai resa conto che l'Italia prima di Vittorio Emanuele II e poi della DC era un mostruoso feudalesimo capitalistico. Forse l'unico che ha compreso il fenomeno è stato l'aristocratico Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che con il suo famoso "tutto cambi perché nulla cambi" indicava proprio questo diventare capitalisti delle classi aristocratiche. Questo sistema che riesce a fondere il peggio del tutto ottiene anche il fantastico risultato di confondere completamente le idee. In Italia infatti molti, senza accorgersene, ritengono che idee tipicamente dell'Ancien Régime siano liberali e idee tipicamente liberali siano idee dell'Ancien Régime. E fosse solo un problema di storia delle idee, è un problema di individuazione dei nemici.

Oggi la politica economica la fa l'Europa (o meglio la Germania), e nonostante molte cose siano cambiate (in peggio) la sostanza del nostro sistema è rimasta pari pari.

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