Non so perché si dica che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo. Se andiamo a guardare i popoli cosiddetti primitivi, nelle società più semplici non troviamo alcun tipo di divisione del lavoro e quindi nessun mestiere: tutti fanno tutto. Tra i cacciatori-raccoglitori c’è una distinzione tra donne che raccolgono vegetali e uomini che vanno a caccia, ma non si tratta certo di mestieri. Nelle società, appena più complesse, in cui, pur restando legati principalmente alla caccia e alla raccolta, si comincia a praticare un po’ di agricoltura – per esempio negli indiani del nordamerica – la maggior parte degli uomini e delle donne e della tribù continuano a occuparsi di tutto, ma emergono due persone con compiti specializzati: il capotribù e lo sciamano. Quest’ultimo è sostanzialmente un medico (e psichiatra), quindi il mestiere più antico del mondo è non la prostituta, ma il medico. Lo sciamano possiede una profonda sapienza spirituale oltre che terapeutica, ma non officia riti, quindi non si tratta di un sacerdote che dovrà attendere molte migliaia di anni per comparire. Il film “balla coi lupi” dà una buona idea di questa società al passaggio tra cacciatori-raccoglitori e agricoltori. A dire il vero, gli indiani del west erano esclusivamente cacciatori in quanto l’ambiente non consentiva l’agricoltura, ma costituivano società simili a quelli della costa orientale, i primi a essere sterminati, che praticavano oltre alla caccia un’agricoltura abbastanza sviluppata. Il passaggio successivo, che si osserva bene soprattutto in Africa, specialmente nel Sahel, immediatamente a sud del Sahara, è caratterizzato da società ormai completamente agricole ma non ancora urbane. In queste società esistono, accanto a una maggioranza di contadini, diversi mestieri soprattutto artigianali, come il fabbro, persiste e aumenta di importanza lo sciamano (accanto agli sciamani si osservano anche delle guaritrici) e il capotribù diventa qualcosa di simile a un re. Non so se le prostitute compaiano in questo stadio, oppure in quello successivo, cioè quello della fomrazione di civiltà urbane. Con la nascita delle città si passa dalla preistoria alla storia, in quanto viene inventata la scrittura, compaiono i sacerdoti, l’esercito e lo stato. A dire il vero le prime città, Gerico in Palestina e Çatal Hüyuk in Turchia, sono di parecchie migliaia di anni precedenti alle prime forme di scrittura e i resti archeologici fanno pensare a una società ancora egualitaria. A Çatal Hüyuk per esempio non esistono edifici dedicati a tempi e alcune pitture murali che sembrano legate ai riti e le sepolture sono nelle case di abitazione, in altre parole sembra che i riti siano officiati dalla famiglia e non da sacerdoti. Alcune culture che forse sono analoghe a queste si trovano in Asia, soprattutto sull’Himalaja, in Cina meridionale e in Indocina. Si tratta di società basate su clan famigliari in cui i membri di uno stesso clan non sono su un piano di uguaglianza, mentre sono più o meno paritari i diversi clan. In fondo anche i paesini, praticamente fermi al neolitico, dell’Italia meridionale, rispecchiano questo modello.
I popoli di pastori non rientrano in questo modello evolutivo, in quanto normalmente non si osserva una divisione del lavoro. Le società di pastori sono in fondo molto simili a quelle di cacciatori-raccoglitori, con i maschi che invece di cacciare badano al bestiame.
Infine, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che la prostituzione sia un fenomeno essenzialmente europeo e mediterraneo, dove riveste in effetti una grande importanza fin dal mondo antico (i classici greci e latini e la Bibbia sono pieni di prostitute). In Asia e in America mi sembra che anche in società avanzate la prostituzione o non esista o sia un fenomeno piuttosto marginale. Forse in queste società, dove la poligamia –assente in Europa - è piuttosto diffusa, il ruolo della prostituta viene sostituito da quello della concubina.
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