Sostanzialmente Marx ha scoperto che la
storia del mondo è storia di lotta di classe (ha scoperto anche le leggi del
ciclo economico nel II libro del capitale, ma è una scoperta indipendente): Ai
tempi suoi c'erano 2 classi, oggi
sono 3 (proletariato, classe media e borghesia), il sistema è molto più complesso, ma si fonda ancora su la "legge
di Marx". Mi viene in mente un paragone con la fisica. Newton ha scoperto
che forza = massa x accelerazione, però ai suoi tempi si conosceva solo la
forza di gravità, oggi se ne conoscono 4. Non puoi spiegare una calamita con la forza di gravità, serve la forza
elettromagnetica, ma la seconda legge della meccanica non solo è ancora valida
ma è anche e ancora la base dell'analisi del problema.
sabato 31 maggio 2014
mercoledì 28 maggio 2014
Dare e avere
Berlusconi prometteva milioni (come il signor Bonaventura) e poi non dava niente. I democristiani davano 1 e toglievano 10. Il bilancio netto tutto sommato è a favore di Berlusconi: 0 è meglio di -9. Renzi si è inventato una variante sul modello democristiano: toglie dalle future pension(cine) dei giovani per dare ai vecchi.
martedì 27 maggio 2014
Christianism and politics
In a previous post I suggested that some ideas of Machiavelli's are in essence christina. Reversing the argument, I dare say that if you take the New Textament not as religious book but as a book about politics it becomes a marvellous reading. From a political point of viwe, the aim of early christinas was the destruction of the Roman Empire - and they fylly succeeded.
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mercoledì 21 maggio 2014
Flowerbeds
In a street not far from my home, I notices a few workers that prepared a new
flowerbed. I came back later, when the flowerbed was finished, and I
observed the work. There was a row of red-leaved Prunus pissardii, each
surrounded by a square fringed with the white and yellow Gazania nivea. The square was muclhed white gravel. It was nice, with
interesting plants, with a good design. An yet I felt a little uncomfortable.
What will this flowerbed look in a year? Apart that this type of flowerbed
needs intensive and constant maintenance (in particular weeding), it is
designed in a way that if the plants grow too much they will destroy the pretty design of the
flowerbed. If Prunus grows it will shade the underlying … and if the Gazania grow
too much the spacing mong the tufts will disappear, leaving an horrible mess
where was elegant order. A garden where plants cannot grow is dead – this
flowerbed is a piece of furniture, not a true garden.
Gilles
Clément, the French landscape designer, says that we should as much as possible
with, as little as possible without. More generally we should have the biggest
result with the lowest effort. These flowerbed get a good result with an huge
effort.
Bestiame
Le classi dominanti degli altri popoli tengono o hanno tenuto le masse in stato di schiavitù, Marx insegna. In Italia le masse erano tenute come animali doemstici. C'è un frammento di Plinio in cui si descrive un grande proprietario disperato perché l'alluvione gli aveva portato via le mucche e i contadini. E non credo sia cambiato niente. Lo stato di lieve inebetimento che si percepisce passeggiando per strada è simile a quello del bue o del mulo - ed è amarissimo dirlo. Forse i problemi di questo Paese sono solo questi.
Feudalesimo capitalistico
Gobetti, come dicevo in un altro post, individuava nella mancanza di borghesia la causa dell'arretratezza italiana. La DC trovò però una soluzione geniale al problema: far fare il capitalismo non ai borghesi, ma alle classi parassitarie, feudali, e reazionarie che negli altri Paesi erano il peggior nemico del capitalismo e che era stato necessario abbattere per via delle rivoluzioni borghesi, prima fra tutte la Rivoluzione Francese. I cattolici sono cioè riusciti a fare una splendida sintesi tra feudalesimo a capitalismo, unendo i mali di un sistema e dell'altro. La sinistra mi sembra non si sia mai resa conto che l'Italia prima di Vittorio Emanuele II e poi della DC era un mostruoso feudalesimo capitalistico. Forse l'unico che ha compreso il fenomeno è stato l'aristocratico Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che con il suo famoso "tutto cambi perché nulla cambi" indicava proprio questo diventare capitalisti delle classi aristocratiche. Questo sistema che riesce a fondere il peggio del tutto ottiene anche il fantastico risultato di confondere completamente le idee. In Italia infatti molti, senza accorgersene, ritengono che idee tipicamente dell'Ancien Régime siano liberali e idee tipicamente liberali siano idee dell'Ancien Régime. E fosse solo un problema di storia delle idee, è un problema di individuazione dei nemici.
Oggi la politica economica la fa l'Europa (o meglio la Germania), e nonostante molte cose siano cambiate (in peggio) la sostanza del nostro sistema è rimasta pari pari.
