Stavo sull'autobus, e ascoltavo la conversazione tra un passeggero e l'autista. L'autista diceva: "io ho costruito una casa abusiva, vado a caccia di frodo, commetto altri reati, e nessuno mi ha mai detto niente! Non si può andare avanti così".
Detta così, sembra assurda. Ma un senso in fondo c'è. Per l'autista non è pensabile che uno si comporti secondo le regole (di convinvenza) spontaneamente, perché le ritiene giuste, ma è necessario che una forza le imponga. In altre parole, implicitamente l'autista non riconosce l'esistenza di un diritto, naturale o convenuto, ma solo della legge del più forte. E al fondo è questo il problema degli italiani, non tanto il cercare il proprio "particulare" (perché i vari particulari potrebbero essere ricomposti dalla discussione), quanto dal riconoscere come valida solo la legge del più forte.
Ora, se la legge del più forte poteva funzionare in un mondo contadino, in una società complessa porta al disastro e alla polverizzazione. Quello a cui assistiamo.
lunedì 4 febbraio 2008
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