Tacea la notte placida e bella in cielo sereno, quando s’udì
per l’aere il verso inconfondibile dell’oca-gazza che raggela in sangue nelle
vene e e fa cagliare il latte alle puerpere.
Ululi disperatamente per gli atroci dolori del parto
incurante del fatto che nel tuo ventre non alloggia un utero, non solo, ma che
sei anche sprovvisto degli ormoni che provocano le gravidanze isteriche.
Equipari il nazifascismo con la presa della Bastiglia e
rimembri con sdegno i fatti della selva di Teutoburgo, incurante degli attempati
soloni che ti additano al pubblico ludibrio e ti impongono lavacri
purificatori.
Educhi le tue bimbe con draconiana severità, convinto che
l’ozio sia la matrice di ogni vizio. Esigi che abbiano per gaciglio una lastra
di ferro e per guanciale una pietra aguzza. Temendo più di ogni altra cosa,
fornisci loro cibo scarso e poco nutriente. Perché abbiano un’ottimja
circolazione del sangue le costringi a gelide docce gelate alternate con saune
soffocanti, e pretendi che fin da piccole pratichino la lotta a mani nude con
feroci mastini in modo da sapersi difendere dai numerosi malintenzionati che
potrebbero attentare alla loro virtù.