Oggi la politica economica la fa l'Europa (o meglio la Germania), e nonostante molte cose siano cambiate (in peggio) la sostanza del nostro sistema è rimasta pari pari.
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Borghesia
Gobetti individuava i mali dell'Italia nella mancanza di borghesia, idea che è stata ereditata dal gruppo prima del Mondo e poi di Repubblica. Le idee di Gobetti probabilmente centrano un nodo fondamentale anche per chi non è liberale. Se non c'è la borghesia, infatti, non puoi neanche abbatterla. E se i proletari lottano lottano contro il feudalesimo, cioè contro i nemici della borghesia, non contro il nemico del proletariato che è ovviamente ila borghesia stessa.
Rivoluzione liberale
va molto di moda l'espressione "rivoluzione liberale", riferita alle liberalizzazioni, al berlusconismo, in una parola al thacherismo, cioè alla cancellazione di quei pochi elementi di intervento statale in economia che hanno caratterizzato che hanno caratterizzato tutto l'occidente nel periodo 1930-1980. Usare l'espressione gobettiana in questo senso equivale a equiparare l'intervento statale in economia al feudalesimo. Mi spiego. Cosa intendeva Gobetti con rivoluzione liberale? Intenedeva sostanzialmente che in Italia non era stata fatta la rivoluzione francese in cui la borghesia abbatte il feudalesimo, l'Ancien Régime e prende il potere. La rivoluzione liberale è appunto l'abbattimento del feudalesimo. Dire che la rivoluzione liberale consiste nell'eliminare l'intervento statale in economia e i diritti sociali equivale quindi all'equivalenza elementi di socialismo = feudalesimo.
Gobetti era poi consapevole che in Italia la rivoluzione liberale non era avvenuta meramente perché la borghesia, in un paese agricolo, senza industria, arretrato e controriformato, non esisteva. Sosteneva quindi che i pochi borghesi esistenti dovessero allearsi con il proletariato (limitato anch'esso, il proletariato c'è dove c'è una forte industria) proprio per abbattere il feudalesimo. Marx diceva esattamente la stessa cosa (nel Manifesto dice "borghesi e comunisti lottano insieme contro il feudalesimo"). anche se ho qualche dubbio che Gobetti avesse letto Marx. Le idee di Giobetti furono messe in pratica da Giustizia e Libertà, che era la formazione partigiana più vicina alle brigate del PCI - amate pochissimo, va detto, dal PCI stesso, per motivi squisitamente egemonici e non certo per problemi ideologici o di classe (a fare gigantesche oncessioni ai cattolici poco dopo non avrebbero esitato un secondo).
Ora, in ogni cazzata, anche la più strumentale, c'è sempre un fondo di verità. Quando il Corriere della Sera usa l'espressione "rivoluzione liberale", anche se uccide Gobetti una seconda volta, un motivo c'è, e sta nel fatto che una borghesia di piccoli imprenditori e di bottegai si è formata alla metà degli anni '80, creata quasi dal nulla soprattutto dalla DC e solo secondariamente dal PSI - il famoso popolo delle partite IVA. Questa borghesia vuole prendere il potere e quindi è abbastanza naturale (e strumentale) usare l'espressione in modo antigobettiano. Questa borghesia però non è certo la borghesia eroica, rivoluzionaria e progressiva (anche se crudele e classista) esaltata da Marx nel Manifesto, che fa "sciogliere tutto nell'aria", ma di una borghesia reazionaria che eredita praticamente tutto dei ceti parassitari e feudali. Gobetti (e Gramsci, il suo principale referente) è servito.
Gobetti era poi consapevole che in Italia la rivoluzione liberale non era avvenuta meramente perché la borghesia, in un paese agricolo, senza industria, arretrato e controriformato, non esisteva. Sosteneva quindi che i pochi borghesi esistenti dovessero allearsi con il proletariato (limitato anch'esso, il proletariato c'è dove c'è una forte industria) proprio per abbattere il feudalesimo. Marx diceva esattamente la stessa cosa (nel Manifesto dice "borghesi e comunisti lottano insieme contro il feudalesimo"). anche se ho qualche dubbio che Gobetti avesse letto Marx. Le idee di Giobetti furono messe in pratica da Giustizia e Libertà, che era la formazione partigiana più vicina alle brigate del PCI - amate pochissimo, va detto, dal PCI stesso, per motivi squisitamente egemonici e non certo per problemi ideologici o di classe (a fare gigantesche oncessioni ai cattolici poco dopo non avrebbero esitato un secondo).
