domenica 22 marzo 2009

Baricco


Qualche tempo fa Baricco ha scritto un articolo in cui proponeva di tagliare i fondi ai teatri e alla cultura e di destinarli invece alla scuola e alla televisione di qualità. Lasciamo da parte le finalità politiche della “provocazione” – si tratta di un’astuta mossa per mettere in difficoltà Tremonti con la sua poltiica di tagli alla scuola. C’è infatti un problema più di fondo. Baricco sostiene che si debba educare il popolo alla cultura, in particolare alla cultura di avanguardia del ‘900 – è un tema ricorrente degli intellettuali progressivi del nord Italia. Ma non è il popolo che deve essere educato – perché il popolo è già educato, a modo suo – ma le élites. Leopardi diceva che un Paese in cui molti sanno poco, sa poco, un Paese in cui pochi sanno molto, sa molto. In altre parole, se le élites hanno un notevole spessore culturale, questo sapere si riverbera su tutta la società – è quello che succede per esempio in Gran Bretagna, doev la scuola di massa è praticamente inesitente, ma dove esistono personalità di grande rilievo culturale. In Italia, le élites sono alquanto zoppicanti dal punto di vista culturale – e sono assai arretrate soprattutto per quel che riguarda le grandi conquiste del ‘900. Baricco, per esempio, scrive sostanzialmente come un autore dell’’800 che fosse diventato minimalista (ma già Emily Dickinson era minimalista). Mi sbaglierò, ma sospetto che non abbia molto chiaro cosa hanno detto Freud, Picasso, Nietzsche e forse addirittura Woolf e Proust – non li cita mai - per non parlare di Einstein e compagnia.

Relativismo


A qualcuno piace il gelato al pistacchio, ad altri il gelato al limone, ed è bello che sia così; però nessuno può dire che il gelato al pistacchio è bianco e quello al limone è verde - a meno che non si usino i coloranti. L'illuminismo, in politica, è tutto qui; ci sono cose soggettive, e che vanno lasciate alla scelta personale - come la religione -e altre che invece sono oggettive. I preti non distinguono le due cose, e quindi gridano "relativisti! Non vi sembra evidente e quindi conforme a ragione che il gelato al pistacchio è buono e quello al limone cattivo?". Va detto che sono stati aiutati dal pensiero postmoderno, per cui non esistono cose oggettive. Forse i postmoderni pensavano di essere eredi del marxismo, ma il marxismo sta in un'altra cosa, e cioè che il mondo cambia. Anche questo, a dire il vero, dispiace alquanto alla chiesa, cosa curiosa, in quanto i primi che hanno cominciato a parlare di cambiamento radicale sono stati proprio loro, per cui la storia si divide in prima di Cristo e dopo di Cristo.

XXXII del Paradiso


Quando Dante, nel XXXIII del Paradiso, arriva finalmente a vedere la Trinità, vi scorge dentro il suo volto. Ma come, ho fatto tutto quest'ambaradan per vedere .. me stesso? Per un momento rimane spiazzato: "qual è il geometra che tutto s'affige/a misurar lo cerchio e non ritrova/pensando a quel principio ond'elli indige". I dogmi servono a questo, come puntelli per chi cerca di quadrare il cerchio e non ci risce. I preti lo sanno benissimo, solo che sono ormai convinti che, salvo pochi santi, siamo tutti dannati, e non possiamo arrivare in fondo, e che quindi ci vanno gettate delle caramelle.

lunedì 9 marzo 2009

peccato

Mentre mi fumavo una sigaretta al bar, ascoltavo delle signore discettare su quanto detto loro da un prete, che l'omosessualità, come la pedofilia, è "innaturale". Ora, dal punto di vista del diritto non ci sono problemi; la pedofilia è equiparata a una violenza, mentre l'omosessualità rimane una questione privata tra adulti consenzienti. Mi lascia maggiormente perplesso il punto di vista della Chiesa; una volta non avrebbero detto "condotta innaturale", ma peccato mortale (si veda lo spazio riservato ai sodomiti da Dante). Ma da tanto tempo non sento parlare di peccato - una parola che mi piace anche da non credente - temo perché se predicassero di non peccare nessuno li starebbe a sentire, mentre con il discorso del naturale-innaturale qualche dubbio viene anche al più incallito miscredente. Insomma, una piccola furbizia - del resto, si sa, il fine giustifica i mezzi.