Un mio amico dice che l'evoluzione è un fatto. In effetti, se si mettono in fila i fossili di un qualsiasi gruppo animale che sia sufficientemente documentato (cavalli, elefanti, trilobiti() in ordine di età geologica, viene fuori esattamente quella trasmutazione di una specie nell'altra e quella cladogenesi che costituisce l'evoluzione. Poi la selezione naturale fornisce una spiegazione (non l'unica tra l'altro) di questo fatto sperimentale, ma rimane certo che l'evoluzione si osserva anche se a posteriori.
Purtroppo, come dimostrano i creazionisti, che a rigor di logica non dovrebbero esistere (avevano senso ai tempi di Linneo in cui si conoscevano pochissimi fossili ma perdono di senso dopo circa il 1820 quando la paleontologia diventa una scienza moderna), i fati sono proprio quella cosa a cui nessuno vuole credere. In effetti la mente umana è piena di preconcetti che di solito derivano dall'educazione, e spesso proiettiamo questi preconcetti sul mondo esterno piuttosto che proiettare i fatti sulla nostra mente - nei primitivi si chiama pensiero magico, ma non è certo una loro esclusiva, si trova in fior di professori. Per accettare la forza dirompente dei fatti bisogna svuotare la testa (mantenendo però l'attenzione altrimenti si va in uno stato catatonico) per far entrare i fatti. Questo svuotamento Husserl lo chiamava epochè mentre Socrate lo definiva con la famosa consapevolezza di non sapere. Si tratta di un processo mentale non banale, e questo forse spiega perché il dibattitto che si svolge sui social (e anche purtroppo sui media) non è volto a discutere le spiegazioni e l'interpretazione dei fatti, ma a negare i fatti stessi: negazionisti, terrapiattisti ecc.
Huzley, l'amico di Darwin, diceva che i brutti fatti distruggono le belle teorie - nel mondo d'oggi succede spesso il contrario.
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