Ora, in ogni cazzata, anche la più strumentale, c'è sempre un fondo di verità. Quando il Corriere della Sera usa l'espressione "rivoluzione liberale", anche se uccide Gobetti una seconda volta, un motivo c'è, e sta nel fatto che una borghesia di piccoli imprenditori e di bottegai si è formata alla metà degli anni '80, creata quasi dal nulla soprattutto dalla DC e solo secondariamente dal PSI - il famoso popolo delle partite IVA. Questa borghesia vuole prendere il potere e quindi è abbastanza naturale (e strumentale) usare l'espressione in modo antigobettiano. Questa borghesia però non è certo la borghesia eroica, rivoluzionaria e progressiva (anche se crudele e classista) esaltata da Marx nel Manifesto, che fa "sciogliere tutto nell'aria", ma di una borghesia reazionaria che eredita praticamente tutto dei ceti parassitari e feudali. Gobetti (e Gramsci, il suo principale referente) è servito.
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martedì 20 maggio 2014
Politica II
Politica e guerra sono fondamentalmente la stessa cosa (vedi democrazia e repubblica). Però c'è una differenza fondamentale tra il generale e il leader politico. Il generale l'esercito se lo trova già bello e pronto, e può ragionevolmente sperare nella sua fedeltà, mentre il politico l'esercito prima lo deve costruire e poi mantenere. Vale anche nei sistemi autoritari, le elezioni sono solo quella che in altri tempi si chiamava "verifica dei poteri". Per questo chi dice che la politica è l'arte del possibile (tradotto: mettere insieme la gente) ha ugualmente ragione di Machiavelli. Combinare le persone e i blocchi sociali si può fare in molti modi, con un obiettivo comune, con la dialettica, con i mezzi di informazione, con un nemico comune. Fondamentalmente si fa con le idee.
lunedì 19 maggio 2014
Power
I said in the previous post that Hitler's shows were masochistic. It must be said that this is not new. In a poem by Belli's, the diaklectal poet of the XIXth century from Rome, there is the tale of a king that says to his people that he could kill them all, since they mean nothing to him, and the people said "how true, how true". Belli touches in this poem a deep chord in the nature of power - the people of Rome has a long experience in thsi field, first with the Empire and then with the Universal Church. What is new, precisesly from the '30s, is that radio, television, mass organization and other technological tools allow to see and listen the king. Teh fascination, that was largely mental and cultural, becomes almost real, almost physical. What will happen when we could smell and touch the disdainful king?
TV nazi parades
The nightmare of nazism is explained why the personality of Hitler: he was pure evil, he was crazy. He was certainly so, but we should ask how was it possible that an entire highly civilized country (and much Europe indeed) could have been fascinated by an evil mad. reference is usually given to Prussian authoritarism - after the war Prussia was even destroyed, divided between Germany, Poland and Russia and has disappeared from history and from the geographical map. This explanation is largely true, nut it doens't accoutn the presence bunches of nazis in more liberal countries such as USA.
In my opinion we should address to television. Television of cours did not exist at the time, but when I look the terrible nazi parades I am struck by their similarity to a TV show. Hitler at the center of the scene, in central perspective (on television you ALWAYS have central perspective, you never have side view like in movies), with an immense applauding crowd. And what was the essence of the show that was represented? Hitler saying "you all are shit, you all are nothing, I only exist" (a typical schizophrenic delirium). And the crowd answering "you are ful right, I am nothing, beat me harder, I like it".
The School of Frankfurt described well the process, but they didn't point out fully to its sadomasochistic nature. Moreover, Adorno and Fromm didn't realize that television is always based on this desire for domination and self-destruction by the victim. Showmen play again and again the same representation of Hitler, with the same choreography, with the same subtle insanity, with the same sadism.
In my opinion we should address to television. Television of cours did not exist at the time, but when I look the terrible nazi parades I am struck by their similarity to a TV show. Hitler at the center of the scene, in central perspective (on television you ALWAYS have central perspective, you never have side view like in movies), with an immense applauding crowd. And what was the essence of the show that was represented? Hitler saying "you all are shit, you all are nothing, I only exist" (a typical schizophrenic delirium). And the crowd answering "you are ful right, I am nothing, beat me harder, I like it".
The School of Frankfurt described well the process, but they didn't point out fully to its sadomasochistic nature. Moreover, Adorno and Fromm didn't realize that television is always based on this desire for domination and self-destruction by the victim. Showmen play again and again the same representation of Hitler, with the same choreography, with the same subtle insanity, with the same sadism.
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martedì 13 maggio 2014
The law of market economy
In the
constitution of Kosov is written that “The
constitutional order of the Republic
of Kosovo is based on the principles
of freedom (…), and market economya;. In the proposal of European
Constitution that was rejected by the referendums in Denmark
and France
was something like “rights of goods”. All this is of course meaningless. Law regulates the relationships between men or at
least between sentient beings, it cannote regulate thing or give rights to things. The Italian Constitution
states that “the Republic protects the landscape”, not “the Landscape has the
right to be protected” (Although a few think that Earth is in some way a sentient delf-regulating being.. In the laws of good old days it was usually property
that was protected Today we speak of “principle of market economy”,
probably because if property would be truly protected, the larcenies of
capitalism would not be allowed.
