martedì 1 settembre 2009

fascismi


Tre cose diverse sono in realtà i fascisti italiani. Ci sono i fascisti del tipo Gelli, che hanno perso l’anima, o meglio, l’hanno venduta al diavolo – il diavolo, come insegna il libro dell’Apocalisse, sono i soldi e il potere. Questo tipo sospetto si stia estinguendo, anche se continua a mantenere la sua estrema pericolosità – apprendisti Gelli si trovano piuttosto tra parecchi leghisti. Ci sono poi i benpensanti e i bigotti, che nella forma colta sono genericamente antimoderni. Infine la categoria più ampia è rappresentata da maschi castrati dalla potentissima ctonia madre mediterranea, che cercano di conquistare l’agognata virilità con la violenza e la sopraffazione (quest’ultima cosa diversa dalla prevaricazione). In Sicilia il tipo fascista è estremamente diffuso, anche tra moltissimi che mai vorrebbero definirsi fascisti, e acutamente Vitaliano Brancati ne ha individuato l’origine proprio nel complesso di castrazione. Questo spiega i problemi con la libertà delle donne, con gli omosessuali (che tuttavia erano ben maggiori a sinistra), la retorica (segno di ipocrisia) ecc.
Lascio da parte i nazionalisti, che erano la base del fascismo mussoliniano. I nazionalisti sono molto pochi anche, e soprattutto, a destra.

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