Marx, nonostante le apparenze, va molto di moda,
specialmente su social. Mi accorgo però che molti dei commenti, per quanto
validi e utili, sono fatti da persone che non padroneggiano bene la dialettica.
In effetti, anche se Marx fa riferimenti qua e là del procedimento dialettico,
dà per scontato che uno conosca questo metodo (che deriva da Hegel) nella sua
forma materialistica.
In effetti, chi conosce la dialettica tende a leggere Marx
in un modo molto più sottile del solito. Lacan, per esempio, che pure era un
conservatore, utilizza massicciamente concetti marxiani, anche se questi sono
in una forma in cui possono apparire irriconoscibili; Jeremy Rifkin, che non è
certo comunista, anch’esso si basa sui concetti eonomici marxiani, anche se
anche in questo caso in una forma apparentemente irriconoscibile. Chi non
conosce la dialettica tende invece a reiterare sostanzialmente le frasi di Marx
(perché in fondo ne capisce la forma ma non il contenuto reale).
Anarchia: Marx non parla mai di forme di governo o di
diritto, in quanto queste derivano dalla composizione delle classi. Però un
bellissimo libro di Engels – ma chiaramente suggerito nelle linee fondamentali
di Marx – si chiama la nascita della famiglia, della proprietà privata e dello
stato. Parla di antropologia (molti marxisti pensano che l’antropologia sia
sempre al servizio del colonialismo, ma evidentemente non sanno che esiste
questo libro), ma implicitamente il titolo suggerisce che come famiglia
proprietà rprivata e stato sono nati, così un giorno finiranno. E il comunismo
comincia proprio quando proprietà privata famiglia e stato scompaiono. Non a
caso Lenin (in Stato e Rivoluzion) afferma che i comunisti hanno lo stesso
scopo degli anarchici – si potrebbe addirittura sostenere – paradossalmente .
che il marxismo è una varietà di anarchia storicista e economicista.
Astratto: Nel linguaggio comune astratto significa grosso
modo figurato, mentale, mentre concreto significa fisico. Nel linguaggio della
dialettica marxiana il significato è completamente diverso. Concreto è l’unità
di tutte le determinazioni, mentre astratto è ciò che non sintetizza tutte le
determinazioni. Il concetto si capisce facilmente con un esempio. “Il sole è
caldo” è una singola determinazione, e perciò è estratto; il sole è giallo è
una singola determinazione, “il sole è una stella” è una singola determinazione
e quindi astatta. “Il sole è una stella di media grandezza” è concreto in
quanto unisce queste tre determinazioni: stella, gialla, calda. Ovviamente
possiamo pensare ad altre determinazioni (il sole sta al centro del sistema
solare) che non sono comprese in questa
sintesi di determinazioni, anzi, possiamo aggiungere un numero infinito
di determinazioni, per cui il movimento dall’astratto al concreto (movimento
reale) è potenzialmente infinito: il reale è un limite (il reale è
l’impossibile come diceva Lacan).
Materialismo: Nel linguaggio comune materialista è chi pensa
che esiste solo la realtà fisica, ma nel linguaggio marxiano materialista è chi
pensa che il reale sia concreto (vedi ).
Movimento reale: il ciclo dialettico passa dall’astratto al
concreto e poi di nuovo all’astratto. Però un ciclo può avvenire in due sensi:
partire dall’astratto e arrivare al concreto oppure partire dal concreto e
arrivare all’astratto. Nel primo caso si ha il materialismo (vedi) nel secondo
caso l’idealismo (Hegel, ma in realtà quasi tutta la filosofia occidentale).
Nessun commento:
Posta un commento