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democrazia e repubbllica
Sentivo l'altro giorno Massimo Cacciari che sosteneva che il conflitto costituente è la base dell'animo europeo. E' verissimo. Confllitto = guerra. La democrazia è una guerra incruenta, la storia del mondo è storia di lotta (guerra) di classe, il comunismo sovietico era un comunismo di guerra (in Cina addirittura avevano messo la divisa militare a tutti) e il Principe non dice altro che politica = guerra e che quindi vale la morale di guerra, non altre (vedi il post machiavellismo). Tuttavia, anche se a Machiavelli la guerra evidentemente piaceva, il suo ideale politico è la repubblica, che non è fondata sul conflitto, ma fondamentalmente sul consiglio degli anziani. Le vere repubbliche sono quelle primitive, come quelle degli aborigeni australiani o dei boscimani. Questa contrapposizione non evidente ma fondamentale tra democrazia, basata sulla guerra = politica, e repubblica, basata sul consiglio, mi viene da Toni Negri, che non amo sperticatamente ma che in questo caso è utile.
Mi vengono da fare a questo punto alcune riflessioni, in quanto è abbastanza evidente che, sebbene le guerre siano numerose e devastanti come sempre o come non mai, e nonostante nei paesi "pacifici" ci sia una evidente guerra economica di tutti contro tutti e dei ricchi contro i poveri, siamo ormai fondamentalmente in un mondo post-bellico. Postbellico, ma certamente non repubblicano.
Mi vengono da fare a questo punto alcune riflessioni, in quanto è abbastanza evidente che, sebbene le guerre siano numerose e devastanti come sempre o come non mai, e nonostante nei paesi "pacifici" ci sia una evidente guerra economica di tutti contro tutti e dei ricchi contro i poveri, siamo ormai fondamentalmente in un mondo post-bellico. Postbellico, ma certamente non repubblicano.
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domenica 11 maggio 2014
MAXXI
Come si sa, il MAXXI –uno dei tre musei di arte
contemporanea di Roma, versa in cattive acque. Per pubblicizzarsi di fronte al
vasto pubblico, ha fatto una campagna pubblicitaria piuttosto efficace. Lo
slogan era “lo sfidi, ti trasforma”. Dicevo in un altro post che il soggetto
all’arte contemporanea è l’esperienza. Questa esperienza ricorda molto l’
indovinello della sfinge, che rappresentano ovviamente un momento inziatico nella
vita di Edipo. Che poi non era un granché difficile.
Art and poetry
I often
hear contemporary artist that, in order to explain the ridde of contemporary
art to the laymen, liken their work to music. Music doesn’t represents things (with
a few exception such as “Le Quattro Stagioni” by Vivaldi), and yet it conveys
emotions. But I think that this likening is somewhat ill conceived.
Contemproary art does represents
things – actually, it imitates things so well that it usually present the thing
that should be represented itself! Kounelli’s horses is so good an imitation of 12 horses that the horses … are
actual horses in a staple! Morevoer, the feelings that arise from a piece of
art are probably more mental than the very direct emotions raisen by music.
Bach is very mathematical, and yet it is full of passion; the deep pleasure I
feel when I look a performance of Rikriit Tirvanja is almost completely
intellectual. This intellectual side of art is not new to contemporary art:
Mona Lisa is nice to contemplate, but becomes terribly involving only after
understanding.
In my
opinion, a better likening would be with poetry. Poetry is basically grounded
in metaphor, and it seems to me that the same can be said of contemporary art.
When Damien Hirst arranges hundreds of pills on glass shelves he makes a
metaphor; when Jeff Koons puts his electric hoovers on a pedestal he is doing
an hyperbole (another rhetoric figure). Metaphor ethymologically means
transport, and Duchamp’s ready made are “transported” from their original
context into a new environemt. Art of the first half of the XXth century is
still mimetic, although it is the mimesis of the not representable (Kandinskyj
tries to represent spiritual entities, Malevic the fourth dimension), art of
the second half of the XXth century is metaphoric. It is perhaps a coincidence,
but many – well informed and by no way conservative – don’t like it and found it
… rhetorhic, giving unjustly the fault to the market of art.
Metaphor is
a short circuit, that flashes reality and illuminates – hopefully – the hidden
meanings of things. The subject of classical art is truth, the subject of poetry and contemporary art are experience. The difference is not big, but important.
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