L’arco politico italiano sia prima sia dopo tangentopoli andava dalla sinistra radicale allla destra più o meno neofascista. Il centro dell’arco parlametnare era occupato dai piccoli partiti eredi della DC. Questo è stato vero fino alle elezioni del 2007, in cui Veltroni ha dissolto la sinistra cosiddetta radicale – che è radicale all’incirca quanto i socialisti francesi o i socialdemocratici tedeschi – cosicché l’arco parlamentare si è spostato bruscamente a destra, andando dal centrosinistra del Pd fino alla destra, con Berlusconi che si trova quindi al centro dell’arco parlamentare – e quindi in una posizione estremamente favorevole dal punto di vista elettorale. L’operazione del Pd è dovuta alla ricerca dell’alleanza con l’UDC, che poi è avvenuta con il governo Monti. Scelta politica del tutto legittima, ma che, a pensarci bene, non richiede che si elimini la sinistra; l’eliminazione della sinsitra è avvenuta perché il Pd non tollera di essere “scavalcato” a sinistra; in altre parole, il Pd vuole fare il partito di centro (la sinistra del centro), ma non ha il coraggio di dirlo, non perché perderebbe voti, ma perché essere di centro è meno glamour che essere di sinistra.
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